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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Elohim.

Elohim.
Studiare i nomi di Dio è importante perché rivelano la Sua natura, così conoscere i nomi di Dio significa conoscere qualcosa della sua natura.

Elohim è il nome più usato per Dio nell'Antico Testamento, si verifica nel senso generale per la divinità, circa 2.570 volte, 2.310 delle quali si riferisce al nome per il vero Dio.

Partiamo con la:
I DEFINIZIONE.
In primo luogo vediamo il:
A) Significato
Alcuni studiosi ritengono che il nome tradotto con “Dio” sia derivato dal nome più breve “El”, che significa potente, forte, preminente. 


Il nome “El”, tradotto sempre con la parola “Dio” (circa 250 volte) è frequentemente usato in circostanze che indicano in particolare il grande potere di Dio (per esempio Genesi 17:1; 35:11; Numeri 23:22; Deuteronomio 10:17; Isaia 9:6-7).

Il significato della parola “Dio” (Elohim) indica forte, una divinità di grande potenza, di grande forza, l'Uno forte, il potente Capo, o che Dio è forte e potente, la divinità suprema, l’essenza trascendente.

Elohim si riferisce a un'energia assoluta e illimitata.


In secondo luogo vediamo la:
B) Spiegazione.
La forma del nome “Dio” (Elohim) è al plurale (dèi).

In generale, ci sono quattro punti di vista sul significato di questa forma plurale.

(1) È un plurale politeistico.
La parola originariamente aveva un senso politeistico e solo successivamente acquisì un senso singolare. 
Tuttavia, il monoteismo dell'Antico Testamento, fu rivelato e non sviluppato dal politeismo.
Nella Bibbia vediamo che Dio è uno (Deuteronomio 6:4; Isaia 45:5-6; 43:10; 44:6).

(2) È un plurale trinitario.
C’è un unico Dio che esiste in tre persone.

È interessante notare che in Genesi 1:1 è scritto che “Dio creò i cieli e la terra”, il verbo “creò” (bārāʾ) è al singolare, quindi è “Gli dèi creò”. (cfr. Genesi 1:26-27).
Così alcuni studiosi vedono qui una rivelazione trinitaria, mentre altri, benché credano nella Trinità, comunque non sono d’accordo con questa interpretazione, pensano che il plurale non indichi la Trinità, anche se è coerente con la dottrina della Trinità affermata in tutta la Bibbia.

(3) È un plurale intensificante. 
La forma plurale del nome ha un senso intensificante, cioè indica una maggiore intensità del significato, ha, cioè, un significato più forte.
Indicherebbe la divinità maggiore, o suprema, quindi l’unico vero Dio.
Questo nome indica che Dio ha in se stesso, tutti gli attributi divini, indica che Dio è assoluto ed esclusivo, non c’è un altro come Lui.

(4) È un plurale maestoso.
Indica il dominio regale, la maestà di Dio nella pienezza del Suo potere.
Denota l’illimitata grandezza e supremazia di Dio, una natura superlativa della potenza di Dio.
Il plurale, serve a sintetizzare la potenza divina in un’unica persona.

Possiamo affermare che il valore plurale del nome, serve ad ampliare e rafforzare il concetto di ciò che è Dio, ed eleva la Sua persona a rappresentare ciò che è la vera divinità.

Il Dio della Bibbia, Elohim, indica la totalità della divinità, cioè la divinità per eccellenza, che esclude gli altri dèi, perché è la totalità della potenza assoluta di Dio e respinge qualsiasi idea politeistica
Elohim, indica che solo il Dio che si è rivelato nella Bibbia, è il Creatore e il Signore assoluto accanto a cui non esiste nessun altro, nessuna altra volontà!

Dio unisce in se stesso tutti i poteri e gli attributi, che i pagani distribuivano alle loro numerose divinità.
La forma plurale c’insegna che nessuna parola finita può adeguatamente trasmettere l’idea del carattere infinito di Dio!! 
La parola al singolare non è abbastanza completa per esporre tutto ciò che Dio è!

Passiamo ora alla:
II DESIGNAZIONE.
Dio (Elohim) è associato ad alcune caratteristiche peculiari.

La prima caratteristica è:
A) Creatore.
Diversi passi associati a Elohim si riferiscono alla creazione (per esempio Genesi 1:1; Isaia 45:18; Giona 1:9).

