1 Samuele 12:20: Chiamati a essere completamente consacrati al Signore!
La grazia di Dio è uno dei temi principali della Bibbia, ma è anche unica tra tutte le religioni del mondo che ci sono state e ci sono.
A riguardo Gilbert Bilezikiam scrive: “Nessun altro sistema di pensiero religioso, passato, o presente, contiene un'enfasi sulla grazia divina paragonabile a quella della Bibbia”.
Che cos’è la grazia di Dio?
La grazia è il favore immeritato di Dio verso gli esseri umani!
Tim Shenton scrive: “La grazia è un atteggiamento favorevole verso gli indegni e gli empi, il favore concesso con generosità a chi non possiede alcun merito per ottenerlo. È l'esercizio dell'amore verso chi è in posizione inferiore e di dipendenza, che può essere chiamato ‘favore immeritato’. La grazia di Dio consiste nella sua bontà liberamente elargita a coloro che ne sono immeritevoli e che sono, per natura, sottoposti ad un giudizio di morte eterna”.
Ogni giorno siamo i destinatari della grazia di Dio!
Tutto quello che abbiamo e che possiamo fare è per grazia di Dio!
Dio non ci deve nulla, meritiamo solo l’inferno perché siamo peccatori, pertanto i beni che abbiamo, o quello che possiamo fare è tutto merito della Sua grazia!
Sempre Gilbert Bilezikiam scrive: ”La grazia è la dimensione dell'attività divina che permette a Dio di affrontare l'indifferenza e la ribellione umana con una capacità inesauribile di perdonare e di benedire”.
Dio nella Sua grazia perdona, prende l'iniziativa, si abbassa per abbracciare i peccatori e si adopera per comunicare loro il Suo perdono e le Sue benedizioni.
Allora la grazia di Dio è davvero stupefacente, e lo è di più se pensiamo che è anche ricca (Efesini 1:7; 2:7) e abbondante verso i peccatori (Romani 5:15,17,20).
Quindi la grazia di Dio è la Sua disposizione favorevole verso le Sue creature che non meritano nulla da Lui!
Questa disposizione trova la sua suprema espressione in Gesù Cristo.
La grazia divina s’incarna nella persona di Gesù Cristo che ha dimostrato visibilmente la natura dinamica della grazia di Dio e adempie il Suo piano di salvezza per il mondo (cfr. per esempio Giovanni 1:14,17; 3:16; Romani 3:23; Efesini 2:4-8; Tito 3:7).
La grazia non è solo salvifica che Dio manifesta agli esseri umani peccatori, lo è anche comportamentale nel senso che fa in modo che possano vivere in obbedienza a Dio.
Una persona che sperimenta la grazia salvifica di Dio in Cristo, il suo carattere e comportamento ne sarà influenzato, si consacrerà a Dio ed sarà reso capace di servirlo in modo efficace nell’attesa del ritorno di Gesù Cristo (Atti 11:23; Romani 6:1-2,14; Romani 12:1-2; 1 Corinzi 15:10; Tito 2:11-12; 1 Pietro 4:10-11).
Quindi la grazia di Dio porta a un cambiamento nella persona che lo sperimenta!
Allora, una volta sperimentata, noi non dobbiamo dimenticare la grazia di Dio in vista anche delle nostre priorità, quindi della nostra consacrazione, come c’insegna anche questo versetto di 1 Samuele 12.
Vediamo prima di tutto:
I L’ESORTAZIONE RASSICURANTE
“Samuele rispose al popolo: ‘Non temete; è vero, voi avete fatto tutto questo male’”.
Nella rassicurazione vediamo:
A) L’appello
Samuele fa appello alla volontà del popolo a non temere.
“Non temete” (ʾal-tîrāʾû - qal imperfetto iussivo attivo) è non avere paura, o provare ansia, o apprensione per una situazione, o un evento, in questo caso di morire per il giudizio di Dio (1 Samuele 12:19,23).
