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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Isaia 6:1-3: La visione della gloria del Signore a Isaia

 Isaia 6:1-3: La visione della gloria del Signore a Isaia
Noi nella Bibbia troviamo i profeti, i messaggeri di Dio che a volte sono chiamati davanti il trono di Dio. 
Per questo motivo non siamo sorpresi poi, che molti di loro hanno parlato spesso della gloria di Dio. 
Gli studiosi non sono concordi se questo capitolo si riferisca alla chiamata iniziale di Isaia, quindi a un’esperienza iniziale, oppure se si riferisca a una commissione, quindi a un’esperienza successiva.
Al di là di questo, quello che noi vediamo nei vv.1-13, è la dinamica della consacrazione in seguito alla visione e alla purificazione che Isaia ebbe della gloria di Dio. 
E in questo senso noi vediamo in questa visione di Isaia la dinamica della consacrazione, e quindi la deduzione del perché molti che si dicono credenti non sono consacrati al Signore.
Questi molti, o non sono veri credenti, oppure non sono veramente consapevoli della gloria di Dio! 
La qualità della vita cristiana dipende dalla consapevolezza che abbiamo della gloria di Dio. 
Molti credenti non hanno una vita consacrata perché non hanno la giusta conoscenza di Dio, o non hanno mai sperimentato la manifestazione della gloria di Dio nella loro vita in una certa misura! 
Non sto parlando di vedere letteralmente il Signore, ma di un’esperienza personale con Lui e quindi della consapevolezza di quello che è! 
Se Isaia si consacrò al Signore è perché divenne consapevole della gloria di Dio, perché conobbe Dio, entrò nel cuore di Dio. 
La scena avviene nel tempio come indica il v. 1. 
Ora, l'affermazione che Isaia vide il Signore (v.1), non contraddice le dichiarazioni che è impossibile vedere Dio (Genesi 32:30; Esodo 19:21; 33:20; Giudici 13:22), o che nessun uomo ha visto e né può vedere (Giovanni 1:18; 1 Timoteo 6:15-16). 
La Bibbia riferisce che diverse persone "hanno visto" manifestazioni di Dio come Agar (Genesi 16:9-13); Giacobbe (Genesi 28:13-15); Mosè, Aaronne, Nadab e Abihu, e i settanta anziani sul monte Sinai (Esodo 24:9-11); il profeta Micaia (1 Re 22:19). 
Dio è in realtà uno spirito invisibile di gloria indicibile, quindi è impossibile per l'occhio umano oggi, vedere la piena manifestazione dell'essenza della Sua divinità! 
Molto probabilmente ci sono diverse manifestazioni della gloria di Dio che l’uomo può vedere in una certa misura. 
Questa, come le altre, è stata una vera manifestazione di Dio, ma limitata e adattata secondo la capacità di osservazione e di comprensione mentale umana limitata in una visione (rā˒āh) per percepire l’incomprensibile gloria di Dio.
La visione era genuina e reale, è stato qualcosa vista con gli occhi, una rappresentazione chiara di qualcosa di reale che è nascosto, vale a dire la gloria di Dio (v.1).
Dio si rivelava anche in visione ai profeti (Numeri 12:6; 1 Samuele 9:19-20; 2 Re 5:26; Isaia 1:1; 30:10; Naum1:1).
Così in modo misterioso la gloria di Dio si avvicinò e si rivelò al profeta Isaia. 
È interessante che Isaia non dice nulla circa il volto di Dio, o il naso, invece descrive dov’è Dio, ciò che stava accadendo intorno a Lui e quello che veniva detto. 
Prima di tutto allora vediamo che Isaia rimase sconvolto, fu toccato profondamente dalla:
I MAESTÀ DI DIO
Noi infatti vediamo che Dio:
A) È il Signore (ʾădōnāy - vv.1,8,11). 
