Giovanni 14:1: Una sollecitudine alla calma e alla fede.
“Il vostro cuore non sia turbato; abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!”
Gesù in questo versetto ci ordina a non turbarci e c’invita a credere sempre in Dio e in Lui.
Prima di tutto vediamo: la sollecitazione alla calma. “Sia turbato” (tarassesthō - presente passivo imperativo) significa essere agitato, (Giovanni 5:4,7; Marco 6:50 ; Matteo 14:26) ad avere un tumulto interiore, o una confusione. Il verbo implica, consenso, o permettere. Letteralmente potrebbe essere “Non consentire ” o “non permettere al vostro cuore di essere turbato.” Il verbo è anche all’imperativo, quindi implica la fermezza, la determinazione e la convinzione di un comando, ma un comando, come ci sembra da capire dal contesto, detto delicatamente. Per "cuore"(kardía) s’intende la sede della volontà e delle emozioni di una persona. Il turbamento dei discepoli, era per ciò che aveva detto Gesù, al capitolo precedente riguardo il fatto che li avrebbe lasciati e che Pietro lo avrebbe rinnegato (Giovanni 13:33-36).
Gli undici erano sconvolti, confusi, smarriti e incerti. Questa dichiarazione di Gesù non era solo per i Suoi discepoli in quel momento, ma anche per tutti i credenti, anche per noi oggi che viviamo in un tempo di angoscia, questa affermazione è una buona medicina. Alte percentuali di criminalità, l'aumento del costo della vita, crisi internazionali e guerre, l’incertezza politica, terremoti, disoccupazione, causano grandi preoccupazioni, ansie nei nostri cuori. Gesù sta dicendo ai discepoli e anche a noi: anche se il vostro mondo sta crollando e siete al buio, non lasciate che il vostro cuore sia turbato! Dio è in grado di darci la pace anche quando la nostra vita sta andando in rovina.
Secondariamente vediamo: la sollecitudine a credere in Dio e in Gesù, "abbiate fede in Dio, e abbiate fede anche in me!" Vi era un legame intimo e profondo tra Dio e Gesù (Giovanni 1:1-2; 1:14-18; 5:17-30). Gesù ci fa capire che il modo di avere un cuore sereno è quello di credere in Dio e in Gesù. “Abbiate fede” (pisteuete – presente attivo indicativo/imperativo), il verbo implica comando e continuità, perciò Gesù stava dicendo di continuare a credere in Dio e in Gesù, anche in Sua assenza, anche nei momenti difficili. “Fede” denota una personale fiducia relazionale, affidarsi a una persona con piena fiducia e implica un impegno totale verso colui che è attendibile, quindi in Dio e Gesù che hanno il potere, danno un sostegno personale e le loro parole sono vere. Noi abbiamo tanti motivi per avere fiducia in Dio: la Sua sovranità, la Sua onniscienza, la Sua onnipotenza, la Sua fedeltà, il Suo amore, la Sua saggezza, ecc. Così anche riguardo a Gesù. Se Gesù dice sempre le parole di Dio e compie gli atti di Dio (Giovanni 5:19-20; 8:29), non è attendibile come Dio? Se Lui dice ai Suoi discepoli di non lasciare che il loro cuore sia turbato, non deve essere perché ha molte ragioni per dirlo ed è credibile? Come se Gesù stesse dicendo: “Credetemi, io so quello che sto facendo, sto andando via per uno scopo importante (prepararvi un luogo in paradiso v.2) e quando l'obiettivo sarà raggiunto, ritornerò di nuovo per stare insieme, non siate turbati!”
Allora plachiamo le nostre paure e le nostre ansie fidandoci di Dio e di Gesù anche se il mondo attorno a noi è nel caos, e noi siamo al buio, questa è la cosa da fare.