La legge di Sturgeon
Immagina di andare al mercato per comprare delle mele, ti fermi in una bancarella e vedi che il 90% delle mele sono da buttare, ma una parte sono belle a vedersi e in buone condizioni, questa si può considerare la Legge di Sturgeon.
E ancora, immagina di entrare in una libreria specializzata in fantascienza.
Gli scaffali sono stracolmi di romanzi, ma la maggior parte ti sembra banale, con trame prevedibili e personaggi stereotipati.
Sei sconfortato, pensando che la fantascienza sia solo un genere pieno di cliché.
Ma ecco la svolta: tra tutti quei libri, ne trovi uno che ti cattura completamente. Una storia originale, personaggi complessi e un mondo fantastico che ti lascia a bocca aperta.
Questo libro è la perla rara, quella che dimostra che anche nel 90% di spazzatura si nascondono capolavori.
Anche questo esempio illustra perfettamente la Legge di Sturgeon: sì, la maggior parte della fantascienza può essere considerata di bassa qualità, ma questo non significa che non esistano opere eccezionali.
Lo stesso vale per qualsiasi altro genere artistico, o campo del sapere.
Avrai visto sicuramente tanti video, forse migliaia su internet dalla ricetta della nonna al tutorial di bricolage più bizzarro.
La maggior parte di questi contenuti diciamo il 90% è facilmente dimenticabile, li trovi spazzatura, ma ogni tanto ti sei imbattuto in un video che ti ha fatto ridere a crepapelle, o che ti ha commosso, o ti ha aperto gli occhi su un nuovo argomento; anche questo può essere considerata la Legge di Sturgeon.
La Legge di Sturgeon, o Rivelazione di Sturgeon, è un aforisma coniato dallo scrittore di fantascienza americano Theodore Sturgeon.
La legge afferma che "il novanta percento di tutto è spazzatura".
Sturgeon ha formulato questa osservazione in risposta alle critiche che spesso venivano mosse alla fantascienza, sostenendo che la maggior parte delle opere in qualsiasi campo, non solo nella fantascienza, è di bassa qualità.
Quindi questa legge è spesso applicata alla critica letteraria, in particolare nel campo della fantascienza, ma può essere estesa a molti altri ambiti.
Essenzialmente, suggerisce che la maggior parte della produzione in qualsiasi campo tende ad essere di qualità mediocre, o scarsa, mentre solo una piccola percentuale raggiunge livelli di eccellenza.
Ora 1 Tessalonicesi 5:21 offre una metodologia per applicare la legge di Sturgeon in modo costruttivo.
Non so veramente quanta percentuale dell’attività umana, dalla letteratura all’arte, dalla scienza alla tecnologia, o dalla filosofia alla religione, sia spazzatura!
Ma come cristiani dobbiamo esaminare ogni cosa e ritenere solo il bene!
Nel contesto di questo versetto vediamo che Paolo sta dicendo di non spegnere lo Spirito Santo, cioè di non soffocarlo, o di reprimere la Sua azione nella nostra vita, soprattutto per quanto riguarda i doni spirituali, come quello di profeta, e quindi a non disprezzare le profezie che facevano i profeti all’interno della chiesa, che non erano solo sugli avvenimenti che sarebbero accaduti nel futuro, ma anche a qualsiasi messaggio ispirato dallo Spirito, come parole di incoraggiamento, consigli, o esortazioni.
Dio nominò alcune persone come profeti per la chiesa (1 Corinzi 12:10, 28). Queste persone avevano doni speciali nel ministrare i messaggi di Dio al Suo popolo.
A volte predicevano il futuro (Atti 11:28; 21:9–11), ma più spesso esortavano, incoraggiavano e rafforzavano il popolo di Dio (Atti 15:32; 1 Corinzi 14:3).
I Tessalonicesi apparentemente trattavano alcune profezie, forse gli avvertimenti e le correzioni con cui non erano d'accordo, con disprezzo e nello stesso tempo, però, non dovevano essere creduloni nell’accettare tutto come proveniente da Dio.
