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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

1 Samuele 12:21-22: Le motivazioni che dobbiamo avere a cuore

 1 Samuele 12:21-22: Le motivazioni che dobbiamo avere a cuore
L'11 marzo 1830, una ragazzina inglese stava facendo le sue lezioni con il suo tutore, e la lezione quel giorno era sulla famiglia reale. Mentre studiava la carta genealogica stampata in un libro, si rese conto del fatto sbalorditivo di essere la prossima in linea di successione al trono! 
All'inizio pianse, poi guardò il suo tutore e disse: "Sarò brava". 
Il fatto che un giorno la piccola Vittoria sarebbe diventata regina del Regno Unito, fu motivata a vivere a un livello superiore.
Oggi sentiamo spesso parlare di motivazioni, ci sono molti guru motivazionali, mental coach per motivare le idee, per raggiungere gli obbiettivi e avere successo.
Anche Elon Musk dice la sua sulle motivazioni: “Ci devono essere dei motivi per cui ti alzi la mattina e vuoi vivere. Perché vuoi vivere? Qual è il punto? Cosa ti ispira? Cosa ami del futuro?”
Ogni giorno compiamo azioni che in qualche modo sono motivate, senza motivazioni non possiamo fare nulla: non usciamo di casa per andare a lavorare, per fare la spesa, per andare in palestra e così via.
In 1 Samuele 12:21-22, ci sono delle motivazioni che dobbiamo avere a cuore, a cui tenerci in modo particolare, considerarli molto importanti per la nostra vita cristiana: una riguarda noi verso il Signore, e l’altra riguarda il Signore verso di noi credenti che facciamo parte del Suo popolo.
Cominciamo con:
I LA MOTIVAZIONE A NON ALLONTANARSI DAL SIGNORE (v.21).
Il v.21 dice: “Non ve ne allontanate, perché andreste dietro a cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane”.
Questa motivazione riguarda noi verso il Signore.
Il profeta Samuele, dopo aver esortato il popolo d’Israele timoroso del giudizio a morte del Signore a causa dei suoi peccati, a non allontanarsi dal Signore (v.20), ora lo ribadisce di nuovo e dice la motivazione specificando e sottolineando due volte che andrebbero dietro a cose vane, che non possono giovare né liberare.
Prima di tutto vediamo:
A) La logica
“Non ve ne allontanate, perché andreste dietro a cose vane”.
Anche se può avere un significato causale, per la ragione, per il motivo per cui Israele lascerebbe il Signore, cioè allo scopo di andare dietro cose vane (cfr. per esempio Genesi 3:14); “perché” (kî – particella dimostrativa) può avere anche un significato di enfasi e rafforzamento di un'affermazione (cfr. per esempio Genesi 27:26; 29:32; Esodo 3:12); quindi “davvero”, “sicuramente”, “veramente” andrai dietro a cose vane.
Quindi, in questo senso, la logica è: chi non segue il Signore seguirà qualcos’altro! 
Questo è un avvertimento come dato di fatto: se ti allontani dal Signore andrai dietro a cose vane!
Non esiste una neutralità spirituale! Dobbiamo fare una scelta!
Quando alcuni Israeliti, qualche anno prima, si fecero il vitello d’oro sotto gli occhi indifferenti di Aronne, Mosè si rivolse con passione al popolo dicendo: “Chiunque è per il SIGNORE, venga a me!” (Esodo 32:26).
Così Giosuè aveva detto: “Dunque temete il SIGNORE e servitelo con integrità e fedeltà; togliete via gli dèi ai quali i vostri padri servirono di là dal fiume e in Egitto, e servite il SIGNORE.   E se vi sembra sbagliato servire il SIGNORE, scegliete oggi chi volete servire: o gli dèi che i vostri padri servirono di là dal fiume o gli dèi degli Amorei, nel paese dei quali abitate; quanto a me e alla casa mia, serviremo il SIGNORE” (Giosuè 24:14–15). 
Anche Elia lanciò il guanto di sfida al popolo d’Israele quando disse: “Allora Elia si avvicinò a tutto il popolo, e disse: ‘Fino a quando zoppicherete dai due lati? Se il SIGNORE è Dio, seguitelo; se invece lo è Baal, seguite lui’. Il popolo non gli rispose nulla” (1 Re 18:21).   
Così anche Gesù afferma che non possiamo avere due padroni: “Nessuno può servire due padroni”; e anche: “Chi non è con me è contro di me” (Matteo 12:30).
