Giuda 5-7: Tre esempi di giudizio di Dio
“Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero. Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora. Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno”.
“Ora voglio ricordare” è un’ espressione tipica epistolare, segnala il passaggio a una sezione di spiegazione.
“Ora” (de) indica un contrasto, in riferimento ai falsi insegnanti eretici e libertini (v.4).
Giuda aggiunge qualcosa di più su questi uomini:saranno sicuramente giudicati!
Questo è quello che Giuda desidera riportare alla mente della chiesa dopo averci ragionato, infatti “voglio” (boulomai-presente medio o passivo indicativo) indica un desiderio basato sulla deliberazione, un desiderio che nasce dalla facoltà di ragionamento.
Mentre “ricordare” (hupomnēsai-aoristo attivo infinitivo) non ha solo il senso attivo di richiamare alla memoria qualcosa, ma anche di richiamare all’attenzione, quindi di ricordare qualcosa d’importante che loro conoscevano da tempo.
I lettori della lettera conoscevano sufficientemente per la loro situzione gli esempi storici di giudizio (tutto questo-panta) che Giuda riporterà, lo vediamo dal verbo: “Conosciuto” (eidotas- perfetto attivo participio), ma è desideroso che applichino le lezioni apprese alla loro situazione attuale.
Giuda riconosce che i suoi lettori sono ben consapevoli dei racconti biblici fondamentali a cui fa riferimento, in un certo senso sta dicendo loro ciò che già conoscono da tempo, ma è preoccupato del fatto che hanno dimenticato il vero significato di queste storie.
Non è solo semplicemente i fatti che dobbiamo sapere, ma dobbiamo coglierne anche il significato, l’importanza.
Quello che è stato scritto nelle Sacre Scritture fu scritto per il nostro insegnamento (Romani 15:4).
Essi avevano ricevuto un'istruzione adeguata, ma avevano bisogno di riflettere seriamente su queste cose e applicarle: la verità deve essere presente nei nostri pensieri ed essere di vitale operativa nella nostra vita.
Una conoscenza personale della Scrittura è un tesoro vitale per i credenti, attraverso la conoscenza spirituale, il credente sarà in grado di valutare, di discernere la menzogna che proviene dai falsi insegnanti e quindi il non seguire il loro comportamento immorale (cfr. Galati 1:9; 1 Giovanni 2:19-28).
Con questi tre casi tratti dall’Antico Patto: la punizione di alcuni del popolo d’Israele, gli angeli ribelli e Sodoma e Gomorra e le città vicine, Giuda sottolinea che il tema della disobbedienza e della ribellione contro Dio punta inevitabilmente alla condanna.
Il comportamento peccaminoso di questi esempi puniti da Dio, è un monito per la chiesa ad agire secondo la fede (v.3), ma anche la certezza del terribile destino, del giudizio che attende i falsi insegnanti.
L'obiettivo di Giuda è duplice: vuole ancora una volta affermare che il popolo senza Dio sarà soggetto alla punizione di Dio, e vuole mettere in guardia i suoi lettori che riceveranno anche la stessa pena se seguono il loro cattivo esempio.
I IL GIUDIZIO AL POPOLO D’ISRAELE (V.5).
v.5: “Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, fece in seguito perire quelli che non cedettero”.
Il primo esempio di peccato e di giudizio riguarda il popolo d’Israele che il Signore aveva tratto in salvo dalla schiavitù in Egitto (Esodo 6-15).
Vediamo prima di tutto:
A) La conservazione del popolo.
v.5: “che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d'Egitto”.
“Signore” secondo il contesto dei giudizi dell’Antico Testamento è riferito a Dio Padre, ma secondo alcuni studiosi può essere anche riferito a Gesù.
Coloro che pensano che si riferisca a Gesù avvalorano la loro interpretazione dicendo che si adatta meglio al contesto, dove “Signore” si riferisce a Gesù (v.4,17,21,25).
Ma è anche vero che Colui che ha salvato e giudicato nell’Antico Testamento era Dio Padre, il Signore dei credenti dell’Antico Testamento (Esodo 7: 5; 12:51; 13:3, 9, 14, 16; 16:6, 18:1; 20: 2; 29:46; Numeri 15:41; 23:22; Deuteronomio 1:27; Deuteronomio 4:20; 5:6, 15; 6:12; 8:14, 13:5, 11; 26:8).
