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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Matteo 6:12: Chi è stato perdonato da Dio perdona gli altri!

Matteo 6:12: Chi è stato perdonato da Dio perdona gli altri!
Nulla nella vita cristiana è più importante del perdono!

Probabilmente, di tutti i soggetti di preghiera del “Padre nostro”, questo è il più difficile da mettere in pratica.

Josè M. Martinez riguardo questo soggetto di preghiera scrive: “La richiesta di cui ci occupiamo ora mette allo scoperto la nostra miseria morale, quella miseria che ci sforziamo di nascondere, dissimulare o anche giustificare. Ci costa moltissimo dire: ‘Perdono!’ Tale esclamazione implica umiliazione per chi la pronuncia e non c’è nulla di più difficile che scendere al punto in cui l’orgoglio e l’amor proprio sono feriti dolorosamente”.

Non solo è difficile chiedere perdono agli altri, ma lo è anche il darlo a chi ci ha ferito, a causa del nostro orgoglio, del nostro rancore, o della delusione, o della frustrazione, o della rabbia, o della paura.
In questa richiesta di preghiera, il primo aspetto che vediamo è quello del:

I PERDONO DI DIO.
Vediamo la richiesta del perdono di Dio per i nostri peccati.

Quando i discepoli di Gesù pregano per il perdono, riconoscono che non sono ancora perfetti, i loro atteggiamenti e comportamenti spesso non rispettano gli standard del regno di Dio. 

La Bibbia ci dice che siamo tutti peccatori, le nostre migliori opere sono come un abito sporco davanti a Dio (Romani 3:10,23; Isaia 64:6), e se dicessimo che non lo siamo, siamo bugiardi, e facciamo Dio bugiardo perché Lui dice che siamo tutti peccatori (1 Giovanni 1:8-10).

Pertanto, tutti abbiamo bisogno di essere perdonati da Dio!

Questo avviene tramite l’opera espiatoria di Gesù Cristo: Gesù pagò sulla croce tutti i nostri debiti (Romani 3:24; 1 Giovanni 2:1-2), e sulla base della sua opera di salvezza, se crediamo in Lui e ci pentiamo dei nostri peccati e li confessiamo a Dio, Dio ci perdona (Atti 20:21; 1 Giovanni 1:9).

Vediamo ora:
A) La natura del perdono.
“Rimettici” (aphes – aoristo imperativo attivo) è ignorare, cancellare, perdonare, dimenticare nel senso di sotterrare l’offesa, di non vendicarsi, di non punire l’offensore.
Si riferisce alla rimozione della colpa derivante da un peccato.

La preghiera per il perdono implica che il supplicante riconosce che non esiste un altro metodo attraverso il quale il suo debito possa essere cancellato!

“Rimettici i nostri debiti” è la richiesta di grazia a Dio per essere perdonati da Lui.

Il perdono di Dio scaturisce dalla Sua bontà e pietà (Salmo 103:10-13); è puro e libero proveniente dalla grazia di Dio! 
Nessuno merita il perdono di Dio!
Solo attraverso Gesù Cristo per grazia di Dio possiamo essere perdonati (Romani 3:23-28; 11:6; Efesini 1:7; 2:8-9).

Come i piccoli debiti, Dio perdona anche i grandi debiti, niente è troppo brutto, grande, o impossibile per Dio da perdonare!

Il perdono di Dio è fondamentale e importante, è beato chi lo riceve.

Nel Salmo 32:1-2 leggiamo: “Beato l'uomo a cui la trasgressione è perdonata, e il cui peccato è coperto! Beato l'uomo a cui il SIGNORE non imputa l'iniquità e nel cui spirito non c'è inganno!”

Essere perdonati da Dio significa essere salvati dai nostri peccati e dalla Sua ira (Luca 7:47-50; Atti 13:38-39; Efesini 1:7).

Ricevere il perdono di Dio è salutare (per esempio Salmo 32:3-5; 31:1-14).

John Stott uno scrittore e pastore di una chiesa di Londra scriveva citando il responsabile di un grande ospedale psichiatrico inglese: "Potrei liquidare metà dei miei pazienti domani se potessero avere la certezza del perdono".

Questa considerazione non è esagerata, perché ai nostri giorni, come in tutte le epoche, le persone desiderano e chiedono il vero perdono e la certezza di essere stati perdonati, di essere libere dal peccato e dalla sua conseguenza negativa! 

Ora è importante sottolineare: quando Dio perdona, perdona in modo perfetto!

