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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Matteo 6:11: Dacci il nostro pane quotidiano.

Matteo 6:11: Dacci il nostro pane quotidiano. 
Dopo i tre soggetti di preghiera incentrati su Dio, che ci indicano che va messo sopra ogni cosa non dimenticando la Sua gloria, Gesù nel suo insegnamento sulla preghiera, passa al soggetto dei nostri bisogni primari. 

Andiamo, dunque a Dio portando i nostri bisogni, ma lo facciamo dopo aver considerato Dio, così non saremo arroganti, disperati e nemmeno ansiosi. 

Nella società moderna dei paesi ricchi, dove il cibo è pianificato e assicurato anticipatamente, la dipendenza quotidiana da Dio è lontana dalla nostra esperienza, ma in molte altre parti del mondo oggi, come nel contesto dove visse Gesù, non era così. 

Lo stile di vita di molti lavoratori era precario, vivevano alla giornata, venivano pagati un giorno alla volta e saltare un giorno di lavoro, significava avere seri problemi. 

Anche per Gesù e per i suoi discepoli durante la loro missione itinerante, la fornitura quotidiana dei bisogni materiali non era scontata (cfr. Matteo 8:20; 10:9-14,40-42). 

Ora il fatto che dobbiamo chiedere a Dio il nostro pane quotidiano non significa che non siamo responsabili di andare a lavorare, presuppone non solo che i discepoli di Gesù vivono un giorno alla volta (cfr. v. 34), ma che tutto le cose buone, anche la nostra capacità di lavorare e guadagnare il nostro cibo, vengono dalla mano di Dio (cfr. Deuteronomio 8:18; 1 Corinzi 4:7; Giacomo 1:17). 

Questa è una verità che facilmente dimentichiamo quando c’è benessere e assoluta autosufficienza.


Così questa richiesta del “Padre nostro” ha diversi insegnamenti. 
I CI PARLA DELLA GRAZIA DI DIO DA CUI DIPENDIAMO OGNI GIORNO PER VIVERE. 
Ogni bambino dipende dagli adulti fin dal suo concepimento.

All'inizio della sua vita è la mamma che lo nutre; il bambino dipende dai suoi genitori per il cibo, per i vestiti e per un riparo; da se stesso non è in grado di farlo.

Un bambino è anche incapace di prendersi cura di se stesso in termini di pulizia. Dipende da sua madre e da suo padre per il bagno, per tagliare le unghie, per pettinare i capelli, per essere presentabile. 

Una volta che comincia a camminare, il bambino non è in grado di determinare ciò che è sicuro o dannoso. 

Senza la guida dei suoi genitori, può cadere dalle scale, ingoiare qualcosa di dannoso, o bruciarsi.
Allo stesso modo, i cristiani sono come i bambini quando si tratta della totale dipendenza da Dio. 
Proprio come i bambini, alla fine dipendiamo da Dio per il cibo, i vestiti e il riparo. 

I discepoli devono fare affidamento su Dio per tutti i loro bisogni.

Dobbiamo ricordare che:
A) Dio fornisce doni buoni.
Ogni cosa buona che abbiamo viene dalla mano di Dio.

1 Cronache 16:34 dice: "Celebrate il SIGNORE, perché egli è buono, perché la sua bontà dura per sempre". (cfr. Luca 18:19). 

Dio nella Sua natura è buono, e non può fare altro che dare buoni doni.

Com’è nella natura dell’acqua essere bagnata, o del fuoco essere caldo, è nella natura di Dio essere buono. 
Tozer disse: “Nessuno ha mai ricevuto nulla da Dio sulla base del fatto che se lo meritava. Essendo caduto, l'uomo merita solo la punizione e la morte. Quindi se Dio risponde alla preghiera è perché Dio è buono. Dalla sua bontà, dalla sua amorevole benignità, dalla sua bonaria benevolenza, Dio lo fa! Questa è la fonte di tutto”.

Tutto ciò che abbiamo è per grazia di Dio! 
(cfr. 1 Cronache 29:10-14; 1 Corinzi 15:10, 2 Corinzi 3:5).

Ancora in Giacomo 1:17 è scritto: “Ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall'alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c'è variazione né ombra di mutamento”.

Dio nella Sua bontà fa dei doni. 
“Ogni cosa” (pasa dósis) si riferisce all’atto di donare (Filippesi 4:15); mentre “dono” (dórēma) si riferisce al dono stesso, al risultato a quello che viene dato, al regalo. 

“Buona” (agathós) si riferisce a ciò che è utile, salutare, che dà beneficio, per il nostro vantaggio. (Cfr. Luca 10:42; Efesini 4:29; Giacomo 3:17).    
    
Il “dono” (dórēma) è un atto di generosità gratuito, un beneficio che viene dato gratis. (i due termini: “cosa” e “dono” vanno visti come due sinonimi per enfatizzare). 