Anche questo versetto del Vangelo, richiede una chiara dichiarazione di lealtà… non c'è posto per la neutralità!
Non esiste un posto neutrale riguardo al Signore! Questo sta affermando Gesù!
Non esiste una terza alternativa! O il Signore, o altro!
Anche questo versetto di Matteo è una chiamata alla decisione!
Ho trovato interessante il ragionamento dello studioso William Barclay su cosa spinge le persone a ricercare questa neutralità impossibile.
(1) C'è la pura inerzia della natura umana. 
Tante persone l'unica cosa che desiderano è essere lasciate sole, per conto proprio. 
Si allontanano automaticamente da tutto ciò che li disturba, e anche la scelta è un disturbo.
In secondo luogo:
(2) C'è la pura e semplice codardia della natura umana. 
Molti rifiutano la via di Cristo perché hanno paura di prendere la posizione che il cristianesimo richiede. 
La cosa fondamentale che li ferma è il pensiero di ciò che diranno gli altri; la voce dei loro familiari, amici, colleghi di lavoro, è più forte nelle loro orecchie della voce di Dio.
Infine:
(3) C'è la pura e semplice debolezza della natura umana. 
La maggior parte delle persone preferirebbe avere la sicurezza piuttosto che l'avventura, e più invecchiano, più è così. 
Una sfida comporta sempre un'avventura e Gesù Cristo viene da noi con una sfida, e spesso preferiremmo avere il conforto dell'inazione egoistica piuttosto che l'avventura dell'azione per Cristo.
Ti ritrovi in uno di questi tre punti, o in tutti e tre, oppure hai già preso una decisione per Gesù Cristo?
Forse l’hai già presa, ma sei tentato, o tentata di abbandonarlo!
Ma sappi che se non lo seguirai come tuo Signore, seguirai qualcos’altro!
Non ci sono zone neutre!
 
In 1 Samuele 12:21 troviamo anche: 
B) La leggerezza 
“Non ve ne allontanate, perché andreste dietro a cose vane”.
“Non ve ne allontanate” si riferisce ad allontanarsi dal Signore come vediamo dal v.20.
Abbiamo visto che coloro che abbandonano il Signore seguiranno qualcos’altro, questo è un dato di fatto!
Il popolo d’Israele ha fatto questo più volte nella sua storia seguendo i vari idoli Cananei.
 
“Allontanarsi” (sûr) indica “deviare” “cambiare direzione”, soprattutto in relazione all'abbandono di un corso, o di un percorso prestabilito (cfr. per esempio Giudici 14:8; 1 Samuele 6:12), in questo caso significa lasciare il Signore, abbandonarlo, andare via da Lui (cfr. 2 Cronache 25:27; Geremia 6:23; 17:5; Ezechiele 6:9) e seguire altro, che Samuele chiama “cose vane”.
“Cose vane” (hattōhû) si riferisce a cose leggere, senza valore, inconsistenti, inutili, vuote, che non c’è niente come un deserto (cfr. per esempio Isaia 24:10; 34:11; 45:18).
Per alcuni studiosi “cose vane” non può essere limitato solo agli idoli, ma si riferisce a tutte le tentazioni che deviano dal patto con cui il popolo era legato al Signore, quindi deviare dalla Sua volontà.
“Cose vane” si riferisce a ciò che non è funzionale e non produttivo, e in quanto tale è un termine appropriato per descrivere gli idoli (cfr. 1 Corinzi 8:4).
Infatti, alcuni studiosi sono convinti che si riferisca agli idoli secondo Isaia 41:29; 44:9, e questo era stato il problema d’Israele (cfr. per esempio 1 Samuele 12:10).
L'idolatria è proprio come il nulla, niente di sostanziale; è un'entità vuota che premia colui che in essa confida solo con la vanità, o il vuoto.
Gli idoli non possono aiutare gli altri; non possono nemmeno aiutare se stessi, sono senza vita (Geremia 10:14), inutili (Geremia 16:19), ingannatori (Salmo 31:6) e come vedremo non possono salvare (1 Samuele 12:22). 
L’idolatria ti svuota come ci ricorda il Salmo 115:1-8, le persone che adorano gli idoli sono senza vita proprio come gli idoli che adorano!
Le nazioni che confidano negli idoli diventeranno impotenti come gli idoli in cui confidano invano (cfr. per esempio Salmo 135:18; Isaia 44:19-20; Geremia 10:14). 