Questo è in riferimento, come dicevo prima, al Signore Gesù, quindi al Nuovo Patto (Matteo 26:26-28). 

In Geremia 31:33-34 è scritto: "'Ma questo è il patto che farò con la casa d'Israele, dopo quei giorni', dice il SIGNORE: 'io metterò la mia legge nell'intimo loro, la scriverò sul loro cuore, e io sarò loro Dio, ed essi saranno mio popolo. Nessuno istruirà più il suo compagno o il proprio fratello, dicendo: -Conoscete il SIGNORE!- poiché tutti mi conosceranno, dal più piccolo al più grande', dice il SIGNORE. ‘Poiché io perdonerò la loro iniquità, non mi ricorderò del loro peccato'". 

Quando una persona viene a Dio per mezzo di Gesù Cristo, confessando il suo peccato e cercando il perdono di Dio (1 Giovanni 1:8-10), non deve essere incerto sul risultato: Dio perdona sicuramente! 

Quando Dio ti perdona non si ricorda più dei tuoi peccati è scritto nella Bibbia! (Cfr. Isaia 43:25).

L’apostolo Giovanni lo afferma categoricamente: “Figlioli, vi scrivo perché i vostri peccati sono perdonati in virtù del suo nome” (1 Giovanni 2:12).

Dio allontana definitivamente i peccati, nel senso di perdonarli (Salmi 103:12), li butta in fondo al mare (Michea 7:18); li cancella (Isaia 43:25). 
La domanda è lo fa per alcuni peccati? 
Assolutamente no! Dio perdona tutti i peccati (Isaia 38:17; Colossesi 2:13), anche quelli più terribili! 

Non ha importanza quanto numerosi possano essere, quanto gravi possono essere e quante volte possiamo peccare…Dio perdona in modo perfetto! 
Riposa su questo! 

Quando Satana ti accusa per i tuoi peccati, se sei in Cristo, ricordagli che Dio ti ha rivestito di abiti magnifici! (Zaccaria 3:1-5). 

Ricorda al diavolo, quando ti accuserà che Dio ti ha tolto gli abiti sporchi e ti ha rivestito di abiti puliti, della giustizia di Gesù Cristo! (Isaia 64:6; Romani 13:14; Filippesi 3:8-9).

Consideriamo ora:
B) La natura dei debiti.
“Debiti” (opheilēmata) significa “ciò che è dovuto”, e qui assume il significato del peccato e della colpa per il peccato; quando una persona pecca è in debito con Dio (cfr. Matteo 18:23-35; Luca 7:41-43).

”Debiti” è il debito morale e spirituale derivante dal peccato che deve essere pagato a Dio, o possono essere considerati i peccati stessi.

Il passo parallelo di Luca 11:4 dice: “Perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore”.

I peccati sono chiamati debiti perché devono essere puniti a meno che il pagamento sia fatto da noi stessi o da un altro. 

Nessuno di noi potrebbe mai osare affermare di aver perfettamente adempiuto il nostro dovere ogni giorno verso Dio e verso gli altri: tale perfezione non esiste in questo mondo (cfr. Marco 12:28-31; Romani 3:9-23; 1 Giovanni 1:8-10).

Questa richiesta si riferisce alla consapevolezza dei nostri peccati davanti a Dio come nostro Padre e non come giudice, perché i credenti hanno sperimentato per sempre il perdono di Dio come giudice nel momento in cui si sono affidati a Gesù (Romani 8:1,33-34).

Ma abbiamo bisogno che i nostri peccati siano perdonati quotidianamente per la comunione con Dio (Cfr. Giovanni 13:10). 

Infatti, anche il più spirituale dei cristiani pecca, e nonostante è perdonato da tutti i suoi peccati: passati, presenti e futuri, grazie al sacrificio di Gesù per fede (per esempio Atti 10:43; Romani 3:25; Efesini 1:7), è chiamato a confessarlo e a chiedere perdono al Padre, nel momento che si accorge di aver peccato, per avere una comunione piena con Dio, e il Padre lo perdonerà (Salmo 32:1-6; 130:4; 1 Giovanni 1:8-10). 

Se siamo veri cristiani, la nostra la condizione davanti a Dio come Giudice, di giustificati, riconciliati con Dio e adottati come suoi figli, è per sempre (per esempio Giovanni 10:27-30; Romani 4:1-5:11; 8:1,31-39), ma la comunione con Dio come Padre viene interrotta a causa del peccato!
Ecco perché dobbiamo subito confessare il peccato quando ci rendiamo conto che lo abbiamo commesso. 

