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Luca 4:20-21: L’affermazione risonante

 Luca 4:20-21: L’affermazione risonante Immaginate il silenzio palpabile di una sinagoga piena di fedeli nell’antica Nazaret. Un giovane si alza, srotola con cura un antico manoscritto, e legge parole pronunciate secoli prima dal profeta Isaia.  Poi, con un gesto misurato e carico di significato, che segna un punto di svolta nella storia dell’umanità, richiude il rotolo, lo riconsegna all’inserviente e si siede.  È in questo momento, nell’intervallo tra il silenzio e la parola, tra l’attesa e la rivelazione, che quest’ultima irrompe nella sinagoga.  Ogni occhio è fisso su di Lui. Ogni respiro è sospeso. È come se l’intero universo trattenesse il fiato, consapevole che sta per accadere qualcosa di straordinario.  E poi, con autorità che non chiede permesso ma che si impone naturalmente, pronuncia quelle parole che dividono la storia in due: "Oggi, si è adempiuta questa Scrittura che voi udite." Non è solo una dichiarazione, è un fulmine teologico che irrompe in q...
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Giacomo 4:8: Avvicinatevi a Dio!

 Giacomo 4:8: Avvicinatevi a Dio!

"Avvicinatevi a Dio”.

Continua ancora l’esortazione di Giacomo basato sulla sua preoccupazione per la vita spirituale dei suoi lettori. Il loro comportamento mondano, descritto molto bene nei versetti precedenti (Giacomo 3:14-4:1-5), li ha allontanati da Dio. 

Ma cosa significa avvicinatevi a Dio? 

Avvicinatevi a Dio indica la comunione. “Avvicinatevi” esprime l’azione positiva di avvicinarsi a Dio in contrasto con l’azione negativa del versetto precedente di resistere al diavolo. “Avvicinatevi a Dio” ricorda il rapporto dei servi di Dio che devono avere con Lui. “Avvicinatevi a Dio” ricorda ancora, l’idea dell’Antico Testamento di un sacerdote, o di Mosè che si avvicinano al Signore come menzionato in diversi versetti (Esodo 19:22; 24:2; Levitico 21:21, 23; Deuteronomio 16:16; Isaia 29:13; 58:2, 65:5; Ezechiele 40:46,Cfr. Ebrei 4:16; 7:19). Ricorda anche, le molte promesse profetiche che indicavano la conversione del popolo (2 Cronache 15:2-4; Lamentazioni 3:57; Osea 12:6-7; Zaccaria 1:3;2:3; Malachia 3:7). Dal contesto, vediamo che Giacomo vuole richiamare sicuramente al ravvedimento genuino. 

“Avvicinatevi a Dio” è un richiamo al ravvedimento, a ritornare a Dio rinunciando ai propri peccati. Giacomo dice, sempre nel v.8: “Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d'animo!”, e questo significa che il vero ravvedimento coinvolge sia le mani che il cuore, sia le azioni e sia l'atteggiamento, sia il comportamento che la parte interiore di una persona. Deve essere sempre così, perché se non lo è,  il ravvedimento interiore, dell'atteggiamento, del cuore senza il ravvedimento del nostro comportamento, delle nostre azioni, delle nostre mani, non è affatto vero ravvedimento. 

“Avvicinatevi a Dio”, benché si possa applicare ai non credenti, non sembra tanto un richiamo alla conversione dei non credenti, a una conversione iniziale, ma è un richiamo per quei credenti che si sono compromessi e allontanati da Dio, a ritornare a Dio con e per un comportamento morale secondo gli standard di questo mondo.

Così “avvicinatevi a Dio” implica il rinunciare alle pratiche peccaminose e di ritornare a Dio, e quindi ad avere comunione con Lui come ha fatto il figliol prodigo per la gioia del padre (Luca 15:11-24). Il peccato è un grande ostacolo alla comunione con Dio!!(Isaia 59:1-2). 

I lettori della lettera di Giacomo, devono rinunciare alla sapienza terrena, animale e diabolica (Giacomo 3:14-16) e sono chiamati a dimostrare la sapienza divina (Giacomo 3:17-18), sono chiamati a rinunciare ai loro peccati di egoismo, ai loro desideri carnali che li portavano a guerre interne alle chiese (Giacomo 4:1-4), e se vogliamo anche al controllo della lingua (Giacomo 1:19-26; 3:1-12), il non avere riguardi personali e quindi prendersi cura dei poveri (Giacomo 1:27; 2:16-17). 

Pertanto “avvicinatevi a Dio” coinvolge la rinuncia di pratiche peccaminose per coloro che sono già cristiani e implica l’avere comunione con Dio. 

Così l’avvicinarsi a Dio non implica solo un’attività mentale, o emozionale, ma una reazione pratica di vivere proprio in accordo con la volontà di Dio, in purezza e santità, senza la quale non c’è comunione con Dio. Quindi il richiamo di Giacomo è ad avere una comunione con Dio, e a incontrarsi e mantenere uno stretto rapporto con Dio come adoratori accettabili con un comportamento che onora il Signore senza ipocrisia (Isaia 29:13).

“Avvicinatevi a Dio” richiede un’azione decisiva e immediata.

Infatti, il verbo “avvicinatevi” (engisate- aoristo attivo imperativo) si riferisce a un’azione decisiva (aoristo) ed esorta a una risposta immediata (imperativo), si riferisce alla chiamata di Dio per i destinatari della lettera a tornare a lui, un ritorno alla comunione con Dio. 

Ora se noi pensiamo che Dio è eterno, infinito, maestoso, santo, trascendente, e nonostante tutto ciò possiamo avere una relazione con Lui, e quindi che abbiamo un libero accesso alla Sua presenza tramite Cristo (Efesini 2:11-18; 3:11-12; Ebrei10:19-22), allora ci renderemo conto che è davvero una grande gioia e privilegio avvicinarsi a Lui!! Dio è così lontano per la Sua natura intrinseca, ma è anche così vicino!! (cfr. per esempio Isaia 57:15).

Allora avvicinati a Dio rinunciando ai tuoi peccati per avere comunione con il Dio Creatore e Trascendente!

Quindi avvicinatevi a Dio implica e afferma il privilegio del cristiano di aver accesso e comunione con Dio!      


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