Galati 3:13: La salvezza in Cristo
Questo testo ci dà alcune verità evangeliche molto basilari.
Paolo, l'autore della lettera ai Galati, si trovava in una situazione complessa.
Le chiese in Galazia stavano subendo pressioni da alcuni insegnanti che sostenevano che la salvezza si ottenesse non solo attraverso la fede in Cristo, ma anche osservando la legge Ebraica.
Paolo smentisce questo falso insegnamento dicendo che tramite la legge c’è la condanna, la maledizione di Dio piuttosto che la salvezza e questo perché non siamo in grado di mettere in pratica la legge di Dio (Galati 3:10,12; cfr. per esempio Romani 3:19-20), e poi dice che siamo giustificati, cioè dichiarati giusti davanti a Dio per fede (Galati 3:11; cfr. per esempio Galati 2:16; 3:24), quindi per la sola grazia di Dio e non per opere (cfr. per esempio Romani 3:23-24; 11:5-6; Efesini 2:8-9).
Ma attenzione come dice Ralph P. Martin: “Non che la fede in sé salvi; piuttosto la fede è l'atteggiamento umano di essere ricettivo che accetta ciò che Dio nella sua grazia ci offre”.
La fede è un dono di Dio! (cfr. per esempio Atti 18:27; Filippesi 1:29).
Paolo, dimostra che la religione legalistica, lungi dall'essere un extra richiesto da Dio, piuttosto è sottoposta al giudizio di Dio stesso!
L'unica eccezione a questo verdetto di condanna sarebbe trovare un uomo che osservasse perfettamente la legge, ma questa possibilità è esclusa dalla realtà della natura umana.
Solo Cristo ci riscatta dalla maledizione della legge di Dio!
Oggi mediteremo solo su: “Cristo ci ha riscattati.
I La persona della salvezza
“Cristo ci ha riscattati”.
“Cristo” si riferisce a Gesù di Nazaret e alla Sua opera di salvezza universale per chi ha fede in Lui (cfr. per esempio Galati 3:28).
Consideriamo:
A) La peculiarità del nome
Perché Paolo usa il titolo Cristo, e non il nome Gesù?
Paolo usa il titolo, o nome "Cristo" per diverse ragioni.
(1) "Cristo" indica l’Unto
“Cristo” è la traduzione greca (Christos) della parola ebraica "Messia" (māšîaḥ), che significa "l'Unto", e indicava qualcuno che è stato unto cerimonialmente per un per un servizio, o un ufficio speciale, o una missione specifica come i sacerdoti (cfr. per esempio Esodo 29:7; Levitico 4:5, 16; 6:22; 21:10), i profeti (cfr. per esempio 1 Re 19:16; Isaia 61:1) e i re (cfr. per esempio 1 Samuele 2:10; 12:3; 16:6; 24:6; 2 Samuele 12:7; 19:21).
L'olio dell'unzione veniva spruzzato sulle cose, ma era versato anche sulla testa delle persone, lasciando l'aroma profumato come caratteristica identificativa.
La persona che subiva tale unzione era spesso chiamata semplicemente "l'unto del Signore" (cfr. per esempio 1 Samuele 26:9; 2 Samuele 23:1).
Questa unzione indicava colui che è stato scelto e consacrato da Dio per una missione specifica.
Gesù era sia sacerdote (cfr. per esempio Ebrei 7:26; 9:11), profeta (cfr. per esempio Matteo 21:11; Luca 7:16; Giovanni 6:14; Atti 3:22), e re figlio di Davide (cfr. per esempio 2 Samuele 7:12-16; Salmo 2:6-9; Matteo 1:1; 2:2; Marco 12:35; 15:32; Matteo 1:1; Luca 1:32-33).
Usando questo termine, Paolo sottolinea il ruolo di Gesù come il Messia atteso, Colui che compie le profezie dell'Antico Testamento a riguardo.
In Cristo, le profezie dell'antichità trovano il loro compimento definitivo. Egli è il Messia, Colui che da tempo era atteso e che colma il divario tra Dio e l'umanità.
"Cristo" è quindi un titolo che sottolinea l'identità messianica di Gesù, il fatto, cioè, che Egli è il Messia promesso dalle Scritture (cfr. per esempio Giovanni 1:41; Atti 17:2-3; 1 Corinzi 15:3), il Re a cui dobbiamo obbedire (cfr. per esempio Luca 6:46)
Il fatto che Gesù è il Cristo ci è di grande conforto perché come sacerdote possiamo andare alla presenza di Dio, non solo per essere salvati, ma anche per portare liberamente al trono della grazia le nostre preghiere certi di essere soccorsi al momento opportuno (Ebrei 4:16-18).
