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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Il posto per il culto.

PRINCIPI DELLA FEDE CRISTIANA.
“IL CULTO”.
IL POSTO PER IL CULTO.
Il posto per il culto è la chiesa, ma attenzione non dobbiamo pensare che non ci sia un culto privato e fuori la chiesa (per esempio Deuteronomio 6:7,20-25; Salmo 119:62; Daniele 6:10-13; Matteo 6:6; 14:23); il culto comprende sia l’interno della chiesa e sia l’esterno, in privato, ma vedremo in modo particolare quello pubblico in chiesa.

Sotto l’Antico Patto il centro della vita dell’adorazione era il tempio a Gerusalemme (1 Cronache 22:1; 2 Cronache 7:15-16; 29:27-30; Neemia 8: 6; Luca 1:8-10; 2:37; Atti 8:27), prima ancora era il tabernacolo (Esodo 25:8-9; 29:42-43; 33:10; Levitico 17: 1-5).

Poi vediamo anche la sinagoga (Luca 4:16; Atti 13:15; 15:21; 17:2).

Sotto il Nuovo Patto la chiesa si riuniva nelle case (Romani 16:5; 1 Corinzi 16:19).

In questa predicazione vedremo: la particolarità, i privilegi della chiesa e infine la perseveranza nel frequentare la chiesa.


Iniziamo con:
I LA PARTICOLARITÀ DELLA CHIESA.

In primo luogo vediamo:
A) L’Espressione di chiesa.
La parola “chiesa”, nel greco “ekklēsia” viene dalla parola  “ek” (fuori  e dalla parola “klèsis”, (chiamata) quindi “chiamati fuori”. 

Questa parola nel greco classico era usata per indicare un’assemblea, una congregazione, un radunamento di persone. 
Secondo L. Coenen la parola “ekklēsia indica l’assemblea plenaria dei cittadini della polis aventi capacità giuridica”.  

Aldo Sbaffi dice a riguardo: “Nel greco classico il termine indica l’assemblea del popolo (dēmos) di una città libera, ha cioè significato politico e non religioso; i cittadini che formano l’ekklēsia sono gli ekklētoì, i convocati”.  

Anche nel Nuovo Testamento questa parola viene usata con questo significato, per esempio per descrivere un’assemblea dei cittadini di Efeso riunitisi per parlare contro la nuova Via, Cristo e il cristianesimo (Atti 19:32,39,41), oppure per indicare l’assemblea di Israele nel deserto (Atti 7:38). 

Ma questa parola, ha più uno sfondo dell’Antico Testamento che dal mondo pagano, infatti nella traduzione greca dell’Antico Testamento (la settanta, LXX), la parola “ekklēsia” ha un significato di assemblea, congregazione e tra i vari usi (convocazione per il servizio militare, riunione per consultazione politica, ecc.) ha anche un significato religioso, infatti veniva usata per descrivere il radunamento del popolo di Dio per ascoltare la lettura della Sua legge e per altri scopi religiosi (Deuteronomio 9:10; 18:16; 31:30, Salmo 22:22,25; 89:5; ecc.). 

Nel Nuovo Testamento vi è anche la descrizione della chiesa del Signore, con questo sfondo religioso dell’Antico Testamento (Matteo 16:18; 18:17; Atti 9:31; 1 Corinzi 1:2;6:4; 1 Timoteo 3:15; ecc.). 

Passiamo ora alla:
B) Definizione di chiesa.
La parola “chiesa” non viene mai usata per descrivere un luogo d’incontro, un edificio e nemmeno un’organizzazione religiosa, la chiesa è formata da persone.

Se vogliamo dare una definizione sulla chiesa possiamo dire: “La vera chiesa, secondo il Nuovo Testamento, è un gruppo di persone che professano e dimostrano di essere state salvate dalla grazia di Dio, per la Sua gloria, solo tramite la fede e unicamente in Cristo” (Efesini 1:3-14;2:8-10; Giovanni 14:6).