Associato a questo nome vi è, allora il fatto che Dio è il Creatore: il mondo non è nato da sé, non c’è stata un’evoluzione, ma la mano di Dio (Cfr. Isaia 40:28; Apocalisse 4:11) che ha creato ogni cosa dal nulla.

Questo ci ricorda tre aspetti importanti.
(1) Il primo aspetto è: Dio esisteva prima della creazione, infatti Dio è eterno (Isaia 40:28).

(2) Il secondo aspetto è: la creazione riflette la Sua gloria, il Suo carattere (Romani 1:20-23).

(3) Il terzo aspetto è: ogni vita umana ha un valore, e ha uno scopo su questa terra, che è quello di glorificare il Dio Creatore (Romani 11:36). 

Elohim è associato a:
B) Sovrano.
Dio non solo è il Creatore, Dio è anche il Sovrano di tutta la creazione (per esempio Genesi 24:3,7; Deuteronomio 4:39; 10:17; Giosuè 2:11; 1 Re 20:28; 2 Cronache 36:23; Neemia 2:4,20; Isaia 37:16; 54:5; Geremia 32:27).

Dio è il maestoso Sovrano; con questo nome abbiamo l'idea di onnipotenza, o potere creativo e governativo.

Questo nome ci ricorda che Dio e il Dio della storia come il Dio dell’universo.

“Non c'è attributo di Dio più confortante per i suoi figli che la dottrina della sovranità divina” (C. H. Spurgeon).

La sovranità di Dio è un aspetto peculiare della Sua divinità!
“Dio” e “sovranità” sono inseparabili!

John Blanchard dice: “ Parlare della sovranità di Dio non è altro che parlare della sua divinità”.

Negare la sovranità di Dio significa negare Dio stesso!
Il Signore è Dio e non ce ne sono altri accanto a Lui!

In Deuteronomio 4:34-35 è scritto: “’Ci fu mai un dio che abbia cercato di venire a prendersi una nazione di mezzo a un'altra nazione mediante prove, segni miracoli e battaglie, con mano potente e con braccio steso e con gesta tremende, come fece per voi il SIGNORE, il vostro Dio, in Egitto, sotto i vostri occhi?’ Tu sei stato fatto testimone di queste cose affinché tu riconosca che il SIGNORE è Dio, e che oltre a lui non ve n'è nessun altro”.

In Deuteronomio 4:39 leggiamo: “Sappi dunque oggi e ritieni bene nel tuo cuore che il SIGNORE è Dio lassù nei cieli, e quaggiù sulla terra; e che non ve n'è alcun altro”.

L’accento di questi versetti è posto sul potere di Dio nella storia, sull’amore verso il Suo popolo che lo ha liberato dalla schiavitù d’Egitto, e sulla Sua unicità e sovranità.

Dio come sovrano, controlla e guida la storia degli uomini.
Non c’è niente e nessuno che sfugge al controllo sovrano di Dio!

La Sua sovranità è universale ed efficace, raggiunge tutto e tutti (per esempio Salmo 33:10-11; 47; Proverbi 16:33; Matteo 8:23-27; Atti 17:26) e realizza lo scopo che si è prefissato! (Giobbe 42:2; Proverbi 21:30; Isaia 14:24-27; 46:10; 55:11; Matteo 19:26).
Dio è Dio Onnipotente! (Genesi 17:1-8).
Chi oserà resistere alla sua volontà, dubitare delle sue cure, o delle Sue promesse, o mormorare dei Suoi saggi progetti?

Elohim è associato anche a:
C) Salvatore.
Isaia 45:15 dice: “In verità tu sei un Dio che ti nascondi, o Dio d'Israele, o Salvatore!”

Dio è un Dio trascendente, non può essere conosciuto dall'uomo a meno che Lui non si riveli.

Le Sue vie sono nascoste agli occhi dell'uomo finché Lui stesso non le manifesta (Cfr. Matteo 11:25-26; 13:11; 16:17; 1 Corinzi 2:6-9), e quindi salva in modi inaspettati, perché ha una logica diversa da quella umana (Isaia 55:8-9; Romani 11:33-36), così Dio è anche immanente!

Dio è un Dio che si prende cura del Suo popolo, è il Suo Salvatore come vediamo dalla struttura per esempio: “Sarò loro Dio” (Genesi 17:8); “Io sono il Dio di tuo padre, il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe” (Esodo 3:6). 

