Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

2 Corinzi 12:7: La sofferenza preventiva

 2 Corinzi 12:7: La sofferenza preventiva
Il v. 7 è una logica conclusione dei vv.5-6; Paolo conclude il discorso sul vantarsi: non si vanta di se stesso anche se ne avesse i motivi, ma delle sue debolezze, nelle sue debolezze si dimostra perfetta la potenza del Signore (vv.1-10). 

Altrove Paolo non parla delle sue capacità e dei suoi successi senza dare gloria a Dio (1 Corinzi 15:10; 2 Corinzi 3:5).

Ogni vanto è una follia, ma poiché i Corinzi hanno udito molte vanterie da altri, Paolo decide che ne udranno alcune da lui (2 Corinzi 12:16). 

Paolo difende il suo ministero contro i falsi apostoli impegnandosi in ironiche vanterie umane sulle sue responsabilità e sofferenze (2 Corinzi 11:16–33). 

D. A. Carson scrive: “Paolo sta rispondendo ai visionari super-spirituali, che si affidavano alle storie della loro abilità spirituali e alle loro esperienze estatiche per rafforzare la loro autorità mentre deprecavano Paolo”.

Paolo si vanta così perché vuole dimostrare l'assurdità dell'autopromozione che avevano i falsi apostoli (cfr. Per esempio 2 Corinzi 11:12,18).

Paolo si mette nello stesso piano di questi falsi apostoli e in un certo senso, risponde alla loro stoltezza, secondo la loro insensatezza, segue in un certo senso quello che è scritto in Proverbi 26:5: “Rispondi allo stolto secondo la sua follia, perché non abbia ad apparire saggio ai propri occhi”.

Nei vv.7-10, Paolo dice ciò che lo ha aiutato a rimanere umile e a dipendere dal Signore: la sofferenza!

La sofferenza non è sempre per una punizione, o per la disciplina del Signore, a volte è preventiva per rimanere umili e per imparare a dipendere da Dio com’è stato per l’apostolo Paolo.

Prima di tutto vediamo:
I IL PROMOTORE DELLA SOFFERENZA DI PAOLO 
Consideriamo prima:
A) Il mandatario della sofferenza di Paolo 
“Un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca”.

Un angelo di Satana è l’esecutore della sofferenza di Paolo.

Nella Bibbia vediamo che a volte la sofferenza è opera di Satana, per esempio con Giobbe (Giobbe 2:1-10), o con la donna paralitica guarita da Gesù (Luca 13:10-17).

Satana è l’avversario di Dio (Efesini 6:11; Giacomo 4:7; 1 Pietro 5:8-9), ha un esercito di angeli (cfr. per esempio Matteo 25:41; Apocalisse 12:7,9), cioè demoni, che operano contro Dio e i cristiani, i figli e si servi di Dio.
Per esempio in 1 Tessalonicesi 2:17-18 Paolo scrive ai suoi lettori che desiderava tornare a trovarli dopo essere stato costretto a lasciare Tessalonica (Atti 17:1-10), ma non lo ha potuto fare perché Satana gli è lo ha impedito. 

In questo passo di 2 Corinzi un angelo di Satana è permesso di tormentare l'apostolo per mezzo di una spina nella carne, probabilmente con lo scopo di ostacolare i piani dell’apostolo, ma per Dio era per farlo rimanere umile.

È importante ricordare che sia nell'Antico che nel Nuovo Testamento, Satana non ha altro potere che quello concessogli da Dio a cui è sottomesso! 

Come vediamo con la sofferenza di Giobbe, Satana non può nulla senza il comando di Dio a cui appartiene il dominio su tutto! (cfr. per esempio Salmo 95:3; 103:19).

I poteri di Satana benché siano notevoli, sono limitati da Dio per i Suoi scopi divini nel fare del bene a coloro che ha scelto (cfr. per esempio Romani 8:28).