Il popolo era consapevole dei suoi peccati e a questi aveva aggiunto anche il peccato di chiedere un re come le atre nazioni (1 Samuele 12:19), che implicava il rifiuto con disprezzo del Signore come Re!
Samuele conferma i peccati del popolo, ma li rassicura dicendogli di non temere il giudizio di Dio, e li esorta a non allontanarsi dal Signore, ma a servirlo con tutto il cuore.
Nella rassicurazione consideriamo:
B) L’aspirazione
Una cosa è certa: tutti falliamo in un certo modo.
Dio è capace di superare il nostro fallimento, di trasformarlo nel Suo mezzo di salvezza e di darci un nuovo inizio.
Così ha fatto più volte con Israele!
Ogni volta che Israele falliva, il Signore ristabiliva il patto e s’impegnava a prendersi cura del Suo popolo.
Che si tratti del loro fallimento iniziale al Sinai (Esodo 32–35), delle pianure di Moab (Deuteronomio 29:1), o a Sichem (Giosuè 24), o qui a Ghilgal (1 Samuele 12), il Signore è il loro Dio ed essi sono il Suo popolo che dona loro sempre un nuovo inizio!
Samuele li rassicura perché, sebbene abbiano peccato, rimane la possibilità di un nuovo inizio con il Signore, in cui il popolo è chiamato a vivere nella fedeltà a Dio, non voltandogli le spalle, ma dando se stesso completamente nel servizio fedele.
Samuele non minimizza il peccato degli Israeliti, tuttavia, non voleva che si soffermassero sui loro peccati, ma che svoltassero per camminare fedelmente con il Signore!
Molti di noi, dopo aver confessato i peccati a Gesù, vivono ancora nei sensi di colpa, ma se siamo in Cristo, siamo stati perdonati e “Dio ha messo sotto i Suoi piedi le nostre colpe e gettato in fondo al mare i nostri peccati” dice il profeta Michea! (Michea 7:19).
Enfaticamente Samuele ricorda loro che hanno peccato contro il Signore, ma questo tuttavia era nel passato, da ora in poi non devono allontanarsi dal Signore, ma servirlo con tutto il cuore!
Israele aveva peccato, ma questa non è la fine della storia, perché il Signore è un Dio di grazia, e quindi c’è ancora la possibilità del pentimento per un nuovo inizio, quello di essere consacrati al Signore.
Richard Phillips dice: “La Bibbia insegna che Dio ci permette di cominciare proprio da dove siamo, umiliandoci e confessando i nostri peccati, confidando nel Signore e invocando il suo nome, e raccomandandoci a nuova obbedienza nella fedeltà alla Parola di Dio”.
C’è sempre una nuova possibilità, un ricominciare con il Signore grazie alla Sua grazia, non ci sono peccati che Lui non possa perdonare!!
Non perdere mai di vista questa verità! Tienila sempre presente!
Perché il diavolo ti accuserà (cfr. per esempio Zaccaria 3:1) e cercherà di scoraggiarti facendoti capire che per te non c’è speranza!
O dicendoti che non vali nulla, che sei un fallito, o altre cose di questo genere!
C’è sempre speranza con il Dio della speranza (cfr. per esempio Romani 15:13), anche per il peggio dei peccatori!
Dio è pronto ad accoglierti a braccia aperte!
Questo è illustrato benissimo con la parabola del figliol prodigo che pentendosi dei suoi peccati e ritornando al padre, questo lo accoglie a braccia aperte (Luca 15:11-24).
O anche dalla caduta di Pietro con il suo rinnegamento e Gesù poi lo ha ristabilito dandogli fiducia per servirlo (Giovanni 21:15-19).
Anche la chiamata dell’apostolo Paolo ci ricorda che c’è speranza!