VanGemeren osserva: "La falsa adorazione non è innocente ma demoralizzante, e alla fine i fedeli periranno insieme ai loro idoli deperibili".
Così l'idolatria non è di alcun beneficio, anzi è dannosa, distoglie le persone dal servire il Dio vivente e le degrada a vivere in modo peccaminoso secondo i loro dèi. 
Gli idoli sono senza vita e inefficaci, e il loro uso rende i loro devoti vuoti e immorali.
Quindi coloro che abbandonano il Signore seguiranno qualcos’altro, Samuele come dato di fatto dice che andranno dietro agli idoli, quindi non ci sono altre alternative: il Signore, o gli idoli!
Ora gli idoli non sono solo quelli fatti di gesso, o di legno, o in metallo, sono anche nel cuore (Ezechiele 14:3), ed è tutto ciò che prende il posto di Dio che vengono considerati più importanti di Dio, o uguale a Dio, che si amano, o in cui si confida cercando in loro rifugio, salvezza, soddisfazione, pace, ma che comunque deluderanno.
Infatti leggiamo ancora 1 Samuele 12:21: “Che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane”.
Gli idoli sono cose vane perché non possono giovare (yôʿîlû), cioè portare profitto, beneficio; questa parola in Geremia 2:8,11 è associato agli idoli che non giovano a nulla.
Un comportamento così vergognoso e sacrilego avrebbe provocato lo sgomento dei cieli che erano stati convocati come testimoni (cfr. per esempio cfr. Deuteronomio 32:1; Isaia 1:2) come leggiamo sempre in Geremia 2:12-13: “’O cieli, stupite di questo; inorridite e restate attoniti’, dice il SIGNORE.  ‘Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua’”.
Il Signore era stato sempre fedele, mentre i Giudei gli erano infedeli, i cieli per questo si sarebbero certamente scioccati e disgustati per questa follia idolatra del popolo di Dio.
Mentre i pagani sono colpevoli solo di idolatria, la nazione del patto con cui era legato al Signore, si è macchiata di due gravi colpe, quella di aver abbandonato il Dio vivente e di aver scelto di servire gli idoli!
Il peccato d’idolatria è abbastanza grave tra le nazioni che non conoscono Dio, ma in modo particolare i profeti nella Bibbia riservano la loro più severa riprensione e condanna a quelli del popolo di Dio che conoscono il Dio vivente e vero, e tuttavia lo respingono seguendo alternative appariscenti, ma inconsistenti.
Il popolo aveva rifiutato il Signore e aveva scelto un'alternativa inutile!
John Thompson commenta così: “Il simbolismo era chiaro per il popolo di Giuda. Ogni proprietario terriero poteva desiderare di avere nella sua proprietà una sorgente che scorreva, evitando così di dover scavare una cisterna nelle colline calcaree. Per garantire la tenuta dell'acqua, doveva intonacare l'interno con un intonaco di calce. In seguito, quando pioveva, vi indirizzava l'acqua piovana. Ma in queste cisterne costruite nella roccia calcarea si creavano delle crepe e l'acqua fuoriusciva, lasciando il contadino senza il prezioso bene vitale. Allo stesso modo Israele, che aveva a disposizione tutte le risorse del suo Dio Yahweh, la sorgente d'acqua viva, si è rivolto a sostituti privi di valore, per affidarsi a divinità impotenti che, alla fine, non potevano soddisfare i loro profondi bisogni spirituali”.
L’acqua delle cisterne oltre a perdersi per le crepe, non è pura!
W. M. Thomson è stato missionario per 45 anni in Siria e Palestina nel XIX secolo e ha fornito una descrizione di prima mano dell'acqua proveniente dalle cisterne, quindi una situazione simile a quella ai tempi del profeta.
W. M. Thomson testimoniava così: “Le migliori cisterne, anche quelle in roccia solida, sono stranamente soggette a crepe e sono una fonte inaffidabile di approvvigionamento di quell'elemento assolutamente indispensabile che è l'acqua; e anche se, grazie a una cura costante, si riesce a farle reggere, l'acqua, raccolta da tetti di argilla, o da terreni marnosi, ha il colore di una saponetta molle, il sapore della terra o della stalla, è piena di vermi e nel momento del massimo bisogno viene a mancare del tutto. Chi, se non uno sciocco ottimista, o un folle innamorato della sporcizia, scambierebbe il dolce e salutare flusso di una fonte viva con un composto così incerto di schifezze e parassiti? Non sono mai riuscito a tollerare l'acqua delle cisterne se non a Gerusalemme, dove sono tenute con scrupolosa cura e riempite da tetti sia puliti che duri".