Certamente Satana e i suoi angeli avrebbero il potere di distruggere il popolo di Dio, ma sono limitati da Dio!

"Cosa non tenterebbero gli angeli caduti contro gli uomini, se il loro peccato non fosse limitato dalla provvidenza di Dio!" (Ridgley).

Nei Vangeli, Gesù dimostra di avere potere su tutte le forze delle tenebre!

Satana non ha alcun potere su Gesù (cfr. per esempio Giovanni 14:30–31) e i demoni obbediscono alla Sua volontà e autorità (cfr. per esempio Marco 1:21–28; 5:1–13); questo potere Gesù Cristo lo ha dato ai Suoi discepoli (cfr. per esempio Marco 6:7).

Passiamo ora a vedere:
B) Il mandante della sofferenza di Paolo
”E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne”.

Come già visto, se Satana gli ha creato tutta quella sofferenza è perché gli è lo ha permesso Dio (Giobbe 1:6-2:1-10), quindi dietro la sofferenza creata da Satana, c’era la volontà del Signore.

Ora in un certo senso questo è quello che è avvenuto anche a Paolo con la spina nella sua carne.

“Mi è stata messa” (edothē moi) indica che in un momento preciso del passato (aoristo) qualcuno ha messo una spina nella carne di Paolo, che come indicato dal verbo “schiaffeggiarmi” indica un dolore presente, un continuo tormento.

La cosa interessante è che Paolo non pensava a questa sofferenza come qualcosa di negativo, ma a una grazia del Signore!

La Nuova Diodati dice: “Inoltre, affinché non m'insuperbisca per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata data una spina nella carne, un angelo di Satana per schiaffeggiarmi, affinché non m'insuperbisca”.

Il famoso predicatore Spurgeon disse a riguardo: "Egli dice: 'Mi è stata data'. Valutava la sua grande prova come dono. Si esprime bene. Infatti egli non dice, 'Mi è stata inflitta una spina nella carne', ma 'Mi è stata data'". 

Così anche lo studioso Albert Barnes diceva: “Che questa ‘spina nella carne’ gli è stata data, sottintende che era una grazia.  Non se ne lamenta; non dice che è stata mandata con crudeltà; non ne parla nemmeno come di un'afflizione; ne parla come di un dono, come farebbe qualsiasi uomo per un favore che gli è stato concesso. Paolo aveva una visione così chiara dei benefìci che ne derivavano che lo considerava una grazia, come i cristiani dovrebbero fare in ogni prova”.

Avevano ragione Spurgeon e Barnes, Paolo descrive la spina come un "dono", infatti è stata messa (edothē – aoristo passivo indicativo) si riferisce a un dono (dídōmi) in senso positivo; indica un’espressione di generosità per il bene di chi lo riceve (cfr. per esempio Matteo 19:21; Atti 20:35).

Ora i demoni non donano qualcosa all’umanità per il loro bene! Ma per distruggere la loro fede, oppure per ostacolare il loro servizio al Signore! (cfr. per esempio 1 Pietro 5:8).

Così secondo la convinzione di molti studiosi, questo verbo è un passivo divino, c’è l'allusione velata a Dio come autore, e quindi il Signore, come donatore di benefici per la Sua grazia (cfr. per esempio Matteo 6:11; 7:11; Galati 3:21; Efesini 3:8; 1 Timoteo 4:14).

Allora possiamo affermare che il Signore ha messo una spina nella carne di Paolo usando un angelo di Satana per lo scopo benefico dell’apostolo!

Oswald Chambers disse: “Tutto ciò che il diavolo fa, Dio lo supera per servire il proprio scopo”.

L'azione di un angelo di Satana non avvenne al di fuori della volontà di Dio!

Ci sono persone, anche credenti che isolano le azioni di Satana da quelle di Dio.