E quindi anche: “Dio della nostra salvezza!" (1 Cronache 16:35; Salmo 18:46; cfr. Salmo 24:5; 27: 9; 65:6; 79:9; 85:5; Isaia 17:10; Michea 7:7, ecc.).

Così il "Dio vivente" si rivela attraverso il suo intervento salvifico (1 Samuele 17:26, 36, 45-46; 2 Re 19:4, 15-16, 19-20, 32-36), si rivela come il "vero Dio” (Geremia 10:10).

Dio si prende cura di coloro che hanno perso la famiglia, dei più vulnerabili, è Padre degli orfani e delle vedove, libera i prigionieri e dà loro prosperità (Salmo 68:5-6).

Dio guida il Suo popolo, infatti ha guidato il Suo popolo dopo che lo ha liberato dalla schiavitù egiziana e gli ha dato una terra che ha preparato benevolmente per esso (Salmo 68:7-10).

Dio è il Pastore della vita di chi gli appartiene (Genesi 48:15), è Colui che combatte per il Suo popolo (Deuteronomio 3:22).

Coloro che appartengono a Dio, possono dire: Dio è vicino ogni volta che lo invochiamo (Deuteronomio 4:7).

Dio non è astratto e statico, è dinamico, è un Dio che salva, un Dio che interviene in favore di chi gli appartiene!

Vediamo ancora Elohim associato a:
D) Giudice.
Molti non si curano di Dio e si comportano come gli pare, ma Dio in definitiva è inevitabile!

Nel Salmo 50:6-7 leggiamo: “ I cieli proclameranno la sua giustizia, perché Dio stesso sta per giudicare. Pausa ‘Ascolta, popolo mio, e io parlerò; ascolta, Israele, e io testimonierò contro di te. Io sono Dio, il tuo Dio’”. (cfr. Salmo 58:11; 75:7). 

Dal contesto di questi versetti vediamo che l’obbiettivo è considerare il giudizio di Dio con lo scopo di ravvedersi (vv.14,23).
Dio non sbaglia nei suoi giudizi perché è giusto! (Romani 2:2-5; Deuteronomio 32:4).

Dio è il giudice di tutta la terra (Genesi 18:25). Questa immagine enfatizza l'attributo del regno e dell'autorità di Dio. 

Come parte della Sua sovranità e autorità, Dio è esecutore della Sua giustizia nell'ordine creato.

Dio è colui che valuta tutte le Sue creature e dà a ciascuno ciò che è dovuto. 

Egli punisce giustamente i malvagi, ma giustifica quelli che sono in Cristo (Isaia 53:4-6; Giovanni 1:29; Romani 5:1-2, 6-11; 2 Corinzi 5:21; Galati 3:13; Ebrei 10:10-14; 1 Pietro 2:24; 1 Giovanni 2:2).

Giudica anche i falsi déi (Isaia 41:21), esponendo la loro inutilità (cfr. 1 Samuele 5:1-5).

Come giudice di tutto, Dio è il divino contabile, che tiene un registro di tutte le opere delle Sue creature.

Alcuni giudizi avvengono in questo tempo (per esempio Atti 5:1-11; 1 Corinzi 11:30-32), ma la maggior parte avrà luogo alla fine della storia, quando i libri saranno aperti (Ebrei 9:27; Apocalisse 20:11-15).

Siamo tutti responsabili delle nostre azioni e alla fine dei tempi, saremo chiamati a rendere conto di noi stessi davanti a Dio.

Pertanto le Sacre Scritture ci esortano a comportarci con timore durante il tempo del nostro soggiorno terreno (Ebrei 12:28-29; 1 Pietro 1:17).

Elohim è associato a:
E) Impareggiabile. 
2 Samuele 7:22 dice: “Tu sei davvero grande, Signore, DIO! Nessuno è pari a te e non c'è altro Dio fuori di te, secondo tutto quello che abbiamo udito con i nostri orecchi”. (1 Re 8:23; Isaia 46:5,9).

Come l’altro nome di Dio “El”, Elohim può anche esprimere la differenza tra Dio e l'uomo (Genesi 30:2; 45:8; 50:19; 2 Re 5:7; Salmo 82:6), una differenza nell’essere.

