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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Una donna devota a Dio (Luca 2:36-38).

Una donna devota a Dio (Luca 2:36-38). 
Ci troviamo nel tempio dove Giuseppe e Maria hanno presentato Gesù al Signore e il sacrificio di purificazione dopo il parto di Maria. 
Nel tempio, guidato dallo Spirito Santo, incontrano un certo Simeone che benedisse prima Dio prendendo in braccio il piccolo Gesù e poi Giuseppe, Maria e Gesù. 

Luca ora ci racconta che nel tempio vi era anche una donna che ha riconosciuto, come Simeone, questo bambino speciale.
Entrambi riconoscono in Gesù l’intervento salvifico di Dio in mezzo al Suo popolo, come risultato lodano Dio. 

La domanda è perché Luca ha deciso di riportare anche l’incontro con Anna?
Forse per dare valore legale alla testimonianza profetica, la testimonianza di una persona non era sufficiente sotto l’antico Patto ( cfr. Deuteronomio 19:15); o forse un altro motivo potrebbe essere il mettere una figura femminile a fianco di quella maschile di Simeone. 

L’accento è posto sulla sua età avanzata e sulla sua devozione assoluta a Dio.
Di questa donna vediamo la persona, le prestazioni e le parole. 


Vediamo:
I LA PERSONA (v.36).
Non sappiamo molto di questa donna, tranne ciò che dicono questi versetti, ma nonostante questi brevi cenni biografici, Luca ci dà uno schizzo più che sufficiente.

Cominciamo con lo:
A) Status sociale.

Nello status sociale Luca ci dice:
(1) Il nome.
Nel v.36 è scritto che questa donna si chiamava: “Anna”. 
Il nome greco per Anna (hanna) è l’equivalente di quello ebraico (hannah 1 Samuele 1: 2), significa “grazia”.
Indubbiamente in questa donna era presente la grazia di Dio!

Ora passiamo a vedere:
(2) La tribù.
Sempre il v.36 ci dice che Anna era figlia di Fanuel della tribù di Aser. 
Del padre non si sa nulla, solo il nome.
Il nome del padre è una variante del nome ebraico Penuel o Peniel (Penūʿēl), che significa “faccia a faccia con Dio” o “faccia di Dio”.
Questo è il nome del luogo in cui Giacobbe lottò con l'angelo di Dio (Genesi 32:22-32; 1 Cronache 4:4; 8:25).

“Aser” (Asēr) in ebraico (ʾAshēr) significa “fortuna”, ed era una tribù del regno del nord d’Israele (per esempio Apocalisse 7:6; Deuteronomio 33:24-25; Giosuè 24:24-34).
La tribù discende da uno dei figli di Giacobbe e di Zilpa la serva di Lea moglie di Giacobbe (Genesi 30:11-13; 35:26).

Perché Luca ha specificato che Anna era della tribù di Aser?
Indubbiamente per indicare che l’evento è storico, ma anche per stabilire la sua ebraicità, e quindi le sue credenziali.
Anna dimostra la presenza di un membro della tribù di Aser che vive a Gerusalemme, e dimostra che le cosiddette “tribù perdute”, cioè le dieci tribù del nord, dopo la divisione dalla tribù di Giuda e Beniamino sotto il re idolatra Geroboamo, (il regno settentrionale era caduto nell’idolatria, vedi per esempio 1 Re 16:23-34, e il libro di Osea) che furono deportate dagli Assiri nel 722 a.C., non erano completamente perse, erano tornate a pieno titolo nel popolo ebraico, qualcuno era sopravvissuto; oppure, Aser potrebbe rappresentare il perduto che Gesù è venuto a recuperare.

Comunque la presenza di Anna dimostra il fatto che Luca sa a quale tribù appartiene e indica che gli ebrei tenevano i loro registri di famiglia o genealogie.

Nel suo status sociale vediamo che Anna era:
(3) Vedova.
Nel v.36 leggiamo: “Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni”.
Anna dopo il periodo della sua verginità - quindi era vergine quando si sposò - dopo sette anni di matrimonio, suo marito morì e non si risposò più.

