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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

1 Pietro 5:8-9: Tre imperativi per non essere divorati dal diavolo

 1 Pietro 5:8-9: Tre imperativi per non essere divorati dal diavolo

Una donna disse a una sua amica che non parlava mai male di nessuno: "Credo che diresti qualcosa di buono anche sul diavolo". "Beh", rispose, "devi certamente ammirare la sua perseveranza.”

Il diavolo è vivo, attivo e perseverante nel cercare di fare del male ai cristiani; desidera distrarli, deviarli, ingannarli, divorarli.

Un cristiano semplicemente non può ignorare il fatto che il diavolo lo attaccherà prima o poi! 

Nessun cristiano è esente dal suo attacco, Pietro lo dà per scontato!

Allora è necessario prepararsi a questo attacco!

In questi versetti Pietro esorta i cristiani a essere all’erta contro il diavolo.

Il tipo di attacco che Pietro aveva in mente consisteva principalmente nella persecuzione, con la conseguente tentazione all'apostasia.

La Bibbia insegna chiaramente che i veri cristiani subiranno tentazioni e persecuzioni (cfr. per esempio Matteo 5:11; 10:17-18; Giovanni 15:19-20; Atti 14:22; Filippesi 1:29; 2 Timoteo 2:8-9; 3:11-12; Ebrei 10:32-34; 1 Pietro 1:6; 4:14,16). 

Pietro è attento a mantenere il giusto equilibrio tra il gettare su Dio ogni nostra preoccupazione (vv. 6-7) e la necessità di essere sobri, vigili e a resistere al diavolo durante il pellegrinaggio sulla terra.

"La protezione divina non elimina la necessità di una vigilanza costante" (Elliott). 

In questi versetti, Pietro con tre imperativi mette in guardia i credenti dall’avversario, il diavolo.

Il primo imperativo è:

I SIATE SOBRI 

La parola “sobri” la troviamo in 1 Pietro 1:13 e 4:7, dove Pietro esorta i cristiani a prepararsi perché la fine è imminente (cfr. anche 1 Tessalonicesi 5:6,8; 2 Timoteo 4:5).

“Siate sobri” (nēpsate - aoristo attivo imperativo) indica “autocontrollo”, “essere disciplinato”, “ben equilibrato”; era una parola usata per non bere vino, quindi non ubriacarsi e perdere così il controllo.

Una persona ubriaca non è sobria, non ha un pensiero lucido né il controllo su se stesso.

Ma “siate sobri” qui, non è riferito all’ubriachezza, ma a una lucidità mentale, essere liberi dalla confusione mentale e dalla passione, da ogni forma di eccesso. 

“Essere sobri” è la capacità di vedere le cose nella loro vera luce, la capacità dell'uomo di guardare la realtà con una mente lucida e che sa autocontrollarsi. 

Ora, come diceva Giovanni Climaco: “L'autocontrollo è la madre della salute spirituale”.

La tua salute spirituale dipende dal tuo autocontrollo!

Se perdi la lucidità mentale e il controllo, cedi alle tentazioni della carne, del mondo e del diavolo! (cfr. 1 Pietro 2:11; Luca 21:34; Romani 12:1–2; 13:14; Filippesi 4:8; Colossesi 3:2; 1 Tessalonicesi 5:6–8; Tito 2:12; Giacomo 1:27; 4:4; 1 Giovanni 2:15–16).

Allora sii sobrio perché da questo dipende la tua salute spirituale!

Non possiamo essere discepoli di Gesù Cristo senza sobrietà!

Senza sobrietà non possiamo vincere gli attacchi e le tentazioni dei nostri nemici spirituali tra i quali vi è il diavolo, ne saremo sopraffatti! 

Il secondo imperativo è:

II VEGLIATE

Anche questa parola è utilizzata in contesti escatologici in riferimento a essere pronti al ritorno di Gesù Cristo (Matteo 24:42-43; 25:13; Marco 13:34-35,37; Luca 12:37; cfr.1 Tessalonicesi 5:6; Apocalisse 3:2-3; 16:15).