Come profeta possiamo essere certi che ciò che ha detto proveniva da Dio (Giovanni 8:28-29) e diceva la verità (Giovanni 1:14; 8:46), quindi, il Suo insegnamento deve essere ascoltato (cfr. Deuteronomio 18:15; Atti 3:22).
Inoltre:
(2) “Cristo” indica la Sua natura divina
Per Paolo, "Cristo" è più di un semplice nome, ma un titolo che riconosce la natura divina (cfr. per esempio Matteo 16:16-17; Marco 14:61; Giovanni 1:41,49) e il ruolo salvifico di Gesù (cfr. per esempio Romani 5:5-6; 9:5; 1 Corinzi 5:7; 2 Corinzi 5:18-20), quindi enfatizza la divinità di Gesù e il Suo ruolo di redentore nel piano di Dio per soddisfare la Sua giustizia a favore dei peccatori (cfr. per esempio Romani 3:23-26).
Allora il “Cristo” non è uno spirito, o un ideale, che si sposta da persona a persona! Nessun altro ha avuto mai e avrà il diritto di assumere questo titolo, o nome in questo senso divino e salvifico! (cfr. per esempio Matteo 24:5, 23, 24).
Coloro che lo fanno sono anticristi, oppositori e sostituti dell'Unico Legittimo (1 Giovanni 4:3).
Se Gesù è di natura divina non è sbagliato adorarlo; infatti, questo facevano nel periodo del Nuovo Testamentario (cfr. per esempio Matteo 2:11; 14:33; 28:9).
Questa verità ci invita a riconoscere la divinità di Cristo; possiamo applicarla adorando Gesù non solo come un grande maestro, ma come Dio incarnato.
Infine:
(3) “Cristo” ha una connotazione universale
Il termine “Cristo” ha una connotazione più universale e cosmica rispetto a “Gesù”.
Sottolinea l'opera salvifica di Cristo che va oltre i confini del popolo Ebraico, estendendosi a tutte le nazioni; chi è di Cristo è discendente di Abraamo (1 Corinzi 15:22, Galati 3:28-29; Colossesi 3:11; cfr. per esempio Romani 10:12-13; Efesini 2:13-14).
Consapevoli che il nome 'Cristo' è un faro di speranza in un mondo oscuro (cfr. per esempio Isaia 42:6; Giovanni 1:4-9; 3:19-20; 8:12), possiamo essere confortati.
Allora questa prospettiva ci spinge a vedere Cristo come il Salvatore di tutta l'umanità, non solo dei Giudei! (cfr. per esempio Giovanni 4:42; 1 Giovanni 4:14).
Tutto questo, per noi credenti, ci incoraggia a impegnarci nell'evangelizzazione globale e nell'amore per tutte le persone di tutte le nazioni, culture, razze, etnie.
Di fronte a visioni del mondo, o rivendicazioni religiose contrastanti, possiamo affermare con sicurezza l'unicità di Cristo e l'esclusività della Sua salvezza.
Questo ci porta a vedere:
B) L’unicità del nome “Cristo”
“Cristo ci ha riscattati”.
Giovanni Calvino disse: "Non c'è salvezza al di fuori di Cristo, né possiamo ottenerla per mezzo di alcun altro".
L'unicità di Cristo come salvatore è il fondamento irrinunciabile della fede cristiana.
La Sua opera redentrice sulla croce è l'unico mezzo attraverso cui l'umanità può riconciliarsi con Dio (cfr. per esempio Romani 5:9-11; 2 Corinzi 5:18-21; Colossesi 1:19-20).
Qualsiasi tentativo di trovare la salvezza al di fuori di Cristo è destinato al fallimento, poiché Egli solo ha pagato il prezzo per i nostri peccati e ha aperto la via per una relazione restaurata con il Padre.
Ne Paolo e ne altri scrittori della Bibbia, che erano ispirati dallo Spirito Santo, hanno scritto che la salvezza, o la mediazione tra Dio e l’uomo fosse qualcuno all’infuori di Gesù Cristo!
Gesù e nessun altro è il Salvatore del mondo (Giovanni 4:42; 1 Giovanni 4:14), che ci salva dai peccati (Matteo 1:21) e dall’ira di Dio (Romani 5:6-11), che salva i peccatori (1 Timoteo 1:15) dalla perdizione eterna, dandogli la vita eterna a chi crede (cfr. per esempio Giovanni 3:16; Romani 6:23) e si pente dei propri peccati (Atti 3:19-20)
In Atti 4:12 è scritto: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati”.