Anna era una vedova. Aveva conosciuto il dolore, ma sembra che non fosse amareggiata contro Dio.

Il dolore può essere per noi uno strumento per essere arrabbiati, amareggiati con Dio e ribelli contro di Lui, oppure può renderci più umili, sottomessi a Dio.
Può privarci della nostra fede; oppure può rafforzare la fede sempre di più. 
Tutto dipende da ciò che pensiamo di Dio, o dalla consapevolezza che abbiamo di Dio. 
Quindi, a causa del dolore, Anna non si è allontanata da Dio!  anzi era molto vicina a Dio!

Thomas Brooks (1608 – 1680) è stato un predicatore e teologo inglese) disse: “ Tempi di sofferenza sono tempi di raccolta del cristiano”.

Dio a volte ci mette dei pesi sulle nostre spalle, per farci vedere chi siamo veramente e per farci crescere (Giacomo 1:2-4).

Il teologo D. A. Carson dice: “La capacità di resistenza della nostra fede non è né dimostrata né sviluppata fino a quando non è testato dalla sofferenza”.

Dio non ci fa soffrire perché non ci ama più, anzi la sofferenza è un segno che Lui ci ama, il Signore corregge quelli che Egli ama, e punisce tutti coloro che riconosce come Suoi figli dice e lo fa per la nostra crescita spirituale (Ebrei 12:4-11; Romani 8:28-29). 
La sofferenza è pedagogica, ci educa e ci fa crescere moralmente e spiritualmente.

Infine Luca ci parla:
(4) Dell’età.
Il v.36 dice: “Era molto avanti negli anni: dopo essere vissuta con il marito sette anni dalla sua verginità, era rimasta vedova e aveva raggiunto gli ottantaquattro anni”.

Anna era una donna anziana, era molto avanti negli anni.
“Era molto avanti negli anni “ è un modo di dire ebraico che indica essere vecchi (Genesi 18:11; 24:1; Giosuè 13:1; 23:1).

Studiosi sono divisi riguardo l’età, è vero che è scritto che aveva raggiunto gli ottantaquattro anni, ma questo viene interpretato in due modi.
Un’interpretazione dice che si riferisce alla sua età effettiva, quindi aveva ottantaquattro anni.

Una seconda interpretazione si riferisce al tempo che era stata vedova, quindi per ottantaquattro anni Anna è rimasta vedova, pertanto aveva più di ottantaquattro anni, alcuni studiosi dicono centocinque anni calcolando che si fosse sposata verso i tredici, quattordici anni, più i sette anni di matrimonio.

Comunque sia era abbastanza anziana, e nel mondo antico, la vecchiaia era considerata onorevole (ad esempio, Genesi 47:7-10). 
Un testimone vecchio implicava che era un testimone credibile, ma il riferimento all'età di Anna indica anche la sua lunga e assoluta, radicale devozione a Dio.

Luca oltre il suo status sociale ci parla del suo:
B) Status religioso.
Il v.36 ci dice che Anna era una profetessa.

Era significativo che dopo centinaia di anni, Dio abbia suscitato una profetessa!
“Profetessa” (prophētis) la troviamo anche in Apocalisse 2:20 per una certa Iezabel, che non insegnava la verità, ma per Anna è usata in modo positivo!  

Nell’Antico Testamento Miriam, Debora, Culda, e la moglie di Isaia sono chiamate profetesse (Esodo 15:20; Giudici 4: 4; 2 Re 22:14; Isaia 8:3).

In Atti 2:17-18 è scritto che dopo la discesa dello Spirito Santo, Pietro nella sua predicazione riporta la profezia di Gioele 2:28-32 dov’è scritto che negli ultimi giorni lo Spirito sarà sparso sopra ogni persona, e i loro figli e le loro figlie profetizzeranno.

Nella chiesa di Corinto vi erano donne che avevano questo dono (1 Corinzi 11:3-6).

Così anche le figlie dell’evangelista Filippo profetizzavano (Atti 21:9).

