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Luca 4:18-19: La missione di Gesù

 Luca 4:18-19: La missione di Gesù Immagina di entrare in un luogo avvolto dall’oscurità, pieno di disperazione, dolore e sconforto.  Un mondo dove gli emarginati vengono dimenticati, dove la speranza sembra un lusso irraggiungibile.  È in questo contesto che Gesù proclama la sua missione rivoluzionaria, un messaggio che non è semplicemente un annuncio, ma una trasformazione radicale della realtà umana. In Luca 4:18-19, Gesù proclama di essere venuto per portare la buona novella ai poveri, il recupero della vista ai ciechi e per liberare gli oppressi.  Questo brano non è solo un testo storico, ma un manifesto vivente della grazia di Dio.  Rivela un Dio che non rimane distante dalla sofferenza umana, ma si immerge nelle nostre fragilità, spezzando le catene che ci tengono prigionieri e ridonando dignità a ogni persona. Non si è limitato a trasmettere un messaggio: era l’incarnazione della speranza stessa.  Il contesto di questi versetti è che Gesù si trova n...
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Ebrei 5:8: Imparare l’ubbidienza attraverso la sofferenza.

Ebrei 5:8: Imparare l’ubbidienza attraverso la sofferenza.
“Benché fosse Figlio, imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì”.

Mi ha sempre meravigliato questo versetto! Com’è possibile che Gesù dovesse imparare l’ubbidienza, visto che Lui era il Figlio di Dio, quindi di natura divina?
Gesù scelse d’imparare l’ubbidienza come uomo e come uomini non possiamo che imparare a ubbidire a Dio attraverso la sofferenza.
Questo versetto è una conferma molto importante dell’umanità di Gesù, e presuppone una crescita nel senso umano di Luca 2:52; questo apprendimento culminerà nella Sua ubbidienza fino alla morte sulla croce (Filippesi 2:4-11).
Gesù incarnando la vita umana, ha conosciuto il dolore, le limitazioni e la fragilità degli esseri umani. Così, Gesù, condividendo la nostra natura umana, doveva fare l’esperienza di soffrire con l’umanità per soffrire per essa. L’ubbidienza imparata attraverso la sofferenza, era necessaria per il Suo sacrificio perfetto e anche per la Sua intercessione come Sommo Sacerdote eterno per la nostra salvezza (Ebrei 7-10). Avendo imparato l'ubbidienza con la sofferenza, Gesù era perfettamente qualificato per essere il sacrificio e Sommo Sacerdote per la garanzia della nostra salvezza. Per Gesù, il Figlio incarnato, era assolutamente necessario che imparasse l'ubbidienza, poiché la Sua ubbidienza ha compensato la nostra disubbidienza, per la Sua ubbidienza molti saranno costituiti giusti (Romani 5:19); Gesù giusto che muore per gli ingiusti per condurci a Dio (1 Pietro 3:18).
Ovviamente imparò l'ubbidienza dalle cose che soffrì non significa che Gesù fosse disubbidiente e ribelle, Egli ha obbedito in modo perfetto al Padre in tutte le cose, è stato tentato, ma non ha peccato (Giovanni 8:46; 2 Corinzi 5:21; Ebrei 4:15; 7:26;1 Pietro 2:22; 3:18). Come uomo, Gesù ha imparato per esperienza- come nella tentazione - quanto sia difficile ubbidire alla volontà di Dio in mezzo alle difficoltà, oppure ha appreso il livello più profondo di ubbidienza perfetta attraverso la sofferenza, e ciò avvenne durante tutta la sua vita terrena e in particolare nella notte angosciosa nel Getsemani (Matteo 27:36-46; Luca 22:39-46) che culminerà nell'agonia sulla morte in croce (Matteo 27:32-50).
Se Gesù doveva imparare l’ubbidienza, a maggior ragione noi e Dio usa la sofferenza anche per noi (Ebrei 12:4-11). Molte volte, preghiamo come Gesù (Ebrei 5:7), che Dio ci liberi dalla sofferenza, ma Dio non lo fa perché vuole cambiare noi! Vuole che cresciamo, vuole che assomigliamo sempre di più a Gesù (Romani 8:28-29; Giacomo 1:2-4). La sofferenza è un dono di Dio affinché possiamo imparare a ubbidirgli! La sofferenza è un’insegnante molto qualificata perché imparassimo a obbedire a Dio! Pertanto quando soffriamo chiediamo a Dio cosa ci vuole insegnare riguardo l’obbedienza, che cosa deve cambiare nella nostra vita! Cosa dobbiamo fare e non fare! “Il dolore fa pensare agli uomini e ci obbliga a fare domande” (Brian Edwards). Questo esempio di ubbidienza di Gesù Cristo voleva incoraggiare i lettori, e quindi anche noi oggi, a rimanere fermi e non allontanarci dalla fede nei momenti di sofferenza. Proprio come Cristo è stato perfezionato attraverso la sua sofferenza, così anche noi oggi lo saremo.
Aristotele diceva: “Non possiamo imparare senza dolore”.

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