La parola “perfetto” (téleios) descrive il dono come completo e soddisfa pienamente i bisogni del destinatario, e non ha elementi del male, o di difetto.

Il senso qui è che Dio vede il nostro bisogno e quindi ci dona quello che ci serve.

Noi viviamo su questa terra e dobbiamo mantenerci in vita, abbiamo bisogni fisici, e in questo dipendiamo da Dio; così preghiamo il Dio da cui dipendiamo per la nostra esistenza che ci doni ciò di cui abbiamo bisogno per vivere!

B) Dio fornisce abbondantemente. 
In 1 Timoteo 6:17 leggiamo: “Ai ricchi in questo mondo ordina di non essere d'animo orgoglioso, di non riporre la loro speranza nell'incertezza delle ricchezze, ma in Dio, che ci fornisce abbondantemente di ogni cosa perché ne godiamo”.

È nella volontà di Dio provvedere ai nostri bisogni materiali, fornisce abbondantemente ogni cosa perché ne godiamo.

L’esortazione, allora è a confidare in Dio. 
Chi è ricco non deve essere orgoglioso per la sua ricchezza perché le ricchezze, come la nostra vita, sono temporanee, e non soddisfano tutti i nostri bisogni come per esempio la vita eterna.

Dobbiamo allora confidare in Dio che soddisfa tutti i nostri bisogni!

Questo passo c’incoraggia a mettere la speranza nel Donatore e non nei doni!

“Dio fornisce abbondantemente” indica la grandezza delle risorse e della generosità di Dio nel fornire tutte le cose a noi.

Dobbiamo avere in mente sempre questa certezza!

Dio può fare infinitamente di più di quello che domandiamo o pensiamo! (Efesini 3:20).

Questo soggetto di preghiera:
II CI PARLA DELLA PREGHIERA DI FEDE QUOTIDIANA.

A) La richiesta incoraggia una continua dipendenza da Dio.
Nel Salmo 145:15-16 leggiamo: “Gli occhi di tutti sono rivolti a te, e tu dai loro il cibo a suo tempo.  Tu apri la tua mano, e dai cibo a volontà a tutti i viventi”.

Questi versetti riflettono la grazia generosa del Creatore che provvede il cibo al suo mondo, un tema sviluppato anche nel Salmo 104 (per esempio Salmo 104:27-30).

Dio sostiene la vita che ha creato! 
In Atti 17:24-25 leggiamo: “Il Dio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d'uomo; e non è servito dalle mani dell'uomo, come se avesse bisogno di qualcosa; lui, che dà a tutti la vita, il respiro e ogni cosa”. (Isaia 42:5).

Dio è un Dio personale che non solo crea, ma sostiene anche tutto ciò che ha creato. 

Questo Dio autosufficiente si preoccupa quotidianamente per l'uomo e per la sua grande creazione nei minimi dettagli (cfr. Matteo 10:29-30).

Dio dà all'uomo tutto ciò di cui ha bisogno e così lo sostiene con il Suo potere.

Il discepolo non chiede a Dio un approvvigionamento per un lungo periodo, sa di dipendere costantemente da Dio, e allora prega ogni giorno in questo modo. 

Infatti:
B) La richiesta è per il presente.
La richiesta non si estende oltre il limite immediato, ma è fatta un giorno alla volta. 

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” è sui bisogni presenti e immediati.

Questa richiesta ricorda la fornitura della manna nel deserto al popolo ebraico che doveva essere raccolta il necessario ogni giorno, quello che bastava per il nutrimento, tranne il venerdì che doveva essere raccolta il doppio per il sabato (Esodo 16:4-5 25-26).

Non dobbiamo preoccuparci dei nostri bisogni primari di oggi, e nemmeno per quelli di domani!

Dio si prende cura di oggi, e lo farà anche domani!
Non c'è bisogno di preoccuparsi del domani perché Dio si occuperà di esso!

Quindi, il presente deve essere al centro dell'attenzione, senza essere ansiosi per il domani.

Gesù sempre in Matteo 6, esorta a non essere ansiosi di ciò che mangeremo, o di cosa berremo, o di cosa ci vestiremo.

Come si prende cura degli uccelli e dei gigli della campagna, si prenderà cura dei Suoi figli.

In Matteo 6:31-34 Gesù dice: “Non siate dunque in ansia, dicendo: ‘Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?’ Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; ma il Padre vostro celeste sa che avete bisogno di tutte queste cose. Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più. Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di sé stesso. Basta a ciascun giorno il suo affanno”.

Molte preoccupazioni riguardano il futuro per paure inesistenti, altre sono reali per problemi economici presenti, ma affrontiamo il presente con la certezza che Dio fin qui ci ha soccorsi (1 Samuele 7:12). 
Dio non abbandona i suoi figli, li ama e li cura teneramente.