Questo dono doveva essere principalmente ricercato nella chiesa perché porta edificazione, esortazione e consolazione dice Paolo in 1 Corinzi 14:1-4. 
Un profeta, non necessariamente prevedeva il futuro, il suo ruolo principale era parlare da parte di Dio, rivelare la volontà e la verità di Dio.

Quindi per Anna, essendo una profetessa, non era difficile trovarsi nel tempio al momento giusto e riconoscere chi era Gesù e annunciarlo alle persone.

Le donne hanno avuto sempre un ruolo importante per Dio!
Dopo Simeone, un uomo, ecco una profetessa Anna!

Uomini e donne sono chiamate da Dio a servirlo secondo i doni che Dio ha dato loro!
Conosci il tuo dono spirituale? Sta servendo Dio secondo il dono che ti ha dato?!

II LE PRESTAZIONI (v.37). 
Anna era una donna disciplinata! 
Il v.37 ci parla della costanza e della consacrazione di Anna.

Anna, dopo la morte del marito, non si risposò più, ma dedicò il resto della sua vita al servizio di Dio, ora vecchia serviva ancora Dio. 
Anna non si risposò ma dedicò il resto della sua vita al servizio di Dio; non sarebbe stato sbagliato per lei sposarsi, ma lei decise di dedicare e di dare la sua vita in servizio a Dio, a tempo pieno nel tempio.

Non importa quanti anni hai, non cadere in un sonno spirituale, ma servi Dio in modo dinamico fino a quando ti darà le forze!!

La prima caratteristica di Anna riguardo le sue prestazioni è:
A) La costanza.
Nel v.37 è scritto: “Non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere”.
Anna non si allontanava mai dal tempio e serviva Dio notte e giorno.

“Non si allontanava mai dal tempio” per alcuni indica che Anna abitasse nel cortile esterno del tempio, negli alloggi dei sacerdoti (cfr. 1 Cronache 9:33), mentre altri pensano che qui si tratti di un’iperbole per indicare che Anna frequentava regolarmente il tempio, significa che la sua vita era centrata nel tempio come faranno anche poi gli apostoli (Luca 24:53).

Comunque sia, Anna ha trascorso la sua vita nella casa di Dio con il popolo di Dio.

Il “tempio” (hieron) era un edificio consacrato al culto al Signore (Salmo 132:7), nella Bibbia indica la dimora, la casa di Dio (1 Cronache 28:1-3; Salmo 42:4; 65:4; 84:1-4).

All’interno del tempio Dio era presente e si rivelava (1 Re 8:10-13,27-30; Isaia 6:1).
Il Dio maestoso è presente in mezzo al Suo popolo!

Diversi studiosi vedono in Anna l’ideale della vedova cristiana, cioè un modello per le vedove da seguire, questo non è sbagliato, ma qui si può applicare a tutti i cristiani.
Il suo esempio di costanza nel frequentare il tempio è un esempio anche per noi per frequentare la chiesa che oggi è il tempio di Dio! ( Atti 2:42; Ebrei 10:24-25; 1 Corinzi 3:16-17; 2 Corinzi 6:16-18; Efesini 2:20-22).

Nella Bibbia è considerato beato chi Dio sceglie e accoglie perché abiti nei Suoi cortili, o nella Sua casa (Salmo 65:4; 84:4).

Alla presenza di Dio ci sono gioie a sazietà (Salmo 16:11).

Davide chiedeva al Signore e ricercava di abitare nella casa di Dio tutti i giorni della sua vita per contemplare la bellezza del Signore, e meditare nel suo tempio (Salmo 27:4).

Nel Salmo 42:4 leggiamo: “ Ricordo con profonda commozione il tempo in cui camminavo con la folla verso la casa di Dio, tra i canti di gioia e di lode d'una moltitudine in festa”. 
Questo salmo è un grido di dolore nostalgico di una persona che non può più adorare Dio nel tempio, probabilmente è stato composto mentre Israele era in esilio a Babilonia nel VI secolo a.C.

Nel Salmo 84:1-2 il salmista esprime il suo vivo desiderio di essere nel tempio, è scritto che le dimore di Dio sono amabili, e l’anima langue e vien meno sospirando i cortili del Signore!

