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Visualizzazione dei post da gennaio, 2024

Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

Genesi 50:20: Dio cambia il male in bene!

 Genesi 50:20: Dio cambia il male in bene! “Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso”. Quanti giorni brutti possiamo sopportare? Quanti problemi uno dopo l’altro possiamo sostenere? In che modo dobbiamo reagire in queste circostanze? Quali verità su Dio dobbiamo ricordare?  La storia di Giuseppe ci aiuta a rispondere a queste domande. Se qualcuno ha avuto una serie di circostanze brutte senza aver commesso nulla di male, quello era proprio Giuseppe, e questo ci fa capire che non sempre la sofferenza è una disciplina (cfr. per esempio Ebrei 12:4-11), o una prova (cfr. per esempio 1 Pietro 1:6-7), o un giudizio di Dio (cfr. per esempio 1 Corinzi 11:27-31). A causa della gelosia dei suoi fratelli, Giuseppe si trovò prima gettato in una cisterna (Genesi 37:12-24), poi venduto schiavo a dei mercanti (Genesi 37:25-36), che a loro volta lo vendettero schiavo in E...

Ecclesiaste 1:3: La vanità della vita

 Ecclesiaste 1:3: La vanità della vita Quando aveva ottantanove anni, un anno prima di morire, il politico inglese Sir Leonard Woolf (1880 – 1969) disse: "Il mondo di oggi e la storia del formicaio umano degli ultimi cinquantasette anni, sarebbero esattamente gli stessi se avessi giocato a ping-pong invece di sedere in commissioni, scrivere libri e memorandum. Devo quindi fare questa ignominiosa confessione a me stesso e a chiunque legga queste parole: in questa lunga vita ho macinato 150.000-200.000 ore di lavoro perfettamente inutile". Leonard Wolf ha considerato tutte quelle ore di lavoro qualcosa d’inutile! Salomone, riconosce la monotonia dell'attività frenetica della vita e l'inutilità della fatica umana, si chiede quale profitto ha l’umanità di tutta la fatica che compie su questa terra.  Questo sarà illustrato nei vv.4-11. Il ritmo incessante delle generazioni umane (Ecclesiaste 1:4), i cicli del sole (Ecclesiaste 1:5), i movimenti del vento (Ecclesiaste 1:6) ...

1 Samuele 12:24-25: Chiamati alla consacrazione tenendo presente il giudizio di Dio

 1 Samuele 12:24-25: Chiamati alla consacrazione tenendo presente il giudizio di Dio Israele aveva bisogno di qualcuno che insegnasse loro il modo giusto di vivere secondo il patto Sinaitico, Samuele lo ha fatto! Nel contesto di questi versetti leggiamo che il popolo è stato infedele al Signore per seguire gli idoli di Baal e di Astarte, per questo motivo il Signore li giudicò dandolo a eserciti nemici. Il popolo grida al Signore per essere liberato confessando il suo peccato d’idolatria, ma aveva commesso anche un altro peccato quello di volere un re come le altre nazioni (1 Samuele 12:19), che implicava il rifiuto con disprezzo del Signore come Re! Il Signore richiama ancora il Suo popolo a essergli fedele e davanti a una manifestazione della natura (tuoni e pioggia fuori stagione), gl’Israeliti ebbero una gran timore del Signore e di Samuele, e riconoscendo il loro peccato di richiedere un re, chiedono al profeta di pregare per loro. Samuele afferma il loro peccato, li richiama ...

Tito 1:2: La ragione del ministero di Paolo

  Tito 1:2: La ragione del ministero di Paolo Paolo al v.1 da un breve accenno autobiografico dicendo che è un servo di Dio e apostolo di Gesù Cristo per promuovere la fede degli eletti di Dio e la conoscenza della verità che è conforme alla pietà. Nel v. 2 mette in evidenza per attirare la nostra attenzione che la sua missione si basava sulla speranza della vita eterna che è stata promessa prima della creazione da Dio e possiamo esserne certi perché Dio nella Sua natura non è bugiardo! Dunque, in questo versetto vediamo la ragione per cui l’apostolo Paolo serviva Dio, e questa è legata alla speranza della vita eterna. Prima di tutto vediamo: I LA SOSTANZA DELLA SPERANZA  “Nella speranza della vita eterna”. La preposizione “nella” (ep’) nel greco indica “sopra”, ”appoggiato sulla base di”  (cfr. per esempio Matteo 24:2; Marco 6:39.48; 8:4; Giovanni 19:31; Atti 5:30; Apocalisse 4:4). Allora la frase “nella speranza” (ep’ elpidi - dativo locativo) è la base su cui si edific...