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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Marco 4:18-19: Gli ostacoli alla parola di Dio

 Marco 4:18-19: Gli ostacoli alla parola di Dio
Un professore in visita al Fuller Theological Seminary ha raccontato una storia sulla predicazione di un sermone in un paese in via di sviluppo in cui centinaia di persone si sono fatte avanti come espressione del loro desiderio di camminare con Gesù. 
Pochi mesi dopo, ha predicato lo stesso sermone in una chiesa negli Stati Uniti; non solo nessuno si è fatto avanti al suo invito, ma anche la chiesa sembrava visibilmente annoiata dal messaggio biblico. 
Questa storia è un grande promemoria della verità che dobbiamo “seminare” il vangelo, ma il frutto dipende dalla ricettività degli ascoltatori e dell'opera del Signore nei loro cuori.
Il vangelo è la più bella notizia che l’umanità possa ascoltare e ricevere; così anche tutta la bibbia.
La bibbia, la parola di Dio, può fare miracoli in noi, può operare efficacemente (cfr. per esempio 1 Tessalonicesi 2:13), ma ci possono essere degli ostacoli che gli impediscono di operare nella nostra vita come dovrebbe. 
Gesù sta spiegando ai Suoi discepoli, la Sua parabola del seminatore, o quattro terreni, cioè il modo come viene ricevuto il Suo messaggio, la Sua parola (v.14) e gli ostacoli.
Gesù parla prima di tutto del seme caduto lungo la strada, cioè quelli a cui Satana ruba la parola (v. 15), poi il seme caduto nei luoghi rocciosi, quelli cioè senza radici che dopo le tribolazioni e le persecuzioni sono subito sviati (v. 17); Gesù ora spiega il seme che è caduto tra le spine, prima della spiegazione del seme caduto nella buona terra che porta frutto. 
Gli ostacoli risiedono nelle distrazioni che impediscono alla persona di beneficiare della parola di Dio.
Il nostro testo specifica tre grandi ostacoli del seme caduto tra le spine che impediscono alla parola di Dio di portare frutto nella vita di una persona.
Queste tre spine, questi tre ostacoli, penetrati dentro una persona, soffocano la parola loro predicata che hanno ascoltata, in modo che non produce nulla, che non porti frutto. 
Non ci vuole una laurea in agraria, o essere un contadino esperto, per capire che le spine soffocano il seme, impediscono di farlo crescere, rubandogli nutrimento, acqua, luce e spazio. 
Lensky a riguardo scrive: “Il seme viene accolto nei cuori in cui sono nascosti i germogli di escrescenze spinose. Questi crescono sempre fitti e forti, molto più veloci e più alti del grano, o dell'orzo simili all'erba, e quindi soffocano il buon grano”.
Così ci sono certe “spine” che soffocano la parola di Dio in certe persone, ancora non credenti, in modo che non porti frutto nella loro vita.
Possiamo fare anche un’applicazione a coloro che già sono credenti, ma che comunque la parola di Dio non opera efficacemente in loro perché “le spine del mondo” soffocano la parola di Dio che leggono, o ascoltano!
E allora alcuni di loro dicono: “Ma come mai, non cresco spiritualmente? Come mai mi sento vuoto?”
Una risposta potrebbe essere proprio questa: “Certe spine sono presenti nella tua vita!”
Gesù parla di tre spine.
Vediamo la prima “spina” di chi riceve la parola di Dio:
I GLI IMPEGNI MONDANI
“Poi gli impegni mondani”.
“Impegni mondani” sono gli impegni di questo mondo (merimnai tou aiōnos) si riferisce a ciò che motiva le nostre preoccupazioni ansiose del nostro periodo storico, nel tempo, o epoca presente, oppure all’ansia che deriva dai tempi; ogni epoca ha avuto le sue ansie.
Con la parola “mondani” (aiōnos) si esprime idiomaticamente quello che si potrebbe definire "lo spirito del tempo", le filosofie spirituali e le ideologie che dominano ogni periodo, come anche i pensieri, le opinioni, le massime, le speculazioni, le speranze, gli impulsi, obiettivi, aspirazioni, che circolano nel mondo.
L'idea espressa è che ogni epoca ha il suo tipo di preoccupazioni, e chi si lascia riempire il cuore da queste, sicuramente soffocherà la parola di Dio che ha ascoltato, perché si tratta di interessi superiori rispetto a questa.