Coloro che fanno parte della chiesa, sono stati chiamati da Dio fuori dal mondo, fuori dal mondo malvagio e incredulo per entrare a far parte del popolo di Dio, un popolo appartato per Lui (Atti 15:14; Tito 2:11-14). 

Coloro che sono stati chiamati fuori, sono gli eletti (Efesini 1:4; 2 Tessalonicesi 2:13-14; 1 Pietro 1:1-2;2:9-10; cfr. 1 Corinzi 1:26-31). 

La chiesa è stata acquistata da Dio con il Suo sangue (Atti 20:28); salvata e santificata da Gesù (Efesini 5:25-29). 

La chiesa di Dio è composta da tutti coloro che ascoltano la predicazione del Vangelo della grazia e rispondono con fede e pentimento (Atti 20:28), è la comunità di tutti i veri credenti di tutti i tempi, e oltre ad avere una connotazione universale e invisibile, cioè nel mondo intero, che non conosce confine, differenze denominazionali, sociali e di razza; ne fanno parte tutti coloro che Dio ha salvato, e sono stati battezzati dallo Spirito Santo (Matteo 16:18; Tito 3:4-7; 1 Corinzi 12:12-13; Efesini 2:11-3:10; 5:25-27; Colossesi 3:18-24), e ha anche ha una connotazione locale e visibile. 

Noi troviamo nel Nuovo Testamento molti riferimenti alla chiesa locale (Atti 8:1; 13:1; 14:23; 15:41; 20:17; Romani 16:5; 1 Corinzi 1:2; ecc.). 
La chiesa locale si riferisce alla chiesa, a ogni gruppo di credenti che si raduna in un determinato luogo per eseguire le funzioni proprie di una chiesa (culto, evangelizzazione, comunione fraterna, ecc.). 

La chiesa locale è costituita da tutti coloro che hanno fatto professione di fede in Gesù Cristo (Atti 16:30-31; Romani 10:9-12) e sono stati battezzati in acqua (Matteo 28:19; Atti 2:41) e rendono visibile la loro professione di fede (Atti 1:8; 4:31) e seguono l’insegnamento apostolico (Matteo 28:20; Atti 2:41-47). 

La chiesa locale è di grande importanza per Dio, infatti, lo vediamo negli ammonimenti di Gesù nel libro dell’Apocalisse, dove alcune chiese sono chiamate a non scendere a compromessi con la menzogna (Apocalisse 2:14-16), o con l’immoralità (Apocalisse 2:20-23) o nell’apatia spirituale (Apocalisse 3:15-17). 
Gesù richiama queste chiese al ravvedimento, altrimenti rincorreranno nel Suo giudizio. (Vedi anche Apocalisse 2:5). 

Vediamo ora:
C) L’edificazione della chiesa.
Chi edifica la chiesa? 

Paolo dice: "Cristo ha amato la Chiesa e ha dato se stesso per lei" (Efesini 5:25). 

Luca ci dice: “Il Signore aggiungeva alla loro comunità quelli che venivano salvati” (Atti 2:47).

Il Signore Gesù è l’autore della chiesa!
La chiesa non nasce e cresce per gli sforzi umani, Gesù edifica la chiesa, chiamando il suo popolo a sé. Egli ha promesso: “Io edificherò la mia chiesa” (Matteo 16:18). 

Stephen Olford racconta: “Dopo molti anni di viaggi in tutto il mondo in diversi paesi e culture, ho capito il significato profondo di ciò che intendeva Gesù quando disse: ‘Io edificherò la mia chiesa’. Il luogo di incontro, o il modo di culto, diventa sempre meno importante. I principi che rimangono invariati sono quelli che sono contenuti nel nostro testo. Cristo sta costruendo la sua chiesa sul terreno della sua opera finita, della verità della sua Parola infallibile, e della potenza del suo Spirito di abilitazione. Qualsiasi altra cosa può variare, questi assoluti rimangono costanti, come la chiesa di Cristo continua a crescere in forza e bellezza al suo ultimo giorno di completamento”.