A questo proposito questi studiosi affermano che Gesù prima di farsi uomo preesisteva (Giovanni 8:56; 12:41-Isaia 6; 45:23; Filippesi 2:10-11); ed era con Israele nel deserto (1 Corinzi 10:4,9; Ebrei 11:26).
Quindi, secondo questa interpretazione è possibile pensare Giuda credeva che Gesù Cristo liberò Israele dall'Egitto.
Ma è più naturale pensare che Signore qui si riferisca a Dio Padre.
Il Signore aveva liberato il Suo popolo, ma nonostante il popolo sperimentò la potenza e la grazia di Dio in più circostanze mostrò di essere incredulo! (Esodo 32; Numeri 11; 14; 16; 21; 25).
Vediamo ora:
B) La caduta del popolo e la conseguenza di questa caduta.
Dio ha salvato il Suo popolo sulla base della sola grazia e compassione (Esodo 2:23-25), la risposta dell’uomo doveva essere di fede e lealtà (Numeri 14:11-12)
Dio è fedele al Suo popolo e ciò che richiede dal Suo popolo è la fedeltà (Deuteronomio 7:9).
Dopo che lo trasse in salvo, il Signore fece perire (apōlesen) il Suo popolo nel deserto.
Il motivo è stato l’incredulità, il popolo non gli ha creduto (mē pisteusantas).
Ci sono due pareri riguardo la circostanza del giudizio, il primo è di conseguenza alla loro idolatria quando il popolo fece il vitello d’oro, la loro disobbedienza e idolatria era una conseguenza della loro incredulità (Esodo 32).
Chi è incredulo, e anche disobbediente (Deuteronomio 9:23; Salmo 106:25; Ebrei 3:19; 4:6,11), e di conseguenza il popolo è stato giudicato, ne morirono circa tremila (Esodo 32:28).
Altri pensano che si riferisca all’incredulità e alla ribellione a Cades-Barnea, quando molti del popolo si rifiutarono di entrare nella Terra Promessa.
A eccezione delle tribù di Giosuè, di Caleb, e di quelli sotto i vent’anni, Dio giudicò il Suo popolo perché mormorò mostrando mancanza di fede nella Sua promessa e nel Suo potere di dar loro il paese, rifiutando di entrare nella terra di Canaan perché aveva ascoltato i rapporti scoraggianti di dieci esploratori (Numeri 14; 26:64-65; 32:10-13; Deuteronomio 1:19-45; 9:23; Salmo 106:24; Ebrei 3:19; 4:2).
In questa circostanza, il giudizio è stato per migliaia e migliaia di persone! (Numeri 1:45-46).
Molti Israeliti perirono nel deserto e sono stati abbandonati da Dio, questo è un severo monito per coloro che prendono alla leggera il giudizio di Dio!
L'incredulità nella Parola di Dio ha una conseguenza negativa.
Dio tratterà allo stesso modo i falsi insegnanti.
Il solo fatto che il popolo è stato salvato non ha impedito il giudizio di Dio su di loro, quindi il fatto che questi falsi insegnanti sembravano salvati, non impedisce loro di essere giudicati perché sono lontani dalla verità.
Gli autori del Nuovo Testamento, insieme a Giuda, parlano ripetutamente del contrasto tra la salvezza e la perdizione (1 Corinzi 1:18; 2 Corinzi 2:15; 2 Tessalonicesi 2:10; Giacomo 4:12), con enfasi sull’eterna salvezza, o rovina (Giovanni 3:16; 10:28; 17:12; Romani 2:12; 1 Corinzi 15:18).
Sappiamo che il giudizio di Dio non è popolare.
Molte persone chiedono: “Come può un Dio d'amore essere un Dio di giudizio?Sono due aspetti incompatibili”.
Ma il vero amore e il Dio che giudica sono perfettamente compatibili.
Non possiamo pensare che la grazia di Dio, o una semplice professione di fede, o il battesimo garantisce la salvezza futura!
