Tito 1:2: La ragione del ministero di Paolo
Paolo al v.1 da un breve accenno autobiografico dicendo che è un servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è conforme alla pietà.
Nel v. 2 mette in evidenza per attirare la nostra attenzione che la sua missione si basava sulla speranza della vita eterna che è stata promessa prima della creazione da Dio e possiamo esserne certi perché Dio nella Sua natura non è bugiardo!
Dunque, in questo versetto vediamo la ragione per cui l’apostolo Paolo serviva Dio, e questa è legata alla speranza della vita eterna.
Prima di tutto vediamo:
I LA SOSTANZA DELLA SPERANZA
“Nella speranza della vita eterna”.
La preposizione “nella” (ep’) nel greco indica “sopra”, ”appoggiato sulla base di” (cfr. per esempio Matteo 24:2; Marco 6:39.48; 8:4; Giovanni 19:31; Atti 5:30; Apocalisse 4:4).
Allora la frase “nella speranza” (ep’ elpidi - dativo locativo) è la base su cui si edifica la sovrastruttura della fede, della vita e del servizio cristiano.
Il fondamento, la base, o la ragione per cui Paolo ha servito Dio senza distrazioni, o che caratterizzava la sua vita stessa, da cui traeva il suo impulso ed energia motivante, nonostante le persecuzioni per aver predicato il Vangelo di Gesù Cristo, era la speranza della vita eterna!
D. Edmond Hiebert scriveva: “Come per tutti gli eletti di Dio, la vita e il servizio di Paolo erano fermamente radicati nella ‘speranza’, che attende con impazienza e fiducia la realizzazione della ‘vita eterna’, una vita non solo infinita, ma avente una qualità eterna”.
Se non costruiamo la nostra vita cristiana sulla speranza della vita eterna, se questa per noi non è una certezza, mancheremo di stabilità, saremo sballottati qua e là da ogni vento di convinzioni umane, facile preda di sistemi di pensiero che non danno nessuna sicurezza e pace interiore!
Consideriamo prima di tutto:
A) Il significato della parola “speranza”
Conoscerete certamente quel proverbio che dice: “Finché c'è vita c'è speranza”.
È un famoso proverbio italiano che proviene da Marco Tullio Cicerone (106 a.C.-43 a.C.), uno dei massimi letterati dell'antica Roma.
In realtà la sua frase era: “Per chi è ammalato si dice che, finché c'è respiro, c'è speranza”.
Questo proverbio è un'esortazione a non disperare anche in situazioni difficili. Bisogna continuare a sperare e a pensare positivo anche nelle circostanze complicate dove non vediamo vie d’uscite.
Lo scrittore brasiliano Paulo Coelho dice: “Non posso perdere l’unica cosa che mi mantiene vivo: la speranza”.
Senza speranza una persona anche se è viva è come se fosse morta!
Dal film “Le ali della libertà”, un film del 1994 ambientato in un carcere, c’è questa frase: “C’è qualcosa dentro di te che nessuno ti può toccare né togliere, se tu non vuoi. Si chiama speranza!”
Ti possono togliere tutto, ma non la speranza anche in una brutta circostanza!
Talete filosofo, scienziato e matematico greco (Mileto 624 a.C. ca - 548 a.C. ca), quando gli fu chiesto quale fosse la cosa più comune, rispose: 'Speranza, perché anche coloro che non hanno nient'altro, hanno ancora questo’ "
Purtroppo molti hanno perso la speranza, altri sperano in cose, o persone sbagliate e l’ha stanno perdendo!!
Ma che cos’è “la speranza”?
Nel senso biblico la speranza è diversa da quella umana.
Quella umana è un sentimento di aspettazione fiduciosa nella realizzazione, presente, o futura, di quanto si desidera, per esempio devi fare un esame clinico, o scolastico, e dici: “Speriamo che vada tutto bene”.
Devi fare una scampagnata, e dici: “Spero che domani sia una bella giornata”, o il neo diplomato dice: “Spero di ottenere il lavoro”.