Quindi Gesù Cristo edifica la Sua chiesa in base al Suo sacrificio già completato, della verità della parola di Dio e della potenza dello Spirito Santo.

Passiamo ora a considerare:
II I PRIVILEGI DELLA CHIESA.
Ci sono alcuni immagini per la chiesa che possono essere considerate anche privilegi che ci stimolano ad andare in comunità insieme ad altri fratelli e sorelle per celebrare Dio, per offrirGli il culto!

Ne menziono tre:
A) La chiesa è il tempio del Dio vivente.
2 Corinzi 6:16 dice: “Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: ‘Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo’”.

In un contesto in cui si trova l'immagine di Cristo come pietra angolare del tempio, Pietro parla dei fedeli come "una casa spirituale" (1 Pietro 2:5).

La descrizione del Signore come "Dio vivente" implica un contrasto con gli idoli morti dei templi pagani (2 Corinzi 6:15-16; (cfr. Deuteronomio 5:26; Giosuè 3:10; Geremia 10:10) e con tutti coloro che sfidano la sua potenza. 
Egli è il Dio immanente e dinamico, che è sempre attivo nel mondo, che interviene non solo nelle vicende umane, ma anche guida e dirige l’umanità.
Dio non un Dio morto, è un "Dio vivente", questo implica anche la sua comunicazione e la comunione con il suo popolo, quindi non una presenza statica in mezzo a loro, ma una presenza attiva nello stimolare e sostiene la loro vita.

La comunità cristiana è il santuario di Dio, Dio è presente tramite il Suo Spirito. 
Lo Spirito Santo è sia nel singolo credente (1 Corinzi 3:16-17; 6:19) e sia nella chiesa (Efesini 2:19-22).

Senza lo Spirito Santo non ci può essere vero culto a Dio!
Paolo ci esorta a essere ripieni di Spirito Santo perché così possiamo adorare con il parlare, con la verità su Dio; con la lode e il ringraziamento (Efesini 5:18).

Lo Spirito Santo crea un’unità (1 Corinzi 12:12-13; Efesini 4:1-4), ma questo non significa uniformità (Romani 12:3-8; 1 Corinzi 12:12-31), significa unità di scopo e di azione (cfr. Filippesi 2:1-5).
La chiesa primitiva è descritta come "un solo cuore e di un'anima sola" (Atti 4:32). 

I cristiani della chiesa primitiva avevano i loro beni materiali in comune (Atti 2:44-45; 4:32, 34-35). 
Lo Spirito Santo aveva creato in loro una forte senso di identificazione e appartenenza al gruppo che non vedevano i propri beni come "mio" e "tuo", ma come "nostro".

La chiesa è il luogo dove il Dio vivente esprime più pienamente la sua presenza (cfr. 2 Cronache 6-7:10).

Tozer disse: “Il fatto più grande del tabernacolo era che Dio era lì; una Presenza stava aspettando all'interno del velo. Allo stesso modo, la presenza di Dio è il fatto centrale del cristianesimo (cfr. Esodo 29:44-46; 40:34-35; 2 Corinzi 6:16)”.

Dio vuole che il Suo popolo sia consapevole della Sua presenza.

Possiamo affermare che la chiesa è la più alta espressione della volontà di Dio, anche se vi è una chiesa locale di pochi membri è sempre importante perché Dio l’ha acquista con il proprio sangue (Atti 20:28) e poi come abbiamo visto è la dimora dello Spirito di Dio. 

È importante non ignorare questo, la chiesa, allora è il posto giusto dove offrire il culto a Dio! E facciamo bene a frequentarla attivamente!

La seconda immagine è:
B) La chiesa è il corpo di Gesù Cristo.
La chiesa è un organismo.

Il teologo Hammond afferma: “La chiesa è un organismo, più che un’organizzazione”. 

