Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita.
"Gesù le disse: 'Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?'".
Queste parole sono dette da Gesù a Marta in occasione della morte di Lazzaro. Questa dichiarazione contiene la quinta dei sette diversi detti “Io sono” con un predicato in questo Vangelo (Giovanni 6:35;48,51; 8:12; 10:7,9,11,14; 14:6; 15:1,5). Questa dichiarazione esprime la stessa verità in un modo paradossale, il primo dal punto di vista che il credente che muore in realtà vivrà, avrà la vita eterna e il secondo punto di vista chi vive nella fede non morirà mai. Dunque ogni credente in Gesù nella vita come nella morte, partecipa alla risurrezione e alla vita che è di Gesù e che Gesù gli comunica.
Perciò questo versetto implica tre verità:
a) Gesù è la resurrezione e la vita, il Padre gli ha dato di avere vita in se stesso e di far risorgere alla vita chiunque Egli voglia (Giovanni 5:21,26).
Gesù è il Signore della vita! (Giovanni 1:4).
b) Coloro i quali credono in Gesù, anche se muoiono (come Lazzaro vv.17-21) vivranno.
Gesù li risusciterà all’ultimo giorno e la resurrezione di Lazzaro sarebbe stata un preannuncio, o un simbolo concreto della resurrezione finale a vita eterna che dimostra il potere vivificante di Gesù (1 Corinzi 15:51-56; 1 Tessalonicesi 4:13-17; Giovanni 5:28-29; Daniele 12:1-2).
c) Coloro i quali vivono e credono in Gesù non moriranno mai.
Questo significa che i credenti anche se muoiono andranno con il Signore per vivere sempre con Lui (Giovanni 14:1-2; Apocalisse 21:3-4) e non morranno mai in eterno. Ma letteralmente alcuni non vedranno la morte al ritorno di Gesù (1 Tessalonicesi 4:17). Con queste affermazioni Gesù dichiara di essere al centro della resurrezione e della vita eterna.
La morte fisica non deve fare paura ai credenti, i credenti passano attraverso la porta che noi chiamiamo “morte fisica”, ma non moriranno nel senso più pieno. La morte per loro non è che la porta verso la vita eterna e la comunione con Dio (cfr. Luca 24:39-43; 2 Corinzi 5:6,8; Filippesi 1:23).
In realtà, la vita di un credente è di qualità tale che non potrà mai morire spiritualmente; ha la vita eterna (Giovanni 3:16; 5:24; 10:28), e la fine della vita fisica è solo un dormire per il suo corpo fino alla resurrezione (1 Tessalonicesi 4:13-17). Dunque Gesù è il Signore della vita che trionfa sulla morte (1 Corinzi 15:55) e il credente con Lui. Gesù chiede a Marta se crede in questa dichiarazione, cioè a ciò che Egli dice di se stesso e quindi credere “in lui”.
Una cosa è sentire, ragionare e discutere su questa dichiarazione e quindi su Gesù, un'altra cosa è credere, abbracciare e avere fiducia in questa dichiarazione e in Gesù. Credere è ricevere, avere, godere la realtà e la potenza di questa dichiarazione e in Gesù con tutto quello che comporta, che trova in essa la gioia, il conforto, la pace e la speranza.
E tu credi in questa dichiarazione e in Gesù?