Qualcuno oggi sarebbe così sciocco da scambiare una sorgente di acqua viva per una cisterna rotta con l’acqua non pulita? 
Purtroppo molti lo fanno come lo hanno fatto i Giudei che riprendeva Geremia!
Alcune delle "cisterne rotte" di oggi sono la ricerca della ricchezza, del potere, della fama, del piacere e così via!
E purtroppo l'idolatria è presente anche tra il popolo di Dio, e quindi è fondamentalmente innaturale e sorprendente. 
Oggi tra i membri di chiesa, circola la stessa idolatria del mondo che li circonda!
 
Anche certi cristiani vengono risucchiati nell'inseguire, amare, ammirare e adorare gli stessi idoli del mondo, nonché anche in essi confidare!
Questa è la follia che denunciava il profeta Geremia!
Infatti, gli idoli sono vani, e Samuele dice che non possono nemmeno liberare (yaṣṣîlû), vale a dire salvare, risparmiare!
“Liberare” si riferisce all'essere al sicuro dal pericolo, e quindi trovarsi in una circostanza più favorevole (cfr. per esempio 1 Samuele 12:10; 2 Re 19:11; Salmo 33:16; 69:14; Isaia 20:6; 37:11) come aveva fatto il Signore con Israele liberandolo dalla schiavitù in Egitto (cfr. per Esodo 18:8-9).
James Smith commenta:”Qualsiasi oggetto di dipendenza al di là di Yahweh è vuoto, senza valore e in definitiva deludente”.
Seguire qualcosa che non è il Signore è il nulla, e il nulla non può dare niente!
Quindi sarà prima, o poi deludente!
La stragrande maggioranza delle persone cercano di riempire il loro vuoto interiore, ma alla fine sperimentano solo delusione, perché solo il Signore, il Creatore può darci le benedizioni e riempire di soddisfazione il nostro cuore!
Solo il Signore è l’acqua pura che disseta! (cfr. Isaia 55:1; Giovanni 4:13–15; 6:35; 7:37; Apocalisse 22:17).
Agostino di Ippona pregava Dio in questo modo: “Ci hai creati per te stesso e il nostro cuore non può essere calmato fino a quando non trova riposo in te”.
Non andare a cercare altro, cerca il Signore con tutto il cuore e lo troverai (cfr. per esempio Deuteronomio 4:29; Geremia 29:13-14), e allora avrai la pace, una pace che il mondo non dà! (Giovanni 4:13-14; 14:27).
Se hai trovato Dio e sei tentato ad allontanartene per seguire altro, ricordati che vai incontro alla delusione, perché ciò che non è Dio è senza valore, o inconsistente, inutile, vuoto, non ti sarà di alcun beneficio! 
Anzi peggiorerà la tua situazione!
Solo il Signore soddisfa pienamente i nostri bisogni interiori e spirituali, soprattutto se pensiamo alla salvezza eterna dall’inferno che solo Lui dona a chi crede in Cristo (cfr. per esempio Giovanni 3:16,36; Romani 5:5-11).
Non c’è delusione per quelli che guardano a Dio! (Salmo 34:5).
Prova e vedrai quando il Signore è Buono! È felice l’uomo che confida in Lui! (Salmo 34:8). 
Un altro pensiero che ci deve stare a cuore, riguarda:
II LE MOTIVAZIONI PER CUI IL SIGNORE NON ABBANDONERÀ IL SUO POPOLO (v.22)
Il v.22 dice: “Infatti il SIGNORE, per amore del suo grande nome, non abbandonerà il suo popolo, poiché è piaciuto al SIGNORE di fare di voi il suo popolo”.
Questa motivazione, riguarda il Signore verso di noi credenti che facciamo parte del Suo popolo.
Quest’affermazione del v.22 sorprendente, esprime l'assoluta sovranità della grazia del Signore.
Con queste Samuele conforta il popolo che aveva peccato.
Ma dove il peccato abbonda, la grazia di Dio sovrabbonda! (Romani 5:20).
La grazia di Dio supera incommensurabilmente l'entità del peccato umano!