“Vegliate” (grēgorēsate - aoristo attivo imperativo) è “stare svegli”, “essere in costante prontezza” “essere all'erta”, “prestare attenzione”.

Gesù usò questa parola con Pietro nel Giardino del Getsemani quando disse: "Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione; lo spirito è pronto, ma la carne è debole” (Matteo 26:41).

Paolo usa la stessa parola in 1 Corinzi 16:13: "Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi". 

In contesti militari, “vegliate” si riferiva a un soldato di guardia, che faceva la sentinella, che prestava attenzione contro gli attacchi del nemico.

Così il cristiano si oppone alla letargia mentale e spirituale che gli impedirebbe di riconoscere un attacco alla propria fede, è costantemente attento da un possibile attacco del nemico.

“Vegliate” significa essere attenti e pronti a rispondere alle influenze esterne; significa focalizzare la propria attenzione agli attacchi del nemico, al pericolo spirituale di essere ingannati. 

Con “siate sobri” e “vegliate”, Pietro esorta il cristiano ad avere il pieno controllo dei propri sensi, e indica con enfasi, una nuova linea d'azione che i cristiani devono intraprendere una volta per tutte.

 Con “siate sobri” e “vegliate”, Pietro, esprime vividamente la necessità di un’attenzione immediata, cioè da quel momento in poi, i credenti devono essere sobri e vegliare contro gli attacchi del nemico! 

È l'unico modo per impedire che la sua vita spirituale venga distrutta dal nemico.

La motivazione, dunque a vegliare è perché c’è:

A) Un avversario: il diavolo

C. S. Lewis disse: "Ci sono due errori uguali e opposti in cui la nostra razza può cadere sui demoni. Uno è quello di non credere nella loro esistenza. L'altro è credere e provare un interesse eccessivo e malsano per loro. Loro stessi sono ugualmente contenti di entrambi gli errori e salutano un materialista, o un mago con la stessa gioia.”

“Il diavolo, gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare” dice il v.8.

Il motivo per cui il cristiano deve essere sobrio e vegliare è perché c’è un avversario, il diavolo che gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare.

Non dobbiamo avere paura di lui e nemmeno sottovalutarlo!

Charles Swindoll scrive: “Prendo Satana molto sul serio. No, non sono intimidito da lui. Non ho paura di lui. Ma non sottovaluto il suo potere di infliggere grandi danni alle persone attraverso la tentazione, l'inganno e la distruzione”.

Molte persone negano l’esistenza del diavolo, o sottovalutano i suoi attacchi spirituali, o sono convinti che la decisione di rimanere fuori dalla battaglia li esonererà dai suoi attacchi, ma non è così, Pietro non dice questo, lo dà come una certezza, e quei cristiani che lo ignorano, prima, o poi si accorgeranno!

Nella battaglia di Gettysburg, un generale riferì a Longstreet, l'ufficiale comandante, che non poteva prendere con se i suoi uomini. Longstreet rispose sarcasticamente: ‘Molto bene; non importa, allora; lasciali stare dove sono; il nemico sta per avanzare, e questo ti risparmierà la fatica.’” 

Questo per indicare che si sarebbero accorti loro stessi per esperienza, si sarebbero dati da fare loro stessi, avrebbero reagito una volta che avrebbero visto il nemico davanti a loro!

Il cristiano deve stare sempre in guardia contro il principale avversario: il diavolo!!

La stessa idea di “avversario” (antidikos) si trova nel nome “Satana”, che significa “avversario”. 

“Avversario” esprime l'ostilità del diavolo in ogni aspetto della vita cristiana, Satana opera contro i cristiani e fa tutto il possibile per distruggerli.

Il diavolo è colui che si oppone al piano di Dio e provoca sofferenze ai cristiani!

Il diavolo odia Dio, è l'arcinemico di Dio, e quindi odia anche il popolo di Dio ed è anche il suo nemico!

La parola "diavolo" (diabolos) significa "calunniatore“, "accusatore" (1 Timoteo 3:11; 2 Timoteo 3:3; Tito 2:3). 