Se consideriamo anche la morte di Gesù Cristo, non è così!
Luca riconosce la sequenza della passione di Gesù, del tradimento, dell'arresto, della tortura, del processo truccato e della crocifissione come “la potenza delle tenebre” (Luca 22:53); “per mano d’iniqui” (Atti 2:27); e come risultato di una congiura (Atti 4:27). 
Allo stesso tempo, però, tutti questi eventi erano la volontà e il piano di Dio che aveva prestabilito prima che accadessero (Atti 4:28), prima della creazione del mondo, (1 Pietro 1:18-20) che ha usato la malvagità degli uomini e di cui ne sono responsabili!

Frank Retief dice: “Satana può affliggerci, tentarci, solo con il permesso divino”.

Benché Dio non è l’autore del male (cfr. per esempio Giacomo 1:13), usa Satana e i demoni per realizzare i Suoi piani!

Anche se Satana effettivamente pensa di fare il male, Dio lo usa per il bene!

Così lo scopo malvagio di Satana è racchiuso in quello di Dio. 

Geoffrey B. Wilson disse: “L'opera di Satana viene annullata in modo da contribuire alla realizzazione del proposito divino, anche se Satana da parte sua usa i suoi massimi poteri per ostacolare tale proposito”.

Dio è sovrano su tutta la Sua creazione e usa le forze del regno delle tenebre per realizzare i Suoi giusti propositi (cfr. per esempio Numeri 22:2–24:25; 1 Re 22:19–23; Giobbe 1;12,21; 2:1-7).

Satana e il suo esercito, sono strumenti per realizzare il proposito divino, e nella situazione di Paolo, un angelo di Satana stava “sudando”, cioè lavorando al piano di Dio!

Dio governa gli strumenti di Satana per servire i Suoi scopi, per mostrare la sufficienza della grazia di Dio nel “lucidare” Paolo come diceva Stephen Charnock: "La bontà di Dio fa del diavolo un lucidatore, mentre egli intende essere un distruttore". 

Attraverso Satana e i suoi demoni, Dio ci “fa brillare”, ci “lucida”, toglie le nostre imperfezioni caratteriali!

Allora facciamo bene a ricordare e a non fare l’errore di certi che dicono a Satana e ai suoi angeli quello che devono fare per non ostacolare i piani di Dio!

John MacArthur a proposito dice: “Questo è un buon promemoria della stoltezza di coloro che cercano di dire a Satana e ai demoni cosa fare e dove andare. Se potessimo comandare i demoni, potremmo ostacolare i propositi di Dio con le nostre supposizioni errate”.

Allora, in un modo profondamente misterioso Dio era la fonte ultima di quella spina!

Dio era il promotore invisibile dietro l'amara esperienza dell’apostolo!

Se fosse stato per volontà ultima di Satana, che motivo avrebbe avuto di renderlo umile?

Nessuno! Perché Satana vuole che diventiamo orgogliosi, arroganti così i suoi interessi sarebbero molto meglio serviti, ecco perché era la volontà del Signore che Paolo avesse questa spina nella carne.

Dunque, in definitiva era il Signore che ha voluto questa spina nella carne di Paolo affinché rimanesse umile!

Consideriamo ora:
II IL PERCHÈ DELLA SOFFERENZA DI PAOLO
Prima di tutto vediamo:
A) La cronicità della sofferenza di Paolo
È sottolineato che un angelo di Satana ha schiaffeggiato Paolo. 

La traduzione migliore per la parola greca “schiaffeggiarmi” (kolaphizē – presente attivo congiuntivo) è: “Mi colpisce con un pugno chiuso” (cfr. per esempio Matteo 26:67; Marco 14:65), o mi maltratta intenzionalmente (cfr. per esempio 1 Corinzi 4:11; 1 Pietro 2:20).

Paolo soffriva come se qualcuno continuamente gli dava un pugno in faccia! 

