Luca 4:25-27: La grazia di Dio che sorprende Vediamo la motivazione degli esempi profetici. Nella nostra precedente meditazione abbiamo contemplato una verità fondamentale del Vangelo: la grazia di Dio non è determinata dalla geografia, dall’etnia, o dalla lingua. Abbiamo visto come Gesù, nella sinagoga di Nazaret, abbia sfidato le concezioni esclusive dei suoi concittadini, ricordando loro come Dio avesse operato oltre i confini d’Israele attraverso i profeti Elia ed Eliseo. Oggi desidero approfondire ulteriormente questo insegnamento rivoluzionario di Gesù, esplorando un secondo aspetto di questa verità: la grazia divina spesso si muove in direzioni inaspettate sorprendendoci. Questi due aspetti sono strettamente collegati e complementari. Se nel primo messaggio abbiamo visto DOVE la grazia di Dio opera - oltre ogni confine - oggi vedremo COME questa grazia si manifesta in modi che sfidano le nostre aspettative. Lo stesso episodio di Gesù a Nazaret ci rivela ch...
Giudici 2:10: Dio non ha nipoti.
“Anche tutta quella generazione fu riunita ai suoi padri; poi, dopo quella, vi fu un'altra generazione che non conosceva il SIGNORE, né le opere che egli aveva compiute in favore d'Israele”.
La prima generazione di israeliti, contemporanei di Giosuè, stanziata nel paese di Canaan, servì il Signore (v.7), conosceva i miracoli e i giudizi del Signore, mentre la seconda generazione non lo conosceva, servì gli idoli di Baal (vv.11-12; Giudici 3:5-6). Studiosi sono divisi riguardo il significato di “conoscere”, alcuni pensano che si riferisca alla mancanza d’informazioni perché non conoscevano le opere del Signore. In questo sarebbero stati negligenti i loro genitori che non hanno insegnato loro le opere del Signore (Deuteronomio 6:6-7; Salmo 78:5-7; Efesini 6:4). Oppure, altri studiosi pensano
che si riferisca all’incredulità dei figli, al non riconoscere (Proverbi 3:6; Isaia 33:13) il Signore come loro autorità, e i miracoli che aveva fatto non avevano importanza, non avevano alcuna influenza su di loro. Quindi “non conoscere il Signore” indica che non erano veri credenti, come i figli di Eli (1 Samuele 2:12; cfr. Esodo 5:2; Salmo 79:6). Secondo questa interpretazione, fu una loro scelta causata dalle lusinghe della cultura cananea e non dal fallimento dei loro genitori. Infatti al v.7 leggiamo che quella generazione di Giosuè servì il Signore. Allora quella generazione che non conosceva il Signore, non è la mancanza di informazioni, ma è rifiutarsi di accettare gli obblighi che comporta una relazione con Dio. La generazione più giovane non seguì il modello di servizio di Giosuè e dei suoi contemporanei. Ha respinto la grazia del Signore e i suoi doveri verso di Lui, per servire gli idoli di Baal. Ora, benché i genitori siano responsabili dell’educazione religiosa dei loro figli, questo non significa che siano responsabili della conversione dei loro figli! Avere dei genitori consacrati al Signore, non è garanzia che lo siano anche i loro figli! Questo versetto mette in evidenza la verità che la conversione di un figlio, o di una figlia al Signore non è automatica se i genitori sono credenti, i figli sono responsabili di dare la propria vita al Signore, devono avere una loro esperienza personale con Lui. Ogni generazione deve sperimentare personalmente la realtà di Dio. Così ci troviamo in un perenne pericolo: una generazione può avere una fede dinamica, godere della comunione intima con Dio, delle benedizioni che si hanno in Cristo, anche la gioia di trasmettere la propria fede agli altri, ma la successiva generazione può essere indifferente a Dio! Consapevoli che i nostri figli non devono semplicemente scimmiottare la fede dei genitori, ma hanno bisogno di sperimentare la potenza trasformatrice di Dio, noi come servi di Dio siamo responsabili e dobbiamo fare il massimo per trasmettere e insegnare ai nostri figli chi è Dio e le Sue opere, di educarli nelle vie del Signore e di essere un buon esempio per loro, confidando nell’opera potente dello Spirito Santo. Siamo consapevoli, allora, che ogni individuo in ultima analisi, è responsabile per il suo peccato e delle sue scelte, ed è salvato per grazia di Dio, e non dai noi genitori (Giovanni 1:12-13; Efesini 2:8-9).