Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
La redenzione di Dio in Cristo “Ma sono giustificati gratuitamente per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù”. (Romani 3:24) Al v.22 Paolo aveva parlato della manifestazione della giustizia di Dio, intesa come sua attività salvifica che comporta la trasformazione degli esseri umani, e riguarda coloro che hanno fede in Gesù Cristo. Nel v.23 l’apostolo dice che tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, cioè tutte le persone hanno trasgredito la legge morale di Dio e sono privi di conseguenza di quella immagine che l’uomo aveva prima della caduta, quella di Adamo ed Eva. A causa del peccato c’è stata una diminuzione, o un declino dell'immagine di Dio, immagine presente nei primordiali genitori quando furono creati e quindi prima di peccare. Ma essere privi della gloria di Dio, comporta anche il non sperimentare la magnifica presenza del Signore, e anche la mancanza, o la perdita dell'approvazione di Dio e quindi la libertà di accesso a Dio. Ed ecco...