L’apostasia di Israele e il suo giudizio è come un avvertimento per tutti coloro che pensano di essere salvati, ma non obbediscono al Signore!!
È vero non siamo salvati per le opere, ma siamo salvati affinché pratichiamo le buone opere!! (Efesini 2:8-10).
La fede senza le opere è morta, non ha valore (Giacomo 2:14-26).
Gesù disse:“ Non chiunque mi dice: Signore, Signore! Entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli ” (Matteo 7:21).
Gli Israeliti morti nel deserto, probabilmente credevano che facessero veramente parte del popolo di Dio, ma la loro disobbedienza dimostrava il contrario, come probabilmente questi falsi insegnanti.
La fedeltà è l'unico modo per dimostrare che siamo veri cristiani!!!
Vediamo il secondo esempio di giudizio:
II IL GIUDIZIO SUGLI ANGELI (v.6).
A) La consistenza del giudizio.
v.6: “Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio”.
Dio custodisce alcuni angeli nelle tenebre e in catene eterne per il giorno del giudizio.
Il tempo perfetto di “custodito” (tetērēken-perfetto attivo indicativo) implica un'azione passata che è ancora in vigore.
Questa parola qui è in netto contrasto, e in senso ironico con la stessa parola riferito sempre agli angeli: “Non conservavano” (mē tērēsantas-aoristo attivo participio) la loro dignità.
Dal momento che gli angeli non hanno mantenuto la loro posizione, il Signore ora li tiene custoditi, cioè li preserva, fa una guardia attenta, completa e continua su di loro per uno scopo ben preciso: il loro giudizio!!
In primo luogo vediamo che gli angeli sono:
(1) Custoditi nelle tenebre.
“Tenebre” (zophon) si riferisce al mondo dei morti.
Questi angeli risiedevano nello splendore celeste, ma dopo la loro ribellione a Dio, furono gettati nelle tenebre.
Questo è il luogo di miseria, terrore e di fitta oscurità separato da Dio, secondo alcuni si trova nel mondo sotterraneo, secondo altri studiosi è l’inferno.
L'oscurità eterna è riservata anche ai falsi insegnanti (v. 13).
In secondo luogo vediamo che sono:
(2) Custoditi in catene eterne.
“Catene eterne” (desmois aidiois) implica che non possono scappare, è una situazione infrangibile, eterna e immutabile.
Nessuna prospettiva di restauro li attende; la loro caduta e giudizio è definitiva.
Alcuni studiosi descrivono le "catene eterne" come metafora, sono cioè custoditi, detenuti in un certo luogo.
Altri li prendono come catene letterali in un pozzo buio da qualche parte in questa sfera terrestre (cfr. 1 Pietro 3:19-20; 2 Pietro 2:4,17).
Secondo alcuni studiosi non dovremmo interpretare questo testo nel senso che tutti gli angeli caduti sono rinchiusi in un determinato luogo; se fosse questo il caso, la terra non sarebbe afflitta da demoni (Luca 22:31; Romani 8:38; Efesini 6:12; 1 Pietro 5:8; Apocalisse 20:1-3)
Secondo altri studiosi questi angeli devono essere distinti dagli altri angeli caduti che non sono legati e quindi sono attivi contro l'umanità (Luca 8:31; Romani 8:38).
Ciò che comunque è importante sapere è: la certezza della loro punizione nel gran giorno del giudizio.
Questi angeli ribelli sono custoditi in un luogo di punizione fino al grande giorno del giudizio, quando dovranno affrontare il loro destino finale (Matteo 25:41).
Gli angeli ribelli vivono nelle tenebre spirituali e sono incatenati per il giorno del giudizio finale, da cui non potranno mai sfuggire al giudizio finale e definitivo, sono custoditi per questo giorno, questo implica che il loro destino è sicuro e che non potranno sfuggire al giudizio che su di loro, come un criminale è tenuto in custodia (Matteo 27:36, 54; Atti 12:5; 16:23).
Il punto principale, quindi è: coloro che trasgrediscono la legge di Dio sperimenteranno il giudizio di Dio!!
(3) Custoditi per il gran giorno del giudizio.