Jerry Bridges scrive: “I vostri giorni peggiori non sono mai stati così brutti da essere fuori dalla portata della grazia di Dio. E i vostri giorni migliori non sono mai così buoni da non aver bisogno della grazia di Dio”.
Samuele non sminuisce i peccati del popolo, li conferma, ma lo rassicura dicendogli di non temere il giudizio di Dio, e lo esorta a non allontanarsi dal Signore perché seguirebbe cose vane (v.21) e a servirlo con tutto il cuore (vv.20,23).
La seconda ragione per non temere è: il Signore non abbandonerà il Suo popolo. 
“Infatti” (kî) indica, o il perché, la ragione, (congiunzione cfr. per esempio Genesi 3:14), oppure è usato per enfatizzare e rafforzare un’affermazione nel senso di “davvero”, “sicuramente” (particella dimostrativa per esempio Genesi 27:26; 29:32; Esodo 3:12).
Con “infatti”, Samuele vuole ulteriormente confortare il popolo che nonostante abbia peccato, il Signore non lo abbandonerà.
Samuele ribadisce la meravigliosa promessa che il Signore non abbandonerà il Suo popolo (cfr. per esempio Deuteronomio 31:6,8; Giosuè 1:5; Salmo 94:14), quindi quei Israeliti non moriranno, ed era quello che temevano a causa dei loro peccati (1 Samuele 12:19). 
Samuele, dunque ha dissipato i timori d’Israele di una morte imminente.
 
Noi troviamo tre motivi per cui il Signore non abbandonerà il Suo popolo. 
A) Il primo motivo è: per amore del Suo grande nome
Nella storia di Israele c'era in gioco qualcosa di più grande del benessere della nazione.
Ciò che guidava e guida le azioni del Signore è la Sua passione per la Sua gloria (cfr. per esempio Isaia 43:7; Efesini 1:6,12,14). 
Dio ci tiene alla Sua gloria! (cfr. per esempio Isaia 42:8; 48:11).
Nel pensiero Ebraico, il proprio nome era un'espressione del proprio essere, o della propria natura (cfr. per esempio 1 Samuele 25:3,25; Salmo 20:1; Isaia 30:27; Matteo 1:21).
Gregory Lanier riguardo la parola Ebraica per “nome” (šēm) scrive: “Quando è usata per Dio, questa parola non solo si riferisce all'auto-designazione, o al carattere rinomato di Dio, ma in un certo senso lo rappresenta anche”.
Ma il senso qui è di fama, di buona reputazione (cfr. per esempio Genesi 11:4; Neemia 9:10; Isaia 63:12; Geremia 32:20).
Il Signore agisce per amore del Suo grande nome, indica che ci tiene alla Sua fama e reputazione, infatti “grande nome”, in Ebraico è “nome grande” (šĕmô haggādôl).
“Grande” (haggādôl), indica “importante”, cioè relativo all'avere uno status elevato, e “nome” (šĕmô) è in enfasi e significa appunto, la Sua grande fama (Giosuè 7:9; 1 Re 8:42; 2 Cronache 6:32; Salmo 25:11; 79:9; 106:8; 143:11; Isaia 48:9; Geremia 14:7,21; 44:26; Ezechiele 20:9,22; 36:23; Daniele 9:19). 
Quindi il Signore, come farà altre volte, agirà per amore del Suo grande nome, per la gloria del Suo nome e non per la dignità, o buona moralità del Suo popolo!
Il Signore agisce per amore del Suo grande nome, coerentemente alla Sua natura, o carattere e reputazione, è questo garantisce la Sua promessa.
Dio prima di essere fedele al Suo popolo è fedele a Se Stesso, e questo garantisce che farà sempre la cosa giusta!
Dio prima di essere fedele agli uomini è fedele a se stesso!
La fedeltà di Dio a se stesso significa che agisce secondo il Suo carattere perfetto e immutabile, e in base alle promesse che ha fatto agli uomini, quindi è fedele alla Sua parola data! 
Se il Signore non fosse fedele al proprio carattere e alla parola data, non sarebbe più Dio!
John MacArthur sulla fedeltà di Dio scrive: “Il termine evoca azioni costanti e abituali, conferendo a Dio una connotazione di attendibilità. L’inosservanza di una tale coerenza di operato da parte di Dio equivarrebbe alla profanazione della sua stessa natura”.
La fedeltà è che Dio garantisce ciò che Egli non sarà mai, o che agisce in contraddizione con se stesso!