C’è anche una differenza tra Dio e gli dèi che sono associati ai demoni (Deuteronomio 32:17; 2 Cronache 13:9), che non sono vere divinità e non giovano a nulla! Non possono salvare (Geremia 2:11,13, 27; cfr. 5:7; 16:20).
Gli dèi sono un prodotto umano (Esodo 20:23; 32: 1; 2 Re 19:18; Isaia 37:19; 2 Cronache 32:19; Geremia 16:20; Osea 8:6).

Dio è un Dio unico sia nel suo genere e come numero, nessuno è come Lui, è veramente unico!

Dio non è un uomo e né una divinità qualsiasi inventata dagli uomini!

Vediamo l’impareggiabilità di Dio anche nell’associazione di Elohim con la santità (Giosuè 24:19); giustizia (Salmo 7:10); infinito (1 Re 8:27); eterno (Isaia 40:28); misericordioso (Salmo 116: 5).

Dio è Colui che dà la vita (Deuteronomio 32:39; 2 Re 5:7)

Elohim secondo alcuni studiosi è associato al:
F) Patto di Dio.
Prima di tutto al:
(1) Patto Noetico.
In Genesi 9:8-17 è scritto: “Poi Dio parlò a Noè e ai suoi figli con lui dicendo: ‘Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi, con i vostri discendenti dopo di voi e con tutti gli esseri viventi che sono con voi: uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi; da tutti quelli che sono usciti dall'arca, a tutti gli animali della terra. Io stabilisco il mio patto con voi; nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra’.  Dio disse: ‘Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future. Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra. Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra, l'arco apparirà nelle nuvole; io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie, e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente.   L'arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente, di qualunque specie che è sulla terra’. Dio disse a Noè: ‘Questo è il segno del patto che io ho stabilito fra me e ogni essere vivente che è sulla terra’”.

In questo patto, Dio non distruggerà più il mondo con il diluvio, l’arcobaleno è il segno di questo patto.

Poi vediamo il:
(2) Patto Abramitico.
In Genesi 17:1-8 leggiamo: “ Quando Abramo ebbe novantanove anni, il SIGNORE gli apparve e gli disse: ‘Io sono il Dio (El) onnipotente; cammina alla mia presenza e sii integro;  e io stabilirò il mio patto fra me e te e ti moltiplicherò grandemente’. Allora Abramo si prostrò con la faccia a terra e Dio (Elohim) gli parlò, dicendo: ‘Quanto a me, ecco il patto che faccio con te; tu diventerai padre di una moltitudine di nazioni; non sarai più chiamato Abramo, ma il tuo nome sarà Abraamo, poiché io ti costituisco padre di una moltitudine di nazioni. Ti farò moltiplicare grandemente, ti farò divenire nazioni e da te usciranno dei re.  Stabilirò il mio patto fra me e te e i tuoi discendenti dopo di te, di generazione in generazione; sarà un patto eterno per il quale io sarò il Dio (Elohim) tuo e della tua discendenza dopo di te. A te e alla tua discendenza dopo di te darò il paese dove abiti come straniero: tutto il paese di Canaan, in possesso perenne; e sarò loro Dio (Elohim)’”.

Nei vv.3,7 e 8 il nome di Dio è Elohim.
In questa relazione l'idea è che Dio sarà sempre pronto a usare il suo potere per conto del Suo popolo unito a Lui attraverso un patto.
Così Elohim esprime anche il concetto della fedeltà di Dio riguardo le promesse e le benedizioni in esso contenute.

(3) Il patto con Mosaico (Esodo 19-24).
Dio s’impegna a fare d’Israele il Suo popolo (Esodo 19:5-6).
Le basi del patto sono le leggi descritte nei capitoli di Esodo 20-23.

Quando Dio pronunziò le parole della legge ricorda al popolo che è il loro Dio: “Io sono il SIGNORE, il tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla casa di schiavitù” (Esodo 20:2).

Infine troviamo:
(4) Il Nuovo Patto.
L'elemento del patto del nome Elohim lo vediamo nel Nuovo Patto profetizzato in Geremia 31:31-33 dove troviamo scritto: “’Ecco, i giorni vengono’, dice il SIGNORE, ‘in cui io farò un nuovo patto con la casa d'Israele e con la casa di Giuda; non come il patto che feci con i loro padri il giorno che li presi per mano per condurli fuori dal paese d'Egitto: patto che essi violarono, sebbene io fossi loro signore’, dice il SIGNORE; ‘ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni’, dice il SIGNORE: ‘io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo’”.