Lo scopo per cui sono custoditi è per il gran giorno del giudizio(megalēs hēmeras krisin), cioè il giudizio finale, al ritorno di Gesù Cristo.
Quel giorno sarà il giorno del Signore (Sofonia 1:14; Malachia 4:5; Atti 2:20; Apocalisse 16:14), più specificamente, il giorno del giudizio di Dio (Geremia 30:7), il tempo del giudizio del grande trono bianco, il giudizio finale (Apocalisse 20: 11-15).
Questi angeli che sono custoditi nelle tenebre e in catene eterne, guardando al loro futuro, possono vedere solo terrore, saranno gettati nello stagno di fuoco (Matteo 25:41).
B) La causa del giudizio.
v.6: “Gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora”.
Questo verbo implica un motivo, il motivo per cui sono custoditi nelle tenebre e in catene eterne.
Giuda specifica perché questi angeli saranno giudicati.
Il primo motivo è:
(1) Non conservarono la loro dignità.
“Non conservarono” (mē tērēsantas-aoristo attivo participio), cioè non hanno mantenuto in modo deliberato, attivo.
“Dignità” (archēn) si riferisce al principato, sfera d’influenza o di dominio, posizione di autorità, dignità, primo stato, responsabilità previste che gli angeli non conservarono.
Quindi la parola si riferisce al primo stato, alla loro posizione, allo stato originale e
dominio, principato (Romani 8:38; 1 Corinzi 15:24;Efesini 1:21;3:10; 6:12; Colossesi 1:16; 2:10, 15) e si riferisce ai demoni.
Così, “dignità” insegna che questi angeli hanno lasciato la loro dignità originale e le posizioni alte di autorità.
Essi abbandonarono il loro posto di autorità designata da Dio per andare in una posizione che non era destinata a loro.
(2) Non rimasero nella loro dimora.
v.6: “e abbandonarono la loro dimora”.
Gli angeli abbandonarono la loro dimora.
Nel greco è: “Ma abbandonarono”, “ma” indica un forte contrasto con l'affermazione precedente, il contrasto tra ciò che non dovevano fare, (lasciare la loro dignità) e ciò che hanno fatto (abbandonare la loro dimora).
“Abbandonarono” (apolipontas-aoristo attivo participio) significa lasciare alle spalle, quindi hanno dato le loro spalle a Dio, implica abbandono intenzionale, il verbo (aoristo) si riferisce a un atto, una volta per tutte, per sempre, avevano bruciato i ponti dietro di loro!!
“Dimora” (oikētērion) si riferisce al cielo alla presenza stessa di Dio (cfr. 2 Corinzi 5:2), alla dimora assegnata a loro da Dio, il loro posto, o quello che era opportuno o appropriato per loro.
Quindi gli angeli si ribellarono a Dio al posto che Dio aveva assegnato loro!
A che cosa si riferisce questa frase?
Ci sono due possibili interpretazioni che hanno dato i commentatori.
Alcuni sostengono che:
1) Giuda si riferisca alla caduta originale di Satana (Isaia 14:12-15; Ezechiele 28:12-17; cfr. Luca 10:18; Apocalisse 12:7-10).
Il peccato è l’orgoglio, l’auto-esaltazione, la ribellione.
Un secondo punto di vista è:
2) Alcuni angeli si sono uniti sessualmente con le donne attratti dalla loro bellezza.
Questo peccato secondo questa interpretazione è registrata nella Genesi (Genesi 6:1-4).
Ma non è importante a cosa si riferisse Giuda esattamente, il punto focale non è tanto l'identificazione del peccato esatto degli angeli, piuttosto il fatto che gli angeli hanno lasciato il loro posto, il posto assegnato da Dio e sono custoditi per il giudizio.
Lo scopo di Giuda è quello di mostrare che anche gli esseri spirituali non sono esenti dal giudizio se violano l’ordine stabilito da Dio per loro.
Coloro che detengono una posizione privilegiata, non sono esenti dal giudizio di Dio se si ribellano a Lui.
Se gli angeli sono giudicati, quanto più gli uomini peccatori lo saranno per le loro azioni malvagie!
Tutti saremo giudicati come questi angeli, anche una persona che occupa un posto di rilievo nella chiesa se si ribella a Dio!