“Gli impegni mondani”, sono caratterizzati da un presente secolo malvagio dalla quale Gesù Cristo ha tolto i credenti secondo la volontà di Dio Padre (Galati 1:4).
Infatti prima della loro salvezza, per la misericordia di Dio, i credenti seguivano l’andazzo di questo mondo (Efesini 2:2), di cui il diavolo ne è il dio, il quale ha accecato le menti degli increduli (2 Corinzi 4:4).
Il popolo di Dio può essere attratto e sedotto e dall’epoca presente (2 Timoteo 4:10), invece non devono esserne conformi (Romani 12:2). 
Questo “mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno” (1 Giovanni 2:17).
Così per lo studioso Kenneth Wuest, questa parola: “Si riferisce al corso della vita così com’è vissuta attualmente su questa terra da coloro che non conoscono Dio. Nostro Signore si riferisce alle preoccupazioni delle persone di questa epoca che vivono separate da Dio”.
Nella Settanta, la traduzione greca dell’Antico Testamento, la parola qui tradotta con “impegno” esprime il fardello di preoccupazioni ansiose, apprensione (cfr. per esempio Giobbe 11:18; Salmo 55:22).
In modo negativo, come in questo caso, nel Nuovo Testamento, la parola greca “merimna” per “impegni” ha una connotazione negativa, riferendosi al tipo di preoccupazioni e ansie che ostacolano la salute spirituale e che devono essere sottomesse a Dio (Matteo 13:22; Marco 4:19; Luca 8:14; 21:34; 1 Pietro 5:7).
Così “impegni mondani” si riferisce alle preoccupazioni del tempo, o epoca presente.
Riguarda le preoccupazioni dell'epoca in cui si vive, con ogni epoca che ha i suoi tipi di preoccupazioni che per una persona sono importanti.
Charles Swindoll scrive a proposito: “Le preoccupazioni che Gesù aveva in mente (4:19) sono preoccupazioni legate alla perdita di qualcosa che ci sta troppo a cuore”.
Le preoccupazioni hanno una connotazione di un sentimento di apprensione, ansia, o angoscia in vista di un possibile pericolo, o disgrazia che condiziona poi tutti gli altri pensieri.
Qualcuno ha detto: “La preoccupazione è un piccolo rivolo di paura che serpeggia nella mente finché non taglia un canale in cui vengono drenati tutti gli altri pensieri”.
Inoltre, queste preoccupazioni attirano le menti in direzioni diverse, infatti secondo lo studioso Kenneth Wuest afferma che questa parola proviene da una radice che significa “essere attirato in diverse direzioni”, quindi, “essere distratto”.
In questo modo si trascurano le preoccupazioni spirituali ed eterne.
Certo, ci sono preoccupazioni legittime, come gli impegni quotidiani del lavoro, della famiglia, dello studio, per la chiesa come ce l’aveva Paolo per le chiese che aveva fondato (2 Corinzi 11:28), e così via, ma se ci dominano tanto da diventare un idolo, da metterli prima di Dio, allora sono un ostacolo nel nostro rapporto con Dio, quindi nel metterlo al primo posto e nel curare la relazione con Lui con la preghiera privata e in chiesa, con la meditazione e lo studio della Parola di Dio.
A causa degli impegni mondani, molte persone, anche credenti, trascurano Dio e ciò che per Lui è importante.
Così una preoccupazione legittima, se diventa eccessiva, condiziona tutti i nostri pensieri e non permettono alla parola di Dio di fare effetto nella nostra vita!
Si corre a destra e a sinistra, siamo presi da tante cose, e queste soffocano la parola di Dio che si ascolta!
Non dobbiamo mai permettere che altre cose, per quanto legittime possano essere, siano delle “spine”, siano delle preoccupazioni a tal punto da rendere infruttuosa la parola di Dio che abbiamo ascoltata!
Il giornalista Dale Carnegie ha scritto di aver intervistato Henry Ford quando Ford aveva settantotto anni. Si aspettava di trovare un vecchio magro e nervoso. Quando gli è stato chiesto se fosse preoccupato, Ford rispose: “No. Credo che Dio stia gestendo gli affari e non abbia bisogno di alcun consiglio da parte mia. Con Dio al comando, credo che alla fine tutto andrà per il meglio. Quindi cosa c'è di cui preoccuparsi?”