“Io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” indica che il popolo salvato da Dio in Gesù Cristo, di cui ne è il mezzo, il mediatore e garante (Matteo 1:21; Atti 4:12; 2 Corinzi 5:19; Colossesi 1:20; Ebrei 5:10; 7:22-8:6; Ebrei 9:15) appartiene a Dio, è di proprietà di Dio.


“Io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo” indica: a Dio dobbiamo essere sottomessi (v.33; cfr. Ezechiele 36:25-27; Romani 6:1-14; 12:1-2).

Infine passiamo alla:
III DERIVAZIONE.
Ci sono diverse implicazioni che derivano da questo nome.

La prima derivazione è:
A) Forza.
In Isaia 49:5 è scritto: “Ora parla il SIGNORE che mi ha formato fin dal seno materno per essere suo servo, per ricondurgli Giacobbe, per raccogliere intorno a lui Israele; io sono onorato agli occhi del SIGNORE, il mio Dio è la mia forza”.

Così in Isaia 40:28-29 leggiamo: “Non lo sai tu? Non l'hai mai udito? Il SIGNORE è Dio eterno, il creatore degli estremi confini della terra; egli non si affatica e non si stanca; la sua intelligenza è imperscrutabile.  Egli dà forza allo stanco e accresce il vigore a colui che è spossato.

Quando le difficoltà della vita vengono al popolo di Dio, possono trovare in Lui la forza per resistere e crescere, la forza di fare ogni cosa Dio voglia (Filippesi 4:13)

La seconda derivazione è, Dio:
B) Consola.
Nel Salmo 71:19-21: “Anche la tua giustizia, Dio, è eccelsa; e tu hai fatto cose grandi; o Dio, chi è simile a te? Tu, che ci hai fatto vedere molte e gravi difficoltà, ci darai di nuovo la vita e ci farai risalire dagli abissi della terra; tu accrescerai la mia grandezza e ritornerai a consolarmi”. (Cfr. Isaia 49:13; 66:13; 2 Corinzi 1:3).

Dio ci consola con la Sua Parola!
Dopo lunghi anni di ministero, Charles Simeon di Cambridge arrivò ai giorni della sua morte. Quando i suoi amici si riunirono attorno al suo letto, sorrise, chiedendo loro: "Conoscete il testo che mi conforta in questo momento?" "No", risposero, "dicci."
"Trovo infinita consolazione nel fatto", disse, "che all'inizio Dio creò i cieli e la terra".

Elohim implica:
C) Obbedienza.
Così anche in Deuteronomio 8:11 leggiamo: “Guardati dal dimenticare il SIGNORE, il tuo Dio, al punto da non osservare i suoi comandamenti, le sue prescrizioni e le sue leggi che oggi ti do”. (Deuteronomio 8:6; 13:4).

“Dio essendo chi è, deve avere l'obbedienza dalle sue creature. L'uomo, essendo quello che è, deve rendere quest'obbedienza, e deve a Dio completa obbedienza se sente, o meno per lui, la minima traccia di amore nel suo cuore” (W. Tozer).

Quando parliamo di obbedienza intendiamo che i nostri pensieri, la nostra volontà e le nostre emozioni sono sottomessi alla volontà di Dio senza discuterli, o rimandare, senza fare calcoli d’interessi personali, o di comodità.

Noi dobbiamo essere obbedienti anche quando non sappiamo dove questa ci porterà, nel senso di interessi personali.

C’è molto da dire riguardo l’obbedienza, ma possiamo dire tre verità importanti:
(1) L'obbedienza accompagna la fede e la chiamata di Dio (Atti 6:7; Romani 1:5; Romani 6:16-17; Romani 15:18; Ebrei 11:6, 8; 1 Pietro 1:2).
Purtroppo per sfuggire all'errore della salvezza mediante le opere, molti cadono nell'errore della salvezza senza obbedienza.

L'obbedienza alla volontà di Dio è fondamentale per la salvezza, non perché siamo salvati per le opere, ma perché dimostra che siamo stati salvati! (Matteo 7:21; 12:50; 19:17).

La prova della vera fede salvifica è una mentalità persistente a obbedire a ciò che Gesù ci ha insegnato nella Sua parola, la bibbia.

Chi ha una vera fede, una fede sincera, chi è stato chiamato da Dio lo proverà con l’obbedienza!