Infine vediamo il terzo esempio di giudizio:
III IL GIUDIZIO SULLE CITTÀ (v.7).
V.7:“Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno”.
A) L’entità del peccato.
Giuda mette in evidenza l'immoralità sessuale e la perversione di queste città.
In Genesi 18:20 è scritto che il peccato di Sodoma e Gomorra era grande.
“Allo stesso modo” (hōs) introduce un ulteriore esempio di peccato e giudizio: Sodoma e Gomorra e le città vicine (Genesi 19:25, 29, le altre tre città che sono Adma, Seboim e Bela o Soar, quest’ultima è stata risparmiata Genesi 14: 8; 19:20-22).
Queste città si abbandonarono alla fornicazione e ai vizi contro natura.
Alcuni interpretano “come loro” (ton homoion toutois tropon ) in riferimento al peccato degli angeli, quindi il peccato di queste città sono simili a quelle degli angeli contro natura, contro l’ordine prestabilito di Dio.
Altri invece pensano si riferisca alle città vicine, altri a Sodoma e Gomorra, altri ai falsi insegnanti.
Nell’entità del peccato vediamo:
(1) La fornicazione.
“Si abbandonarono alla fornicazione” (ekporneusasai-aoristo attivo participio) indica concedersi all’immoralità sessuale, darsi alla fornicazione, implica azioni senza riserve.
Questo verbo si trova solo qui nel Nuovo Testamento, nella Settanta per indicare rapporti sessuali (Genesi 38:24; Levitico 19:29; Osea 2:7; 4:13).
È un termine generale per indicare qualsiasi tipo di rapporto sessuale al di fuori del matrimonio.
Oltre che alla fornicazione si sono dati ai vizi contro natura, oppure spiega in che cosa consiste la fornicazione, cioè a vizi contro natura.
Nell’entità del peccato vediamo:
(2) La perversione.
“Ai vizi contro natura”
Queste città sono andate dietro (nel testo greco è: apelthousai opisō), altra carne cioè hanno desiderato ardentemente, o hanno praticato, hanno commesso immoralità sessuale lasciando azioni normali per quelli innaturali: vizi contro natura.
Quindi, l'espressione “andate dietro” (apelthousai opisō) nel testo greco indica una partenza da un ordine stabilito nella natura, seguire una prassi contraria alla natura.
Infatti, “vizi contro natura” (sarkos heteras- carne altra) indica peccati sessuali innaturali, di ogni genere, perversione sessuale, rapporti omosessuali.
Essi hanno lasciato il rapporto uomo-donna stabilito da Dio e hanno deliberatamente perseguito una relazione con lo stesso sesso, quindi contro l’ordine costituito da Dio.
Vi era una profonda depravazione senza vergogna a Sodoma, l'omosessualità e la perversione sessuale erano dilaganti, senza vergogna, e matura per il giudizio come leggiamo in Genesi 13:13; 18:20 (cfr. Romani 1:27).
In Genesi 19 leggiamo che due angeli in forma umana visitarono Sodoma, ma la popolazione voleva abusare di loro.
Lot offrì le due figlie, ma loro volevano violentare lui e i due uomini, cioè i due angeli (Genesi 19:5-9).
Secondo alcuni studiosi si riferisce al loro desiderio di avere rapporti sessuali con i due angeli che Lot aveva ricevuto (Genesi 19:1-9); secondo altri si riferisce all'omosessualità perché gli abitanti di Sodoma non sapevano che i due uomini fossero angeli.
Dal momento che nemmeno dieci giusti furono trovati in Sodoma (18:22-33), Dio distrusse la città con zolfo e fuoco insieme a Gomorra (19:12-29), incluse nel giudizio altre città circostanti della pianura (19:24-25, 28-29).
Nel giudizio delle città vediamo:
B) L’esempio.
“Sono date come esempio” .
“Sono date” (prokeintai-presente medio indicativo) indica che esistono chiaramente, sotto gli occhi di tutti per essere visti, per servire come esempio.
Queste città sono un esempio permanente del giudizio di Dio sui peccatori.