Infatti, il tempo presente del verbo fa pensare a un'azione continua, ventiquattro ore al giorno, quindi “colpire con un pugno continuamente”, Paolo sta parlando di un problema, di una sofferenza cronica, di “un pugno costante”.

Non si trattava di un dolore fugace, o di un problema occasionale, ma di qualcosa che lo tormentava quotidianamente!

Lo possono capire bene chi ha una sofferenza cronica cosa significhi questo!

Nel perché della sofferenza di Paolo vediamo:
B) La straordinarietà delle esperienze di Paolo
“L’eccellenza” (huperbolḗ), è uno stato di superamento in misura straordinaria di un punto su una scala di estensione, quindi qualcosa di grande, che va oltre ogni misura, al di là di ogni paragone, assolutamente incomparabile, straordinaria, stupefacente, qualcosa di esagerato (cfr. per esempio 2 Corinzi 4:7).

Paolo si riferisce alle “rivelazioni” (apokálupsis), e non solo a una rivelazione, il che significa che non sta pensando solo di un evento unico!!

Queste rivelazioni sono manifestazioni dei misteri del Signore (cfr. per esempio 2 Corinzi 12:1; Galati 1:12; 2:2; Efesini 1:17; 3:3), probabilmente Paolo qui si riferisce alle visioni (cfr. per esempio Atti 16:6-10; 18:9; 23:11; 27:23), o alle estasi come in 2 Corinzi 12:2-4, dove Paolo racconta la testimonianza che è stato rapito in paradiso e udì parole ineffabili, non sa nemmeno lui come avvenne se con il corpo, o senza il corpo.

È chiaro che queste rivelazioni così straordinarie potevano portare Paolo a insuperbirsi, e quindi attraverso la sofferenza Paolo poteva rimanere umile.

E questo ci porta a considerare infine:
III IL PROPOSITO DELLA SOFFERENZA DI PAOLO
”E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni” e ancora:
“Per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca”. 

Nel proposito della sofferenza vediamo:
A) La necessità della sofferenza
Romani 8:28-29 dice che tutto ciò che ci accade, proprio tutto fa parte del piano di Dio che è quello di renderci simili a Gesù.

Così gli stratagemmi e gli attacchi dei demoni possono essere per il benessere spirituale di un credente per la provvidenza di Dio!

Considerando quando abbiamo detto fino a questo punto, allora non c'è battuta d'arresto, fallimento, malattia, tragedia, delusione, problema, o sconfitta che Dio non possa usare per benedirci!!

Se mentre Satana e il suo esercito pensano a distruggere, o a ostacolare i servi del Signore, il Signore pensa per il loro bene!

“La sapienza divina stabilì che la spina era ciò di cui Paolo aveva bisogno, perché senza di essa l'apostolo sarebbe diventato presuntuoso” (Kent Hughes).

Dio voleva che Paolo rimanesse umile e pienamente consapevole della propria debolezza e quindi per dipendere da Lui, e la sofferenza è uno strumento per tutto ciò (vv.9-10).

Lensky scriveva: “Più alta era l'opera di Paolo, più aveva bisogno di umiltà. Più divina era la sua opera, più necessaria era per lui la costante consapevolezza della totale dipendenza dal Signore”. 

Secondo la volontà di Dio, Paolo era fondamentale per il Suo piano di redenzione e lo avrebbe mantenuto umile con qualsiasi mezzo necessario, incluso la sofferenza per azione di angelo di Satana.

David Garland scrive: “Dio permette a Satana di colpire l'apostolo, ma Dio trasforma il Paolo colpito in uno strumento ancora più grande del suo potere. Un Paolo orgoglioso e arrogante avrebbe solo ostacolato l'avanzata del Vangelo. Un Paolo umiliato e fragile, condotto come prigioniero nel trionfo di Dio, ha accelerato il progresso del Vangelo in modo che il profumo della conoscenza di Dio si diffonda ovunque”.

Dio permette a Satana di portare sofferenze ai Suoi servi per raggiungere la loro maggiore utilità secondo i piani di Dio!