Queste parole implicano incertezza… non è una certezza che quello che desideri avverrà, che il tuo desiderio sarà soddisfatto! (cfr. per esempio Atti 27:20).
I più pessimisti quando pensano a chi vive di speranza dicono quel proverbio: “Chi di speranza vive, disperato muore”.
Questo perché la speranza umana è l'attesa incerta di un bene desiderato e molte volte porta alla delusione.
Ma la speranza biblica non è così!
La speranza cristiana ha una qualità completamente diversa, poiché è fondata su Dio!
A differenza della speranza umana, i cui sostegni sono spesso deboli, i cui obiettivi sono spesso cattivi, le cui attese sono spesso deluse, la speranza biblica è sicura e certa perché è fondata sull’immutabile, fedele, onnipotente, misericordioso e amorevole Dio!
La speranza rivolta a Dio, non è un'attesa qualsiasi, ma una fiducia sicura e certa nel Signore, il Dio di ogni speranza (cfr. per esempio Romani 15:13) in cui il credente spera (cfr. per esempio 1 Timoteo 4:10; 5:5; 1 Pietro 3:5).
Ed è per questo che è scritto che è beato, cioè felice, colui che spera nel Signore.
Per esempio nel Salmo 146:5 è scritto: “Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe e la cui speranza è nel SIGNORE, suo Dio” (cfr. per esempio Salmo 84:12; Geremia 17:7).
Il sentimento di speranza è la risposta adeguata a tutte le promesse di Dio.
Pertanto speranza, in senso biblico, significa che il credente “già partecipa alla realtà in cui spera secondo le promesse di Dio”.
“Paolo non sta parlando di un desiderio malinconico di qualcosa che è possibile, ma incerto” (John MacArthur).
Allora “speranza” (elpidi) non è semplicemente un desiderio che qualcosa accadrà, qui si riferisce all’attesa fiduciosa (cfr. per esempio Atti 23:6) comprende gli elementi della certezza e della ferma convinzione della promessa di Dio della vita eterna (cfr. per esempio Tito 3:7), quindi l’oggetto della speranza è la vita eterna (zōēs aiōniou – genitivo oggettivo) che Dio darà agli eletti, come li chiama Paolo al v.2, cioè i credenti.
Consideriamo ora:
B) Il significato della vita eterna
Paolo parla della “speranza della vita eterna”.
Il predicatore Gilbert Beenken disse: "Gli altri uomini vedono solo una fine senza speranza, ma il cristiano si rallegra di una speranza senza fine".
La vita eterna, secondo Giovanni 17:3, è conoscere l’unico vero Dio e Gesù Cristo che Egli ha mandato.
“Conoscere” (ginṓskō) si riferisce alla relazione intima interpersonale con Dio e Gesù Cristo, avere familiarità, conoscere per esperienza personale (cfr. per esempio 1 Giovanni 2:3), quindi non si tratta solo di avere informazioni intellettuali di Dio, ma fare l’esperienza personale di Dio, include la relazione e la comunione con il Padre e il Figlio.
Sperimentare la vita eterna non è separata dalla conoscenza di Gesù Cristo che Dio ha mandato (cfr. Giovanni 3:16,36; 5:39–40; 14:6; 20:31).
L'unico modo per conoscere Dio è attraverso la rivelazione che Egli ha fatto, cioè si è rivelato nel suo Figlio (cfr. per esempio Matteo 11:27; Giovanni 1:18).
Dio si è rivelato nella persona di Suo Figlio, pertanto la conoscenza di Dio non può essere separata dalla conoscenza di Gesù Cristo! (cfr. per esempio Giovanni 14:6; 1 Timoteo 2:4).
Non è possibile conoscere Dio nel modo che noi scegliamo, ma lo conosciamo mediante Colui che Egli ha mandato, cioè Gesù Cristo.