“Esempio” (deigma), è una rappresentazione figurativa, serve come prova per le generazioni successive, un avvertimento che serve per dissuaderci a non seguire il loro cattivo esempio (Isaia 1:10; 3:9; Geremia 23:14; Ezechiele 16:46-50; Apocalisse 11:8), perché ha una conseguenza grave, subiremo la stessa sorte: la pena di un fuoco eterno.
Noi troviamo che questo terribile fatto è spesso evocato nella Bibbia come esempio del giudizio di Dio (Deuteronomio 29:22-23; Isaia 1:9; 13:19; Geremia 49:18; 50:40; Lamentazioni 4:6; Osea 11:8; Amos 4:11; Sofonia 2:9; Matteo 10:15; 11:23-24; Luca 17:29; Romani 9:29; 2 Pietro 2:6-7).
Nell’esempio vediamo:
(1) Una punizione temporale.
“Portando la pena”
Chi si lascia andare ai peccati sessuali immorali porta con sé la punizione di Dio.
Il tempo presente: “Portando” (hupechousai- presente attivo participio) implica un’azione continua ai tempi dell’autore e si riferisce in primo luogo, alla devastazione che ha prodotto il giudizio di Dio sul territorio di Sodoma e Gomorra, a sud del Mar Morto.
La prova della loro malvagità rimane!
La zona del Mar Morto, è arida e senza vita, desolata e attesta costantemente il giudizio di Dio, mentre prima del giudizio era una terra irrigata, come il giardino del Signore (Genesi 13:10).
Ci sono prove archeologiche che queste città furono distrutte dal fuoco e dallo zolfo.
Inoltre si ritiene che queste città continuino a bruciare sottoterra, infatti, il Mar Morto è molto caldo, con l'acqua sempre più calda a causa di sorgenti calde che provengono dal fondo.
L'attività vulcanica della zona ricorda costantemente i turisti del racconto biblico!
Il carattere stesso della regione è un avvertimento senza tempo che il male non trionferà ed è un’immagine di avvertimento del fuoco eterno dell'inferno.
“Pena” (dikēn), è punizione, una condanna.
Questa parola evoca il concetto giuridico di "punizione inflitta a titolo di pena legale". Originariamente aveva a che fare con il verdetto in tribunale, ma è venuto a significare l'esecuzione della pena.
“Pena” indica l'esecuzione di una sentenza che è in pieno accordo con le esigenze della giustizia (cfr. Romani 2:1-5).
La punizione dei peccatori di Dio non è né arbitraria, né vendicativa, ma è secondo giustizia!
Giuda vuol dire che vi è stato un verdetto divino, che viene quindi eseguito!!
Nell’esempio vediamo:
(2) Una punizione eterna.
v.7: “Portando la pena di un fuoco eterno”
La punizione consiste nel fuoco eterno (puros aiōniou).
Che il mondo sarebbe stato giudicato dal fuoco è stato più volte affermato nell’Antico Testamento (Deuteronomio 32:22; Isaia 29:6; 30:27,30,33;33:14; 66:15-16,24; Gioele 2:30; Naum 1:6; Sofonia 1:18; 3:8; Malachia 4:1), e nel Nuovo Testamento (Atti 2:19; 2 Tessalonicesi 1:8; 2 Pietro 3:7, 10; Apocalisse 9:17-18; 16:8; 20:9).
Giuda aggiunge la nota che questo fuoco sarà "eterno" (cfr. Matteo 18:8; 25:41,46).
“Portando la pena di un fuoco eterno” , indica l’inferno.
La frase la pena di un fuoco eterno si riferisce al lago di fuoco e zolfo dove saranno inviati i non credenti in seguito alla grande giudizio trono bianco (Apocalisse 20:15).
La distruzione di Sodoma e Gomorra da parte di Dio è stata fatta con zolfo e fuoco (Genesi 19:23-24) è stato un assaggio, un’anticipazione e quindi un esempio del fuoco eterno: l’inferno, che attende gli angeli che si ribellarono a Dio e i peccatori impenitenti, coloro che rifiutano Dio (Luca 16:19-31; 2 Tessalonicesi 1:8-10; Apocalisse 19:20; 20:10; 21:8).