Per moltissime persone andare nel luogo di culto è qualcosa di noioso, di pesante, e non si recano in chiesa per adorare il Signore, anche certi cristiani non hanno il desiderio di andare in chiesa come descritto nei salmi.
  
Ma una delle cose normali di un nato di nuovo è proprio frequentare attivamente una chiesa e se non potrà andare soffrirà! 

In secondo luogo delle sue prestazioni Luca riporta: 
B) La consacrazione.
Anna serviva Dio notte e giorno con digiuni e preghiere (v.36).
Come già detto, ciò che viene evidenziato di Anna è che rimase vedova  per la maggior parte della sua vita per essere consacrata a Dio servendolo con digiuni e preghiere regolarmente. 

“Serviva” (latreuousa – presente attivo participio) si riferisce alla realizzazione dei doveri religiosi, rendere un servizio religioso o un omaggio, adorare, indica un’attività cultuale (Numeri 16:9; Matteo 4:10; Luca 1:74; 2:37; 4:8; Atti 7:7; 24:14; 27:23; Romani 1:9; Filippesi 3:3; 2 Timoteo 1:3; Ebrei 9:14; 12:28; Apocalisse 22:3).

“Notte e giorno” indica la costanza, la regolarità, quindi la fedeltà nel servire Dio.

“Con digiuni e preghiere” indica che Anna era una donna di fede e di rigorosa devozione. (Matteo 6:5,16; Atti 13:3; 14:23).
Indica che Anna era una donna disciplinata.

Gli anni avevano lasciato Anna senza amarezza e nella speranza incrollabile, perché giorno dopo giorno ha mantenuto il suo contatto con Colui che ci rafforza e ci sostiene!

(1) Anna serviva Dio con preghiere.
“Preghiere” (deēsesin) si riferisce alle supplicazioni, alle richieste, alle petizioni. 
Si riferisce a urgenti richieste per soddisfare un bisogno.

Indica che la preghiera è rivolta esclusivamente a Dio: la preghiera nella Bibbia è rivolta solo a Dio!

Un esempio di questa preghiera è di Zaccaria quando pregava che la moglie, Elisabetta potesse avere un figlio, e Dio l’ha esaudito, non subito, ma quando Zaccaria era già vecchio e la moglie in età avanzata (Luca 1:13).
Nel Nuovo Testamento questa parola è usata per pregare per i propri bisogni come abbiamo visto con Zaccaria (Luca 1:13; Filippesi  4:6; Ebrei 5:7; 1 Pietro 3:12), e anche in favore di altri (Filippesi 1:19; Giacomo 5:16).

Quindi come dice Paolo ai Filippesi: “Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti” (Filippesi 4:6).

Così sempre Paolo si aspettava che quelli di Filippi pregassero per lui: “So infatti che ciò tornerà a mia salvezza, mediante le vostre suppliche e l'assistenza dello Spirito di Gesù Cristo” (Filippesi 1:19).

Quindi se siamo consacrati al Signore lo metteremo al primo posto e lo dimostreremo  nella costanza della preghiera esclusiva a Dio! e aspetteremo con pazienza…Dio non risponde subito alle preghiere!

(2) Anna serviva Dio con digiuni.
La Bibbia parla molto sul digiuno, è un argomento molto vasto. 

Oggi è biblico digiunare?
Nella Bibbia non ci sono passi che dicono il contrario, anzi incoraggiano il digiuno (Matteo 9:14-15; Atti 9:9; 13:3; 14:23).

Nella Bibbia vediamo che ci sono diversi tipi di digiuno e di motivazioni perché si praticava.

Purtroppo il digiuno, o il digiunare oggi, è una cosa strana, fuori luogo, o fuori moda, perché ricorda ad alcuni un certo tipo di cristianesimo medioevale, o le pratiche ascetiche estreme associate all’auto-mortificazione e all’auto-flagellazione, per questo motivo alcuni hanno paura di digiunare perché pensano che il digiuno li possa rendere fanatici. 

Altri pensano che il digiuno sia dannoso per la salute, e sicuramente alcuni per ragioni mediche, non possono digiunare. 