Quindi stiamo parlando della conoscenza dell'unico vero e vivente Dio, il Padre del Signore Gesù Cristo (cfr. per esempio Giovanni 5:44; 1 Tessalonicesi 1:9; 1 Giovanni 5:20).
È credere che Dio ha mandato il figlio Gesù Cristo e chiunque crede in lui ha vita eterna.
Il credente avrà in dono da Dio attraverso Gesù Cristo la vita eterna!
In Giovanni 3:16 leggiamo: “Perché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna” (Romani 5:21; 6:23; 1 Timoteo 1:16; 6:12).
I credenti possiedono già la vita eterna dal momento in cui credono (cfr. per esempio Giovanni 3:15-16; 5:24; 1 Timoteo 1:16), ma la sua piena e perfetta realizzazione sarà dopo la morte fisica (cfr. Giovanni 11:25; Romani 6:22; Galati 6:8),
Anche se la morte fisica segna una discontinuità tra questa vita e la prossima, in realtà la vita eterna ci garantisce una continuità; non finisce tutto con la morte!!
La “vita eterna” (zōēs aiōniou – genitivo oggettivo) si riferisce al tempo della vita, a un’esistenza senza fine; indica un’esistenza continua che non è toccata dalle limitazioni del tempo!
Con la vita eterna non esistono giorni, mesi e anni! Non esiste la fine!
La vita eterna è un tempo illimitato! Anzi non esiste il tempo!
Il credente ha la certezza della vita eterna con Dio (per esempio Giovanni 10:27–29; 2 Corinzi 5:1-10; Filippesi 3:20-21; 1 Pietro 1:3-5).
Ma la vita eterna non indica solo la durata, indica anche il tipo di vita.
La vita eterna indica qualcosa di diverso qualitativamente dalla vita su questa terra che stiamo vivendo, infatti non ci saranno più sofferenze, conflitti e stress di vario genere, e i credenti abiteranno per sempre con Dio!
Allora visto che Dio è eterno (cfr. per esempio Romani 16:26), e coloro che salva condivideranno con Lui grazie a Gesù, la gloria eterna (2 Timoteo 2:10), cioè la beatitudine senza fine, l’alto onore e lo splendore di Dio (cfr. per esempio Apocalisse 22:35), che contempleremo in modo pieno e diretto (cfr. per esempio 1 Giovanni 3:2), lo studioso Howard Marshall riguardo la parola “eterna” scrive: “Attraverso la sua associazione con Dio e con il mondo a venire, la parola acquista un significato più forte; la vita eterna non solo è eterna, ma condivide anche le qualità della vita di Dio stesso, la sua indistruttibilità e la sua gioia”.
Allora la chiamata di Dio attraverso solo Gesù Cristo, è l’invito a partecipare alla Sua vita!
È la chiamata della potenza di Dio per la nostra frustrazione, per la nostra inquietudine, per le nostre idee sbagliate, per il nostro fallimento morale, per i nostri dolori!
La chiamata di Dio, o il Vangelo non offre in primo luogo un credo intellettuale, o un codice morale, offre la vita, la vita stessa di Dio!
Così questa vita eterna, fornisce il contrasto con lo stato attuale della vita terrena caratterizzata dalla sofferenza, dal disagio, dallo stress e dalla morte!
Questa gloriosa ed eterna speranza trascende ogni dolore temporaneo!
In Apocalisse 21:3-4 leggiamo come sarà: “Udii una gran voce dal trono, che diceva: 'Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi popoli e Dio stesso sarà con loro e sarà il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate'”.
Così la speranza della vita eterna c’incoraggia a santificarci (cfr. per esempio (1 Giovanni 3:2–3), a servire Dio che ci ricompenserà (cfr. per esempio Matteo 25:21; 1 Corinzi 3:12, 14; 2 Corinzi 5:10; Filippesi 3:12,14), e infine c’incoraggia a sopportare qualsiasi sofferenza possiamo provare per amore di Gesù Cristo (; cfr. per esempio Matteo 5:10-12; Filippesi 3:8, 10–11).
