Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
2 Corinzi 4:16: La sofferenza rinnova l’uomo interiore Sembra che Aristotele abbia detto: “Non possiamo imparare senza dolore”. Anche il salmista ha detto: “È stata un bene per me l’afflizione subita, perché imparassi i tuoi statuti” (Salmo 119:71). I tempi di sofferenza sono tempi di insegnamento, tempi in cui possiamo imparare ciò che nei piaceri non possiamo capire! La sofferenza è produttiva nella vita del servo di Dio. Nei vv.16-18 vediamo una serie di contrasti che ci parlano della sofferenza e del beneficio della sofferenza: Uomo esteriore / uomo interiore (v. 16), disfacimento / rinnovamento (v.16), leggera / più grande, smisurato (v.17), momentaneo / eterno (vv.17-18), afflizione / gloria (v.17), cose che si vedono / cose che non si vedono (v.18). Paolo dai vv.16-18 parla di tre motivi per cui non essere scoraggiati: 1) La sofferenza rinnova l’uomo interiore 2) La sofferenza è un dono di Dio per non essere legati a questo mondo 3) La sofferenza non è per sempre Oggi...