A.W. Tozer disse: “La bibbia non riconosce la fede che non conduce all'obbedienza, né riconosce alcuna obbedienza che non scaturisca dalla fede. I due sono lati opposti della stessa moneta”.

La fede che salva è una fede che produce obbedienza; è una fede che crea uno stile di vita conforme alla volontà di Dio.

In secondo luogo:
(2) L'obbedienza mostra amore per Cristo. 
(Giovanni 14:15, 21; 14:23; 15:10; 21:15-17; 1 Giovanni 5:1-3; 2 Giovanni 6).

Giovanni riporta queste parole di Gesù: “ ‘Se voi mi amate, osserverete i miei comandamenti’. (Giovanni 14:15. Vedi anche Giovanni 14:21).  

L’obbedienza cristiana è caratterizzata dall’amore e dalla fiducia per Dio.
A riguardo John Stott disse: “L'obbedienza cristiana è diversa da ogni altro tipo di obbedienza. Non è l'obbedienza degli schiavi, o dei soldati, ma essenzialmente l'obbedienza degli amanti che conoscono, amano e si fidano della persona che emette i comandi”.

Chi ama Dio, lo dimostrerà con l’obbedienza!
L’amore per Gesù non è semplicemente sentimentale, ma è pratico e si esprime con l’obbedienza!

L’amore è un’espressione morale e si rivela nell'obbedienza, o con l’obbedienza.

Molti professano di amare solo Dio, ma lo fanno solo con le parole, come molte persone che dicono di amare per esempio i loro genitori, o figli, o coniugi, ma poi gli recano solo dolore nella pratica!

Quindi, per Gesù, il vero amore è mostrato con la vera obbedienza.
Il tempo presente attivo “amate” (agapate) è significativo perché si riferisce a un atteggiamento continuo di amore.

(3) L'obbedienza ha un modello: Gesù Cristo (Matteo 10:25; Giovanni 13:15; Romani 8:29; Efesini 4:13; 1 Giovanni 2:6).

I cristiani dovrebbero seguire l'esempio di obbedienza di Gesù Cristo.

Come discepoli di Gesù dobbiamo mirare ad assomigliargli nel carattere e nell’obbedienza al Padre.

Gesù Cristo era totalmente obbediente alla volontà del Padre.
La volontà di Dio era fondamentale per la vita e il pensiero di Gesù Cristo (Salmo 40:7-8; Matteo 3:13-17; Ebrei 10:7,9).

Per esempio in Giovanni 4:34 leggiamo: “Gesù disse loro: ‘Il mio cibo è far la volontà di colui che mi ha mandato, e compiere l'opera sua’”.

Quando i discepoli portarono da mangiare a Gesù, Gesù disse che il Suo cibo era fare la volontà di Dio, cioè obbedire al Padre e portare a termine la missione che gli ha affidato sulla terra.
Gesù era venuto nel mondo per adempiere in pieno lo scopo di Dio (Giovanni 6:38; 9:4; 17:4).

Il cibo è la cosa più importante che ricerchiamo perché sappiamo che senza non possiamo vivere.

Quindi la volontà di Dio è la cosa primaria che dobbiamo ricercare; allora la cosa più importante per il servitore, deve essere il suo cibo!!

Un Dio così dovrebbe portarci:
D) Lode e Gioia.
Giovanni Calvino diceva: “ Il servizio più sacro che possiamo rendere a Dio è quello di essere impiegati nel lodare il suo nome”.

“Se avessi mille lingue, loderei Dio con tutte loro” (Peter Boehler).

Nel Salmo 68:1-4 è scritto: “Si alzi Dio, e i suoi nemici saranno dispersi, e quelli che l'odiano fuggiranno davanti a lui. Tu li dissolverai come si dissolve il fumo; come la cera si scioglie davanti al fuoco, così periranno gli empi davanti a Dio. Ma i giusti si rallegreranno, trionferanno in presenza di Dio, ed esulteranno di gioia. Cantate a Dio, salmeggiate al suo nome, preparate la via a colui che cavalca attraverso i deserti; il suo nome è il SIGNORE; esultate davanti a lui”.

In questo salmo viene messo in evidenza il trionfo di Dio, la Sua irresistibile superiorità che domina sui Suoi nemici e quindi sulla storia, e la Sua attività salvifica in favore del Suo popolo.