Nel Nuovo Testamento indica il principe ribelle del male (Matteo 4:1; Giovanni 13:2; Apocalisse 12:7–9) che è il nemico degli scopi di Dio (Matteo 13:39; Atti 10:38; Efesini 6:11; 1 Tessalonicesi 2:18; 2 Tessalonicesi 2:8–9,26; Apocalisse 12:9–10,13–17), l'origine della menzogna e dell’inganno (Giovanni 8:44; Atti 5:3; 2 Tessalonicesi 2:10; Apocalisse 12:9; 20:10).

Il nome "diavolo" indica il metodo preferito che ha l’avversario di sparlare e calunniare come facevano i persecutori della chiesa (cfr. 1 Pietro 2:12, 3:16; 4:14).

Il diavolo è un nemico maligno che ci accusa davanti a Dio per i nostri peccati!

Noi troviamo gli esempi delle sue accuse contro Giobbe (Giobbe 1:9-11; 2:4-5) e Giosuè, il sommo sacerdote, nell’Antico Testamento (Zaccaria 3:1-2; cfr. anche Apocalisse 12:10).

Vediamo:

B) L’attività del diavolo

“Il diavolo, gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare” (v.8).

“Gira come un leone ruggente cercando chi possa divorare” raffigura vividamente un leone affamato che va in giro (cfr. Giobbe 1:7; 2:2), è in movimento, pronto a divorare (katapiein – cfr. Giudici 14:5; Salmo 22:13; Geremia 2:15; Ezechiele 22:25; Osea 11:10; Sofonia 3:3; Zaccaria 11:3), cioè a ingoiare, ed è proprio questo il suo scopo! 

L'immagine di Pietro del leone ruggente, è sottolineato nell'Antico Testamento (Salmi 7:2; 10:9-10; 17:12; 22:13-21; 35:17; 58:6; 104:21; Ezechiele 22:25) e fotografa la cattiveria di questo cacciatore che insegue la sua preda.  

Ecco perché è importante essere sobri e vegliare!

“Gira” (peripatei – presente attivo indicativo) raffigura l'energia irrequieta del diavolo nella sua ricerca di vittime da “divorare”.

Il diavolo è il principe di questo mondo (Giovanni 12:31; 14:30; 16:11) e si muove irrequieto da un posto all'altro cercando chi possa divorare. 

Il diavolo non è onnipresente, non può stare in più posti contemporaneamente, ecco perché gira per la terra (cfr. Giobbe 1:7).

"Cercando" (zētōn – presente attivo participio) è cercare di ottenere, o raggiungere qualcosa che si desidera, indica la persistenza con cui cerca le sue vittime. 

Il diavolo è costantemente in agguato alla ricerca di qualcuno da divorare, non dorme, cerca la nostra rovina in molti modi diversi!

L'immagine è quella di una bestia che ingoia la sua preda in un boccone, questa è una rappresentazione del suo desiderio di distruggere il cristiano, di portarlo nelle vie malvagie del mondo. 

“Divorare”, dunque non è ferire, significa “annientare”, “distruggere”, e quindi portare alla rovina spirituale i cristiani. 

“Divorare” significa distruggere la fede, indurre i credenti ad apostatare, a rinunciare alla loro fedeltà a Gesù Cristo e così arrivare alla morte spirituale. 

Descrive la distruzione totale della vittima! 

Lo scopo di Satana non è solo quello di molestare e ferire, il suo vero desiderio è distruggere la fede dei cristiani!

In questo contesto, significa demoralizzare il credente attraverso la persecuzione (cfr. Apocalisse 2:10,13; 12:13; 13:7) in modo che rinneghino la fede. 

Ai tempi di Pietro, la chiesa di Gesù Cristo stava già ascoltando lo spaventoso ruggito del diavolo con la persecuzione!

Il diavolo ruggisce come un leone per intimidire, o terrorizzare il popolo di Dio con la persecuzione, questo dunque si riferisce a un attacco forte, violento. 