Un altro motivo per cui il digiuno è trascurato è perché ci piace mangiare bene e anche molto (tre volte al giorno e non solo). 

Penso che molti, se fossero consapevoli che il digiuno, come disciplina spirituale, è biblico ed è una pratica che arreca beneficio, allora ci penserebbero seriamente a praticarlo in una qualche misura secondo le proprie possibilità.

Che cos’è il digiuno?
Se volessimo dare una definizione biblica del digiuno possiamo dire: “Il digiuno è l'astinenza volontaria di un cristiano dagli alimenti per fini spirituali oppure  l’astinenza  volontaria di un cristiano dagli alimenti per il bene di un intensa attività spirituale, o per il bene di qualche scopo speciale spirituale. Dunque il digiuno è un atto volontario, non deve essere costretto”.

Il digiuno è una disciplina spirituale utile per umiliare le nostre anime davanti a Dio ed è anche una dichiarazione che noi stiamo facendo sul serio riguardo la nostra consacrazione a Dio. 

Perché Anna digiunava?
Nella Bibbia troviamo diverse motivazioni.
1) Forse Anna digiunava per rafforzare la preghiera (Giudici 20; Esdra 8:21-23; Neemia 1:4; Daniele 9:3; Atti 13:3).
Forse pregava per l’arrivo del Messia.

2) O per esprimere il dolore per un lutto (1 Samuele 31:13; 2 Samuele 1:11-12), o per i peccati (1 Samuele 7:6; Neemia 9:1-2; Giona 3:5,10;  Gioele 2:12-14). 

3) O per umiliarsi davanti a Dio (Esdra 8:21; 1 Re 21:27-29; Salmo 35:13; 69:10; Isaia 58:3-5). 

4) O per chiedere liberazione, o protezione (2 Cronache 20:1-4; Esdra 8:21-24; Ester 4:16). 

5) O per esprimere preoccupazione per l'opera di Dio (Neemia 1:3-4; Daniele 9:3). 

6) O per esprimere l'amore e il culto a Dio.
Alcuni pensano che questo sia il caso di Anna.
Il digiuno biblico è un atto di devozione pura a Dio, un'espressione del più grande piacere e gioia della e nella vita in Dio. 

In questo senso si può digiunare nel prepararsi anche per l’adorazione comunitaria prima di andare in chiesa, o per prepararsi per la cena del Signore sempre per glorificare Dio come Lui merita. 

Lo scopo del digiuno deve essere quello di cercare il volto di Dio e di essere ripieni di Lui!! 
Il digiuno in definitiva è l’espressione di fame dell’anima di Dio, esprime la fame che abbiamo per Dio! (1 Cronache 16:11; Salmo 42:1-2; 73:25-26; Geremia 29:13;ecc.).

III LE PAROLE (v.38).
Nel v. 38 Luca ci dice: “Sopraggiunta in quella stessa ora, anche lei lodava Dio e parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme”.
Oltre che per Simeone, anche a lei gli fu concesso la grazia di vedere il bambino Gesù Cristo. 

Nel momento in cui vi erano Giuseppe, Maria e Gesù nel tempio, forse stavano ancora ascoltando Simeone, o forse era già andato via, arriva la profetessa Anna.

Come non poteva arrivare nel posto giusto e al momento giusto se non per la guida di Dio? Era una profetessa (cfr. Luca 7:39), e quindi illuminata dallo Spirito Santo è stata in grado di riconoscere chi era quel bambino e il suo ruolo salvifico.

Che cosa ha fatto allora Anna?
A) Lodava Dio.
Come i pastori prima di lei (Luca 2: 17-18, 20), e Simeone, Anna loda Dio.

Luca non ci dice le parole precise pronunciate da Anna, scrive che lei ha cominciato a lodare Dio e ha parlato del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme. 

“Lodava” (anthōmologeito imperfetto medio, o passivo indicativo) suggerisce le idee di riconoscimento o ringraziamento, obbedienza e proclamazione che si verificano nella lode resa pubblicamente a Dio in risposta della sua grazia.

Anna ha lodato Dio come il Fedele che compie le sue promesse e risponde alle preghiere!