Gordon Fee scriveva: “Anche se non devono spegnere lo Spirito mostrando disprezzo per le espressioni profetiche, non devono nemmeno semplicemente accettare ogni espressione di questo tipo come proveniente dallo Spirito. Piuttosto, devono mettere alla prova ogni cosa”.
Dunque, mentre i credenti di Tessalonica non dovevano avere troppa fretta di mettere a tacere la persona che affermava di avere il dono profetico, non dovevano nemmeno essere troppo frettolosi nel prendere per oro colato ciò che dicevano.
Mentre dovevano essere aperti all'opera dello Spirito Santo e ai messaggi di Dio, dovevano anche stare in guardia contro i falsi messaggi dei falsi profeti, oppure contro messaggi fuorvianti, non ispirati dallo Spirito Santo che avrebbero potuto influenzare negativamente la chiesa di Tessalonica.
Il ragionamento di Paolo è: “Non significa perché ci sono falsi profeti con falsi insegnamenti, che tutte le profezie siano sbagliate, o inaffidabili”.
Molte cose vengono usate in modo sbagliato nella vita.
Per esempio, un'auto può essere guidata in modo così spericolato da causare un incidente, ma questo non ci impedisce di salire in macchina.
Semplicemente ci rende più consapevoli della nostra necessità di guidare con più attenzione e responsabilità.
Paolo ci fa capire allo stesso modo di essere attenti e responsabili con ciò che ascoltiamo, o possiamo dire oggi, anche leggiamo.
Paolo dopo aver detto: “Non disprezzate le profezie”, continua dicendo al v.21: “Ma esaminate ogni cosa e ritenete il bene”.
Paolo allora sottolinea l'importanza del discernimento, esortando i credenti a esaminare attentamente ogni cosa per determinarne l’autenticità.
Paolo ci insegna che la fede non è cieca accettazione, ma richiede un attivo coinvolgimento della nostra mente.
Paolo ci insegna a non accettare passivamente tutto, o a rifiutare tutto a prescindere, ma esaminare ogni cosa e a ritenere il bene.
Quindi a non essere passivi ad accogliere tutto ciò che ascoltiamo, ma nemmeno a essere completamente chiusi!
Nel v.21 ci presenta due azioni fondamentali in contrasto: non spegnere lo Spirito e disprezzare le parole dei profeti con “esaminate” e “ritenete”.
Lo Spirito non deve essere spento né le profezie disprezzate, ma tutte le cose devono prima essere esaminate e poi di ritenere solo il bene.
Cominciamo a vedere:
I ESAMINATE
“Ma esaminate ogni cosa”.
Fin dai primi giorni della chiesa, i veri credenti hanno combattuto contro false dottrine.
Anche oggi la vera chiesa di Gesù Cristo è chiamata a combattere contro vecchi e nuovi falsi insegnamenti.
Quindi è necessario fare nostra la frase: “Ma esaminate ogni cosa”.
Tutto ciò che sembra vero non è necessariamente vero!
Anche quello che può sembrare vero può essere falso!
Rick Renner racconta questa sua testimonianza: “Una volta ho comprato un violino che ero sicuro fosse un autentico Stradivari. Ovviamente, se fosse stato autentico, avrebbe valso diversi milioni di dollari. Prima di acquistarlo, ho studiato i documenti su come riconoscere un vero Stradivari rispetto a una copia ben fatta. Dopo essermi convinto di aver trovato un vero Stradivari in un remoto negozio di antiquariato in Russia, l'ho acquistato. Ma dopo un esame da parte di un esperto di violini, si è rivelato niente più che un falso molto antico e favoloso. Solo un occhio esperto sarebbe stato in grado di discernere che non era autentico. Oggi quel falso Stradivari è appeso al muro in uno dei miei uffici come promemoria che tutto ciò che sembra vero non è vero e che è importante non credere avidamente a tutto ciò che vediamo e sentiamo”.