Noi infatti in 1 Timoteo 1:12-16 leggiamo: “Io ringrazio colui che mi ha reso forte, Cristo Gesù, nostro Signore, per avermi stimato degno della sua fiducia, ponendo al suo servizio me, che prima ero un bestemmiatore, un persecutore e un violento; ma misericordia mi è stata usata, perché agivo per ignoranza nella mia incredulità, e la grazia del Signore nostro è sovrabbondata con la fede e con l'amore che è in Cristo Gesù. Certa è quest'affermazione e degna di essere pienamente accettata: che Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali io sono il primo. Ma per questo mi è stata fatta misericordia, affinché Gesù Cristo dimostrasse in me, per primo, tutta la sua pazienza, e io servissi di esempio a quanti in seguito avrebbero creduto in lui per avere vita eterna”.
Non possiamo fare niente per come ci siamo comportati nel passato, se non pentirsi e chiedere perdono al Signore e “girare pagina”.
Ciò che conta in questo momento è non allontanarsi da Lui e servire solo Lui con tutto il cuore!
Satana ama quando viviamo nel passato, quando facciamo qualsiasi cosa tranne che servire e adorare il Signore!
D. L. Moody disse: “A Satana non importa ciò che adoriamo, finché non adoriamo Dio”.
In questo versetto c’è:
II L’ESORTAZIONE IN NEGATIVO
“Tuttavia non allontanatevi dal SIGNORE”.
Nell’esortazione vediamo:
A) La risolutezza a essere fedeli al Signore
Per 111 giorni nel 2007: Charlie Engle, Ray Zahab e Kevin Lin hanno attraversato il deserto del Sahara a piedi. Dalle acque del Senegal hanno poi attraversato la Mauritania, il Mali, il Niger, la Libia e l'Egitto per toccare le acque del Mar Rosso.
Lungo la strada, questi tre uomini, hanno affrontato pomeriggi infuocati di oltre 50 gradi, notti gelide e pungenti, tempeste di sabbia, tendinite, malattie, dolori e vesciche.
Certamente correre e camminare per circa 7.500 chilometri attraverso il deserto del Sahara è un risultato straordinario!
Ma altrettanto straordinari sono oggi quei cristiani che rimangono fedeli nonostante la pressione del mondo, del peccato e del diavolo.
Sono straordinari per esempio quei perseguitati per la loro fede che risoluti non perdono la fede in Gesù.
O quei cristiani che finiscono la loro vita ancora crescendo e servendo con zelo Gesù Cristo nonostante le tante difficoltà e sofferenze.
O quei mariti e mogli che restano fedeli al loro matrimonio finché morte non li separi.
O quei giovani che conservano la verginità fino al matrimonio nonostante la schiacciante pressione dei coetanei, o del web.
E ancora quei ministri di chiesa che sono rimasti fedeli alla predicazione biblica fino al loro ultimo respiro.
Sono anche straordinari quei membri di chiesa che non si lasciano scoraggiare dai conflitti interni e rimangono entusiasti, amorevoli e fedeli nel Signore.
Possiamo ancora allungare questi esempi, ma bastano per farci capire la risolutezza a rimanere fedeli al Signore nonostante le prove, i problemi, le sofferenze che possiamo affrontare!
L’avverbio “tuttavia” (ʾak) ha il significato di “solamente” (cfr. per esempio Geremia 7:23), quindi ha valore affermativo e limitativo, quindi il popolo si doveva solo limitare a non allontanarsi dal Signore.
Dunque Samuele fa un’esortazione in un senso negativo: “Non allontanatevi dal Signore”, perché andrebbero dietro a cose vane dice al v.21, che non danno aiuto e sicurezza, ovviamente è il conformarsi alle credenze e alle pratiche dei Cananei, quindi gli idoli (cfr. 1 Samuele 12:10,21; Isaia 41:29; 44:9).