II LA STAGIONE DELLA SPERANZA
“Promessa prima di tutti i secoli da Dio”
Nella stagione della promessa vediamo:
A) La certezza della promessa di Dio
Le promesse di Dio sono certe a differenza delle promesse umane!
Lo scrittore e poeta Charles Bukowski disse: “Il genere umano ha molte debolezze, ma le due principali sono: incapacità di arrivare in orario e incapacità di mantenere le promesse!”
In qualche modo non siamo in grado di mantenere le promesse: chi per cattiveria, chi per ripicca, chi per convenienza, chi perché non è in grado di mantenerle nonostante abbia buone intenzioni perché ci sono situazioni più grandi, così come dice Jodi Lynn Picoult: “Le cose si rompono in continuazione. Bicchieri, piatti, unghie. Le promesse. I cuori”.
Quante delusioni abbiamo avuto e abbiamo dato per non aver mantenuto le promesse!
Ma Dio non delude mai!
Davide nel Salmo 34:5 riferendosi al Signore dice: “Quelli che lo guardano sono illuminati, nei loro volti non c’è delusione”.
Paolo affermò semplicemente che la speranza della vita eterna si basa sulla promessa di Dio stesso.
Poiché la promessa viene da Dio stesso, la certezza dell'adempimento è assicurata!
Così la speranza biblica è una certezza consolidata perché scaturisce dal carattere e dalle promesse immutabili di Dio (cfr. per esempio Numeri 23:19; Malachia 3:6; Ebrei 6:13-18; Giacomo 1:17).
Perciò la speranza biblica non riflette un desiderio dubbioso e discontinuo di ciò che può o non può accadere, perché si basa sulla natura immutabile e sulla promessa di Dio e quindi si traduce in sicurezza, forza, incoraggiamento per il credente.
Daniel Doriani a proposito scrive: “ll punto è che quando un peccatore crede in Gesù, scopre le promesse di Dio che costituiscono garanzie su cui il credente può fare affidamento. Trovare certezza nelle promesse di Dio significa quindi confidare nel carattere del Signore che le ha fatte”.
Qual è il significato della parola greca qui per “promessa”?
Intanto il verbo “promessa”, cioè “ha promesso” (epēngeilato - aoristo medio indicativo) sottolinea che la promessa è una realtà attuale, quindi non passa con il tempo!
La parola greca per “promessa” (epangellomai) è una dichiarazione per fare qualcosa con implicazione di obbligo di eseguire quanto dichiarato (cfr. per esempio 2 Pietro 3:13).
La promessa è una dichiarazione personale fatta da una persona a un'altra persona che ciò che promette realizzerà!
Con la promessa, Dio si è preso un impegno verbale (cfr. per esempio Galati 3:19; Ebrei 6:13; Giacomo 1:12) nei confronti dei Suoi eletti come scritto nel v.2, cioè dei credenti.
Le promesse di Dio provengono dalla Sua buona volontà!
Joel Beeke e James La Belle parlando delle promesse di Dio scrivono: “Le promesse di Dio sono un magazzino di benedizioni e uno scrigno di buona volontà lasciatoci in eredità dal nostro Padre celeste”.
Così anche William Spurstowe riguardo la promessa di Dio scriveva che è "una dichiarazione della volontà di Dio, in cui indica quali particolari cose buone egli concederà liberamente e i mali che rimuoverà".
La promessa è specificamente legata a Gesù Cristo (cfr. per esempio Galati 3:13-18; Romani 4:21).
Se Dio Padre è la fonte delle promesse, il Figlio Gesù Cristo è il mezzo, infatti attraverso il Suo sacrificio sulla croce per la nostra salvezza (cfr. per esempio Matteo 1:21; 1 Timoteo 1:15) e la Sua mediazione, oggi, alla destra di Dio Padre (Giovanni 14:6; Romani 8:31-34), possiamo godere delle promesse di Dio, altrimenti saremmo rimasti Suoi nemici e fuori dalla portata delle Sue promesse (cfr. per esempio Giovanni 3:36; Romani 5:10).