Il cristiano non deve essere un credulone da credere a tutto che gli viene insegnato!
Dio non vuole che siamo creduloni!
Dio ci ha dato le capacità intellettuali proprio perché le usiamo nel nostro cammino di fede.
Non si aspetta che crediamo a qualcosa perché lo dice un predicatore famoso, o perché quella dottrina sia stata decretata da un sinodo, o è scritta in una confessione di fede!
Tutto ciò che sembra vero non è vero ed è importante non credere avidamente a tutto ciò che vediamo e sentiamo.
Dio vuole che esaminiamo ogni cosa prima di abbracciarla, prima di farla nostra!
Ma quando siamo convinti che sia vera, dobbiamo sostenerla a qualsiasi costo!
Non ci importerà nulla dell’opinione popolare, o del pregiudizio contro di essa; non importa se per le persone ciò che crediamo sia ridicolo, e nemmeno se questo ci porti alla morte!
Se crediamo che sia un insegnamento vero, saremo disposti anche a morire per questo!
Noi allora dobbiamo:
A) Esaminare prima di approvare
I Tessalonicesi non dovevano accettare acriticamente qualsiasi cosa che un profeta diceva; piuttosto, dovevano esaminare ogni cosa.
Questo perché vi erano anche falsi spiriti, falsi profeti con falsi insegnamenti con le implicazioni negative che comportano.
Pertanto, la profezia non può essere semplicemente accettata solo perché è un fenomeno spirituale!
Da sempre ci sono stati falsi profeti, anche Gesù disse di stare attenti a questi (Matteo 7:18-19; 24:11,24; cfr. per esempio 2 Tessalonicesi 2:2; 1 Giovanni 4:1; Apocalisse 2:20); pertanto è necessario dice Paolo di esaminare ogni cosa!
Quindi non accettare ciecamente qualsiasi tipo di discorso presumibilmente ispirato dallo Spirito Santo senza discernere la verità di quel particolare discorso.
Solo perché qualcuno dice: "Così dice il Signore", non significa che si tratti di un'autentica espressione profetica dello Spirito Santo.
Solo perché qualcuno dice “Così dice il Signore” non significa che sia vero.
La prova di un messaggio profetico non sta nel suo impatto emotivo, ma nel suo allineamento con la Parola rivelata di Dio!
Potrebbe essere solo il prodotto della mente di una persona, data per immaturità spirituale o, peggio ancora, potrebbe rappresentare un tentativo consapevole di ingannare.
Quindi il processo di verifica è fondamentale per garantire che venga ricevuto solo l'autentico secondo la Parola di Dio.
Dio non ci chiama a spegnere il cervello!
Un cristiano non dovrebbe mai spegnere il cervello, o sospendere il giudizio critico, ma piuttosto utilizzare attivamente le proprie capacità intellettuali per discernere la verità.
L'apostolo Paolo fa appello alla ragione mediante la quale le persone percepiscono ciò che è buono e giusto in situazioni specifiche (cfr. per esempio 1 Corinzi 4:14; 2 Corinzi 10:5; Romani 12:2; 14:5; 15:14; 1 Tessalonicesi 5:12, 14).
Come in questo testo, Paolo esorta al discernimento e alla scelta responsabile (cfr. per esempio Galati 6:2–5; Romani 14:22–23; Filippesi 1:9–11).
Il Britannico Martyn Lloyd-Jones nei primi anni settanta si rese conto che la chiesa si stava allontanando dal discernimento spirituale e spiegò come la cultura postmoderna avesse contribuito a quella realtà, disse: “C'è una reazione molto ovvia al momento attuale contro l'intellettualismo... Ciò si riscontra tra gli studenti in America, e sempre più in questo paese. La ragione viene diffidata e messa da parte. Seguendo D. H. Lawrence molti dicono che i nostri problemi sono dovuti al fatto che abbiamo sviluppato troppo il nostro cervello. Dobbiamo ascoltare di più il nostro ‘sangue’ e tornare alla natura. E così, voltandosi contro l'intellettualismo e sposando deliberatamente il credo dell'irrazionalità, si abbandonano al desiderio di ‘esperienza’ e pongono la sensazione al di sopra della comprensione. Ciò che conta è il sentimento e il godimento; non il pensiero. Il pensiero puro non porta da nessuna parte”.