“Non allontanatevi” (ʾal- avverbio di negazione- tāsûrû- qal imperfetto iussivo attivo) fa appello alla volontà ed è un’azione abituale, in corso, o definitiva.
“Allontanatevi” (tāsûrû) è cambiare orientamento, o direzione, abbandonare un percorso, in questo caso dal seguire il Signore per gli idoli (cfr. per esempio Deuteronomio 7:4; 2 Cronache 34:33; Ezechiele 6:9).
La strada che il popolo non doveva abbandonare era quella del Signore per dirigersi verso gli idoli.
Quando il popolo si fece un vitello d'oro, Mosè viene ammonito: “Il SIGNORE disse a Mosè: ‘Va', scendi; perché il tuo popolo che hai fatto uscire dal paese d'Egitto, si è corrotto; si sono presto sviati dalla strada che io avevo loro ordinato di seguire; si sono fatti un vitello di metallo fuso, l'hanno adorato, gli hanno offerto sacrifici e hanno detto: -O Israele, questo è il tuo dio che ti ha fatto uscire dal paese d'Egitto-’” (Esodo 32:8; cfr. Deuteronomio 9:12,16).
In Deuteronomio il popolo era stato esortato a non abbandonare la retta via e servire gli idoli (cfr. per esempio Deuteronomio 11:16; 31:29).
Charles Hodge diceva: “L'idolatria è ovunque rappresentata nella Scrittura come il più grande insulto che la creatura possa offrire al Creatore”.
Non possiamo seguire il Signore e contemporaneamente gli idoli!
Nell’esortazione vediamo:
B) La ragione a essere fedeli al Signore
In 1 Samuele 12:21 leggiamo: “Non ve ne allontanate, perché andreste dietro a cose vane, che non possono giovare né liberare, perché sono cose vane”.
“Cose vane” (hattōhû) si riferisce a cose senza valore, inconsistenti, inutili, vuote, che non c’è niente come un deserto (cfr. per esempio Isaia 24:10; 34:11; 45:18).
“Cose vane” si riferisce a ciò che non è funzionale e non produttivo, e in quanto tale è un termine appropriato per descrivere gli idoli (cfr. per esempio Isaia 41:29; 44:9, 1 Corinzi 8:4), e questo fu costantemente il problema di Israele (cfr. per esempio 1 Samuele 12:10).
L'idolatria è proprio come il nulla, niente di sostanziale; è un'entità vuota che premia colui che in essa confida solo con la vanità, con il vuoto, con il niente!
Anzi ti svuota come ci ricorda il Salmo 115:1-8, infatti le persone che adorano gli idoli sono senza vita spirituale proprio come gli idoli che adorano!
Le nazioni che confidano negli idoli diventeranno impotenti come gli idoli in cui confidano invano (cfr. per esempio Salmo 135:18; Isaia 44:19-20).
VanGemeren osserva: "La falsa adorazione non è innocente ma demoralizzante, e alla fine i fedeli periranno insieme ai loro idoli deperibili".
Così l'idolatria non è di alcun beneficio, anzi è dannosa, distoglie le persone dal servire il Dio vivente e le degrada a vivere in modo peccaminoso secondo i loro idoli.
Dunque, gli idoli sono senza vita e inefficaci, e il loro uso rende i loro devoti vuoti e immorali.
Quindi coloro che non hanno il Signore, o lo abbandonano seguiranno qualcos’altro; Samuele come dato di fatto dice che andranno dietro agli idoli, quindi non ci sono altre alternative: il Signore o gli idoli!
Gli idoli sono cose vane perché non possono giovare (yôʿîlû), cioè portare profitto, beneficio.
La parola “giovare” (yôʿîlû) in Geremia 2:8,11 è associato agli idoli che non giovano a nulla.
Gli idoli non possono nemmeno liberare (yaṣṣîlû), vale a dire salvare, risparmiare.