“Signore” si riferisce al vero Dio, il Dio d’Israele, indica la Sua sovranità, massima autorità e maestà, (cfr. per esempio Esodo 34:23; Giosuè 3:13; Salmo 114:7; Isaia 1:24); Colui che è il soprannaturale sopra tutti e tutto!
(1) Signore significa Padrone
È colui che esercita controllo, o autorità su un altro, o sugli altri (cfr. per esempio 1 Samuele 20:38).
“Signore” sottolinea il rapporto schiavo-padrone (cfr. Genesi 24:9 Giudici 19:11) e suggerisce così l’autorità di Dio come Padrone.
Il Signore è il Creatore (cfr. per esempio Salmo 24:1-2; 89:11; 100:3; Apocalisse 4:11), è come tale è il proprietario di ogni membro della famiglia umana e di conseguenza pretende l’obbedienza illimitata di tutti.
Quindi:
(2) Signore esprime autorità e diritto
“Signore” esprime Dio che è sovrano nel Suo governo e ha autorità assoluta (cfr. Salmo 8:1; Osea 12:14). 
“Autorità” significa la facoltà legittima di comandare; significa che Dio può fare e pretendere dall’uomo ciò che vuole senza dare conto a nessuno, infatti siamo stati creati da Lui e per Lui!
Dio è la fonte, il mezzo e il fine di tutte le cose! (cfr. per esempio Romani 11:36). 
Ancora notiamo nella maestà che Dio:
B) È il Re glorioso
In questo vediamo:
(1) Il Potere di Dio: La sovranità di Dio
(a) Dio è sovrano sopra ogni cosa
Dio stava seduto sopra “un trono alto, molto elevato” dice il v.1. 
"Trono" (kissēʾ) è il luogo dove siede un re, o un giudice (cfr. per esempio Salmo 2:4-5; 29:10). 
“Alto, molto elevato” indica la Sua supremazia, il Suo dominio, la Sua sovranità sopra ogni cosa, ma anche la Sua trascendenza. 
Isaia 57:15 dice: "Infatti così parla Colui che è l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità, e che si chiama il Santo. 'Io dimoro nel luogo eccelso e santo, ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi'".
Al v.5 non sorprende che Isaia dice che ha visto il Re, quindi:
(b) Dio è sovrano su tutta la terra
Il re umano di un impero era l'autorità dominante più potente, ma Dio lo è di più!
Infatti si rivela nella Bibbia come il grande Re sovrano su tutta la terra. 
“Il Re” è un concetto che sintetizza in termini umani molte funzioni di Dio come venivano descritti i re umani: creatore, protettore, salvatore, legislatore, capo guerriero e giudice (cfr. per esempio Salmo 24; 47; 95-99). 
Ma a differenza dei re umani che lo sono di una parte del mondo, Dio lo è di tutta la terra! 
Nel Salmo 103:19 leggiamo ancora: "Il SIGNORE ha stabilito il suo trono nei cieli, e il suo dominio si estende su tutto".
Nel Salmo 47:1-2 è scritto: "Battete le mani, o popoli tutti; acclamate Dio con grida di gioia!  Poiché il SIGNORE, l'Altissimo, è tremendo, re supremo su tutta la terra" (cfr. per esempio Salmo 95:3; 99:1-2).
Dio ha rivelato la Sua regalità universale; perciò tutti i popoli devono rispondergli con fede, adorazione e sottomissione alla Sua autorità!
Sappiamo benissimo che la dottrina della sovranità di Dio non è popolare tra la maggior parte delle persone perché gli uomini e le donne vogliono credere nella propria sovranità, nel proprio “IO” e sotto sotto questo è vero anche tra i cristiani!
Molte persone si ritrovano nella frase di William Ernest Henley nella sua famosa poesia del 1888 "Invictus": “Io sono il padrone del mio destino: Io sono il capitano della mia anima”.