“Così, con l'Apostolo, quella che sembra essere una conquista invalidante da parte del messaggero di Satana si trasforma in un trionfo della grazia e in una rivendicazione della sovranità di Dio Onnipotente” (Philip Edgcumbe Hughes).

Come già detto, qui vediamo che il motivo, o lo scopo per cui Paolo soffre è perché dipendesse totalmente dalla potenza del Signore (vv.9-10) per la missione importante che gli aveva affidato e per tenerlo umile. 

Infatti dice “perché non avessi a insuperbire”, e affinché io non insuperbisca”.

Per due volte Paolo usa la parola “insuperbire”, come per sottolinearla.

“Insuperbire” (huperairōmai) è “essere eccessivamente orgoglioso”, o “essere eccessivamente esaltato” o “avere un'opinione troppo alta di se stessi”; “essere pieni di sé; essere consumati dalla presunzione”.

Indica avere un senso indebito della propria importanza, elevarsi, esaltarsi al di sopra degli altri.

L’eccellenza delle rivelazioni poteva portare Paolo a innalzarsi sugli altri!

La spina nella carne serviva a prevenire qualsiasi reazione egocentrica di questo tipo.

La spina in Paolo, gioca un ruolo importante nell'impedire che la percezione che ha di sé venga distorta dalle straordinarie rivelazioni che ha ricevuto.

Paolo sapeva che il privilegio di avere visioni e rivelazioni celesti può portare all'orgoglio. 

La spina era stata progettata per il suo beneficio spirituale, per preservarlo dall'orgoglio.

La tentazione per Paolo di elevarsi al di sopra degli altri cristiani era reale.

Simon Kistemaker scrive: “L'orgoglio si insinua furtivamente nell'animo umano e governa in modo tale che una persona spesso non si accorge della sua presenza”.

Anche oggi alcuni potrebbero essere tentati di avere un'alta opinione di se stessi in seguito a tali esperienze straordinarie: "Devo essere una persona speciale agli occhi di Dio perché Egli mi permetta di avere esperienze così straordinarie".

Così in questo senso la sofferenza è una benedizione per rimanere umili! 

Questa spina ricordava continuamente a Paolo la sua dipendenza da Dio e lo allontanava dall'orgoglio, dall'arroganza e dall'autosufficienza.

La spina lo rendeva consapevole delle proprie inadeguatezze e gli impedisce di pensare di essere all'altezza della missione che il Signore gli aveva affidato, di farcela da solo; impedisce a un ego gonfio di pensare di operare e di vivere senza la potenza del Signore nella sua vita!

David Garland scrive: “L'euforia eccessiva derivante dall'incredibile esperienza di poter entrare in paradiso potrebbe facilmente portare a un'eccessiva inflazione del proprio ego in modo da sentirsi superiori agli altri meno benedetti dalle visioni straordinarie. Per impedire che tale orgoglio spirituale emergesse in Paolo, gli fu data una spina nella carne… La ‘spina’ di Paolo era una cura efficace per qualsiasi euforia errata che le visioni potessero evocare”.

Quella “spina forava e sgonfiava” l’euforia orgogliosa come un palloncino pieno d’aria!

Paolo non era immune dal pericolo dell'orgoglio. Nessuno lo è!

I migliori servi del Signore possono avere in sé una radice di orgoglio, o una disposizione a esaltarsi, o a esaltarsi oltre misura, quando hanno esperienze straordinarie con il Signore rispetto ad altri, allora si possono montare la testa, si possono insuperbire! Innalzare sugli altri!

L'orgoglio era per Paolo una tentazione costante! Perciò, per mantenerlo umile, era necessaria questa spina nella carne!