Se i credenti rinnegano la loro fede, vuol dire che il diavolo li ha divorati, riconducendoli nel suo regno. 

L’unico modo per i cristiani a cui scrisse Pietro per essere liberi dalla persecuzione era quello di rinnegare la fede, il Vangelo e la chiesa sottomettendosi al diavolo.

Secondo Pietro, la sobrietà spirituale e la vigilanza sono necessarie perché la minaccia della distruzione è reale e il diavolo è un vero avversario.

Le sue attività possono venire in sottili forme di inganno, tentazione e scoraggiamento (cfr. Genesi 3:1-6; Luca 22:31-34; 2 Corinzi 11:3; 1 Tessalonicesi 3:5), oppure può toccare il corpo con una malattia (Giobbe 2:1-10; Matteo 9:32; 12:22; Luca 13:10-16; 2 Corinzi 12:7-10; Apocalisse 6:9-11), o come in questo contesto con la persecuzione.

Non possiamo ignorare il potenziale danno che il diavolo, può arrecare alle nostre vite fisiche e spirituali.

Pietro sapeva per esperienza come il diavolo lo aveva tentato e vinto quando rinnegò il suo Signore Gesù Cristo. 

Ci sono credenti che hanno paura del diavolo, altri che lo ignorano completamente, Pietro ci dice che dobbiamo resistergli! 

Quindi meditiamo su:

III RESISTETEGLI

Pietro esorta al v.9 dicendo: “Resistetegli stando fermi nella fede”.

Con il terzo e ultimo imperativo, Pietro esorta i suoi lettori a prendere posizione contro il diavolo rimanendo saldi nella loro fede. 

Nel sud della Francia, affacciata sul Mediterraneo, sorge la Torre di Costanza. Lì, nel diciottesimo secolo, le donne ugonotte furono imprigionate per decenni perché rifiutavano di rinunciare alla loro fede riformata. 

Nella stanza della torre dove sono state tenute prigioniere, una copertura di pietra circonda un'apertura rotonda nel pavimento; inscritta nella pietra c’è la parola 'Résistez!’ (Resistere).

Marie Durand entrò in quella stanza nel 1729, quando aveva quindici anni. Tre anni dopo suo fratello Pierre fu impiccato a Montpellier. 

Nel 1745 le fu offerta la libertà se avesse accettato di rinunciare al culto protestante, ma la rifiutò e rimase prigioniera per trentotto anni, resistendo alle tentazioni, alla disperazione, al suicidio, al tradimento. 

Dalla sua prigionia iniziò un ministero di incoraggiamento per corrispondenza. Alcune delle sue lettere sono conservate oggi nel "Museo della Natura selvaggia" sulle montagne delle Cévennes.

Il comando di resistere al diavolo implica che i credenti sono in grado di resistere come ci ricorda anche Giacomo 4:7: “Sottomettetevi dunque a Dio; ma resistete al diavolo, ed egli fuggirà da voi.” (cfr. Efesini 6:13). 

Il diavolo può essere resistito! Il diavolo non è onnipotente! 

Non prendere scusa allora quando cedi alla sua tentazione!

L'idea che i credenti possano mettere in fuga il diavolo incoraggia i cristiani assediati ad affrontare il loro avversario con fiducia, sapendo che possono e prevarranno.

Dio ci ha dato anche un’armatura (Efesini 6:10-19) per resistere e vincere il diavolo!

“Resistetegli” (antistēte – aoristo attivo imperativo) è un comando, significa “stare in piedi”, "prendere posizione contro il diavolo", “opporsi attivamente alla pressione, o al potere del diavolo”, “stare fermi contro l'attacco”, “essere incrollabile nella resistenza”.

La parola “resistere" è un termine di difesa piuttosto che di attacco, ma non è passiva, è un impegno attivo contro il diavolo, è un’opposizione attiva e decisa. 

I credenti non trionferanno sul diavolo se rimarranno passivi, avranno successo sul tentatore se si sottometteranno a Dio e resisteranno al diavolo, questo ultimo fuggirà da loro secondo la promessa di Dio di Giacomo 4:7!