Sullo stesso piano è anche Gary Inrig: “La chiesa non è un’istituzione, ma un organismo, un corpo vivente composto da credenti. Le implicazioni di questo semplice fatto sono enormi, ma per la gran parte sono state oscurate dalla cristianità moderna e dalla grande importanza che viene data agli edifici, alle strutture, ai programmi, alle organizzazioni e ai radunamenti formali. Così molti credenti vedono la chiesa come un edificio nel quale, a volte, ci si incontra. Per altri si tratta di un avvenimento che ha luogo per due o tre ore la domenica, e che non si ripeterà fino alla settimana successiva. In contrasto con questi concetti della chiesa ‘istituzione’ o della chiesa ‘organizzazione’, nel Nuovo Testamento troviamo la descrizione della chiesa ‘organismo’ un corpo vivente composto dai credenti uniti insieme per partecipare ad un'unica vita. Se siamo credenti nel Signore Gesù, ciò implica che più che frequentare le riunioni di chiesa, noi siamo la chiesa”.  

La chiesa quindi non è un’istituzione e nemmeno un’organizzazione, non è nemmeno un edificio, ma il corpo di Cristo.
Alla chiesa di Corinto Paolo scrisse: “Ora voi siete il corpo di Cristo e membra di esso, ciascuno per parte sua” (1 Corinzi 12:27; cfr. Efesini 1:22-23; 5:29-30; Colossesi 1:18). 

I credenti sono membra del corpo di Cristo, come corpo di Cristo prendono la vitalità, il vigore dall’unione con Cristo e sono dinamici per la presenza dello Spirito Santo, infatti la chiesa, come dicevamo prima, è il tempio dello Spirito Santo. 
La chiesa, come corpo di Cristo, è l'organismo a cui Egli dà vita spirituale e attraverso il quale Egli manifesta la attività, la sua potenza e grazia.

Come corpo di Cristo, la chiesa e quindi i credenti hanno un’unione spirituale con Cristo e tra di loro come membra di questo corpo. 
Quella stessa potenza vitale divina, che assicura il perdono e la perseveranza del credente, unisce tutti gli altri credenti a Gesù Cristo!
L'immagine del corpo di Cristo sottolinea il collegamento della chiesa, come un gruppo di credenti, con Cristo.

Questa unione con Cristo è la vita della chiesa che non morirà mai! (Matteo 16:18). 
Gesù Cristo rende la chiesa superiore e più stabile di tutte le organizzazioni umanitarie!! 

Pertanto, la Chiesa non può essere definita come un club, un’associazione di individui con scopi benevoli, o spirituali, perché c'è un elemento spirituale e trascendente, è il corpo di Cristo dove Cristo si rivela in modo potente (Efesini 1:22-23). 

Vediamo almeno tre caratteristiche importanti riguardo il corpo di Cristo.
Prima di tutto vediamo:
(1) La sua unità.
Il corpo è uno, come anche il Suo capo: Gesù Cristo (1 Corinzi 12:12-13; Efesini 1:21-22; 4:3-6).

In secondo luogo c’è:
(2) La sua diversità.
Ciascun credente ha il suo dono e il suo ministero da parte dello Spirito Santo per il bene comune e quindi ogni credente è importante per il buon funzionamento del corpo, anche quelli che non sono appariscenti (1 Corinzi 12:3-30; Efesini 4:7-16).

Infine:
(3) La sua interdipendenza (Romani 12:5; 1 Corinzi 12:25-30).
L’interdipendenza può essere illustrata da questa storia. 
Diversi anni fa due studenti si laureano presso una facoltà di legge. Il miglior studente della classe era un cieco di nome Overton e quando gli fu conferito il premio, volle che la metà andasse al suo amico Kaspryrak, questo era senza braccia e si erano incontrati per caso a scuola quando Kasprirak aveva accompagnato lo studente cieco su per le scale. Questa conoscenza casuale si è poi trasformata in amicizia profonda e costituisce un esempio d’interdipendenza, infatti lo studente cieco portava i libri di quello senza braccia che a sua volta leggeva ad alta voce mentre studiavano insieme; l’insufficienza di ciascuno veniva compensata dall’altro. Dopo la laurea progettarono di aprire insieme uno studio legale.