Giuda non abbraccia l'idea che gli abitanti di Sodoma e Gomorra saranno eternamente annientati, un’idea che sarebbe stata più popolare e accomodante per la sensibilità di molte persone oggi, piuttosto, la punizione del fuoco è eterna, durerà e non finirà!
Il trionfo del male non è definitivo, il giudizio di Dio giungerà sicuramente.
Indubbiamente Giuda usa questo esempio per indicare il giudizio che aspetta a coloro che sono perversi sessualmente, ma anche di non seguire gli usi innaturali, la nefandezza della ribellione contro Dio dei falsi insegnanti.
Il punto di giudicare Sodoma non è quello di dimostrare ripugnanza per un particolare peccato, ma per mostrare le conseguenze di coloro che vanno fuori dal sentiero della volontà di Dio, dell’ordine delle cose stabilite da Dio: la punizione del fuoco eterno!
(1) Vi è un fuoco eterno per tutti coloro che abusano dei doni di Dio e rifiutano di pentirsi e di chiedere perdono a Dio per i loro peccati riconoscendo Gesù come proprio Salvatore (1 Timoteo 1:15; cfr. Giovanni 4:42; Atti 4:12).
Gli abitanti di Sodoma e Gomorra sono come un esempio che Dio certamente punisce severamente i ribelli (Matteo 11:23; Romani 9:29; 2 Pietro 2:6-7; cfr. Isaia 1:9-10; Amos 4:11;Ebrei 10:26-31).
Essere condannati alla pena del fuoco eterno, è il fuoco che brucia di tormento terribile, dove la punizione dura per sempre (Matteo 3:12; 9:17; 13:42,50; 25:41; Apocalisse 20:10; cfr. Isaia 30:33).
(2) Questo esempio ci esorta a essere santi, a fuggire dal peccato!
Dio comanda di essere santi come lo è Lui ( Ebrei 12:14-16; 1 Pietro 1:15-16).
Noi non siamo salvati per la nostra santità, ma siamo salvati dalla sola grazia di Dio per essere santi.
Oggi siamo bombardati d’immoralità: dalla televisione, internet, riviste, giornali.
Ma il cristiano può vincere la tentazione (1 Corinzi 10:13; Romani 8:12-13).
(3) La Bibbia condanna l’omosessualità.
Oltre l’esempio di Sodoma e Gomorra e le città vicine ci sono altri passi nella Bibbia che affermano che l’omosessualità non è secondo la volontà di Dio, è un peccato ( Levitico18:22; Romani 1:26- 27; 1 Corinzi 6:9-10; 1 Timoteo 1:9-10).
Dio ci h dato il sesso per essere utilizzato solo all'interno del matrimonio tra maschio e femmina (Genesi 2:24), la conseguenza è il giudizio di Dio come queste città se non vi è pentimento e confessione dei peccati, riconoscendo Gesù Cristo come nostro Signore e Salvatore.
Come tutti i peccatori, gli omosessuali sono chiamati a pentirsi perché la Bibbia dichiara che il rapporto sessuale con lo stesso sesso è peccato, come lo è l’adulterio, e i rapporti sessuali prematrimoniali.
L’omosessualità è un peccato come gli altri peccati e come qualsiasi altro peccatore, l’omosessuale che non si pente dei peccati sarà condannato come qualsiasi altro peccatore che non si pente dei suoi peccati!
I peccatori che non cercano il perdono di Dio si troveranno ad affrontare le tenebre eterne!!
Giuda ha avvertito che tutti coloro che si ribellano, ignorano, o rifiutano Dio saranno giudicati.
CONCLUSIONE.
I tre esempi biblici con i comportamenti peccaminosi e il giudizio inflessibile di Dio, sono riportati per far riflettere la chiesa a non seguire gli eretici e i loro comportamenti immorali, altrimenti si attireranno addosso il sicuro e giusto giudizio di Dio.
Questi tre esempi rappresentano una diversità, per quanto riguarda le persone, il peccato e la punizione.
Non importa chi possono essere i peccatori, o quali siano le circostanze del peccato, la conseguenza sarà il giusto giudizio di Dio.
Pertanto questo è un avvertimento sia per gli eretici e sia per coloro che li seguono, o sono tentati a seguirli.