Non penso che oggi le cose siano cambiate in questo senso.
Ma Paolo esorta a esaminare!
“Esaminate” (dokimazete -presente attivo imperativo) è un comando!
Non è un optional della vita cristiana, ma qualcosa che dobbiamo fare sempre!
Il tempo presente indica che l’esame richiesto non è un'azione isolata, ma piuttosto deve essere la regola consolidata e la pratica continua.
“Esaminate” è osservare, controllare, guardare o ispezionare attentamente.
È fare un esame critico di qualcosa per determinarne l'autenticità, mettere alla prova, discernere, valutare (cfr. per esempio Luca 14:19; Romani 2:18; 1 Corinzi 11:28; 2 Corinzi 13:5; Galati 6:4; Efesini 5:10; Filippesi 1:10; 1 Timoteo 3:10; Ebrei 3:9; 1 Giovanni 4:1).
Dobbiamo vagliare, soppesare attentamente ciò che viene detto.
Dobbiamo fare un esame critico di qualcosa per determinarne l'autenticità, in questo caso delle profezie se provenivano dallo Spirito Santo.
È interessante che Paolo qui usa un verbo che in greco si riferiva all'atto di testare i metalli per verificarne la purezza, così usa questa parola anche Pietro (1 Pietro 1:7; cfr. per esempio Salmo 66:10), oppure per verificare se le monete erano vere o contraffatte.
Le monete contraffatte sembravano molto autentiche e c'era una tale abbondanza di monete contraffatte in circolazione nei tempi antichi che divenne una pratica accettata quella di testare le monete per determinare se fossero vere, o contraffatte.
Se testate e dimostrate false, venivano rifiutate. Solo se le monete che venivano testate e dimostrate autentiche venivano approvate, dichiarate buone, riconosciute per l'uso e messe in circolazione pubblica per essere accettate come pagamento.
Quindi “esaminate” indicava l’esaminare attentamente allo scopo di determinare l'autenticità, il mettere alla prova con lo scopo di approvare.
Comporta la distinzione tra vero e falso, giusto e sbagliato, o buono e cattivo, o bene e male (cfr. per esempio 2 Samuele 14:17).
A volte la parola denota il processo di distinguere ciò che è gradito al Signore (Efesini 5:10; cfr. per esempio Romani 12:2).
Questo ci suggerisce che dobbiamo approcciarci alle idee, agli insegnamenti e alle esperienze spirituali con attenzione e discernimento.
Come un orefice esamina attentamente l'oro per verificarne l'autenticità, o una persona una banconota, così noi siamo chiamati a valutare con cura ciò che incontriamo nel nostro cammino spirituale.
Dobbiamo:
B) Esaminare tutto
“Ogni cosa”.
In un'epoca di sovraccarico informativo, la capacità di distinguere la verità dall'errore è più cruciale che mai.
Siamo chiamati a essere persone che non solo credono, ma che comprendono ciò credono, che sappiano discernere la verità e la menzogna.
Nella frase greca “ogni cosa” è enfatizzata all’inizio della frase.
La prima priorità per i Tessalonicesi allora e per noi oggi è tornare con nuova devozione alla Parola di Dio, la Bibbia.
Viviamo in un'epoca in cui la spiritualità è un grande affare e anche in cui il discernimento spirituale è basso, anche tra i cristiani.
Os Guinness dice: "Siamo persone con una vera, a volte profonda esperienza di Dio. Ma non siamo più un popolo di verità".
Il sondaggista George Gallup riportava qualche anno questo risultato di un sondaggio sui cristiani che forse rispecchia la situazione anche oggi: "La lampante mancanza di conoscenza della Bibbia, delle dottrine fondamentali e delle tradizioni della propria chiesa... la superficialità della fede, con molte persone che non sanno cosa credono, o perché".