Ma in quanto Creatore e Sovrano, Dio è l'autorità suprema del cielo e della terra, è il proprietario dell'universo, e questo gli conferisce tutti i diritti, e quindi può fare del Suo universo, quindi anche di te, ciò che è gradito alla Sua santa volontà.
Pertanto non mormoriamo contro di Lui, non ci lamentiamo, o peggio ancora bestemmiarlo!
Nel Re glorioso vediamo:
(2) La Proporzione: la grandezza di Dio
L’altezza del trono molto elevato e l’enorme ampiezza dei lembi del mantello che riempivano il tempio (v.1), indica una figura gigantesca che annulla ogni dimensione terrena. 
Queste parole non riescono a descrivere la grandezza di Dio. 
Dio è totalmente fuori dalle nostre categorie, infatti la Sua grandezza non può essere contenuta in nessun edificio terreno. 
Isaia 66:1 dice: "Così parla il Signore: 'Il cielo è il mio trono e la terra lo sgabello dei miei piedi, quale casa potreste costruirmi?'" (cfr. Salmi 9:5; 132:7; Lamentazioni 2:1).
In 2 Cronache 6:18 nel discorso e preghiera d’inaugurazione del tempio, Salomone prega: “Ma è proprio vero che Dio abita con gli uomini sulla terra? Ecco, i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerti; quanto meno questa casa che io ho costruita!”
L’espressione “i cieli e i cieli dei cieli non possono contenerlo”, o “contenerti”, indica che il tempio era troppo piccolo per Dio!!
Salomone si rendeva conto della grandezza di Dio!
Come poteva Dio che i cieli e i cieli dei cieli non potevano contenere, contenerlo il tempio che gli ha costruito?
Come possiamo contenere il Dio eterno e infinito? (cfr. per esempio Salmo 90:1-2; 143:5).
È impossibile!
Eppure in un modo misterioso abita nei veri cristiani!
I credenti sono il tempio di Dio! (cfr. per esempio 1 Corinzi 3:16; 6:19).
Il grande Dio maestoso, trascendente, abita nei nostri corpi se siamo nati di nuovo spiritualmente!
Nel Re glorioso vediamo:
(3) La Presenza di Dio in mezzo al suo popolo
I lembi del mantello che riempivano il tempio indica anche che il Signore è presente in tutta la Sua maestà in mezzo al Suo popolo. 
C’è un tempio celeste dove Dio dimora (cfr. per esempio Salmo 11:4; 18:6).
Ma c’era anche il tempio a Gerusalemme (Salmo 68:29; 79:1), ed era considerato la casa di Dio, la dimora del Dio invisibile (Salmo 27:4; 42:4; 48:4–8,12–14; 84:1–4) un luogo in cui Dio poteva vivere per sempre (1 Re 8: 13:27), dove s’incontrava con il Suo popolo, dove manifestava la Sua gloria (cfr. per esempio Esodo 25:8; 40:34-35; 1 Re 8:10; 2 Cronache 7:1-3; Salmo 132:7). 
Come dice J. Gordon McConville: “È probabile che la visione sia avvenuta in un momento in cui il profeta si trovava nel tempio di Gerusalemme, ma che in realtà abbia avuto una visione della sala del trono celeste di Yahweh”.
Ancora ci fa riflettere la realtà che il Dio maestoso è presente in mezzo al Suo popolo!
Il grande e maestoso Dio si compiace di manifestarsi in mezzo al Suo popolo! Anche oggi!
Nella maestà di Dio vediamo che Dio è:
C) È il Signore degli eserciti (vv.3,5,11).
(1) Vediamo il significato della parola “Signore” (Yahweh)
La parola “Signore” qui è diversa dai vv.1,8,11; significa che Dio è Auto-esistente, cioè non è stato causato da nessuno. 
Significa che Dio è eternamente presente, non è astratto, esiste, e subentra in scena, nella scena degli uomini, il Signore è un Dio dinamico!