In 2 Corinzi 1:19-20 Paolo scrive: “Perché il Figlio di Dio, Cristo Gesù, che è stato da noi predicato fra voi, cioè da me, da Silvano e da Timoteo, non è stato «sì» e «no»; ma è sempre stato «sì» in lui. Infatti tutte le promesse di Dio hanno il loro «sì» in lui; perciò pure per mezzo di lui noi pronunciamo l'Amen alla gloria di Dio”.
Questi versetti della seconda lettera ai Corinzi ci parlano della verità e certezza, che le promesse di Dio sono valide per sempre, quindi ci parlano dell’affidabilità del contenuto del messaggio della predicazione su Cristo Gesù Figlio di Dio, e delle promesse che hanno in Cristo tutti i veri cristiani, cioè coloro che hanno una vera fede e si sono pentiti dei loro peccati (cfr. per esempio Atti 20:31).
Gesù Cristo, dunque è l’adempimento e la garanzia delle promesse di Dio! Il garante (Ebrei 7:22) che le promesse di Dio si realizzeranno!
Non solo Gesù Cristo ha realizzato le promesse che lo riguardavano dell’Antico Testamento (cfr. per esempio Matteo 5:17; Luca 24:44), ma se noi oggi, possiamo godere delle promesse di Dio, è grazie al sacrificio e alla mediazione di Gesù che fa per noi alla Sua presenza!
Le promesse di Dio sono confermate e realizzate per mezzo di Cristo.
Pertanto possiamo dire: “Amen” (amēn), cioè “certamente”, “così sia” alla gloria di Dio!
Con “Amen” affermiamo solennemente che crediamo che le promesse di Dio sono vere in Gesù Cristo!
…Tu, ora in questo momento lo puoi affermare?
Puoi dire “amen” che le promesse di Dio in Cristo Gesù sono vere?
Nella stagione della promessa vediamo:
B) La circostanza della promessa di Dio
Non viene detto in quale circostanza precisa Dio abbia fatto questa promessa, ma quello che leggiamo è: “Prima di tutti i secoli da Dio”.
La promessa è radicata nel proposito eterno di Dio per l’umanità.
Il piano di salvezza, la promessa della vita eterna, guarda in entrambe le direzioni lungo la strada della grazia di Dio, vale a dire in direzione dell’eternità futura, come eternità passata.
“Prima di tutti i secoli” (pro chronōn aiōniōn) ci riporta indietro prima dell'inizio del tempo, letteralmente è: “prima dei tempi eterni”, cioè a un periodo di tempo indefinito che risale prima della creazione.
William Kelly dice: "Era una promessa della divinità quando né il mondo né l'uomo esistevano ancora".
Così “prima di tutti i secoli” è un modo di dire per indicare il periodo prima della creazione e quindi prima che esistesse il tempo, prima che il tempo iniziasse, quindi si riferisce all’eternità (cfr. per esempio 2 Timoteo 1:9).
Dunque, la promessa di Dio della vita eterna era secondo il Suo proposito che risale all'eternità, ciò che Dio ha promesso esisteva prima della creazione del mondo e della rivelazione di questo piano.
A riguardo Philip Towner scrive: “Di conseguenza, la promessa appartiene al divino piano di redenzione che era nascosto alla percezione e all'intelligenza umana fino a quando non giunse il tempo di Dio per farla conoscere”. (cfr. per esempio Tito 1:3; Efesini 3:1-12).
Il piano di salvezza per i peccatori non è venuto dopo la caduta nel peccato di Adamo ed Eva per rimediare al loro problema, ma prima ancora che fossero stati creati!
La promessa della vita eterna era il risultato di un disegno divino progettato nell'eternità, pianificato prima di aver creato il mondo e quindi Adamo ed Eva.