Altri vari studi condotti da organizzazioni come il Pew Research Center e il Barna Group confermano questa tendenza alla diminuzione della conoscenza biblica tra i credenti.
“Ogni cosa” è stato interpretato in tre modi diversi: per riferirsi alle espressioni profetiche, o a tutti di doni spirituali, compreso come quello profetico, e infine è un principio generale per indicare tutte le cose che influenzano la vita spirituale, alcune cose che sembrano buone in superficie possono essere trovate cattive all'esame, ciò include la verifica dei discorsi profetici.
Penso che Paolo abbia in mente non solo le profezie, o i doni spirituali, ma è generico, si riferisce a tutto ciò che i credenti potrebbero incontrare nella loro vita quotidiana, comprese le dottrine, gli insegnamenti, le esperienze personali, i consigli, i sistemi di pensiero, arte e cultura e così via; quindi, non solo alle influenze religiose, ma anche filosofiche, politiche, economiche, sociali, culturali, piscologiche.
L'idea è di filtrare tutto! Ma proprio tutto!
Paolo scrive: “Ogni cosa” (panta), per indicare che non ci devono essere eccezioni, non si deve escludere niente!
“Ogni cosa” non ammette eccezioni; include ogni questione e idea che potrebbe confrontarsi con i credenti.
Paolo parla prima di abbracciare un insegnamento, o un’abitudine, ma siamo sempre in tempo come cristiani a esaminarci, per esempio Tozer dice di esaminarci così: “Questa nuova dottrina, questa nuova abitudine religiosa, questa nuova visione della verità, questa nuova esperienza spirituale: come ha influenzato il mio atteggiamento e la mia relazione con Dio, Cristo, la Sacra Scrittura, me stesso, gli altri cristiani, il mondo e il peccato? Con questa prova settuplice possiamo provare che ogni cosa è religiosa e sapere senza ombra di dubbio se è di Dio, o no. Dal frutto dell'albero sappiamo che tipo di albero è. Quindi non dobbiamo far altro che chiedere di qualsiasi dottrina o esperienza: cosa mi sta facendo? e sappiamo immediatamente se è dall'alto, o dal basso”.
La seconda azione è:
II RITENETE
“E ritenete il bene”.
"Ritenete il bene", indica che dopo l'attenta valutazione viene una scelta attiva.
Non basta analizzare: dobbiamo anche saper trattenere ciò che è buono.
È come un cercatore d'oro che, dopo aver setacciato la sabbia del fiume, trattiene solo le pepite preziose.
Questo ci invita a non essere né ingenui, né cinici, ma saggi nel discernere e coraggiosi nel preservare ciò che ha valore secondo Dio.
L’esame attento senza trattenere il bene è come il cercatore che butta via l'oro insieme alla sabbia.
Paolo quindi sta parlando di:
A) Tenere fermamente
Paolo ci fa capire che i Tessalonicesi sapevano già come discernere il bene dal male; la sua unica preoccupazione è che si assicurino di farlo in modo da ritenere solo il bene.
“Ritenete” (katechete - presente attivo imperativo) come “esaminate” è un comando da osservare sempre.
Ritenere il bene non è un'opzione passiva, è un abbraccio appassionato del bene!
“Ritenete” significa “tenere stretto, o fermamente”, “trattenere fedelmente” riferendosi alle tradizioni, convinzioni, al credo autentico ispirato da Dio (cfr. per esempio Luca 8:15; 1 Corinzi 11:2; 15:2; Ebrei 3:6,14; 10:23).
La parola greca per “ritenete” funziona allora quasi come un termine tecnico che riguarda la necessità per i credenti di abbracciare, mantenere e difendere le tradizioni chiave, o le convinzioni fondamentali della fede cristiana che sono state loro trasmesse.
È l'immagine di avvolgere figurativamente le braccia attorno a un oggetto e rifiutarsi di lasciarlo andare.