Ogni membro ha bisogno degli altri, e ciascuno è necessario per gli altri.
Tutti i vari componenti del corpo di Cristo hanno doni diversi non per i propri interessi, ma per il bene di tutti, ognuno deve prendersi cura dell’altro perché abbiamo bisogno gli uni degli altri (1 Corinzi 12:20-21), e quindi deve esserci comunione, solidarietà, empatia (1 Corinzi 12:26). 

Gary Irving scrive: “Nessun credente è un’unità individualmente completa, ciascuno deve far parte dei suoi doni agli altri. Logicamente questo comportamento deve essere reciproco perché solo così si avrà la viva esperienza di comunione nel corpo locale”.

L’ultima immagine di cui voglio parlarvi è:
C) La chiesa è il popolo di Dio.
Leggiamo ancora in 2 Corinzi 6:16: “Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente, come disse Dio: ‘Abiterò e camminerò in mezzo a loro, sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo ’”.

La chiesa è il popolo di Dio, appartiene a Lui ed Egli appartiene a loro.

Tutte le nazioni sulla terra sotto il domino di Dio, il mondo intero è sotto il suo potere; eppure solo il Suo popolo eletto gli appartiene.

Dio ha fatto di più per il Suo popolo rispetto ad altri: l’ha acquistato con il suo sangue; lo ama di un amore eterno, un amore fedele, un amore che le grandi acque non possono spegnere, e che le rivoluzioni e i cambiamenti del tempo, e persino i demoni non sono in grado di distruggere!
Il Suo popolo è la pupilla dei suoi occhi, Dio si prende cura di esso e lo protegge (Deuteronomio 32:10; Salmo 23; Romani 8:28-37; 1 Pietro 5:7). 

Dal Suo popolo Dio si aspetta obbedienza e fedeltà (per esempio Esodo 19:5-6; 20:1-6; Deuteronomio 10:12-21; Romani 12:1-2; 2 Corinzi 6:14-16)

Infine consideriamo:
III LA PERSEVERANZA DI FREQUENTARE LA CHIESA.
Dio vuole che chi gli appartiene frequenti la chiesa fedelmente!!

Se non abbiamo una vera e propria esperienza con Dio, un incontro autentico con Dio, la nostra religione non è che un'ombra, un riflesso della realtà, una copia falsa della relazione con Dio che abbiamo sentito parlare da qualcuno che lo ha veramente sperimentato!

Ora chi ha sperimentato veramente Dio è perseverante nel frequentare i culti.
In Atti 2:41-42 è scritto: “ Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone. Ed erano perseveranti nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere”.

In Ebrei 10:24-25 leggiamo: “Facciamo attenzione gli uni agli altri per stimolarci all'amore e alle buone opere, non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno”.

Siamo chiamati a frequentare una chiesa locale attivamente senza scuse!

“So che vi sono alcuni che dicono: ‘ Beh, ho consacrato me stesso al Signore, ma non ho intenzione di concedermi ad alcuna chiesa’. Orbene, perché no? ‘ Perché posso essere cristiano senza di essa’. Siete proprio sicuri? Potete essere così fedeli come cristiani disobbedendo al comando del vostro Signore, illudendo voi stessi di essere obbedienti? A cosa servono i mattoni? Per contribuire a costruire una casa. Se un mattone è abbandonato per terra anziché essere al suo posto nella fabbrica della casa, a cosa serve dire che è un buon mattone? Certo, è un buon mattone, buono a nulla! Così, voi cristiani che siete come pietre che rotolano qua e là, non credo che stiate vivendo secondo la vostra vocazione. Voi state vivendo in modo opposto a come Cristo vuole che viviate e, inoltre, siete da biasimare molto per l’offesa che arrecate” (Charles H. Spurgeon).  