Questo versetto afferma in modo chiaro e inequivocabile che Gesù Cristo è l'unica via per la salvezza!
Non esiste un'altra persona, divinità, o percorso che possa portare alla salvezza eterna!
Charles Spurgeon disse: "Non vi è alcun altro nome sotto il cielo che sia stato dato agli uomini, nel quale dobbiamo essere salvati. Il nome di Gesù è l'unica speranza del peccatore, l'unico rifugio dell'anima".
Questo versetto, come anche la citazione di Spurgeon, rafforza l'idea che la salvezza si trova esclusivamente in Cristo, invitando le persone a porre la loro fiducia unicamente in Lui e non in altri!
Mentre 1 Timoteo 2:5 dice: “Infatti c'è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo”. (Giovanni 14:6).
Cristo è l’unico mediatore tra Dio e l’umanità, non dobbiamo temere pertanto di avvicinarci a Dio, consapevoli che è un Dio di grazia pronto ad accoglierci come mostrato nella “Parabola del figliol prodigo” (Luca 15:11-32; cfr. per esempio Romani 3:23-24; Tito 2:11; 1 Pietro 5:10).
Tra Dio, un essere santo e perfetto, e gli uomini, peccatori, c'è un solo ponte: Gesù Cristo!
Immagina di stare in piedi sull'orlo di un grande abisso che rappresenta il nostro peccato e la separazione da Dio.
Da un lato, c'è la disperazione della nostra condizione; dall'altro, la gloria di Dio.
Gesù è l’unico ponte che attraversa quell'abisso.
Quando morì sulla croce e risorse, creò questo ponte per noi per andare a Dio il nostro Creatore.
Gesù portò i nostri fardelli in modo che potessimo camminare liberamente verso il perdono e la vita eterna.
Senza di Lui, saremmo rimasti dalla parte sbagliata, desiderando ardentemente una connessione che non avremmo mai potuto raggiungere da soli, e nemmeno per mezzo di nessun altro.
Gesù Cristo è l'unico tramite attraverso cui possiamo avere una relazione con Dio.
Pertanto, siamo incoraggiati ad avvicinarci a Dio attraverso Cristo, riconoscendolo come l'unico ponte tra l'umanità e il divino.
Spurgeon ci incoraggia così a farlo così: “Il ponte della grazia sopporterà il tuo peso, fratello. Migliaia di grandi peccatori hanno attraversato quel ponte, sì, decine di migliaia. Posso sentire i loro passi mentre attraversano le grandi arcate del ponte della salvezza. Vengono a migliaia, a miriadi; fin dal giorno in cui Cristo entrò per la prima volta nella Sua gloria, vengono, eppure mai una pietra si è staccata da quel potente ponte. Alcuni sono stati i capi dei peccatori, altri sono arrivati all'ultimo dei loro giorni, ma l'arco non ha mai ceduto sotto il loro peso. Andrò con loro confidando nello stesso sostegno; mi sosterrà come ha sostenuto loro”.
Senza Cristo non c'è Vangelo, non c'è salvezza! Non c’è relazione con Dio!
Il Cristo non è solo la verità che salva; è l'unica verità che salva, l’unica roccia solida stabile ed eterna su cui si costruisce la vita eterna, mentre tutto il resto è sabbia mobile che sprofonda all’inferno!
Le chiese che lasciano fuori Cristo e che degradano e disonorano la persona di Cristo sono chiese che non hanno alcun messaggio di salvezza.
Infine, consideriamo:
II IL PREZZO DELLA SALVEZZA
“Cristo ci ha riscattati”.
Prima di tutto vediamo:
A) La certezza della salvezza
Molti sono convinti che la salvezza che realizza Gesù Cristo si possa perdere; ma questo versetto, come tanti altri (cfr. per esempio Giovanni 10:28-29; Romani 8:29-39; Efesini 1:3-14; Filippesi 1:6), ci fa capire che non è così!
Verso la fine del XIX secolo, D.L. Moody predicava a grandi folle, sottolineando la salvezza attraverso la fede in Gesù.
Una sera, dopo un potente sermone, una donna si avvicinò a lui con incertezza sulla sua salvezza.
Moody le chiese: "Credi che Gesù sia morto per i tuoi peccati?" Lei rispose di sì, e lui proclamò: "Allora ti trovi sul ponte più sicuro che conduce alla vita eterna".