Così l’esaminare attentamente non riguarda solo semplicemente l'identificazione del bene e di ciò che è sbagliato, ma è tenere attivamente il bene costi quel che costi.
Matthew Henry diceva: “Quando siamo convinti che una cosa sia giusta, vera e buona, dobbiamo tenerla ferma e non lasciarla andare, qualunque opposizione, o persecuzione incontriamo per questo”.
Non basta setacciare il fiume della conoscenza, dobbiamo avere il coraggio di trattenere l'oro della verità quando lo troviamo anche se non è popolare!
Paolo sta dicendo di:
B) Tenere fermamente il bene
Ascolti una predicazione, un consiglio, o qualsiasi altra cosa, che leggi, che ti viene insegnato, esortato?
Dopo averlo esaminato attentamente e approvato, perché è “il bene”, tienilo stretto a te!
Nel greco “il bene” è in enfasi, quindi, la frase è “il bene ritenete”.
“Il bene” (kalon) ha vari significati nel Nuovo Testamento, come per esempio quello di buono quanto a effetto, o influenza, utile, proficuo, vantaggioso, salutare e buono davanti a Dio che fornisce un beneficio superiore (cfr. per esempio Matteo 17:4; 18:8-9; Marco 7:27; 9:5; Luca 9:33; 1 Corinzi 7:1,8,26; 7:26; Ebrei 13:9), come per esempio il sale quando non diventa insipido (Marco 9:50; Luca 14:34), quindi dell’edificazione della chiesa, a questo doveva portare la profezia secondo quello che è scritto in 1 Corinzi 14:3.
Oppure “il bene” è una qualità morale positiva contro quella cattiva, immorale, quindi qualcosa di intrinsecamente valido, onorevole, nobile, giusto, virtuoso in senso morale, o etico (cfr. per esempio Matteo 5:16; Romani 7:16; Galati 4:18; 1 Timoteo 1:8,18; 2:3; 4:4; 5:10,25; 6:12–13,18; Tito 2:7,14; 3:8,14; Ebrei 5:14; 10:24; 13:18; Giacomo 3:13), che è ineccepibile, irreprensibile, eccellente, degno di lode (cfr. per esempio Giovanni 10:11; Galati 4:18).
“Il bene” può essere inteso anche come ciò che è autentico in antitesi con ciò che è falso; infatti, la parola greca (kalos) a volte veniva usata per qualcosa di autentico, ad esempio una moneta autentica anziché una contraffatta, una volta esaminata era degna di essere messa in circolazione pubblicamente.
Leon Morris scriveva: “Attenersi al bene, scrive Paolo, e la sua parola per bene (kalos) è talvolta usata per monete che suonano vere; sono genuine rispetto alle monete contraffatte. I Tessalonicesi non dovrebbero prendere tutte le affermazioni per buone; dovrebbero metterle alla prova e mantenere saldamente solo (ma sempre) ciò che è buono”.
Certamente in questo contesto il “bene” e il “male” si riferiscono sicuramente al bene e al male che si trovano, o derivano da profezie vere, o false.
Il riferimento potrebbe essere principalmente alle dichiarazioni profetiche: quelli che sono state riconosciute come divinamente ispirate dovrebbero ricevere un'attenta attenzione ed essere tradotte in azioni appropriate.
Paolo sta esortando i credenti a trattenere fedelmente la verità e le pratiche che ne conseguono che sono benefiche per la loro vita spirituale.
La domanda è: il bene e il male in base a che cosa? Qual è lo standard? Qual è il criterio per discernerlo?
Nell’Antico Testamento era la legge (tôrāh – Neemia 8:2; Isaia 8:20); i Bereani nel Nuovo Testamento che esaminavano ogni giorno le Scritture, cioè l’Antico Testamento per vedere se la predicazione di Paolo era conforme a queste (Atti 17:10-11; cfr. per esempio Luca 24:27,44-46).