 Vediamo:

A) La spiegazione

“Resistetegli stando fermi nella fede”.

Un missionario che era stato in Africa, in un suo messaggio ai bambini, con decine di adulti interessati ad ascoltarlo, raccontò cosa si deve fare nel caso in cui s’incontra un leone affamato. 

La prima cosa da ricordare è che non si dovrebbe mai cercare di fuggire, significherebbe morte certa. Il leone può correre molto più veloce di noi. 

Successivamente, si dovrebbe provare a sembrare di essere molto coraggiosi e guardare dritto negli occhi il leone; se hai successo, si tirerà indietro e scapperà. 

Tuttavia, se ciò non funzionerà, dovresti essere preparato all’attacco del leone con una lancia, in modo che quando ti salta addosso atterrerà sulla lancia e sarà ucciso!

La stessa cosa dovremmo fare con gli attacchi del diavolo: non dobbiamo avere paura, ma resistergli coraggiosamente con fede!

Paul J. Achtemeir scrive: “A differenza di come farebbero le pecore, terrorizzate dal leone che ruggisce, che fuggono in preda al panico della sicurezza del loro ovile con l’unico risultato di essere divorate, i cristiani devono restare desti e perseverare nella loro fede restando nella loro comunità, resistendo al diavolo (v.9) e condividendo alla fine il trionfo di Dio (v.10)”.

Dunque, Pietro spiega come resistere al diavolo.

Il modo di resistere al diavolo è stando fermi (stereoi) nella fede, cioè essere risoluti, forti, solidi, compatti come una roccia, essere determinati nella fede (pistei). 

In relazione alla fede il credente deve essere solido e inamovibile, infatti, la parola “fermi” era anche applicato alla fermezza fisica (cfr. Atti 3:7,16), o per una solida base (2 Timoteo 2:19). 

“Fede” può riferirsi alla fiducia personale e alla fede del credente in Dio (cfr. Marco 11:22; 1 Tessalonicesi 1:8; Ebrei 11:1-6; 1 Pietro 1:5,7,9,21), quindi i credenti trionfano sul diavolo mentre continuano a fidarsi di Dio, credendo che Egli si prende veramente cura di loro e li sosterrà fino alla fine.

 La perseveranza fino all'ultimo giorno è compiuta per fede.

“Resistere al diavolo” non significa allora impegnarsi in azioni ostili contro le persone fisicamente, il combattimento è spirituale (cfr. 2 Corinzi 10:3-5; Efesini 6:11-12), dobbiamo avere fiducia in Dio!! 

I cristiani devono affidarsi a Dio perché Egli è degno di fede (cfr. 1 Pietro 4:19; 5:6; Giacomo 4:7); solo in questo modo possono resistere efficacemente al diavolo!

Ma attenzione, ciò di cui parla Pietro non è di avere fede nella fede, mettere forza e impegno nel credere, ma trarre forza da ciò in cui crediamo!

Non è la fede che vince il diavolo, non è il nostro atteggiamento, ma in chi poniamo la nostra fede, cioè Dio come confermato dal v.10, infatti Dio ci perfezionerà, ci renderà fermi, ci fortificherà, ci stabilirà saldamente!

Oppure “fede” si può riferire al contenuto del Vangelo, quindi a Gesù, oppure alla dottrina, al contenuto di ciò che deve essere creduto (Romani 1:8; Efesini 2:8; Galati 1:23; 1 Timoteo 1:19; 6:21; 2 Timoteo 2:18; Giuda 3). 

In questo senso “fede” significherebbe rimanere fermi nel Vangelo, in Gesù Cristo, o alla sana dottrina.

Noi nel v.9 troviamo:

B) La consolazione 

Sempre nel v.9 leggiamo: “Sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo”.

“Affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo” è in enfasi, Pietro vuole proprio che dobbiamo ricordare questo.