“Liberare” si riferisce all'essere al sicuro dal pericolo, e quindi trovarsi in una circostanza più favorevole (cfr. per esempio 1 Samuele 12:10; 2 Re 19:11; Salmo 33:16; 69:14; Isaia 20:6; 37:11).
James Smith commenta: ”Qualsiasi oggetto di dipendenza al di là di Yahweh è vuoto, senza valore e in definitiva deludente”.
Seguire qualcosa che non è il Signore è il nulla, e il nulla non può dare niente!
La stragrande maggioranza delle persone cercano di riempire il loro vuoto interiore con i loro idoli, ma alla fine sperimenteranno solo delusione perché solo il Signore, il Creatore può darci le benedizioni e riempire di soddisfazione il nostro cuore!
Thomas Watson disse: “Il cuore è un triangolo che solo la Trinità può riempire”.
E Agostino di Ippona pregava Dio in questo modo: “Ci hai creati per te stesso e il nostro cuore non può essere calmato fino a quando non trova riposo in te”.
Non andare a cercare altro, invece cerca il Signore con tutto il cuore e lo troverai (cfr. per esempio Deuteronomio 4:29; Geremia 29:13-14), e allora avrai la pace! Una pace che il mondo non dà! (Giovanni 4:13-14; 14:27).
O se hai sperimentato la pace di Dio, se lo hai trovato e sei tentato ad allontanartene per seguire altro, ricordati che vai incontro alla delusione, perché ciò che non è Dio è senza valore, o inconsistente, inutile, vuoto, non ti sarà di alcun beneficio!
Soprattutto se pensiamo alla salvezza eterna dall’inferno che solo Dio dona a chi crede in Cristo e si pente dei propri peccati (cfr. per esempio Giovanni 3:16,36; Atti 3:19-20).
Non c’è delusione per quelli che guardano a Dio! (Salmo 34:5).
Prova e vedrai quando il Signore è buono! È felice l’uomo che confida in Lui! (Salmo 34:8).
Infine Samuele fa:
III L’ESORTAZIONE IN POSITIVO
“Ma servitelo con tutto il vostro cuore”.
“Servire il Signore con tutto il cuore” ricordano le parole di esortazione di Mosè in Deuteronomio (cfr. per esempio Deuteronomio 10:12; 11:13).
Se allontanarsi dal Signore significa servire altri dèi, gli idoli (cfr. per esempio Deuteronomio 7:4; 11:16); allontanarsi dagli idoli è sinonimo di servire il Signore (Giosuè 24:14; Giudici 10:16; 1 Samuele 7:3.4; 2 Cronache 34:33).
Il Signore non richiede altro che siamo integri e fedeli a Lui (Giosuè 24:14), cioè avere una condotta irreprensibile e senza ipocrisia!!!
C. H. Spurgeon affermava:”Non c'è nulla che sceglierei come oggetto della mia ambizione di vita che rimanere fedele al mio Dio fino alla morte”.
Abbiamo anche noi quest’ambizione?
Quindi vediamo l’esortazione a:
A) Servire il Signore
John Blanchard afferma: “Moralmente un cristiano è chiamato alla santità; dinamicamente è chiamato al servizio”.
Il Signore non ci chiama solo a “non fare” nel senso di non peccare, ma anche a “fare”, nel senso di servirlo!
Nel servire il Signore vediamo:
(1) Il contrasto
“Ma servitelo con tutto il vostro cuore”.
Il “ma” (wa) esprime un contrasto con l’azione di allontanarsi dal Signore!
Al posto, o in contrasto di allontanarsi dal Signore, siamo chiamati a servirlo!
Non importa quanti anni hai! Sei chiamato a servire il Signore!
Si dice giustamente che meglio dare la propria vita al Signore da quando si è giovani, ma possiamo servire anche il Signore anche se non lo siamo!
Lo psicologo e autore cristiano James Dobson ha detto: “Alcuni dei più grandi successi della storia sono stati realizzati da persone in età avanzata.