Per la chiesa primitiva le parole profetiche dovevano portare edificazione, esortazione e consolazione, il bene comune (1 Corinzi 12:7; 14:3-5), e il profeta di Dio si distingueva dal falso profeta dal loro carattere e condotta, dai loro frutti (cfr. per esempio Matteo 7:15-20).
Ma divenne poi l’insegnamento apostolico lo standard per la chiesa.
Gli apostoli erano consapevoli che quello che predicavano e scrivevano era Parola di Dio (cfr. per esempio Galati 1:11-12; 1 Tessalonicesi 2:13; Apocalisse 1:1).
Gli apostoli erano rappresentanti autorevoli di Cristo e autenticati dai segni miracolosi (Atti 5:12; 2 Corinzi 12:12; Ebrei 2:4).
La loro testimonianza era orale, ma poi fu scritta e divenne autorevole e normativa nella chiesa alla pari dell’Antico Testamento (cfr. per esempio Giovanni 20:30–31; 2 Corinzi 10:8; 13:10; Efesini 3:1–4; Colossesi 4:16; 1 Tessalonicesi 2:13; 5:27; 2 Tessalonicesi 2:15; 3:6,14; 1 Giovanni 1:1–4; 4:6; 2 Pietro 3:15–16; Giuda 3).
Qualsiasi insegnamento che non era conforme a quello apostolico era da rifiutare (cfr. per esempio Romani 16:17-18; Galati 1:8-9; 1 Timoteo 6:3-5; 2 Giovanni 1:9-10)
Allora Paolo si riferiva al bene in relazione alla rivelazione di Dio che è verità (Giovanni 8:32; 17:17), lo standard di riferimento che proviene dal Signore, Dio di verità (cfr. per esempio Isaia 65:16), oggi possiamo dire la Parola di Dio, la Bibbia.
In 1 Tessalonicesi 5:21, Paolo istruisce i credenti a mettere alla prova tutti i messaggi che incontrano e ad attenersi a ciò che è buono, allineandosi alla Parola di Dio.
Ciò implica esaminare criticamente gli insegnamenti, rifiutare quelli che non sono conformi alla Scrittura e abbracciare la verità per mantenere l'integrità spirituale.
La nostra fede non dovrebbe basarsi su un'accettazione cieca, ma su una solida base di prove e ragione.
Dovremmo essere come i Bereani che scrutavano le Scritture, la Parola di Dio ogni giorno per vedere se ciò che predicava Paolo era vero!
Come cristiani dobbiamo coltivare uno spirito di discernimento in mezzo alle pressioni sociali e alla confusione morale di questo mondo!
Tutto ciò che dobbiamo credere, come anche la nostra vita morale, deve essere esaminata e applicata in base a ciò Dio ha rivelato nella Bibbia!
Questa è il nostro standard!
Tenendoci stretti fedelmente alla verità di Dio, così come rivelata nella Bibbia, affronteremo le sfide della vita e prenderemo decisioni secondo essa.
In vista di questo pericolo, i cristiani devono esaminare attentamente ciò che sentono e leggono, confrontandolo con la Parola di Dio, per determinare se è di origine divina.
Ogni cristiano ha la responsabilità (cfr. per esempio Ebrei 5:13-14) e la capacità di farlo, sebbene alcuni abbiano più discernimento di altri (cfr. per esempio Atti 17:11; 1 Corinzi 12:10; 14:29; 1 Giovanni 4:1), ma comunque tutti hanno lo Spirito Santo (cfr. per esempio 1 Giovanni 2:20,27) che permette loro di distinguere ciò che è vero o falso alla luce dalla Bibbia per non essere come bambini sballottati qua e là da ogni vento di dottrina (Efesini 4:14)
Oggi abbiamo la rivelazione completa di Dio: la Bibbia, dobbiamo respingere qualsiasi dottrina, insegnamento, o pratica che sia contraria a questa, ma quello che un buon insegnamento, quindi in armonia con la Parola di Dio, deve essere trattenuto fermante!
Dunque, allora, se ciò che ascolti “è un bene” cioè, in armonia con la Parola di Dio, lo devi trattenere fedelmente!