Con questo nome si presentò a Mosè per la liberazione del Suo popolo dalla schiavitù in Egitto: Dio vede le afflizioni del Suo popolo e li libera (Esodo 2:25; 3:14-15).
(2) Vediamo il significato “degli eserciti”
(a) Significa che usa come Suoi strumenti ciò che ha creato: uomini, popoli, natura, angeli, è il capo degli eserciti terreni e celesti (cfr. per esempio 1 Samuele 17:45; 1 Re 22:19).
In Isaia è scritto che Dio usa i popoli, quindi credenti e non credenti, per attuare i Suoi piani. 
Dio guida la storia degli uomini: è l’Iddio che controlla e guida la storia, usando anche i popoli per realizzare i Suoi piani! 
In Isaia 10:5-6,15 è scritto che il popolo Assiro è come una verga, come una scure, come strumento di giudizio nelle mani di Dio, o Ciro il persiano strumento nelle mani di Dio per ricostruire Gerusalemme (Isaia 45:13). 
E ancora “degli eserciti”:
(b) Significa che Dio combatte per il Suo popolo (Esodo 14:14; Isaia 31:4-5; 37:16).
Per esempio, Dio ha combattuto e vinto contro l’Egitto, Amorei, Moabiti, Ammoniti. 
Infine:
(c) Significa potente, onnipotente 
“Eserciti” è stato interpretato come un plurale intensivo, quindi “Signore della potenza” o “Potente Signore”. 
“Signore degli eserciti” enfatizza così l'invincibile potenza del Signore, la Sua grande potenza.
Questo denota la portata globale della potenza di Dio: è il Signore che ha tutti i poteri in cielo e in terra, visibili e invisibili, a Sua disposizione!
Dio è il Signore che ha il controllo tutti i poteri che esistono!!
“Eserciti”, allora è la potenza complessiva degli eserciti del Signore.
Il potere del “Signore degli eserciti” è un potere regale, quindi “eserciti” indica una sovranità regale! (2 Samuele 6:2,18; Isaia 6:1-6; Geremia 48:15; 51:47; Zaccaria 14:16-17; Malachia 1:14).
Forse non rimaniamo sconvolti come Isaia, il profeta ebbe una visione, ma alla luce di tutto ciò che abbiamo considerato, possiamo capire davanti chi stava Isaia.
Inoltre, Isaia è stato toccato non solo dalla maestà, ma anche dalla:
II SANTITÀ DI DIO
Nel v.3 leggiamo: "L'uno gridava all'altro e diceva: 'Santo, santo, santo è il SIGNORE degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!'". 
I serafini si coprivano davanti la Santità di Dio, non potevano guardarlo (v.2) per lo splendore che Dio ha! 
Non si capisce bene chi sono i serafini, secondo alcuni studiosi sono una categoria di angeli, secondo altri serpenti alati, o dragoni che si trovano alla presenza di Dio che lo adorano e lo servono (Isaia 14:29; 30:6). 
La parola Ebraica per “serafini” (śārāp̱) significa “coloro che ardono”, “coloro che bruciano”. 
Così dovrebbe bruciare per il Signore ogni credente sia nell’adorazione e sia nello zelo a servirlo come leggiamo anche in Romani 12:11: "Quanto allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore". 
La continua occupazione dei serafini è benedire, pregare e adorare Dio!
Un grande esempio per noi da seguire!
Cosa significa che Dio è santo?
A) In primo luogo santo (qāḏôš) indica l’assenza assoluta del male e del peccato, la perfezione morale del Suo carattere
Pertanto Dio non sopporta la vista del male (Abacuc 1:13); per la Sua Santità s’indigna e consuma tutto ciò che suscita la Sua indignazione, cioè il peccato giudicandolo, Lui è un fuoco consumante (Deuteronomio 4:24; Ebrei 12:28).
“Fuoco” è simbolo sia della santità e del giudizio di Dio, infatti si presentò sul Sinai in mezzo al fuoco (Esodo 3:2; 19:18). 