Ci sono due risultati contrastanti dell’azione di Dio: da un lato, i suoi nemici sono dispersi e fuggono davanti a Lui, come il fumo spazzato via dal vento, o la cera che si scioglie davanti al fuoco (vv.1-3); d'altra parte, i giusti, cioè coloro che gli sono fedeli, si rallegreranno davanti a Dio (v. 4). 

L'immagine dei soldati sconfitti, che fuggono in preda al panico davanti a Dio, come il fumo che si dissolve, o cera che si scioglie, è in contrasto con lo stato gioioso e stabile dei giusti che esultano davanti alla presenza vittoriosa di questo grande Dio. 

Così c’è l’invito per il popolo di Dio a lodarlo, e a esultare davanti a Lui, perché mentre i malvagi periranno quando Dio verrà, i giusti non avranno nulla da temere.

Il salmo parla anche di gioia (v.3).
La gioia è una caratteristica del popolo di Dio, quindi un segno distintivo del cristiano (Atti 13:52; Romani 12:12), una caratteristica del regno di Dio (Romani 14:17). 

La gioia per noi cristiani, è radicata nel riconoscimento della nostra posizione davanti a Dio in Cristo Gesù, quindi della nostra salvezza dai peccati (Matteo 1:21; Romani 6), dall’ira di Dio (Romani 5:1-2,9-11), la liberazione dal diavolo (Atti 26:18), quindi una gioia radicata nel Dio Onnipotente Salvatore.

La consapevolezza di questa realtà suscita in modo efficace e sostiene la gioia nei cuori, di coloro che sono giusti, di coloro che appartengono a Cristo.

Un Dio così ci spinge a:
E) Confidare in Lui.
Nel Salmo 91:2 leggiamo: “Io dico al SIGNORE: ‘Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!’”  (2 Re 19:10).

Il Signore è la protezione, il Dio che protegge chi gli appartiene, questa è una valida motivazione a confidare in Lui.

“Confido” (bāṭaḥ) indica avere fiducia, fidarsi.
Esprime il sentimento di sicurezza e di fuori pericolo che si ha quando si può fare affidamento su qualcuno, o qualcos'altro, in questo caso “il Signore” con cui ha una relazione personale e intima, come vediamo dall’espressione: “Mio Dio”.

Colui che confida in Dio, non ha nulla da temere (Salmo 91:5-16).

D. Martyn Lloyd-Jones diceva: “La fede è un rifiuto di panico”.

Infine, chi fa parte del popolo di Dio è:
F) Separato dagli altri popoli.
In Levitico 20:24 è scritto: “E vi ho detto: ‘Sarete voi quelli che possederete il loro paese; ve lo darò come vostra proprietà; è un paese dove scorre il latte e il miele’. Io sono il SIGNORE vostro Dio, che vi ha separati dagli altri popoli”.

Così in Levitico 20:26 leggiamo: “Mi sarete santi, poiché io, il SIGNORE, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei”.

Dio ha scelto Israele per essere il suo popolo santo.
Oggi chi è in Cristo fa parte del Suo popolo (Efesini 2:11-14).

Chi fa parte del popolo di Dio, quindi chi è un vero cristiano, si distinguerà con un comportamento secondo la santità di Dio (Cfr. Esodo 19:5-6; 1 Pietro 2:9).

Pertanto la separazione non è sociale, ma etica, vivere secondo il carattere e il comportamento del Dio santo, separato dal male e dal peccato, seguendo la Sua volontà e non quella del mondo (Efesini 5:3-12; Giacomo 1:27; 1 Pietro 1:15-16; 2:11; 1 Giovanni 2:15).

“La santità non consiste in speculazioni mistiche, fervori entusiastici, o austerità infondate; consiste nel pensare come pensa Dio e vuole come vuole Dio” (John Brown).

Se diciamo che il Signore è il nostro Dio, allora dobbiamo essere santi come vuole Lui!


CONCLUSIONE
L’uomo trova il suo significato nell’esistenza di Dio!
Come dice Peter S. Williams:  “L'esistenza di Dio significa che l'esistenza umana non è assurda”.

Il nome Elohim, abbiamo visto che indica che è il Creatore, Sovrano, Salvatore, Giudice, Impareggiabile e Fedele. 
Tutto questo implica per chi lo conosce: forza, consolazione, obbedienza, lode e gioia, fiducia, e santificazione.

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