Quindi probabilmente Dio rispose alla preghiera di Anna in età avanzata in relazione alla nascita del Messia e alla Sua redenzione, e in risposta lei fa una espressione pubblica di gratitudine.   

Oppure loda Dio per il Messia che tanto aspettava!

Noi dobbiamo sempre essere riconoscenti al Signore (Efesini 5:20; 1 Tessalonicesi 5:18), e mettere da parte tutti i nostri problemi e lamentele, anzi dovremmo anche ringraziarlo per i problemi e le circostanze che non ci piacciono, Dio è giusto, saggio, fedele, ci ama pertanto fa sempre la cosa giusta per noi e per il nostro bene!

Se noi pensiamo che meritiamo solo l’inferno e lui ci ha dato ciò che abbiamo, allora lo ringrazieremo sempre!
Ringraziamolo soprattutto per la vita eterna per mezzo della fede in Gesù Cristo.
  
Anna:
B) Testimoniava di Cristo.
Ancora nel v.38 leggiamo: “E parlava del bambino a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme”.
Ora studiosi dicono che il tempo (imperfetto) dei verbi nel greco “lodava” e “parlava” indicano che Anna continuò a rendere grazie e a predicare da subito nel tempio e anche dopo questo evento all’esterno del tempio, indica qualcosa di abituale.

La lode come l’evangelizzazione per un cristiano devono essere abituali!!

Anna parlava di Cristo a tutti quelli che aspettavano la redenzione di Gerusalemme, questo ci fa capire che non tutti lo aspettavano, non tutti credevano, solo un residuo. 
Dice di Gerusalemme perché era la capitale della nazione di Israele, nell’Antico Testamento rappresenta spesso tutto Israele (Isaia 40:2; Sofonia 3:14-20; Zaccaria  9:9-10).

Queste parole riecheggiano Isaia 52:9 dove troviamo scritto: “Prorompete assieme in grida di gioia, rovine di Gerusalemme! Poiché il SIGNORE consola il suo popolo, salva Gerusalemme”. (cfr. Isaia 40:9; 63: 4; Salmo 130: 5-8).

“ La redenzione di Gerusalemme " era un altro modo per dire l’arrivo, o la venuta del Messia, come per Simeone che aspettava la consolazione d'Israele (Luca 2:25), quindi redenzione di Gerusalemme è un sinonimo di consolazione di Israele.

Come Simeone, Anna, nella sua vecchiaia, ha avuto il privilegio di vedere il Messia.

La venuta del Messia avrebbe portato redenzione (lutrōsin) liberazione, salvezza, quindi consolazione a Israele dopo tutte le sofferenze sopportate. 

Il popolo d’Israele aspettava il Messia come liberatore politico dai nemici (cfr. Luca 24:21), ma sappiamo che il Nuovo Testamento parla di Gesù che ha acquistato una redenzione anche dai peccati! (Ebrei 9:11-12; Luca 1:68; Tito 2:14; 1 Pietro 1:18-19; Marco 10:45).

Hai la certezza che i tuoi peccati sono stati perdonati da Gesù?

CONCLUSIONE.
Se mentre per Simeone lo Spirito Santo lo ha guidato nel tempio, Anna era già nel tempio: Dio non opera in tutti allo stesso modo!

Anna ci lascia un esempio da seguire di devozione a Dio!
Dobbiamo ammettere che molti che si dicono cristiani in realtà non lo sono veramente, lo sono solo di nome, e forse per questo che abbiamo bisogno di “più cristiani cristiani” (Vance Havner).

Anna c’insegna che gli anziani hanno un posto nella vita della chiesa: non è mai troppo tardi per servire Dio!
Non esiste la parola pensionamento per un vero cristiano! Certo si può andare in pensione nel lavoro secolare, ma non nel servizio cristiano fin quando c’è una buona salute e la forza di servire il Signore! C’è sempre qualcosa da fare per il Signore!

L’età può impedirti di fare alcune cose, ma puoi fare comunque alcune cose: come pregare per esempio, intercedere per la chiesa, per le missioni, i missionari, ecc.

Servi il Signore finché ne avrai le forze!



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