In questo senso Hans Bayer scrive: “Tali preoccupazioni sorgono nel cuore di una persona che vive come se a Dio non importasse, o addirittura esistesse (cfr. Matteo 6:25–34)”.
Così la preoccupazione in senso negativo è una mancanza di fede, è incredulità in Dio che ha detto di non preoccuparsi perché si sarebbe preso cura di noi.
Il vescovo Fulton J. Sheen disse: “La preoccupazione è una forma di ateismo, perché tradisce una mancanza di fede e di fiducia in Dio”. 
Consideriamo ora il secondo ostacolo alla parola di Dio, la seconda “spina”:
II L’INGANNO DELLE RICCHEZZE
“L'inganno delle ricchezze”.
“L'inganno delle ricchezze” è stato interpretato come l'inganno che le ricchezze producono (genitivo soggettivo)
La parola “inganno” (apátē - Colossesi 2:8; 2 Tessalonicesi 2:10; Efesini 4:22) è indurre qualcuno a credere a una menzogna, è la falsità, la seduzione delle ricchezze, quelle ricchezze che uno pensa diano sicurezza, potere e influenza (Isaia 30:6), che possano risolvere tutti i propri problemi, ma poi si sperimenta che non è così.
Ciò che qui è in questione non è tanto il possesso della ricchezza in sé, ma piuttosto l'atteggiamento mentale che essa genera.
Hans Bayer dice ancora: “Chi è schiavo di tale inganno si basa sull'errata convinzione che le ricchezze siano una protezione affidabile e completa contro la fragilità umana e l'evidente mancanza di controllo su innumerevoli fattori”.
Anche Lensky scrive: “La ricchezza in quanto tale, che si abbia o meno, tende sempre a ingannare promettendo una soddisfazione che non può e non dà e quindi inganna chi la possiede, o chi la desidera”.
Allora, la ricchezza inganna perché dà un falso senso di sicurezza e promette una protezione, o soddisfazione che non può dare!
La ricchezza è ingannevole e può distrarre le persone dal prendersi cura della propria condizione spirituale, facendole così perdere la vita eterna (Marco 8:36).
Eppure, i ricchi, o anche molte persone, credono che se fossero più ricchi sarebbero poi più protetti, o soddisfatti, felici.
Quando cerchiamo di soddisfare la nostra anima con elementi non adatti per cui è stata creata da Dio, ci ritroveremo con un vuoto interiore con ciò che comporta. 
La nostra anima è a forma di Dio che solo Dio può riempire!
L’errore che facciamo è come quello del popolo di Israele, in Geremia 2:13 leggiamo: “Il mio popolo infatti ha commesso due mali: ha abbandonato me, la sorgente d'acqua viva, e si è scavato delle cisterne, delle cisterne screpolate, che non tengono l'acqua”. 
Le ricchezze non riempiono il vuoto interiore, i soldi non portano la felicità.
Quante volte ho sentito dire se fossi ricco come quello, o quell’altro, o come Aristotele Onassis…., ma sua figlia, Cristina, ha detto: "La felicità non si basa sul denaro, e la più grande prova di questo è la mia famiglia". 
Poco dopo aver fatto quella dichiarazione, Cristina Onassis morì di infarto come risultato di anni di abuso di tranquillanti e pillole dimagranti. 
Benché ormai è risaputo che i soldi, come anche il successo, la fama, la bellezza non soddisfano pienamente la nostra anima, molti comunque fanno l’errore e innumerevoli sforzi disperati per riempirla in questo modo evidenziando ancor di più il vuoto perché l’anima non sarà mai soddisfatta in questo modo, perché è a forma di Dio, di Colui che ci ha creati per Lui!
Avere tutto non significa essere felici! 
Uno degli uomini più ricchi che sia mai vissuto che certamente aveva cercato di appagare la sua anima soddisfacendo ogni suo desiderio è stato il re Salomone, ma cosa disse: “Di tutto quello che i miei occhi desideravano io nulla rifiutai loro; non privai il cuore di nessuna gioia; poiché il mio cuore si rallegrava di ogni mia fatica, ed è la ricompensa che mi è toccata d'ogni mia fatica.  Poi considerai tutte le opere che le mie mani avevan fatte, e la fatica che avevo sostenuto per farle, ed ecco che tutto era vanità, un correre dietro al vento, e che non se ne trae alcun profitto sotto il sole” (Ecclesiaste 2:10-11).