Questa considerazione di Pietro poteva portare consolazione ai credenti che stavano soffrendo nei seguenti modi: 

(1) La consolazione veniva nel sapere che la persecuzione è un segno di far parte della stessa famiglia in Cristo

Dicendo “fratelli”, Pietro vuole evidenziare l'unità e il loro comune legame di esperienza che fanno parte della famiglia di Dio (cfr. Efesini 2:19).

Tutti nella famiglia cristiana affrontano lo stesso rifiuto e la stessa discriminazione perché non partecipano più agli eccessi di dissolutezza della vita prima della loro conversione (1 Pietro 4:3-4). 

Agostino diceva: “Il tuo primo compito è essere insoddisfatto di te stesso, combattere il peccato e trasformarti in qualcosa di meglio. 

Il vostro secondo compito è quello di sopportare le prove e le tentazioni di questo mondo che saranno causate dal cambiamento nella vostra vita e di perseverare fino alla fine in mezzo a queste cose”.

Fino al ritorno di Cristo, la battaglia tra il bene e il male persisterà, e la sofferenza per la fede in Cristo è e sarà la norma per i cristiani.

La vita cristiana è un combattimento spirituale, e la persecuzione fa parte di questa!

Quando sarai perseguitato, o se sei perseguitato per la tua fede in Cristo, sappi che è una cosa normale, lo hanno fatto con Gesù e lo faranno con i Suoi discepoli (Giovanni 15:18-20).

(2) La consolazione veniva nel sapere che altri cristiani stavano soffrendo con la persecuzione, e questo indicava che era una sorte comune per tutti i cristiani

Il punto di Pietro è di ricordare ai destinatari della sua lettera ciò che già si sapeva, e cioè che la chiesa in tutto il mondo sperimentava lo stesso tipo di sofferenza (Atti 14:22; Filippesi 1:28-30; 1 Tessalonicesi 2:14). 

I credenti in Asia Minore non dovevano pensare che erano gli unici a soffrire per la persecuzione; altri cristiani nel resto del mondo stavano sperimentando la stessa sofferenza. 

Pietro voleva incoraggiare i credenti sotto persecuzione che le circostanze in cui si trovavano non erano insolite, nel resto del mondo i fratelli si trovavano nelle stesse circostanze di sofferenza; la loro esperienza era comune nel resto della fratellanza nel mondo. 

Le parole di Pietro erano un promemoria che ciò che i lettori stavano vivendo non era limitato a loro, ma a tutti i credenti.

La persecuzione era una cosa normale per un cristiano, come anche gli altri tipi di attacchi da parte del diavolo.

Tommaso da Kempis diceva: “Il diavolo non tenta gli increduli e i peccatori che sono già suoi”.

Il diavolo cerca di divorare i credenti!

Pietro sta dicendo che la loro sofferenza non era isolata, non era perché Dio li aveva abbandonati, o che stava ignorando i loro bisogni, o che aveva dimenticato la loro condizione, ma perché il diavolo li stava perseguitando come stava perseguitando gli altri cristiani sparsi per il mondo.

Questo tipo di sofferenza è parte integrante della vita cristiana, ha il suo posto nel disegno di Dio per coloro che sono discepoli di Gesù Cristo.

In qualche modo tutti abbiamo avuto, abbiamo e avremo un qualche forma di persecuzione per la nostra vita, non sarà fisica, ma sicuramente morale! 

Sappi che è una cosa normale per coloro che sono fedeli a Gesù Cristo!

Come lo è anche gli attacchi di altro tipo, il diavolo ha diverse armi e tattiche per divorare il cristiano, non solo la persecuzione.

(3) La consolazione veniva dal fatto che altri stavano affrontando e sopportando la persecuzione, e questo era un argomento per dimostrare che anche loro potevano essere in grado di affrontarla con successo

Di questo potevano esserne certi, perché le loro sofferenze, come quelle di tutti gli altri fratelli sparsi per il mondo, non erano più grandi delle loro e non andavano al di là delle loro forze (cfr. 1 Corinzi 10:13).

La grazia e la potenza che sostenevano altri fratelli nella loro sofferenza, sostenevano anche loro!