Fare previsioni per il domani è ragionevole, ma Dio non approva se siamo ansiosi per il domani! 

Dio è il Signore compassionevole e fedele anche del domani così come lo è di oggi.

In Lamentazioni 3:22-23 leggiamo: “Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: è una grazia del SIGNORE che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite; si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!”

I figli di Dio devono essere convinti che il presente e il futuro sono nelle mani di Dio!

Dale Carnegie intervistò Henry Ford quando Ford aveva settantotto anni. Si aspettava di trovare un vecchio magro e nervoso. Quando gli è stato chiesto se fosse preoccupato, Ford rispose: "No. Credo che Dio gestisca le cose e non ha bisogno di alcun consiglio da parte mia. Con Dio al comando, credo che alla fine tutto funzionerà per il meglio. Quindi cosa c'è da preoccuparsi? "

Cosa c’è da preoccuparsi se Dio è in controllo di tutto!

In Isaia 26:3-4 dice: “ A colui che è fermo nei suoi sentimenti tu conservi la pace, la pace, perché in te confida. Confidate per sempre nel SIGNORE, perché il SIGNORE, sì il SIGNORE, è la roccia dei secoli”.

La pace è una di quelle condizioni che ricerchiamo di più. 
Dio dona la sua pace a colui che è fermo nei suoi sentimenti.

Il profeta ci dice che un credente per avere la pace deve esercitare la fede in Dio!

Chi ha la pace di Dio, è colui che si è affidato totalmente a Dio senza alcuna riserva. 

Il profeta esorta a confidare solo e sempre nel Signore, quindi non deve essere l’esplosione emotiva di un momento come un fuoco di paglia, ma un atteggiamento continuo, quotidiano, anche nei momenti difficili. 

Isaia dà la motivazione per confidare sempre nel Signore: perché il SIGNORE, sì il SIGNORE, è la roccia dei secoli.

“Signore, Signore” (Yāh, Yahweh) richiama l'attenzione sulla fedeltà del suo nome e carattere; mentre “roccia dei secoli” descrive uno sperone roccioso su cui una persona molestata poteva salire e trovare riparo. 
“Roccia dei secoli” è protezione, sicurezza e permanenza. 

Dio è una roccia dove possiamo trovare rifugio e salvezza sicura, una roccia duratura che non cambia con il tempo (Isaia 12:2; 17:10), possiamo fidarci, il Signore è fedele!! 

I credenti devono fidarsi di Dio per i loro bisogni e avranno la pace!

“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”:
III CI PARLA DI BISOGNI PRIMARI. 
A) Il pane, è la base alimentare per la nostra vita, per il nostro sostegno fisico.

Il sostegno alimentare viene da Dio, Dio è Colui che provvede (cfr. Salmo 104:14-15, 27-28; Matteo 6:25, 32-33; Atti 17:24-28). 

B) Il pane include i bisogni primari materiali per vivere.
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano” non rappresenta solo il cibo, significa “dacci oggi quello che ci è necessario per vivere”, include tutti i bisogni materiali necessari per vivere la nostra vita sulla terra.

Quello che si chiede con il pane è che Dio provveda quello di cui abbiamo bisogno per vivere, per il nostro sostentamento quotidiano; quello che è sufficiente per noi ogni giorno, riguarda i bisogni primari.

Il credente può e deve chiedere a Dio tutto quello che è necessario per una vita degna, e questo significa non austerità e dall’altra parte nemmeno un consumismo sfrenato.

La preghiera è per i nostri bisogni, non per le nostre avidità.

Chiedere ciò di cui abbiamo bisogno per vivere quotidianamente, non si riferisce a chiedere cose che possiamo farne anche a meno. 

Non ci viene chiesto di pregare per il lusso, o per l’abbondanza, ma per le cose necessarie per vivere. 
Dio conosce quanto sia importante non avere ricchezze e nemmeno privazioni.

In Proverbi 30:7-9 leggiamo: “Io ti ho chiesto due cose; non me le rifiutare, prima che io muoia; allontana da me vanità e parola bugiarda; non darmi né povertà né ricchezze, cibami del pane che mi è necessario, perché io, una volta sazio, non ti rinneghi e dica: "Chi è il SIGNORE?" oppure, diventato povero, non rubi, e profani il nome del mio Dio”. 

L’autore dei Proverbi ha chiesto a Dio solo di avere il necessario per vivere in modo da dipendere sempre da Lui ed essergli sempre fedele. 

Se siamo ricchi rischiamo di confidare di più nelle ricchezze che in Dio (Deuteronomio 8:17-18; Matteo 19:16-26; 1 Timoteo 6:17).