I soldi, le ricchezze, certamente aiutano a vivere meglio, ma danno una falsa sicurezza e non solo come ricorda Paolo in 1 Timoteo 6:10,17 dove afferma: “Infatti l'amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori...  Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d'animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo”.
L’amore per il denaro è l'inizio da cui nasce, cresce, o si sviluppa il male!
L'amore per il denaro è la fonte di tutti i mali (kakōn), cioè cose moralmente sbagliate, e può anche includere cose che sono dannose per sé, o per gli altri, come per esempio frodi, spergiuri, rapine, omicidi, qualsiasi forma di illegalità, guerre e così via.
Anche alcuni cristiani si sviano dalla fede e si procurano molte sofferenze a causa dell’amore per i soldi!
Kent Hughes scrive: “Molti hanno iniziato bene e sembravano credenti, ma l'amore per il mondo ha strangolato ogni traccia di cristianesimo dalle loro vite”.
È in Dio e non nelle ricchezze che dobbiamo porre la nostra speranza, perché è Dio che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa; nessun uomo possiede qualcosa che Dio non gli abbia fornito (cfr. per esempio Salmo 37:25; 145:15-16; Atti 14:17; 2 Corinzi 9:8; Giacomo 1:17).
Come la vita e la morte, Dio dona e toglie! (cfr. per esempio 1 Samuele 2:6-7).
Quindi la parola "incertezza" contiene un promemoria che indica che le ricchezze saranno possedute sempre da chi ce li ha!
Lensky scrive: “Le ricchezze terrene possono scomparire da un giorno all'altro, o possono diminuire e sciogliersi come neve al sole”.
Nell’era moderna ci sono stati ricchi che hanno perso la loro ricchezza!
Sky tg24 riporta la notizia di sei miliardari che hanno perso tutto, come per esempio Björgólfur Guðmundsson, islandese di 79 anni, nel 2008 godeva di un patrimonio di 1,1 miliardi di dollari. Ma a causa del collasso del settore bancario islandese, dopo la crisi finanziaria, ha perso la sua ricchezza andando in bancarotta.
Séan Quinn, irlandese di 73 anni, totalizzava 6 miliardi di dollari nel 2008. Una ricchezza basata sulle costruzioni e sulle assicurazioni. Ma la bolla immobiliare irlandese del 2008 non gli è stata d’aiuto: ha perso la sua intera ricchezza famigliare.
Eike Batista, brasiliano di 64 anni, aveva 34 miliardi e mezzo di dollari nel 2012. Secondo Bloomberg era l’ottava persona più ricca del mondo. Fonti? Estrazione e petrolio. Ma secondo commodity.com, nel settembre 2014 a Batista era rimasto solo un debito di 1 miliardo”.
Così dire che le ricchezze sono incerte non è sbagliato!
Ancora Lensky scrive: “La speranza sicura deve avere una base sicura e certa, e la ricchezza non è tale base”.
Inoltre le ricchezze sono incerte, perché sono temporanee e non eterne, non danno sicurezza per il mondo a venire! (cfr. per esempio Proverbi 23:5; Matteo 6:19-21; Luca 12:13-31; Giacomo 1:9–12; 4:13–17; 5:2; Apocalisse 18:16).
I vantaggi della ricchezza sono limitati e fugaci, e anche ingannevoli!
Le ricchezze sono così pericolose che Gesù, a quel giovane ricco che non voleva rinunciare alle sue ricchezze e seguirlo disse: “Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio!” (Luca 18:24; cfr. Luca 12:15–40).
Ma i benefici di Dio, “che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo”, non lo sono.
Parlando dell’inganno del benessere, quindi delle ricchezze lo studioso Rudolf Schnackenburg scrive: “Il benessere rende l’uomo sazio e soddisfatto di sé, lo inganna sulla sua vera situazione e non gli permette di pensare a Dio e alla propria vera salvezza (cfr. Luca 12:12-60 – il ricco costruttore di granai)”.
Ora un cuore sopraffatto dall'amore per le ricchezze non è un cuore secondo quello che vuole il Signore, infatti Gesù disse: “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona” (Matteo 6:24). 