“Santo” si riferisce a un comportamento di giustizia e senza peccato! (Isaia 5:16; 1 Pietro 1:14-15; 1 Giovanni 1:5-10).
B) In secondo luogo santo vuol dire che Dio appartiene esclusivamente a Se Stesso
La santità definisce la divinità, e ciò che appartiene alla divinità, separato dall’ordinario, dal comune, totalmente perfetto separato dalla Sua creazione. 
Dio, se vogliamo dirla così, è di una “pasta” diversa dalla nostra!
Per santità di Dio s’intende ciò che è veramente Dio nella Sua natura e non si confonde, o identifica, o accomuna con il creato, è distinto da tutte le altre cose! 
“Santo” significa separato, distinto dalla realtà circostante, perciò Dio è separato da ciò che è terreno; come ha detto qualcuno è “il Totalmente altro”, completamente diverso dall’umano, dalla creazione. 
Dio è splendido nella Sua santità e incomparabile! (cfr. per esempio Esodo 15:11; Isaia 40:25). 
Il Signore degli eserciti non è solo santo, ma “santo, santo, santo!”
 
Questa triplice ripetizione sottolinea la suprema, o la completa santità, un qualcosa di superlativo! 
La ripetizione di una parola in lingua Ebraica è un modo di esprimere un'idea superlativa (2 Re 25:15). 
Quindi i serafini enfatizzano ciò che Dio è in natura: Santo in modo superlativo, unico, assoluto! 
Questa triplice espressione indica che Dio nella Sua Santità è unico e assoluto, non ha pari! 
Sottolinea che la Santità di Dio è ben oltre ogni immaginazione umana, è trascendente!
Solo Dio è santo, questo vuol dire che la santità caratterizza solo esclusivamente Dio in modo unico e perfetto! 
Infatti in 1 Samuele 2:2 è scritto: "Nessuno è santo come il SIGNORE, poiché non c'è altro Dio all'infuori di te; e non c'è rocca pari al nostro Dio". 
La santità allora è sinonimo della Sua divinità! 
Santo=Dio!
La santità caratterizza la divinità, e solo il Signore lo è!
C) In terzo luogo santo indica che è di carattere inaccessibile e tremendo per la Sua diversità
Questo lo capirono gli abitanti di Bet-Semes quando alcuni di loro guardarono dentro l’arca del Signore e ne morirono puniti dal Signore settanta. 
L’arca era una cassa che simboleggiava la presenza inaccessibile di Dio davanti la quale, Dio incontrava solo il rappresentante del Suo popolo (cfr. per esempio Esodo 30:6; Numeri 7:89). 
Dopo che videro morire quei settanta perché guardarono dentro l’arca, in 1 Samuele 6:20 leggiamo: "Quelli di Bet-Semes dissero:'Chi può resistere in presenza del Signore,  di questo Dio Santo?'".
Cosa implica la santità di Dio per noi? 
Il carattere di Dio determina il carattere di ciò che gli appartiene, infatti Esodo 19:5–6 il Signore dice: "Dunque, se ubbidite davvero alla mia voce e osservate il mio patto, sarete fra tutti i popoli il mio tesoro particolare; poiché tutta la terra è mia; e mi sarete un regno di sacerdoti, una nazione santa".
In Levitico 19:1 troviamo questa esortazione: "Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo". 
Siamo chiamati a servire il Signore in modo santo, senza compromessi, per servirlo è necessaria la santificazione. 
E la santificazione è la costanza a essere d’accordo con Dio, a vedere le cose come le vede Dio, a identificarci con Dio, a conformarci a Dio! 
A comportarci moralmente secondo la natura di Dio! 
Samuel Lucas diceva: “L’essenza della vera santità è la conformità alla natura e alla volontà di Dio”.
E come diceva Spurgeon: “La santità è obbedienza perseverante”.