Così ai giorni nostri Mark Dever, seguendo l’insegnamento della Bibbia ci esorta a essere parte attiva in una chiesa locale dicendo: “Dobbiamo smettere di vedere l’appartenenza alla chiesa come una vaga affiliazione utile di tanto in tanto, e considerarla invece una responsabilità costante di interessarci agli altri secondo le ingiunzioni del Vangelo”.  

Ci sono molte valide ragioni per andare in chiesa, ma la più importante è: offrire un culto a Dio e di questo Dio si compiace.

Quando arriviamo in chiesa, dobbiamo entrare con lo spirito di lode (Salmo 100:4), e dobbiamo ricordare che Dio è presente tra le lodi (tehillôt) del suo popolo (Salmo 22:3; cfr.2 Cronache 5:13-14). 

Quando il popolo loda Dio, Lui si avvicina ed è presente in mezzo a esso. Dio stesso è lieto di muoversi fra noi con la sua presenza e si manifesta.

Eppure molti cristiani non frequentano la chiesa, o se la frequentano, non sono costanti.

Il Signore aggiungeva ogni giorno alla loro comunità quelli che venivano salvati’ (Atti 2:47).
Il Signore Gesù non solo richiede a coloro che sono salvati di associarsi alla chiesa, ma egli stesso li unisce alla chiesa.
  
Nessun nuovo cristiano nasce nel vuoto, è consegnato nella comunione della chiesa!!
Egli è battezzato da un solo Spirito nel corpo di Cristo e perciò entra a far parte della comunione dei santi, della chiesa (1 Corinzi 12:12-13).
Eppure per un motivo o per l’altro certi credenti non frequentano la chiesa.

Vediamo quindi:
A) Pretesti superficiali.
Alcuni cristiani prendono tante scuse per non andare in chiesa ad adorare Dio: “Sono troppo stanco”; “Ho avuto tanto da fare”; “Oggi non mi sentivo bene”; “Il culto è noioso”; “Ci sono pochi canti”; eccetera.

Uno dei motivi per andare in comunità è quello di adorare Dio con gli altri credenti.

Nel Salmo 22:25 è scritto: “Tu sei l'argomento della mia lode nella grande assemblea; io adempirò i miei voti in presenza di quelli che ti temono”.

Il Salmo 84:4 afferma: “Beati quelli che abitano nella tua casa e ti lodano sempre!”

Il Salmo 111:1 dice: “Alleluia. Io celebrerò il SIGNORE con tutto il cuore nel convegno dei giusti e nell'assemblea”.

Salmo 149:1: “Alleluia. Cantate al SIGNORE un cantico nuovo, cantate la sua lode nell'assemblea dei fedeli”.

Nel Nuovo Testamento vediamo che i primi cristiani andavano regolarmente nel tempio (Atti 2:46), e s’incontravano nelle case (Romani 16:5).

Evitando regolarmente il culto comunitario di Dio con gli altri cristiani si sta derubando Dio del Suo onore. 

Dio merita la nostra adorazione e chi lo ha sperimentato veramente lo adora!
Tom Wells scrive dell’apostolo Paolo: “Egli scrisse ai cristiani di Corinto descrivendo loro l’inizio della vita cristiana e definendolo come l’avvento della ‘luce della conoscenza della gloria di Dio’ (2 Corinzi 4:6). Paolo intendeva dire che, quando un uomo diventa cristiano, vede Dio in modo nuovo, vede la gloria di Dio, vede uno splendore, una magnificenza, una maestà di Dio che prima non percepiva. Il cristiano è un uomo nuovo e ha una nuova consapevolezza di Dio. Questo era il pensiero di Paolo”.

Di conseguenza un cristiano diventa un adoratore di Dio, sempre Tom Wells scrive: “Se dovessimo dare una definizione dei cristiani, li potremmo chiamare ‘i veri adoratori del vero Dio’. Questo non è tutto ciò che sono i cristiani, ma ne è il punto di partenza. Un cristiano è un adoratore di Dio e, se voi non siete adoratori di Dio, significa che non siete cristiani”.