Così la caduta nel peccato dell’umanità e il sacrificio di Gesù Cristo, quindi la salvezza degli eletti come li chiama Paolo in Tito 1:2, erano stati progettati prima della creazione (cfr. per esempio Atti 2:23; 13:48; Romani 8:28-29; 1 Corinzi 2:7; Efesini 1:3-6; 2 Tessalonicesi 2:13; 2 Timoteo 1:9; 1 Pietro 1:20; Apocalisse 13:8).
La salvezza dei credenti, non è un ripensamento con Dio, lo aveva pianificato nei minimi dettagli nell’eternità! E questo ci fa ancor di più sperare in Dio!
Steven Cole scrive: “La promessa era lì prima che ci fossero persone che ne avessero bisogno! Ciò rende la nostra speranza della vita eterna ancora più sicura. È radicata nella promessa eterna di Dio!”
Il punto di Paolo è che ciò che i credenti stanno sperimentando ora, fa parte del piano eterno di Dio finché non lo ha rivelato nell'epoca presente (cfr. per esempio Romani 16:25-26; Colossesi 1:25-26; Tito 1:3).
Infine vediamo:
III LA SICUREZZA DELLA SPERANZA
“Che non può mentire”.
In primo luogo consideriamo:
A) La destabilizzazione della menzogna
Studiosi hanno visto questa caratteristica di Dio che non mente, per contrastare la reputazione tradizionale del popolo di Creta, com’è scritto nel v.12, dove troviamo una frase dello scrittore e filosofo cretese Epimenide vissuto tra il settimo e sesto secolo avanti Cristo, che diceva tra le altre cose: “I cretesi sono sempre bugiardi”.
Nel mondo antico, si diceva che i Cretesi considerassero la menzogna "culturalmente accettabile".
Certamente sappiamo che i bugiardi esistono anche oggi, ed è anche oggi culturalmente accettabile fino a quando non ci tocca da vicino e ne facciamo le spese!
Qualcuno ha detto:“La verità fa male per poco, ma una bugia fa male per sempre”.
Ora dobbiamo pensare come disse una volta il presidente degli Stati Uniti d’America Abraham Lincoln: “Nessun uomo ha una memoria abbastanza buona per essere un bugiardo di successo”.
“Le bugie hanno le gambe corte”.
Prima o poi le bugie saranno scoperte e cosa succede quando scopri che una persona è bugiarda?
Non ti fidi più di quella persona!
Il filosofo Friedrich Nietzsche disse: “Non sono infastidito dal fatto che tu mi abbia mentito, sono infastidito perché d’ora in poi non posso più crederti”.
Ma Dio non è così!
Vediamo:
B) La diversità di natura tra Dio e l’umanità
Paolo fa notare che quel Dio che ci ha promesso la vita eterna: "Non può mentire".
Dio non è mai venuto meno a una promessa, e mai lo farà!
Albert Barnes scriveva: “Il fatto che Dio non può mentire, che è nella sua natura dire sempre la verità, e che non possa mai verificarsi alcuna circostanza in cui egli se ne allontani, è il fondamento di ogni nostra speranza di salvezza”.
La salvezza, la vita eterna, è garantita perché si basa su una promessa data da Dio che non può mentire!
"Non può mentire" significa che non c’è nessuna possibilità che Dio possa mentire! (cfr. Ebrei 6:18).
La parola greca per “non può mentire” (apseudēs - aggettivo) afferma il carattere di Dio, letteralmente è: “Senza menzogna, senza inganno", o “libero dalla falsità”, quindi ci dice che Dio nella Sua natura non è bugiardo!
Dio è libero da tutte le bugie! È libero da tutti i tipi di inganni e falsità!
Dio è incapace di dire bugie e di ingannare!
Dio non è bugiardo!
Dio nella Sua natura, non è caratterizzato dalla bugia, ma dalla verità!
Perciò Dio è assolutamente affidabile, è completamente degno di fiducia!
La Bibbia dice che Dio è un Dio di verità!