C’è chi come Paolo ha bisogno di rimanere umile, chi ha bisogno di imparare altri aspetti caratteriali come per esempio la pazienza, o l’altruismo, o la mansuetudine e così via, allora il Signore usa la sofferenza per perfezionare il nostro carattere secondo quello di Gesù Cristo (Romani 5:3-4; 8:28-29; Efesini 4:11-13; Giacomo 1:2-4). 

Vediamo ora:
B) La natura della sofferenza
Paolo parla della sua esperienza di sofferenza e specifica che è una spina nella carne.

Che cosa è “la spina nella carne?” (skolops tē sarki).
L'identità di quella spina nella carne è stata molto dibattuta. 
Paolo non la descrisse in dettaglio, non specificò che cosa fosse, forse perché i Corinti sapevano di cosa si trattasse.

Ma certamente non era un difetto di nascita, o un difetto caratteriale che lo aveva afflitto prima di avere le rivelazioni eccellenti.

Com’è altrettanto chiaro che questa spina nella carne era qualcosa di considerevole, non un piccolo malessere, come dimostrato dal fatto che ha pregato più volte per esserne liberato.

D. A. Carson dice a riguardo: “La spina di Paolo era qualcosa di molto doloroso o straordinariamente imbarazzante, e forse entrambe le cose”.

La parola greca per “spina” (skolops) si riferisce a qualcosa di affilato e appuntito, come una scheggia che entra in un piede, o in una mano, o in qualsiasi parte del corpo (traduzione settanta Numeri 33:55; Ezechiele 28:24), o come un'asta di legno, o un palo come forma di esecuzione. 

La spina nella carne suggerisce qualcosa di molto doloroso, un dolore acuto, intenso e penetrante che si produce come quando una spina viene conficcata in profondità nella carne.

Riguardo questa parola John MacArthur scrive: “Potrebbe essere meglio tradotto ‘palo’, indicando graficamente l'intensità della sofferenza che a Paolo causò; non era una piccola spina, ma un grande palo”.

In questo senso, con palo s’intende una grande sofferenza, qualcosa molto fastidioso e doloroso ecco perché l’apostolo ha pregato per tre volte per la sua rimozione! (2 Corinzi 12:8).

Nella parola "spina" allora abbiamo l'idea, di qualcosa di acuto e doloroso che si conficca profondamente nella carne in modo che rimanga lì e non possa essere tirato fuori perché il Signore vuole che la situazione rimanga così, era questa la Sua volontà!

“Carne” (sarki) è il corpo fisico (cfr. per esempio Atti 2:31; 2 Corinzi 7:5; 1 Timoteo 3:16) e quindi si riferisce alla sofferenza del corpo.

Quindi, questa spina nella carne è sia metaforica che concreta, cioè la “spina” (skolops) era metaforica, quindi non una vera e propria spina, ma indica la grande sofferenza, mentre “carne” era concretamente il suo corpo.

Non stiamo ad elencare le numerose interpretazioni, ma c’era una sofferenza che gli causava dolore fisico che poteva provenire da una malattia, o una disabilità, o una deturpazione socialmente debilitante, uno sfregio, un maltrattamento fisico che gli ha creato disabilità fisica, dovuta agli oppositori (v.10; 1 Corinzi 4:10-13; 2 Corinzi 4:11; 6:4-10), che era oggetto di disprezzo, ripugnante e questo non attirava le persone (cfr. per esempio 2 Corinzi 10:10; Galati 4:13-14).

In 2 Corinzi 11:23–33 Paolo menziona una serie di sofferenze, fino a essere in pericolo di vita per la sua missione per Gesù a causa dei suoi oppositori, e da persecuzioni ne portava i segni sul corpo (cfr. per esempio Atti 14:19; 16:23; 2 Corinzi 1:8; Galati 6:17).

Dunque, anche se non possiamo essere sicuri cosa fosse specificatamente questa spina nella carne, certamente era qualcosa che lo faceva soffrire, aveva un potere più che fastidioso costante, ma nello stesso tempo Paolo era consapevole che questa spina, questa sofferenza cronica era utile affinchè lui rimanesse umile e dipendesse dal Signore! 