Dio non cesserà mai di essere quello che Egli è!
Il senso allora è: Dio non abbandonerà il Suo popolo, perché farebbe qualcosa di contrario alla Sua natura e la Sua reputazione ne risentirebbe se lo facesse.
La Sua reputazione era legata al destino del Suo popolo. 
Le nazioni sapevano che Dio aveva scelto Israele come Suo popolo, e se lo avesse abbandonato, la Sua reputazione ai loro occhi ne avrebbe risentito.
John Mackay scrive: “Per amore del suo grande nome” (cfr. Salmo 106:8; Isaia 48:9; Geremia 14:7) dimostra come il suo impegno verso il suo popolo sia legato al suo stesso onore. Egli non vuole - anzi, non può - rinnegare la sua promessa di alleanza con Israele (cfr. Romani 11:2). Come suo popolo, possono contare completamente sul fatto che il loro Dio provvede a loro”.
Ora, questa promessa è valida anche per noi oggi, se facciamo parte della Sua chiesa, se sei un Suo figlio, o Sua figlia.
Se il Signore dovesse abbandonarti, vorrà dire che smetterebbe di essere fedele a Se Stesso, di non amare più il Suo grande nome, la Sua grande reputazione, vorrà dire che smetterebbe di glorificare Se Stesso e questo è impossibile!
Quindi riposa sul fatto che il Signore essendo fedele a Se Stesso, e secondo il fatto che ci tiene alla Sua gloria e reputazione, non ti abbandonerà mai! (cfr. per esempio Giosuè 1:5; Deuteronomio 31:6, 82 Corinzi 4:9; Ebrei 13:5).
La fedeltà di Dio verso di noi scaturisce dalla Sua fedeltà a Se Stesso!
Quando ci fa una promessa, la Sua reputazione e persona è in gioco!
Non adempiere una promessa fatta a noi significherebbe rinnegare se stesso!
Quindi, il Signore non abbandonerà il Suo popolo per amore del Suo grande nome.
Per amore del Suo grande nome, il Signore non avrebbe permesso che i suoi buoni propositi per Israele fossero distrutti, nemmeno dai peccati d’Israele, li avrebbe riportati a sé nel pentimento (cfr. per esempio Esodo 32:12–14; Numeri 14:15–19; Giosuè 7:9; Ezechiele 36:22–32).
B) Il secondo motivo è: perché è il Suo popolo
“Non abbandonerà il suo popolo”. 
Il Signore non abbandonerà Israele perché è il Suo popolo speciale.
P. Kyle McCarter Jr. afferma: "Poiché Israele è conosciuto come il popolo speciale di Yahweh, si rifletterebbe negativamente sulla sua stessa reputazione se lo rifiutasse".
Israele era il popolo eletto dal e del Signore, che aveva scelto tra tutti i popoli della terra per essere il Suo tesoro particolare, e questo per il Suo amore, e fedeltà secondo le promesse fatte ai padri, e non perché Israele avesse qualche merito particolare! (Deuteronomio 7:6-8; 9:4-5; 10:15; 14:2; cfr. per esempio Genesi 15:4-6,13-18; 22:16-18).
In questo senso i propositi elettivi del Signore per il Suo popolo non saranno negati, Israele poteva stare tranquillo, nonostante i suoi fallimenti, perché era inestricabilmente stretto nella morsa ferrea dell'amore e della fedeltà del Signore.
Nonostante i peccati del loro passato, potevano continuare a servire il Signore e vedere ancora la Sua benedizione perché Dio li amava ed era fedele. 
Il Suo favore verso Israele non era motivato perché si erano comportati bene, o perché si stavano comportando bene, o che promettevano di comportarsi bene, ma perché il Signore li amava ed era fedele!
Le ragioni erano nel Signore e non in Israele!
Ciò che il Signore si è impegnato a fare, lo completerà (Filippesi 1:6) perché è Dio e non permetterà che i Suoi propositi vengano vanificati (cfr. per esempio Giobbe 42:2; Salmo 33:10-11; Isaia 14:27), anche se rimane l’avvertimento della punizione in caso di comportamento malvagio (1 Samuele 12:25).
Anche Paolo in Romani dirà che Dio non ha respinto il Suo popolo (Romani 9–11).