Mark Howell scrive: “Per il credente, tutta la vita deve essere vista attraverso la lente della Scrittura. Prima di prendere qualsiasi decisione, accettare qualsiasi insegnamento, scegliere qualsiasi corso d'azione, o intraprendere qualsiasi direzione, la prima domanda che ogni cristiano deve porsi è: cosa dice la Bibbia? Quelle cose che si dimostrano essere ‘buone’ devono essere abbracciate. Quelle cose che si dimostrano essere ‘malvagie’ devono essere rifiutate (5:21–22)”.
In un mondo pieno di voci contrastanti, la Bibbia rimane la nostra ancora. È l'unica guida, o standard di verità infallibile che abbiamo!
La nostra cultura valorizza l'esperienza più della verità.
Ma come cristiani, dobbiamo ricordare che la verità non è determinata dai nostri sentimenti, ma dalla Parola di Dio: la Bibbia!
La chiesa oggi ha bisogno di un risveglio del discernimento biblico.
Dobbiamo essere disposti a sfidare le nostre stesse credenze e quelle degli altri, cercando sempre di allineare le nostre vite con la verità di Dio!
CONCLUSIONE
Questo versetto è particolarmente rilevante nel mondo contemporaneo, dove siamo bombardati da innumerevoli messaggi e influenze di relativismo filosofico, morale, spirituale.
Ma secondo la Legge di Sturgeon la maggior parte delle cose che ascoltiamo, o vediamo, o leggiamo, sia nei profeti, o insegnanti nel senso religioso, e sia nei profeti di altri campi, è spazzatura.
La Legge di Sturgeon, pur essendo un'osservazione ironica sulla qualità media di molte cose, ci invita a riflettere sulla nostra ricerca della verità e sulla nostra capacità di discernere il bene dal male.
Siamo chiamati a essere come quei cercatori d'oro spirituali, che con pazienza e saggezza setacciano ogni cosa alla luce della Parola di Dio.
Paolo ci insegna che la fede matura include la capacità di pensare criticamente, di esaminare ogni cosa attentamente e di ritenere solo il bene, cioè quello che è secondo il pensiero di Dio, la sua volontà, sapendo come dice la Legge di Sturgeon che c’è molta spazzatura intellettuale, spirituale, morale!
Non si tratta di criticare per il gusto di farlo, ma di discernere la verità con un cuore aperto secondo la Parola di Dio, la Bibbia.
Paolo non dice di "rifiutate tutto a prescindere" né di "accettate tutto passivamente", ma ci invita a un equilibrio maturo: esaminare con attenzione ogni cosa e trattenere fermamente ciò che è conforme alla verità di Dio.
La Legge di Sturgeon ci protegge dal conformismo, ci invita a pensare in modo critico e a non accettare passivamente tutto ciò che gli altri ci dicono che possono essere predicatori (anche quello che dico io), teologi, o filosofi, o psicologi, o artisti.
Non è che questi non hanno niente da dire, ma semplicemente dobbiamo filtrare tutto alla luce della verità di Dio come rivelata nella Bibbia.
Immagina di leggere un libro di teologia, o di ascoltare una predicazione; la Legge di Sturgeon ti suggerisce di non accettare tutto ciò che l'autore afferma e Paolo ci fa capire di confrontarlo con la Bibbia e di ritenere solo il bene.
Oppure immagina di vedere un film, la Legge di Sturgeon ti suggerisce che non è tutto da prendere, ma di confrontarlo con la Parola di Dio e di ritenere solo il bene, secondo quello che dice Paolo.
Potremmo scoprire che alcune delle idee, concetti sono valide e ci aiutano a crescere nella fede, mentre altre potrebbero essere errate o fuorvianti.
La Legge di Sturgeon ci aiuta a vivere il versetto 1 Tessalonicesi 5:21 in modo più attivo e consapevole, invitandoci a essere dei cristiani pensanti e discernenti.
Se lo sei valuta bene anche questa mia predicazione!