Ma attenzione! Gesù e anche Paolo non stanno parlando contro la ricchezza, infatti ci sono molti cristiani che sono molto ricchi e non hanno lasciato che le ricchezze diventassero un idolo, o che confidassero nelle ricchezze e non in Dio!
Infine vediamo:
III L’INTEMPERANZA DEI DESIDERI 
“L'avidità delle altre cose”.
“Avidità” (epithumía) denota un profondo desiderio di fare, o avere qualcosa.
La parola greca a volte è usata in senso positivo, come per esempio Gesù che desiderava mangiare la pasqua con i Suoi discepoli (Luca 22:15), o Paolo che desiderava di partire e di essere con Cristo (Filippesi 1:23).
Il significato di questa parola, è stato interpretato in due modi.
Alcuni studiosi pensano che si riferisca a un desiderio nel senso negativo, cattivo, come i desideri del peccato (cfr. per esempio Romani 6:12; 7:7-8), desideri terreni cattivi, i desideri della carne (Galati 5:19-21,24; Efesini 2:3; Colossesi 3:5-6), le passioni degli uomini che non seguono la volontà di Dio, coloro che non sono stati rigenerati dallo Spirito Santo, quindi la vecchia natura (Efesini 4:22; Tito 3:3-5; 1 Pietro 4:2-3); anche la concupiscenza che produce il peccato (Giacomo 1:14-15).
In questo senso, “avidità” è una brama smodata e autoindulgente.
Questa è l'essenza del materialismo, il desiderio costante avere sempre di più.
“Delle altre cose”, oltre all’avidità delle ricchezze, è in senso universale in riferimento a tutto ciò che impedirebbe alla parola di Dio di portare frutto. 
È una descrizione generica per tutto ciò che allontana dalle priorità e dalla volontà di Dio.
Riguardo “delle altre cose” Walter Wessel scrive che è: “Un'affermazione onnicomprensiva che include tutto ciò che soffoca la parola seminata e le impedisce di essere produttiva”.
Così questi desideri malsani, i desideri cattivi terreni, di molte persone entrano nel cuore insieme alla parola di Dio e la soffocano.
Alcuni studiosi vedono i desideri neutri, quindi non sono cattivi in sé e per sé, ma qualsiasi cosa può diventare cattiva se ostacola la crescita della parola di Dio.
Turlington H. E. scrive: “Quando interessi e obiettivi che non sono soggetti alla parola entrano nella vita di coloro che erano stati attratti dalle richieste del Vangelo, il risultato è tragico. Ciò che avrebbe potuto essere viene soffocato e la parola non porta alcun frutto. Quanto deve essere stato appropriato l'avvertimento ai primi cristiani! Nessuna chiesa potrà mai adempiere alla sua vocazione se i suoi membri s’innamorano della vita e degli obiettivi di successo della società in cui esiste”.
CONCLUSIONE
Queste “tre spine”: impegni mondani, l’inganno delle ricchezze e l’avidità di altre cose, sono ostacoli per la Parola di Dio nei cuori delle persone affinché porti frutto nella loro vita.
Ora quando la parola di Dio è soffocata, non è solo per le spine in quanto tali, ma per la negligenza di coloro che le hanno fatte seminare e germogliare dentro di loro!
Queste spine, sono ostacoli al discepolato.
Il discepolato è la condizione e il processo di seguire Gesù!
Il discepolato non è a breve termine, non è un programma, o un evento, è un modo di vivere, non è per un tempo limitato, ma per tutta la nostra vita! 
Il discepolato coinvolge il salvare le persone dal peccato, da se stesse e dall’inferno e permette a Dio una trasformazione, un cambiamento dall’interno verso l’esterno attraverso l’insegnamento della parola di Dio! 
Il vero discepolato si verifica quando una persona trasformata dalla parola di Dio, irradia Cristo a coloro che lo circondano. 
Il discepolato comporta il vivere in intima unione e comunione quotidiana con Cristo. 
Il discepolato non è solo per i principianti o per alcuni credenti, ma è per tutti i credenti ogni giorno della loro vita. 
 
C’è qualcosa nella tua vita che sta soffocando la parola di Dio che è dentro di te?
Che sta ostacolando il tuo discepolato?
Cosa c’è che sta ostacolando che porti frutto nella tua vita cristiana, nella tua crescita spirituale?
Portala alla croce di Gesù! 

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