Se siamo poveri, o cadiamo in una circostanza calamitosa, o abbiamo per troppo tempo una serie di privazioni, corriamo il rischio di cadere nel dubbio, o nello scoraggiamento, o cercheremo di risolvere i problemi economici con mezzi illeciti.

Quindi abbondanza e scarsità possono essere entrambe pericolose!

Questo soggetto di preghiera:
IV CI PARLA DI UNA PREGHIERA PER LA COMUNITÀ CRISTIANA. 
Infatti dice “nostro pane”. 

Non dobbiamo pensare solo per noi, ma per tutti i fratelli e sorelle.

Dobbiamo intercedere per i nostri bisogni, ma anche per quelli degli altri fratelli e sorelle.

Non pregare per gli altri è peccato.
In 1 Samuele 12:22-23 leggiamo: “Quanto a me, lungi da me il peccare contro il SIGNORE cessando di pregare per voi! “


L’intercessione è l’amore in ginocchio! 
L’ intercessione è pregare per gli altri, grande intercessore fu Mosè per esempio, pregò per Maria ed Aronne quando parlarono contro di lui, Maria per giudizio di Dio divenne lebbrosa, Mosè gridò al Signore e il Signore la guarì (Numeri 12; cfr. Numeri 14:18-20). 

Paolo pregava per le chiese. (Romani 10:1; 2 Corinzi 1:11; 9:14; Efesini 6:18-20; Filippesi 1:19; Colossesi 1:1,3; 4:3; 1 Tessalonicesi 5:25).

Questi sono solo due esempi d’intercessione, ma la Bibbia fornisce molti altri esempi.

La prossima volta che preghi, fermati nel mezzo della tua preghiera e pensa se hai pregato egoisticamente. 

CONCLUSIONE
Possiamo fare applicazioni finali:
1) Dobbiamo riconoscere che dipendiamo da Dio.
Gli ebrei contemporanei di Gesù, prima dei pasti pregavano: “Sii tu lodato, Signore nostro Dio, Re del mondo che il mondo intero alimenti con i tuoi beni! In grazia, amore e misericordia dà pane a ogni carne”.

Dio ci dona ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, la nostra vita dipende da Lui, pertanto:
2) Non possiamo che essere grati al Signore (Efesini 5:20).

Nel Salmo 103:1-2 è scritto: “Benedici, anima mia, il SIGNORE; e tutto quello ch'è in me, benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, il SIGNORE e non dimenticare nessuno dei suoi benefici”.

Benji e Fede nella loro canzone "Moscow mule" dicono "e non mi chiedere a cosa penso perché sono mesi che non penso". 

Noi dobbiamo, invece pensare sempre e ricordare ai benefici di Dio nella nostra vita per essergli grati!

Stephen Oldford scrive: “La vera gratitudine scaturisce dal contemplare tutto ciò che Dio è in se stesso e tutto ciò che ha fatto a nome della razza umana”.

Quindi non dobbiamo pensare che ciò che abbiamo lo è per la nostra capacità, benché certamente lavoriamo, fatichiamo, ma in definitiva è un dono di Dio.

3) Noi dobbiamo fidarci di Dio ogni giorno per i bisogni quotidiani, dobbiamo affidarli a Dio in preghiera con la certezza che provvederà (Filippesi 4:19). 

Josè Martinez scrive: “Se la preghiera va diretta al padre benevolo, fedele alle sue promesse, perché preoccuparci? Un bambino non s’inquieta mai pensando che cosa mangerà o con chi si vestirà; sa che i suoi genitori nel momento opportuno gli danno sempre quello di cui ha bisogno. Con la stessa tranquillità di spirito il credente deve sperare nella provvidenza divina (Matteo 6:25-34). Per quanto difficili possano essere le sue circostanze in determinati momenti, le sue esperienze, alla fine della vita, potranno riassumersi con la testimonianza del salmista: ‘Io sono stato giovane e son anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane’ (Salmo 37:25)”.

Questa preghiera c’insegna a vivere un giorno alla volta, senza essere ansiosi per il domani!

Dobbiamo vivere in una dipendenza momento per momento da Dio per ciò che nel presente abbiamo bisogno!

Non significa che non dobbiamo pianificare, mettere i soldi da parte, o non pensare per una pensione, ma significa che non dobbiamo essere ansiosi per il domani!

4) Dio si prende cura dei nostri corpi.
Ci sono sempre stati alcuni nella chiesa cristiana che hanno cercato di minimizzare il corpo convinti che solo l'anima o lo spirito siano importanti. 
Da questa convinzione si è passati a una forma di ascetismo, mentre noi qui vediamo che Dio si prende cura del nostro corpo.

Il corpo fisico non è una cosa brutta, e Gesù c’è lo ricorda con la sua incarnazione e guarendo le malattie degli uomini, o sfamando le folle.


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