Luca 4:23-24: La provocazione sconcertante Durante la Seconda Guerra Mondiale, un prezioso dipinto di Rembrandt fu nascosto in una semplice fattoria olandese. Anni dopo, quando un esperto d’arte lo identificò, i contadini che avevano vissuto accanto ad esso per anni rimasero scioccati. “Ma era solo un vecchio quadro nella stanza degli ospiti”, dissero. Avevano guardato un capolavoro ogni giorno senza riconoscerne il valore. Questa storia ci introduce perfettamente all’incontro di Gesù nella sinagoga di Nazaret. I suoi concittadini avevano il Figlio di Dio in mezzo a loro, eppure vedevano solo “il figlio di Giuseppe”. La familiarità aveva offuscato la loro visione, impedendo loro di riconoscere il Messia che camminava tra loro. Nel brano di oggi, Luca 4:23-24, assistiamo a uno dei momenti più intensi del ministero terreno di Gesù. Dopo aver letto dalla Scrittura e aver dichiarato che quelle parole profetiche si stavano adempiendo in Lui, Gesù lancia una prov...
2 Corinzi 4:16: La sofferenza rinnova l’uomo interiore Sembra che Aristotele abbia detto: “Non possiamo imparare senza dolore”. Anche il salmista ha detto: “È stata un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti” (Salmo 119:71). I tempi di sofferenza sono tempi di insegnamento, tempi in cui possiamo imparare ciò che nei piaceri non possiamo capire! La sofferenza è produttiva nella vita del servo di Dio. Nei vv.16-18 vediamo una serie di contrasti che ci parlano della sofferenza e del beneficio della sofferenza: Uomo esteriore / uomo interiore (v. 16), disfacimento / rinnovamento (v.16), leggera / più grande, smisurato (v.17), momentaneo / eterno (vv.17-18), afflizione / gloria (v.17), cose che si vedono / cose che non si vedono (v.18). Paolo dai vv.16-18 parla di tre motivi per cui non essere scoraggiati: 1) La sofferenza rinnova l’uomo interiore 2) La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo 3) La sofferenza non è per sempre Oggi...