E se questo ti sembra molto lontano, possiamo dire che l’essenza della vera santità è essere come Gesù uomo che è stato tentato, ma non ha peccato! (cfr. per esempio Ebrei 4:15) 
La santificazione è pensare e vivere diversamente del mondo mentre noi ci siamo ancora!
I serafini affermano:
III LA GLORIA DI DIO
Sempre al v. 3 è scritto: “Tutta la terra è piena della sua gloria!".
Sempre J. Gordon McConville scrive: “Con questa sfumatura, il verso fa parte della dimostrazione di Isaia secondo cui Yahweh è incomparabile rispetto ad altri che potrebbero affermare di essere ‘gloriosi’”.
Ecco perché non condividerà la gloria con gli idoli! (Isaia 42:8).
Dio è il Signore (Yahweh) ha una personalità specifica, unica, distinta! 
È l’unico Creatore, l’unico che dà la vita alle creature (Isaia 42:5), l’unico Salvatore (Isaia 42:6-7), perciò la sua natura non può essere condivisa con altri e così nemmeno la lode che gli spetta può condividerla con gli idoli.
L’adorazione va fatta solo a Colui che lo merita! Solo Dio ne è degno! 
 
In Isaia 6:3; la gloria è la manifestazione dei Suoi attributi, per esempio nella creazione possiamo vedere la potenza, la saggezza di Dio. 
La parola “gloria” parla della manifestazione dell’essere e del carattere di Dio nella creazione, nella natura.
In Romani 1:20 è scritto: “Infatti le sue qualità invisibili, la sua eterna potenza e divinità, si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo essendo percepite per mezzo delle opere sue; perciò essi sono inescusabili”.
Ma in questo contesto “gloria” è legata alla Sua santità, può indicare la manifestazione della Sua santità.
E in questo senso la gloria di Dio è rivelata non solo nella natura, ma anche nel Suo giudizio sul peccato. 
Nel Salmo 7:11 è scritto: “Dio è un giusto giudice, un Dio che si sdegna ogni giorno” (cfr. per esempio Romani 2:8).
Dio per la Sua Santità, s’indigna e consuma tutto ciò che suscita la Sua indignazione, cioè il peccato giudicandolo.
Romani 1:18 dice: “L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con l'ingiustizia”.
Pertanto facciamo attenzione a quello che pensiamo, a quello che ascoltiamo, a quello che vediamo, a quello che diciamo e a come ci comportiamo!
Preghiamo che il Signore liberi la Sua chiesa dall’idea “del Dio Babbo Natale”.
Ci sono persone, anche credenti che credono nella “teologia del Dio Babbo Natale”.
Secondo questa teologia i peccati non creano nessun problema.
Dio perdona sempre e non punisce nessuno, anche coloro che hanno uno stile di vita immorale e idolatra, pertanto non dobbiamo temerlo, chi lo fa è considerato antiquato, bigotto, puritano. 
CONCLUSIONE
Possiamo pregare con le parole del bellissimo canto che si chiama: “Aprimi gli occhi del cuore” che dice così:
Aprimi gli occhi del cuore
Apri i miei occhi Signor
Voglio vederti
Voglio vederti
Vederti splendere Signor
Nella luce della tua gloria
Versa il tuo amore su noi
Mentre cantiamo santo santo
Santo santo santo
Santo santo santo
Santo santo santo
Voglio vederti
Tutti in qualche modo abbiamo desiderato, o desideriamo avere una visione della gloria di Dio.
Ma certamente dobbiamo pregare che Dio ci dia la giusta consapevolezza di quello che è veramente se vogliamo avere una buona salute morale e spirituale, e anche fisica!
Che il Signore ci faccia la grazia di conoscerlo veramente per quello che è!
Concludo con questa citazione di Esther Burr: “Quella conoscenza di Dio che non produce amore per lui e il desiderio di essere come lui non è vera conoscenza”.





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