Allora, dobbiamo distinguere attentamente tra la nostra posizione legale davanti a Dio come nostro giudice, che è stata trattata completamente e definitivamente attraverso la fede nel sangue di Cristo, e la nostra relazione come figli con il nostro Padre, che deve essere costantemente mantenuta attraverso il perdono.

Il secondo aspetto che vediamo in questa preghiera è: 
II PERDONARE GLI ALTRI.
Un vero cristiano che è stato perdonato da Dio, perdonerà chi ha sbagliato contro di lui!

“Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori”.

I nostri debitori (opheiletais) sono coloro che sono in debito con noi, coloro che si sono resi colpevoli di peccato contro di noi, coloro che ci hanno fatto un torto, o dei torti quelli che peccano, o hanno peccato contro di noi.

Agostino diceva: “Ognuno è debitore di Dio e ognuno ha anche un debitore”.

Non è una cosa bella avere dei debitori morali perché può causare risentimento, odio, antipatia, divisione!

Josè M. Martinez scrive: “Possiamo ricordare senza sforzo le parole, le azioni e gli atteggiamenti con cui alcune persone ci hanno offesi. Probabilmente il ricordo mantiene ancora aperte delle ferite che trasudano di risentimento. Forse non arriviamo a odiare quelle persone, ma non possiamo liberarci dal malanimo. Una barriera di antipatia ci separa da loro. La spina che un giorno hanno piantato in noi ha aperto un fossato nella via del rapporto reciproco. I debiti ci allontanano dai debitori”. 

In questo soggetto di preghiera c’è una:
A) Concatenazione.
Il perdono umano e il perdono divino sono inestricabilmente intrecciati. 

Il perdonare gli altri e il perdono di Dio non possono essere separati! Sono interconnessi e interdipendenti. 

Non possiamo pensare di avere il perdono di Dio senza perdonare gli altri!

C’è una:
B) Corrispondenza.
Nella corrispondenza c’è:
(1) Il modo come perdonare.
Non chiediamo a Dio di perdonarci perché abbiamo perdonato gli altri; piuttosto chiediamo a Dio di perdonarci nello stesso modo in cui perdoniamo gli altri.

Chiediamo a Dio di perdonarci nello stesso modo, o in proporzione come perdoniamo coloro che hanno peccato contro di noi.

Come abbiamo perdonato, o perdoniamo gli altri saremo perdonati da Dio!
Se non abbiamo perdonato, o non perdoniamo, non saremo perdonati da Dio!

Se diciamo: “Non perdonerò mai tizio, o tizia, per quello che mi ha fatto”, se diciamo: “Non dimenticherò mai il male che mi ha fatto”, stiamo dicendo a Dio di non perdonarci!!

Non possiamo aprire le nostre mani per ricevere il misericordioso perdono, di Dio e nello stesso tempo tenere i pugni serrati contro coloro che ci hanno fatto del male!! 

(2) Il momento del perdono.
“Li abbiamo rimessi” (aoristo attivo indicativo), ha il senso di aver già perdonato gli altri nel passato, è già accaduto quando chiediamo a Dio di perdonarci!

Oppure può essere tradotto con un tempo presente, abituale, senza tempo: “Come noi rimettiamo ai nostri debitori”; e quindi può essere usato qui come mezzo per enfatizzare che l'atto del perdono è un fatto compiuto.

Quindi c’è una:
C) Certificazione.
Nella certificazione vediamo:
(1) L’impossibilità.
Non è possibile essere stati perdonati da Dio e nello stesso tempo, non perdonare gli altri!

Due sorelle non sposate condividevano una stanza singola. Queste due sorelle avevano due punti di vista diversi su Dio. La polemica era così aspra che non si parlarono mai più! Tuttavia, forse a causa della mancanza di mezzi economici, o per non creare scandali, hanno continuato a vivere insieme in una stanza singola. Disegnarono una linea di gesso sul pavimento per separare i loro due domini. Hanno diviso la porta e il camino, in modo che ognuno potesse entrare e uscire e cucinare senza entrare nel territorio dell'altro. Per anni hanno convissuto in un silenzio odioso. I loro pasti, il loro bagno, eccetera, erano continuamente esposti al silenzio ostile dell'altro. Così le due sorelle apparentemente cristiane, continuarono la loro vita nel rancore e nell’odio.

Queste due donne erano vere cristiane?

Ricevere il perdono di Dio è meraviglioso, ma è legato alla responsabilità di perdonare gli altri. 