Certamente è stato un bene per noi oggi come per altri cristiani del passato, non sapere specificatamente quale spina avesse Paolo, così tutti coloro che soffrono possono identificarsi con la sua situazione e applicare i vv.7-10 a loro come ci ricorda J. Phillip Arthur: “Probabilmente è un bene che non conosciamo l'esatta natura del reclamo. Supponiamo di essere informati che si trattava di epilessia. In tal caso, le persone con altri problemi di salute non troverebbero facile identificarsi con Paolo e ottenere aiuto da questo passo. Sia che la usiamo per descrivere una situazione che ci provoca un acuto disagio interiore, sia che la usiamo per descrivere una malattia che ci lascia in un dolore lancinante, l'espressione ‘spina nella carne’ è abbastanza generica da adattarsi a quasi tutti a un certo punto della vita”.

Per Paolo non è importante specificare la natura della sua spina, e questo lo fa intenzionalmente perché non gli interessa la diagnosi medica della sua sofferenza, ma la sua origine, il perché e il suo scopo. 

CONCLUSIONE 
In sintesi possiamo fare le seguenti riflessioni.

1) Più siamo benedetti, o abbiamo esperienze profonde con il Signore e più possiamo essere tentati, o provati
Il Signore vuole che siamo umili (cfr. per esempio Luca 18:14; Colossesi 3:12), e umilia gli orgogliosi (cfr. per esempio Proverbi 16:5; Isaia 13:11; Matteo 23:12; Luca 1:51), o preventivamente umilia con la sofferenza come ha fatto con Paolo.

2) Ringraziamo il Signore perché c’insegna verità spirituali profonde e a volte queste le possiamo imparare solo con la sofferenza
Così la sofferenza è una grazia del Signore per farci crescere moralmente e spiritualmente! (cfr. per esempio Salmo 119:71; Romani 5:3; Ebrei 5:8-9; Giacomo 1:3-4).

Un'antica leggenda narra di un monaco che trovò la corona di spine che era sulla testa di Gesù. La mattina del venerdì santo pose la corona su un altare laterale della cattedrale. Era un oggetto dall'aspetto spettrale, coperto di sangue. Il popolo la guardò per un attimo e poi si allontanò; ricordava loro troppo intensamente la bruttezza e la crudeltà dei loro peccati.
La corona rimase lì fino al mattino di pasqua quando, con il sorgere del sole, il monaco entrò nel santuario. Pensò che questo sanguinoso ricordo del venerdì santo sarebbe stato fuori luogo e che avrebbe dovuto rimuoverlo. Avvicinandosi all'altare, avvertì uno strano profumo. Il sole era così luminoso che all'inizio non riuscì a capire cosa fosse successo. Il sole con i suoi raggi aveva colpito la corona e aveva trasformato le spine acuminate e i ramoscelli spettrali in rose della più rara bellezza e della più gradevole fragranza.

Questo è quello che fa il Signore anche con la sofferenza ai Suoi servi!

Infine:
3) Il Signore usa il male per il nostro bene (cfr. per esempio Genesi 50:20).
Il Signore usa gli stratagemmi di Satana per farci crescere (cfr. per esempio Giacomo 1:3-4).

So che è davvero difficile avere fede, o gioire nella prova come ci ricorda Giacomo (Giacomo 1:3-4), o vedere la sofferenza come un dono, ma Paolo lo ha sperimentato, e se lo Spirito Santo lo ha riportato nella Bibbia, vuol dire che è così e vuole che siamo fortificati da questa verità!




Atti 12:5: L’importanza della preghiera comunitaria

 Atti 12:5: L’importanza della preghiera comunitaria “Pietro, dunque era custodito nella prigione, ma fervide preghiere a Dio erano fatte pe...

Post più popolari dell'ultima settimana