Proprio come Moody rassicurò quella donna, anche noi possiamo restare saldi sul ponte di Cristo, sapendo che il Suo sacrificio è la garanzia della nostra salvezza, nonostante le tempeste che potrebbero arrivare.
Giovanni Calvino disse: “Dio non solo offre la salvezza, ma la assegna in modo tale che la certezza del suo effetto non è in sospeso o in dubbio”.
La salvezza, una volta ottenuta, è una certezza assoluta. Non è qualcosa che può essere perduta o messa in dubbio.
Il verbo greco “riscattati” (exēgorasen – aoristo attivo indicativo) indica una certezza, qualcosa che è veramente accaduto in un preciso momento del passato.
E questo non significa che Cristo ha cercato di redimerci dalla maledizione della legge di Dio rivelata da Mosè; né dice che Cristo ha reso possibile il nostro riscatto dalla maledizione della legge.
L’affermazione di Paolo è molto più profonda e carica di significato.
Paolo stava affermando che Cristo aveva compiuto qualcosa di definitivo sulla croce!
La Sua morte è stata del tutto efficace; ha realizzato proprio ciò che voleva realizzare: ha riscattato il Suo popolo dalla maledizione della legge di Dio rivelata da Mosè.
Passiamo ora a considerare:
B) La concezione della salvezza
La parola riscatto è una delle parole più significative della Bibbia.
La parola greca “riscattati” è liberare da un danno, o da un male, concepito come redimere, o riacquistare qualcosa.
Il verbo “riscattare” (exagorázō) si riferisce all'azione di una persona che ne redime un'altra liberandola dalla schiavitù; quindi, descrive l'opera di Cristo sulla croce come un atto di liberazione per i peccatori.
“Riscattare” indica pagare un prezzo, causare la liberazione, o la libertà di qualcuno con un mezzo che si rivela costoso per l’individuo che causa la liberazione.
Il termine divenne ampiamente utilizzato per "acquistare schiavi", o "riscattare schiavi" nel mercato (agorà).
Per esempio, nel "mercato del nord" dell'antica Corinto c'era un mercato degli schiavi dove si dice che fino a cento schiavi venivano messi all'asta ogni giorno.
Alister E. McGrath parlando della redenzione degli schiavi scrive:” Il vocabolo per esprimere questa procedura può essere letteralmente tradotto con ‘essere tirato fuori dal forum, cioè dal mercato degli schiavi’”.
Ma qui, questa parola, si riferisce a un acquisto spirituale legato alla salvezza dai peccati e dei peccatori (cfr. per esempio Matteo 1:21; 1 Timoteo 1:15).
La parola qui tradotta con “riscattati”, indica il pagamento di un prezzo che rende liberi i peccatori.
Quindi l’idea della parola greca “riscattati” è di riportare uno schiavo nella condizione di libertà.
In questo versetto la libertà è dalla legge di Dio e dalla sua maledizione, maledizione non solo della legge, ma anche di Dio, perché la legge di cui sta parlando Paolo è la legge di Dio!
La legge non funzionava separatamente da Dio nel pronunciare una maledizione, come vedremo una prossima volta, a Dio piacendo.
Infine, vediamo:
C) Il costo della salvezza
Il prezzo del riscatto è stato estremamente alto!
Nessuna persona, o somma di denaro, o di qualsiasi ricchezza, può riscattare una persona!
Il salmista ce lo fa capire chiaramente quando dice: "Essi hanno fiducia nei loro beni e si vantano della loro grande ricchezza, ma nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto" (Salmo 49:6-7).
Nessun uomo ha i mezzi per salvare un'anima!
Solo Gesù e lo ha fatto a caro prezzo! (1 Corinzi 6:20).
Noi non siamo salvati dal Cristo con un metodo che non gli è costato nulla!
Cristo pagando un caro prezzo: ha pagato con il Suo sacrificio, con la Sua vita, con il Suo sangue! (cfr. per esempio Marco 10:45; Romani 3:24-25; Efesini 1:7; Ebrei 9:12; 1 Pietro 1:18-19).
C. Ryle diceva: “È stata la preziosa linfa vitale, sgorgata dal corpo crocifisso di nostro Signore sul Calvario, a comprare per noi la redenzione dalla maledizione di una legge infranta”.
Quindi non possiamo pensare a un perdono, o ha una liberazione "a buon mercato" perché è costata a Gesù la Sua vita!
Gesù ha pagato per noi!
A noi la salvezza non ci è costata nulla, perché è gratis, per grazia di Dio (cfr. per esempio Romani 3:23-25; 11:6; Efesini 2:8-9; Tito 3:6-7), infatti come diceva C. S. Lewis: “Nessuna creatura che meritasse la redenzione avrebbe bisogno di essere redenta”.