Nel Nuovo Testamento la designazione del popolo eletto, è trasferita alla comunità dei credenti in Gesù, alla Sua chiesa (cfr. per esempio Marco 13:22; Romani 8:33; Efesini 1:4,11; 2 Timoteo 2:10; 1 Pietro 1:1–2; 2:9).
Se sei un eletto, un credente in Cristo, il Signore non ti abbandonerà mai!
Che grande conforto nelle incertezze di questa vita!
Riposa in questa grande verità Biblica!
Il diavolo cercherà di instillarti il dubbio e anche l’incredulità che non è così!
Cercherà di convincerti, come sua abitudine, che il Signore è un Dio che abbandona chi fa parte del Suo popolo, facendoti concentrare sulle circostanze difficili che stai vivendo dicendoti: “Vedi non vali niente! Dio ti ha abbandonato! Ti sta facendo soffrire! La tua vita è una schifezza perché Dio non è con te!” 
Memorizza questo versetto di Ebrei 13:5: “…Io non ti lascerò e non ti abbandonerò”, e ripetilo quando sei tentato a pensare che Dio ti abbia abbandonato!
Quindi, il Signore non abbandonerà il Suo popolo per amore del Suo grande nome perché è il Suo popolo, infine:
C) Il terzo motivo è: perché è piaciuto al Signore di fare d’Israele il Suo popolo
“Poiché è piaciuto al SIGNORE di fare di voi il suo popolo”.
Mentre il popolo d’Israele pensava che era sull'orlo del disastro a causa della sua recente cattiva condotta, il suo futuro però, si basava su qualcosa di assolutamente affidabile: la benevola volontà del Signore di fare d’Israele un popolo per Se Stesso.
Il ragionamento è: se al Signore è piaciuto di fare d’Israele il Suo popolo, come poteva rinnegarlo, o abbandonarlo?  
Se al Signore è piaciuto che tu oggi fai parte della Sua chiesa come potrebbe abbandonarti!
“È piaciuto” (hôʾîl -hifil perfetto attivo) indica che la causa di fare d’Israele il popolo del Signore, è stato il Signore stesso! È stato un atto della Sua volontà!
La parola Ebraica “piacere” (yāʾal) significa “scegliere di fare qualcosa”, "prendere una decisione volontaria per iniziare una determinata attività". 
L’enfasi di questo verbo è sulla decisione di agire, quindi il Signore decise di scegliere Israele consapevolmente come Suo popolo speciale.
L’elezione allora come oggi, non dipende dalla volontà, dalla scelta e dalle opere di una persona, ma è per la grazia e sovranità del Signore! (Deuteronomio 7:6-8; 9:4-5; 9:11-18; 11:5-6; cfr. per esempio 1 Corinzi 1:26-31).
Allora con R.C. Lucas possiamo affermare: “Le scelte di Dio non hanno precedenti umani”.
Il Signore non sceglie a causa dei nostri pregi, virtù, ma nonostante il fatto che siamo peccatori! (cfr. per esempio Romani 3:23).
L’elezione del Signore, non dipende dalla nostra dignità e amabilità, ma dalla Sua sovrana volontà e grazia!
Al Signore è piaciuto di fare d’Israele prima, e poi della chiesa dopo in Cristo, dei singoli credenti, secondo la promessa ad Abraamo (cfr. per esempio Galati 3; Efesini 1:4,11; 2:11-18), il Suo popolo eletto.
Così il v.22, è di grande conforto per coloro che fanno parte del popolo del Signore, il Dio di grazia, di amore, fedele a Se Stesso e al Suo popolo!
 
Dio non abbandonerà per amore del Suo grande nome il Suo popolo che ha deciso consapevolmente di scegliere!
 
CONCLUSIONE 
Che cosa hai nel cuore? 
Che cosa tieni in modo particolare?
Che cosa consideri molto importante per te?
Abbiamo visto che ciò che dobbiamo avere a cuore è: non allontanarci dal Signore, perché andremmo dietro a cose inutili come gli idoli che non soddisfano pienamente i nostri bisogni interiori e spirituali!
Anche l’altra motivazione è importante ed è di grande conforto e riguarda il Signore, il fatto che non ci abbandonerà!
Tutti i punti di riferimento importanti e sostegni terreni possono venire meno, anche le persone più care come i genitori ci possono abbandonerà, ma non il Signore (cfr. per esempio Salmo 27:10).
Possiamo sempre confidare nel Signore consapevoli che non verrà mai meno, su di Lui possiamo contare e riposare senza rimanere delusi!


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