• Immanuel Kant scrisse una delle sue migliori opere filosofiche all'età di settantaquattro anni.
• Verdi scrisse ‘Ave Maria’ a ottantacinque anni.
• Michelangelo aveva ottantasette anni quando completò ‘La Pietà’, la sua più grande scultura.
• Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti a settantacinque anni.
Questa idea che la vita dovrebbe finire a cinquanta, o sessant'anni è semplicemente pazzesca”.
Giovani e meno giovani, tutti siamo chiamati a servire il Signore!
Nel nostro piccolo possiamo fare cose per il Signore che potrebbero essere ricordate per l’eternità!
Nel servire il Signore vediamo:
(2) La completezza
“Servitelo” (ʿăbadtem – qal weqatal perfetto consecutivo attivo) indica un’azione compiuta, indica che dobbiamo servire Dio abitualmente e costantemente senza tentennamenti, incertezze.
“Servire” (ʿā·ḇǎḏ) è lavorare, consumare una notevole energia e intensità in un compito, o funzione (cfr. per esempio Genesi 2:5; Esodo 5:18), una parola usata anche per rendere schiavi (cfr. per esempio Esodo 6:5; Levitico 25:46; 2 Samuele 16:19).
Quindi non dobbiamo risparmiarci nel servire Dio senza pensare ai nostri diritti!
Dobbiamo consumarci per Dio, come ha fatto Gesù!
Non dobbiamo pensare quanto ci costerà servire, perché servire Dio comporta sofferenza e sacrificio!
Ma la parola Ebraica “servire” (ʿā·ḇǎḏ) ha anche il senso adorare il Signore, di lavorare nel ministero del Signore, cioè dare energia e devozione alla divinità compreso il culto (cfr. per esempio Esodo 23:24-25; Isaia 19:21).
Israele non doveva servire gli dèi pagani (Deuteronomio 7:16; 11:16; 28:14; 29:18; Giosuè 23:7; 2 Re 17:35; Geremia 25:6), ma solo il Signore (Esodo 4:23; 7:16; 8:1; 10:26), e sarebbe stati giudicato se avesse trascurato questo comando (Deuteronomio 8:19;30:17; Giosuè 23:16;24:20; 2 Cronache 7:19,22).
Infine vediamo:
B) Il modo come servire il Signore
“Ma servitelo con tutto il vostro cuore”.
Il popolo è esortato a servire il Signore con tutto il loro cuore.
Nel pensiero Ebraico il “cuore” (lē·ḇāḇ) designa la parte più intima di una persona, il centro, o il luogo dei pensieri (mente), della volontà, delle emozioni, della conoscenza del bene e del male (coscienza) di una persona.
Warren Wiersbe disse: “Dio è più interessato all'operaio che all'opera”.
Per Dio il cuore è importante!
Dio guarda al cuore e l’uomo all’apparenza.
Quando il Signore disse a Samuele di andare da Isai di Betlemme perché tra di essi aveva scelto il re per Israele e lo doveva ungere, Samuele quando arrivò a Betlemme era convinto che fosse Eliab per il suo aspetto e statura, ma in 1 Samuele 16:7 leggiamo: “Ma il SIGNORE disse a Samuele: ‘Non badare al suo aspetto né alla sua statura, perché io l'ho scartato; infatti il SIGNORE non bada a ciò che colpisce lo sguardo dell'uomo: l'uomo guarda all'apparenza, ma il SIGNORE guarda al cuore’”.
Siamo influenzati dall’aspetto delle persone, dalla loro bellezza, altezza, ma Dio guarda al cuore delle persone!
Molti studi hanno dimostrato che le persone attraenti ricevono più possibilità nel mondo del lavoro, hanno maggiori probabilità di essere promosse e sono costantemente pagate di più rispetto ai lavoratori meno attraenti nonostante abbiano pari formazione, prestazioni e competenza.