L'unica cosa cha abbiamo e che contribuisce alla redenzione è il peccato da cui dobbiamo essere liberati!
Noi troviamo le seguenti iimplicazioni teologiche dalla liberazione:
Il fatto che sia stato necessario un sacrificio così grande per la redenzione sottolinea la gravità del peccato e la sua separazione da Dio (cfr. per esempio Isaia 59:1-2; Romani 6:23; 8:1-2)
Il sacrificio di Cristo è la massima espressione dell'amore di Dio per l'umanità (cfr. per esempio Giovanni 3:16; 1 Giovanni 3:16; 4:10).
La possibilità della salvezza offre speranza e liberazione a tutti coloro che sono prigionieri del peccato, anche ai peggio peccatori rendendoli nuove persone (cfr. per esempio Giovanni 8:34-36; Romani 6:17-23; 1 Timoteo 1:12-16).
La liberazione, il riscatto, è la possibilità di risorgere dalle proprie ceneri!
Come la fenice, che dalle fiamme rinasce più splendente di prima, così anche noi, attraverso Cristo, possiamo sperimentare una trasformazione profonda e radicale.
Søren Kierkegaard disse: “Dio crea dal nulla. Meraviglioso, direte voi. Sì, certo,
ma fa qualcosa di ancora più meraviglioso: crea santi dai peccatori”.
La liberazione che realizza il Cristo non si limita alla sfera spirituale, ma investe anche la vita morale di una persona.
Forse pensando alla tua vita, pensi di essere un disastro e sei stanco della condizione in cui ti trovi, ma con il riscatto di Cristo, c’è speranza anche per te, se credi in Lui e alla Sua opera della croce per i peccatori!
Pensa a un pezzo di carbone. Sotto intensa pressione e calore, nel corso di molto tempo, quel pezzo di carbone può trasformarsi in un diamante prezioso.
In modo simile, quando ci arrendiamo a Cristo, Egli inizia un processo di trasformazione nelle nostre vite.
Ciò che una volta era oscuro e senza valore agli occhi del mondo, diventa prezioso e riflette la gloria di Dio.
Nessuno è troppo "sporco", o troppo lontano, o duro per essere trasformato da Cristo.
Il Suo potere redentore può prendere le nostre vite, non importa quanto siano danneggiate dal peccato, e trasformarle in qualcosa di bello per la Sua gloria.
CONCLUSIONE
La salvezza viene solo attraverso Cristo!
Egli è l'unico mediatore tra Dio e l'uomo, l'unica via per la riconciliazione con il Padre.
Non c'è altro nome sotto il cielo per mezzo del quale possiamo essere salvati!
Il prezzo del nostro riscatto è stato altissimo! Cristo ha pagato con la Sua stessa vita, il Suo sangue prezioso, per liberarci.
Questo ci mostra sia la gravità del peccato che l’immensità dell’amore di Dio per noi.
Confortanti queste parole che ha detto qualcuno: "Siamo più peccatori di quanto osiamo credere, ma più amati di quanto osiamo sperare".
La nostra salvezza è certa e definitiva!
L'opera di Cristo sulla croce è stata pienamente efficace e completa. Non possiamo perderla, perché è fondata sull'opera perfetta di Cristo, non sui nostri sforzi.
C'è speranza per tutti.
Anche il peggiore dei peccatori può essere trasformato dalla grazia di Dio in Cristo. Nessuno è troppo lontano, o troppo perduto per non essere riscattato.
La nostra risposta dovrebbe essere di gratitudine, adorazione e una vita trasformata.
Riconoscendo il costo del nostro riscatto, siamo chiamati a vivere non più per noi stessi, ma per Colui che è morto e risorto per noi.
Che possiamo afferrare pienamente questa meravigliosa verità del riscatto in Cristo, permettendo che trasformi i nostri cuori e le nostre vite, portandoci a una relazione più profonda con il nostro Salvatore e Redentore e servendolo con tutto noi stessi, dandogli tutta la nostra vita! (cfr. per esempio Romani 12:1; 1 Corinzi 6:19-20; 2 Corinzi 5:15; Galati 2:20; Filippesi 1:21).
Concludo con la frase detta da qualcuno: "Se Cristo ha pagato un debito così grande per noi, non dovremmo noi essere disposti a sopportare la croce per Lui? Se Egli ha dato tutto Se stesso per la nostra redenzione, non dovremmo noi dare tutto noi stessi per il Suo servizio?"