Per esempio nel Salmo 31:5 è scritto che il re Davide si è affidato a Dio nella Sua difficoltà dicendo: “Nelle tue mani rimetto il mio spirito; tu m'hai riscattato, o SIGNORE, Dio di verità” (Isaia 65:16).
La Sua parola è verità! (cfr. per esempio Salmo 119:160; Giovanni 17:17), come anche la Sua condotta! (Apocalisse 15:3).
Pertanto, Dio non può mentire perché è contro la Sua natura!
È costituzionalmente incapace di mentire, nella Sua natura è impossibile che lo possa fare!
Com’è impossibile che l’acqua possa diventare fuoco, o il fuoco acqua, così è impossibile che Dio possa diventare bugiardo, e quindi dire e fare cose che non rispecchiano la verità!
Il Dio di verità, è anche immutabile (Malachia 3:6; Giacomo 1:17) e fedele a Se Stesso (2 Timoteo 2:13), e ha il potere di realizzare i Suoi piani! Niente e nessuno li può impedire! (cfr. per esempio Salmo 33:10-11; Isaia 14:24,26-27; 46:10-11; 55:10-11; Daniele 4:35).
Pertanto ciò che promette realizzerà!
Come scrisse Samuel Rutherford a un credente in difficoltà: "La nostra speranza non è appesa a un filo così srotolato come: 'Immagino di sì' o 'È probabile', ma la fune, la forte corda della nostra àncora fissata, è il giuramento e la promessa di Colui che è verità eterna".
L'assoluta affidabilità di Dio è spesso dimostrata in contrasto con l'intrinseca natura menzognera degli esseri umani come leggiamo per esempio in Numeri 23:19: “Dio non è un uomo, da poter mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?”
Dio non è come gli esseri umani che sono tutti bugiardi (cfr. per esempio Romani 3:4), che cambiano idea, o anche il diavolo che è un bugiardo e il padre della menzogna! (Giovanni 8:44).
Dio è fedele ciò che dice lo realizza, ciò che promette mantiene! (cfr. per esempio 1 Samuele 15:29; Ebrei 10:23).
Dio è di una natura diversa dagli esseri umani: l’umanità peccaminosa è falsa e volubile, tende all’inganno e alla menzogna, o dimentica le promesse che fa, ma Dio è verace e fedele!
Dio mantiene le promesse!
Quello che Dio promette è verità, non promette cose che non può realizzare, ma ciò che promette corrisponde alla verità e lo farà.
La fedeltà di Dio significa che Dio fa ciò che ha detto di fare e adempirà quello che Egli ha promesso.
Pertanto ti puoi fidare di Dio!
CONCLUSIONE
Sperare che una casa costruita sulla sabbia rimanga in piedi sarebbe una falsa speranza, perché non vi è alcun fondamento.
Dobbiamo porre la speranza su un terreno sicuro, questo terreno è Dio, di Lui ci possiamo fidare, è un buon fondamento su cui costruire la nostra vita presente e quella futura dopo la morte!
Dio darà la vita eterna a quelli che credono in Gesù Cristo e al Suo sacrificio per la salvezza dai loro peccati e dall’inferno!
Non finisce tutto con la morte, anzi la morte è “la porta che c’introduce nell’eternità”.
Alcuni avranno la vita eterna, altri la perdizione eterna, cioè l’inferno! (cfr. per esempio Matteo 7:13-14; 25:41,46; Luca 16:19-31; 2 Tessalonicesi 1:9; Apocalisse 20:11-15).
Per i credenti c’è la promessa della vita eterna e possiamo essere certi che Dio ce la darà perché non è bugiardo, è impossibile che lo sia!
Nella Sua natura è Dio di verità e ha il potere di realizzare quando promesso! (cfr. per esempio Romani 4:21).
Affida la tua anima a Gesù Cristo per la tua salvezza con la certezza allora che Dio te la darà!
Ringrazialo per questa meravigliosa promessa!