Ma questo non accade con Dio! Dio guarda al cuore!
C’è il proverbio che dice: “L’apparenza inganna”, e questo significa che a volte l'apparenza può trarre in inganno e quindi non tutto sembra come appare.
Ma Dio non è ingannato dalle apparenze esteriori e conosce meglio di noi stessi il nostro cuore! (cfr. per esempio 1 Re 8:39; Luca 16:15).
Qui dice con ”tutto” (kōl) il cuore, cioè totalmente, completamente, quindi il cuore non deve essere diviso tra gli idoli e il Signore, o dare solo una parte al Signore, ma il 100%!
Se il Signore vale qualcosa per noi, deve valere tutto! (cfr. Deuteronomio 6:5; Matteo 22:37).
La devozione al Signore deve essere indivisa e completa del cuore!
Non deve essere condivisa con una percentuale agli idoli, nemmeno 1%, è una parte a Dio 99%!
Dio deve avere il 100% del nostro cuore!
Gli idoli non sono solo quelli fatti di gesso, o di legno, o in metallo, sono anche nel cuore dice Ezechiele 14:3, ed è tutto ciò che prende il posto di Dio, che consideriamo più importante di Dio, o uguale a Dio; che amiamo, o dipendiamo, in cui confidiamo al posto di Dio, o con Dio!
Arthur Wallis disse: “Un idolo può essere definito come qualsiasi persona o cosa che ha usurpato nel cuore il posto di preminenza che appartiene al Signore”.
Noi non possiamo servire il Signore e contemporaneamente gli idoli (cfr. per esempio Giosuè 24:14-23).
Friedrich H. Jacobi disse: “Dove finisce l'idolatria lì inizia il cristianesimo; e dove inizia l'idolatria lì finisce il cristianesimo”.
Facciamo attenzione a non avere idoli nel nostro cuore! (cfr. per esempio Ezechiele 14:3).
Chiedi allo Spirito di Dio di farti capire quali sono i tuoi idoli!
Queste domande ti possono aiutare a capire i tuoi idoli.
Chi, o cosa prende il posto di Dio?
Chi, o cosa è più importante di Dio, o uguale a Dio?
Chi, o cosa ami più di Dio, o uguale a Dio?
In chi, o in cosa confidi, o dipendi al posto di Dio?
CONCLUSIONE
Non so se sei un cristiano praticante, e nemmeno com’è la tua vita cristiana, se sei, o non sei consacrato, ma considera la grazia di Dio che da sempre un’altra possibilità come ha fatto con il Suo popolo, Israele, che a tratti della sua storia è stato infedele seguendo gli idoli pagani fallendo così molte volte!
Ai tempi dell’Antico Testamento, Israele fu incapace di mantenere una relazione fedele con Dio, eppure, per quanto fosse volubile e inaffidabile, Dio fu altrettanto determinato a fornire la grazia di perdonare e ricominciare di nuovo.
Allora 1 Samuele 12 mette in evidenza due aspetti dell'immeritata grazia di Dio.
Prima di tutto mette in evidenza:
(1) Il perdonare
Israele non meritava una seconda possibilità.
Ma in realtà, questa era più di una terza, quarta, o quinta possibilità per la nazione (cfr. per esempio 1 Samuele 12:7–13).
Per esempio Israele si era ribellato sotto Mosè e Aaronne, non erano stati fedeli durante il tempo dei giudici e ora avevano peccato di nuovo chiedendo un re.
Ma la grazia di Dio è sovrabbondante dove il peccato abbonda dice Romani 5:20!
La matematica della grazia di Dio e quindi anche il Suo perdono è incalcolabile!