Quindi nella certificazione vediamo:
(2) L’identità.
Leggiamo qualcosa di simile questa richiesta in Matteo 6:14-15: “Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe”. (cfr. Matteo 18:21-35).

Ora alcuni hanno preso questa richiesta di preghiera, per significare che il perdono di Dio dei nostri peccati dipende se perdoniamo gli altri che hanno peccato contro di noi. 
Se perdoniamo gli altri, Dio ci perdonerà; ma se rifiutiamo di perdonare gli altri, Dio si rifiuterà di perdonarci. 

Tuttavia, il resto della Bibbia ci mostra che nessuno può guadagnare il perdono di Dio!!

Il significato, si concentra sul vero pentimento di un credente che comprende la grandezza del perdono che lui o lei ha ricevuto da Dio e lo manifesta agli altri!

Il vero cristiano perdonato da Dio, che ha veramente ricevuto la grazia del perdono di Dio lo estenderà agli altri! 

Questa quinta richiesta del “Padre nostro”, ci aiuta a capire se siamo o no veri cristiani!

Il perdonare gli altri certifica, dimostra che la persona che perdona, ha ricevuto il perdono di Dio!

Quindi questa richiesta di preghiera non significa che con il nostro perdonare gli altri ci guadagniamo il diritto di essere perdonati da Dio, piuttosto Dio perdona solo chi si pente, e una delle prove del vero ravvedimento è uno spirito indulgente!

La prova che siamo stati perdonati sta nella nostra disponibilità a perdonare coloro che ci hanno fatto del male.

A proposito Martyn Lloyd Jones scriveva: ” Se pensiamo che Dio abbia perdonato i nostri peccati e poi ci rifiutiamo di perdonare chi ci ha fatto dei torti, ci sbagliamo: significa che non siamo stati perdonati. La persona che sa di aver ottenuto il perdono per mezzo del sangue di Cristo, necessariamente perdona gli altri. Non può fare a meno di perdonare. Se conosciamo davvero Cristo come nostro Salvatore, i nostri cuori sono inteneriti, quindi non possiamo rifiutarci di perdonare. Ripeto: se rifiutate di perdonare qualcuno, vuol dire che non siete stati perdonati”.

Se non perdoniamo, non siamo cristiani! Questa è una dichiarazione dura, ma è vera, perché quando la grazia di Dio viene nei nostri cuori, ci fa perdonare chi ci ha ferito. 

Così se ti rifiuti di perdonare gli altri, c'è solo una ragione: non sei un vero cristiano! 

Una persona perdonata da Dio è una persona che perdona gli altri!!

L’esperienza del perdono di Dio si traduce in un cambiamento di cuore da parte nostra e nella volontà di perdonare coloro che ci hanno ferito.
Cambiati e rafforzati dall'amore di Dio, abbiamo la voglia e la capacità di perdonare gli altri.

Così troviamo:
(3) L’insincerità.
C'è una certa insincerità in quella persona che chiede a Dio di essere perdonato e lui stesso non perdona chi lo ha ferito! 

Se ci viene in mente che non abbiamo perdonato qualcuno, non possiamo fare questa preghiera!

Quando Robert Louis Stevenson viveva nelle Isole del Mare del Sud, faceva sempre il culto in famiglia, e si concludeva sempre con la preghiera del “Padre nostro”. Una mattina, nel mezzo della preghiera del Signore, si alzò dalle sue ginocchia e lasciò la stanza. La sua salute era precaria, e sua moglie lo seguì pensando che si sentisse male. “C'è qualcosa che non va?" Disse lei. Stevenson rispose: "Oggi non posso pregare ‘La preghiera del Signore’. Nessuno di noi è in grado di pregare la preghiera del Signore finché lo spirito implacabile regna nei nostri cuori. Se non abbiamo sistemato le cose con il nostro prossimo, non possiamo sistemare le cose con Dio”.

Non guadagniamo il perdono di Dio se perdoniamo gli altri, non ha potere di acquisto, tuttavia, è ipocrisia, una mancanza di sincerità quando preghiamo di essere perdonati da Dio e non perdoniamo gli altri! 

Quindi se non perdoniamo non saremo perdonati perché dimostra che non siamo stati veramente salvati da Dio, non siamo sinceri (cfr. Matteo 18:21-35). 

Possiamo chiedere a Dio il perdono solo quando abbiamo perdonato gli altri (cfr. Matteo 5:23-24). 