La grazia e la potenza di Dio non ci abbandonano! Dio è fedele (per esempio 1 Corinzi 1:9; 1 Tessalonicesi 5:24) e ci aiuterà anche nella sofferenza! (per esempio Isaia 41:10; 43:1-3; 46:4)

(4) La consolazione veniva dal fatto che non erano soli nella sofferenza

Si sopporta il dolore più facilmente se si sa che non si è soli, che c’è una sorte comune, che si può avere empatia e solidarietà da parte di altri cristiani.

Siamo tutti soggetti alla sofferenza; siamo tutti esposti alla malattia, al lutto, alla morte. 

Non c'è nulla di particolare nel nostro caso, soffriamo come gli altri cristiani, e possiamo incoraggiarci gli uni con gli altri!

CONCLUSIONE

La battaglia di Antietam nel 1862 durò per 12 ore e si classifica come il giorno più sanguinoso della guerra civile, con 10.000 vittime confederate e anche di più sul lato dell'Unione. Uno storico disse: ”Alla fine il sole tramontò e la battaglia finì con il fumo pesante nell'aria, il crepuscolo tremante con le grida angosciate di migliaia di uomini feriti.”

Anche se militarmente fu un pareggio, il mediocre generale dell'Unione George McClellan fu in grado di porre fine alla brillante spinta di Robert E. Lee nel Maryland, costringendolo a ritirarsi attraverso il fiume Potomac. 

Com'è stato possibile? Due soldati dell'Unione avevano trovato una copia dei piani di battaglia di Lee e li avevano consegnati a McClellan prima del combattimento.

Nessun comandante militare può aspettarsi di vincere una battaglia a meno che non conosce i piani del suo nemico!

Così nessun individuo può essere vittorioso contro il diavolo se non conosce le sue tattiche di attacco!

Ora è chiaro: il cristiano non è solo attaccato con la persecuzione, il diavolo ha altre tattiche, come la menzogna, lo scoraggiamento, i dubbi, la seduzione (Genesi 3:1-6; Matteo 4:1-11; Giovanni 8:44; 2 Corinzi 11:3-4; 2 Tessalonicesi 2:9). 

Il diavolo attacca a volte nella nostra debolezza, come anche nella nostra forza.

Un esercito nemico una volta prese il castello di Edimburgo dal suo lato più ripido perché gli occupanti presumevano che nessuno avrebbe cercato di farlo. Tutte le loro difese furono poste su quello che credevano essere l'approccio più debole, la pendenza più graduale, e furono ingannati e sconfitti. 

Così il diavolo può persino attaccarci in quelle aree dove ci sentiamo più al sicuro!

Il diavolo ha migliaia anni di esperienza osservando l'umanità ed è diventato un esperto di natura umana, pertanto non sottovalutarlo!

Williams osserva: "Sorridere è facile per il diavolo quanto ruggire - è abile in entrambi, e qualunque cosa faccia, è incline al male".

Come il leone nelle savane Africane si nasconde tranquillamente in mezzo all’erba alta, per attaccare al momento giusto, così il diavolo si nasconde e ci attacca aspettando il momento giusto per prenderci alla sprovvista! 

Satana si aggira e balza quando meno ce lo aspettiamo per divorarci, il che spiega il nostro bisogno di rimanere sobri e vigili per poi resistergli!

Dobbiamo stare attenti, sempre lucidi, in guardia, perché il diavolo è insidioso nei suoi attacchi. 

Paolo in Efesini 6:11-12 esorta la chiesa a indossare la completa armatura di Dio per stare saldi contro le insidie del diavolo, e aggiunge che il combattimento è spirituale contro le potenze spirituali e non contro gli agenti umani.

Così nella tentazione che Gesù ha avuto da parte del diavolo, impariamo a resistergli stando fermi nella verità della parola di Dio (Matteo 4:1-11). 

Sottomettiamoci a Dio, rimaniamo fedeli a Lui e il diavolo fuggirà via da noi, non ci sono altri modi per essere vittoriosi!


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