Coloro che non frequentano regolarmente il culto di chiesa ha:
B) Precedenze sbagliate.
Noi siamo salvati per offrire a Dio il culto Dio in modo comunitario!!
Tutto ciò che Cristo ha fatto per noi in passato e tutto quello che sta facendo ora conduce a questo scopo.

Eppure molti cristiani lo dimenticano: molti cristiani saltano il culto settimanale nella loro chiesa locale a causa delle priorità sbagliate. 
Certo ci sono dei casi eccezionali: una malattia, la mancanza di una chiesa fedele a Dio, o una mancanza di una chiesa, turni di lavoro, ecc.

Priorità sbagliate possono essere eventi sportivi, lavoretti, faccende domestiche, gite, o semplice relax.

Passiamo ora alle:
C) Ponderazioni sicure.
Ci sono diverse riflessioni che possiamo fare, ma ne riporto tre.

La prima riflessione è:
(1) Dio non approva i credenti tiepidi!
I cristiani dai pretesti superficiali e dalle precedenze sbagliate sono tiepidi e sappiamo cosa dice Gesù riguardo questo tipo di cristiani.
Alla chiesa di Laodicea scrisse, ma è valido anche per noi oggi: “All'angelo della chiesa di Laodicea scrivi: Queste cose dice l'Amen, il testimone fedele e veritiero, il principio della creazione di Dio:  Io conosco le tue opere: tu non sei né freddo né fervente. Oh, fossi tu pur freddo o fervente!  Così, perché sei tiepido e non sei né freddo né fervente io ti vomiterò dalla mia bocca.  Tu dici: "Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente!" Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo.  Perciò io ti consiglio di comperare da me dell'oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere.  Tutti quelli che amo, io li riprendo e li correggo; sii dunque zelante e ravvediti” (Apocalisse 3:14-19).

La seconda riflessione è:
(2) Dio vuole essere messo al primo posto.
La Bibbia ci chiama a mettere Dio al primo posto come leggiamo nel Salmo 73:25 dice: “ Chi ho io in cielo fuori di te? E sulla terra non desidero che te”.

Il salmista dice che la cosa più importante delle cose materiali, della prosperità, ciò che lui desidera di più è Dio!
Per il salmista Dio era la priorità e per priorità s’intende un’importanza, un’urgenza, un valore superiore rispetto a un altro.
Il salmista sta dicendo che Dio per lui è la cosa prioritaria, al di sopra di ogni cosa!
Sappiamo che si può essere cristiani, senza Dio! Nel senso che la gente dice di esserlo, ma in realtà non mette Dio al primo posto! (cfr. Luca 14:26).

Marco 12:29-30 dice: “  Gesù rispose: ‘Il primo è: -Ascolta, Israele: Il Signore, nostro Dio, è l'unico Signore: Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua’-“.

Il primo e più grande comandamento è amare Dio con tutto noi stessi, quindi nella nostra totalità, una fedeltà profonda, radicale e definitiva perché è l’unico Signore, e non perché abbiamo qualcosa in cambio!

Dove esiste questo amore non ci può essere posto per un secondo oggetto d’amare.

Se amiamo Dio tanto quanto dovremmo sicuramente non possiamo sognare un oggetto d'amore al di là di Lui!!
Quindi chi ama Dio lo fa esclusivamente, nel senso che Dio per noi è unico, che escludiamo gli idoli spirituali, o materiali che siano (Esodo 20:3-6).

La terza riflessione è:
(3) Dio vuole che ogni credente cresca spiritualmente.
La crescita spirituale è importante per varie ragioni che possiamo racchiudere: adorare Dio e glorificarlo con il nostro comportamento.

L’adorazione secondo come vuole Dio e la glorificazione di Dio dipendono dalla conoscenza che abbiamo di Lui, della verità che lo riguardano e dalla fede che vi poniamo!  (cfr. per esempio Giovanni 4:23-24; Ebrei 11:6).

