Luca 4:20-21: L’affermazione risonante Immaginate il silenzio palpabile di una sinagoga piena di fedeli nell’antica Nazaret. Un giovane si alza, srotola con cura un antico manoscritto, e legge parole pronunciate secoli prima dal profeta Isaia. Poi, con un gesto misurato e carico di significato, che segna un punto di svolta nella storia dell’umanità, richiude il rotolo, lo riconsegna all’inserviente e si siede. È in questo momento, nell’intervallo tra il silenzio e la parola, tra l’attesa e la rivelazione, che quest’ultima irrompe nella sinagoga. Ogni occhio è fisso su di Lui. Ogni respiro è sospeso. È come se l’intero universo trattenesse il fiato, consapevole che sta per accadere qualcosa di straordinario. E poi, con autorità che non chiede permesso ma che si impone naturalmente, pronuncia quelle parole che dividono la storia in due: "Oggi, si è adempiuta questa Scrittura che voi udite." Non è solo una dichiarazione, è un fulmine teologico che irrompe in q...
Giovanni 15:1,5: Gesù è la vera vite.
“Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiuolo….Io sono la vite, voi siete i tralci. Colui che dimora in me e nel quale io dimoro, porta molto frutto; perché senza di me non potete far nulla”.
Gesù è la vera vite che porta frutto.
"Vera" (alēthinē) indica ciò che “è autentico”, “reale”, “ genuino” e quindi “affidabile”, “degno di fiducia”. Nell’Antico Testamento vediamo che Israele è rappresentato come una vite (Salmo 80:8-19; Isaia 5:1-8; Geremia 2:21; 6:8-9; Ezechiele 15:1-8; 17:6-8; 19:10-14; Osea 10:1-2), come una vigna piantata dal Signore, dalla quale Egli si aspettava il frutto, invece ha fallito (Salmo 80:8-19; Isaia 5:1-8; Geremia 2:21).
Ora in contrasto con il fallimento della vite del popolo di Israele per la mancanza di buoni frutti, Gesù afferma: “Io sono la vera vite”, cioè colui che porta i buoni frutti. Gesù non dice che la Chiesa è la vite, ma che egli è stesso è la vite e i discepoli (tutti i credenti) sono i tralci!
Un ramo separato dalla vite non potrà mai essere vivo e portare frutto! Così anche il credente è vivo perché è unito a Cristo e porta frutto perché dimora in Cristo, è in comunione con Cristo, ed è chiamato a dimorare in Cristo e Lui dimorerà in noi (v.4). Nessun ramo ha la vita in se stesso e porta frutto se non è completamente dipendente alla vite! Gesù dice: "Senza di me non potete far nulla".
Gesù è la chiave per portare frutto nella vita cristiana, Lui è la vita, la forza! La Sua potenza diventa la nostra in virtù del fatto che siamo in comunione con lui, che dimoriamo in lui e lui in noi! Il frutto nella vita cristiana, perciò non è il risultato di conseguimento umano, ma dalla posizione e della comunione in e con Cristo!
Il frutto nella vita cristiana non è una tecnica, o una disciplina, ma un rapporto in cui permetti a Gesù Cristo di stabilirsi nel tuo cuore e gli permetti di vivere in te quella vita che non riusciresti mai di vivere da solo! In questo senso non saremo più noi a vivere, ma Cristo vivrà in noi (Galati 2:20).
La vita cristiana non è ciò che noi possiamo fare per Gesù, ma quello che Gesù può fare in noi! Gesù è la totale sufficienza per vivere la vita cristiana in modo vittorioso! È la nostra vita, energia, forza, potenza che porta gloria a Dio! (v.8); altrimenti sarà solo formalismo, attivismo, un’imitazione del vero cristianesimo senza vita, morto! (Apocalisse 2:1).
Se stai attraversando un periodo di aridità spirituale, per i tuoi fallimenti ricorda che Gesù è sufficiente per la tua vita cristiana!! Arrenditi completamente a Cristo!
Non contare sulle tue forze! Tanto più ti riconosci debole, tanto più Cristo può operare in te e attraverso di te, al contrario se ci sentiamo forti, intelligenti egli non opera in noi! (2 Corinzi 12:7-10).