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Visualizzazione dei post da gennaio, 2022

Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

Giovanni 3:1-2: La ricerca di un uomo

Giovanni 3:1-2: La ricerca di un uomo La narrazione si sposta da un incontro pubblico con le autorità del tempio a Pasqua a un incontro privato con un una persona religiosa e dirigente del Sinedrio, si sposta dai molti (Giovanni 2:23-25) al singolo.  L’incontro di Nicodemo con Gesù contiene uno dei discorsi teologici più importanti della Bibbia, e insieme ad altri versetti che troviamo nel vangelo di Giovanni che contengono una, o più dichiarazioni chiave di Gesù, essendo aspetti importanti della fede cristiana, e avendo una tale forza, sono una delle ragioni per cui molti cristiani pensano che questo vangelo dovrebbe essere letto dai non credenti e dai nuovi convertiti prima di qualsiasi altro libro della Bibbia. Le nostre vite sono piene di domande, soprattutto quelle esistenziali. Lev Tolstoj scrisse quello che l'Enciclopedia Britannica descrive come uno dei due, o tre più grandi romanzi della letteratura mondiale: “Guerra e pace”.  Ma nel 1879 scrisse anche un libro intito...

Efesini 1:18: La preghiera che riguarda l’aldilà (1)

Efesini 1:18: La preghiera che riguarda l’aldilà (1) Conoscere la speranza conservata in cielo Paolo era un uomo di preghiera perché credeva nell’importanza della preghiera; era un grande intercessore, e le sue preghiere erano specifiche, soprattutto si riferivano alla crescita spirituale dei cristiani indipendentemente se li conosceva, oppure no. In Efesini 1:15-23 la preghiera di Paolo, accompagnata dal ringraziamento per i credenti di Efeso che non conosceva, consiste che i cristiani di Efeso potessero conoscere Dio pienamente (v.17), che potessero conoscere la speranza conservata in cielo per loro (v.18), e la ricchezza della gloria e l’immensità della Sua potenza (vv.19-23). Oggi meditiamo solo una parte del v.18. Nel v.18 troviamo l’intercessione di conoscere la speranza conservata in cielo. “Egli illumini gli occhi del vostro cuore, affinché sappiate a quale speranza vi ha chiamati". Avere “gli occhi del cuore illuminati” ci permette di conoscere più profondamente le benedi...

Filippesi 1:21: La morte secondo Paolo

Filippesi 1:21: La morte secondo Paolo  Un insegnante della scuola domenicale voleva spiegare ai bambini di sei anni della sua classe, cosa doveva fare qualcuno per andare in paradiso.  Per scoprire cosa credevano i bambini sull'argomento, ha posto alcune domande. Chiese: "Se vendessi la mia casa e la mia macchina, facessi una grande vendita delle cose che ho, e dessi tutti i miei soldi alla chiesa, questo mi porterebbe in paradiso?" "No!" risposero i bambini.  "Se pulissi la chiesa ogni giorno, tagliassi il prato, tenessi tutto pulito e in ordine il cortile, questo mi porterebbe in paradiso?" Ancora una volta la risposta è stata: "No!" "Se fossi gentile con gli animali e dessi caramelle a tutti i bambini e amassi mia moglie, questo mi porterebbe in paradiso?" Di nuovo tutti gridarono: "No!" "Ebbene, come posso andare in paradiso?" Un bambino nell'ultima fila si alzò e gridò: "Devi essere morto!" “D...

Filippesi 1:21: La vita per Paolo

Filippesi 1:21: La vita per Paolo  La vita è fatta di slogan, come per esempio quelli pubblicitari. Eccone qualcuno famoso del passato: “Dal carciofo ‘Cynar’ contro il logorio della vita moderna”. “Dove c'è Barilla c'è casa”. “’Falqui’. Basta la parola”.  “’Denim’, per l'uomo che non deve chiedere mai”. “È ‘Lavazza!’ Più lo mandi giù, più ti tira su”. “Locatelli fa le cose per bene”.  “Duracell dura di più”. “Che mondo sarebbe senza Nutella?” Oppure ci sono frasi che sanno di slogan scritti sui muri. Per esempio una scritta su un muro diceva: “Io non porto rancore, ma solo odio di qualità”. Ora vediamo in Filippesi 1:21 lo slogan che era di Paolo e dovrebbe esserlo per tutti i veri cristiani e riguarda l’atteggiamento sulla vita e la morte che anche noi dovremmo avere: “Per me il vivere è Cristo e il morire è guadagno”. Paolo si trova in carcere a Roma a causa della predicazione del vangelo. La sua prigionia è servita per il progresso del vangelo, le guardie Romane e altr...

Salmo 124:8: Il nostro aiuto

 Salmo 124:8: Il nostro aiuto “Il nostro aiuto è nel nome del SIGNORE, che ha fatto il cielo e la terra”. Avere il Signore nella propria vita fa la differenza in ogni circostanza in cui ci troviamo!  Avere il Signore dalla propria parte è il fattore determinante in ogni situazione!  I credenti dell'Antico Testamento avevano una consapevolezza riconoscente della presenza di Dio in mezzo a loro, perché l’avevano sperimentato in modo potente. Al v.1 di questo salmo, Davide inizia con “se” (lûlēʾ), questa congiunzione, a volte ricorre in alcuni testi dell'Antico Testamento dove viene attribuito al Signore una liberazione inaspettata (cfr. Genesi 31:42; 43,10; Deuteronomio 32:29; 1 Samuele 25:34; 2 Samuele 2:27; 2 Re 3:14; Salmo 94:17).  Questo salmo di Davide descrive la benevolenza di Dio che li ha protetti dai nemici, se non fosse stato per il Signore, li avrebbero inghiottiti vivi. “Inghiottire” è una metafora di "morte". La morte, rappresentata dallo "Sheol"...