Ora uno dei modi che Dio usa per farci crescere spiritualmente è proprio la chiesa, i cristiani fedeli a Dio (Efesini 4:12-16; Proverbi 13:20; 27:21; 1 Corinzi 15:33).

Secondo la rivelazione di Dio, non è contemplato che un membro del corpo di Cristo (un cristiano), possa vivere la propria vita cristiana in modo individualista senza far parte attivamente di una chiesa locale. 

C. S. Lewis a proposito afferma: “Il Nuovo Testamento non prevede religione solitaria”.  

Riprendendo l’immagine del corpo, a ogni membro del corpo di Gesù, della chiesa, è stata data la grazia (Efesini 4:7), di ricevere quella capacità necessaria per eseguire una funzione che permette al corpo di crescere ( 1 Corinzi 12:1-7; Efesini 4:12-16). 
Quindi possiamo pertanto affermare che non esiste una vera crescita senza essere parti del corpo di Cristo e chi ne fa parte non può vivere la fede in modo individualistico o separato!! 

Veniamo alla fede come individui, ma si cresce in comunità! 
La vita spirituale non è mai stata pensata da Dio per essere vissuta da soli, ma in un contesto della chiesa locale. 

La vita in Gesù non è destinata a essere solitaria e individualistica, ma a essere condivisa e comunitaria. 
Senza l'incoraggiamento, il supporto, l'insegnamento, l'amore, l’esortazione, i doni spirituali e le preghiere di altri membri del corpo di Cristo, non saremmo in grado di crescere nella fede, o nella verità!!! 
I fratelli e le sorelle della chiesa sono strumenti nelle mani di Dio per la crescita degli altri fratelli e sorelle della chiesa. 
Certo questo non significa che non ci saranno momenti per appartarsi, di solitudine personale con Dio di preghiera e meditazione.
La vita spirituale è allo stesso tempo personale ed ecclesiale, è verticale con Dio e orizzontale con gli altri membri del corpo dove Dio lo ha inserito. 

In conclusione possiamo dire che la spiritualità nasce e cresce attraverso la chiesa. 
Ma di che tipo di chiesa stiamo parlando? Ovviamente della chiesa che rispecchia quella del Nuovo Testamento! 
La chiesa locale da frequentare è una chiesa dove si crede che la Bibbia è la Parola di Dio, quindi la sola autorità suprema e la si predica con franchezza (2 Timoteo 3:14-17;Atti 17:2; 20:27; 4:31); dove s’insegna che la salvezza è per solo grazia e per sola fede (Efesini 1:3-14; 2:8-9; Galati 3:6-11); dove s’insegna che la salvezza è solamente per Cristo (Giovanni 14:6, Colossesi 1:13-18; 1 Timoteo 2:5-6); dove si dà gloria solo a Dio e non si mette al centro l’uomo (Romani 11:36; 1 Corinzi 10:31), quindi dove vi è il timore di Dio, dimostrato da un comportamento santo e il peccato è chiamato peccato (Salmo 2:11; 1 Pietro 1:17), dove ci si prende cura dei bisogni degli altri (Atti 2:42-45; Giovanni 13:34-35; 1 Giovanni 3:16-17).

CONCLUSIONE. 
Dio è degno di essere conosciuto e lodato (Salmo 145:3).
Il culto è una cosa dovuta a Dio (Esodo 15:11), ha fatto opere lodevoli (Salmo 78:4), è il nostro Creatore (Salmo 96:7-8; Apocalisse 4:8-11), in particolare ci ha salvato dai peccati (per esempio Matteo 1:21; Romani 5:1-11).

Non possiamo essere indifferenti al culto se sei un vero adoratore di Dio, quindi un vero cristiano!
Non possiamo essere indifferenti al luogo dove si offre il culto a Dio, cioè nella comunità del tempio di Dio, del corpo di Cristo, in mezzo al popolo di Dio, cioè la chiesa di Dio!
Se vuoi sperimentare Dio e crescere spiritualmente devi essere perseverante ai culti della chiesa!

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

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