Il secondo aspetto della grazia immeritata di Dio in 1 Samuele 12 mette in evidenza:
(2) Il ricominciare
Quando abbiamo momenti di pessimismo guardando alla nostra vita, quando pensiamo che tutto sembra perduto, senza speranza perché abbiamo fallito in qualcosa, o perché la nostra vita morale e spirituale sembra senza speranza allora quello che dobbiamo è pensare e credere per fede che Dio fa rivivere i morti, come ha fatto più volte (cfr. per esempio Luca 7:11-17; 8:49-56; Giovanni 11:1-46), soprattutto come ha fatto con Gesù, e chiama all’esistenza le cose che non sono, e dobbiamo sperare come fece Abraamo che sperò contro speranza nel caso della nascita del figlio Isacco quando lui e la moglie Sara erano vecchi (Romani 4:17-20).
Se a questo aggiungiamo la grazia di Dio allora la nostra speranza diventa ancora più forte!
Non lasciatevi abbattere dal fallimento!
Chris Tiegreen scrive: “Come una fenice che risorge, risorgiamo dalle ceneri della nostra disfatta, testimoniando la potenza risorgente di Dio. Dal fallimento al perdono, dalla debolezza alla forza, dalla morte alla vita: questa è la strada di Dio. Ricordatelo la prossima volta che vi disperate per i vostri fallimenti”.
La grazia di Dio non solo perdona, ci fa anche ricominciare!
Ci dona un nuovo inizio! Ci dona nuove possibilità per essere Suoi strumenti!
I nostri fallimenti non sono l’ultima parola! È la grazia di Dio l’ultima parola!
Se ti senti un fallito, o ti senti che sei un niente, pensa a queste parole di Martin Lutero: “È nella natura di Dio fare qualcosa dal nulla; perciò, quando uno non è niente, Dio può ancora fare qualcosa di lui”.
Dio è uno specialista nel trasformare il male in bene!
Dopo la morte del padre Giacobbe, i fratelli di Giuseppe temevano che si sarebbe finalmente vendicato su di loro per il male che gli avevano fatto tanti anni prima.
Si prostrarono davanti al potente Giuseppe e implorarono perdono (Genesi 50:15–18).
Ma Giuseppe li rassicurò dicendo loro:” Non temete. Sono io forse al posto di Dio? Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso” (Genesi 50:19-20).
Che grande Dio abbiamo! Un Dio di grazia paziente nel ricominciare da capo, nel dare sempre nuove possibilità! Nuovi inizi!
Adoriamo e ringraziamo questo grande Dio di grazia!
Non perdere la speranza perché il Signore è il Dio di ogni speranza!
Infine:
(3) Non ti allontanare da Dio, servilo con tutto il cuore
Ci sono momenti dove si è tentati di abbracciare cose che pensiamo porteranno soddisfazioni, ma poi scopriamo che sono inutili.
L'unica soddisfazione viene dal seguire il Signore nelle piccole e grandi cose con tutto il nostro cuore.
Molte persone che dicono di essere cristiane, non hanno la pace di Dio e il motivo principale penso che sia: non lo servono con tutto il cuore!
Non hanno dato completamente i loro cuori al Signore!
I loro cuori sono divisi tra Dio e altro, cioè l’idolo!
Ebbene quell’altro impedisce di godere appieno la presenza di Dio in noi che significa pace, gioia, soddisfazione!
Se non hai questa pace, questa gioia e soddisfazione liberati dai tuoi idoli con l’aiuto dello Spirito Santo!
Liberati da tutto quello che metti prima di Dio!
Consacrati oggi a Dio completamente! Donagli interamente il tuo cuore!
Concludo con le parole di John Wesley che probabilmente rivolse ai responsabili di chiesa, ma che sono importanti anche per i membri di chiesa: “Il vostro cuore è integro con Dio? Pieno di amore e di zelo per instaurare il Suo regno sulla terra? Ricordate continuamente a coloro che sono sotto la vostra tutela che l'unico fine razionale di tutti i nostri studi è conoscere, amare e servire ‘l'unico vero Dio e Gesù Cristo che egli ha mandato?’”.