Così l'atteggiamento di chi non perdona, non solo mostra una mancanza di consapevolezza del bisogno della grazia di Dio, o di insincerità, ma vuol dire che non è stato perdonato da Dio e non vuole essere perdonato da Dio! (vv.14-15). 

CONCLUSIONE.
Questo quinto soggetto di preghiera, ci dice di fare due cose. 
Primo, dobbiamo chiedere a Dio di perdonarci. 
Se non hai ancora chiesto a Dio di perdonare i tuoi debiti, i tuoi peccati, chiediglielo adesso per la grazia e il sangue di Gesù Cristo. 

La seconda cosa da fare è perdonare coloro che ti hanno fatto del male. 
Questo dimostrerà che sei un vero cristiano!

Quando noi consideriamo quello che Dio ha fatto per noi e in noi mediante la croce di Cristo Gesù, come ci ha perdonato da tutti i nostri peccati, allora per grazia di Dio, riusciremo a perdonare coloro che ci hanno fatto del male. 

L’esperienza e la consapevolezza del perdono della misericordia di Dio ammorbidisce il cuore più duro e lo spinge a perdonare gli altri! 

Una persona perdonata è una persona perdonante. 

La prova che siamo stati perdonati da Dio è quando perdoniamo chi ci ha fatto del male, quindi quando non abbiamo sentimenti di rancori e di odio, quando non pensiamo a vendicarci!!
In caso contrario affermiamo che non siamo stati perdonati da Dio. 

Hai qualcuno da perdonare? Perdonalo!

Hai qualcosa da perdonare al tuo coniuge? Fallo adesso!
C’è qualcosa che devi perdonare ai tuoi genitori? 
Fallo adesso!

Hai qualcosa da perdonare al tuo datore di lavoro, o al tuo collega? Fallo adesso!

Hai qualche rancore contro un membro della tua chiesa? Perdona adesso!

Sei cose sono necessarie da capire per il perdono:
(1) Dobbiamo ricordare il perdono di Dio che ha concesso a noi.
Se siamo veramente cristiani, i nostri peccati sono stati pagati dal sangue di Cristo. 

Il nostro debito che avevamo con Dio era immenso ed Egli lo ha cancellato in modo totale e definitivo in Gesù Cristo.

Come Dio ci ha perdonati in Cristo così dobbiamo perdonare gli altri (Efesini 4:32-5:1).

Qualcuno ha detto: “Siamo più simili a bestie quando uccidiamo. Siamo più simili agli uomini quando giudichiamo. Siamo più come Dio quando perdoniamo”.

(2) Dobbiamo ricordare l’esempio di Gesù Cristo.
Il perdono umano è modellato su quello divino.

Gesù oltraggiato non rendeva gli oltraggi dice Pietro (1 Pietro 2:23; cfr. Luca 23:34).

(3) Dobbiamo ricordare la potenza dello Spirito Santo in noi.
Perdonare chi ci ha fatto del male non è facile, ma non è impossibile per la potenza dello Spirito Santo.

Stefano, pieno di Spirito Santo, mentre lo lapidavano, perdonava i suoi aguzzini (Atti 7:55-60).

Possiamo amare come Dio, perché l’amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo (Romani 5:5), che è presente in ogni vero cristiano (Giovanni 7:38-39; Romani 8:9; 1 Corinzi 3:16; Efesini 1:13-14).

(4) Dobbiamo imparare a capire gli altri. 
Senza sminuire il loro peccato, c'è sempre un motivo per cui le persone si comportano in un certo modo: se sono scortesi, di cattivo umore, sospettosi.

Forse hanno frainteso, o sono stati disinformati su qualcosa che abbiamo detto o fatto. 

Forse trovano difficile la vita, e le relazioni umane sono un problema per loro. 

Il perdono sarebbe molto più facile per noi se cercassimo di capire prima di permetterci di condannare, o di creare barriere.

In quinto luogo:
(5) Dobbiamo capire che tutti abbiamo bisogno del perdono.
Thomas Fuller disse: “Chi non riesce a perdonare gli altri distrugge il ponte su cui lui stesso deve passare; perché ogni uomo ha bisogno di essere perdonato”. 

Non c’è vita sociale senza perdono perché tutti sbagliamo e tutti abbiamo bisogno di essere perdonati!

Infine:
(6) Dobbiamo ricordare la natura del perdono.
David Augsburger riguardo il perdono dice: “Perdonare è rinunciare al diritto di ferirti anche se tu hai ferito me”.

Perdonare è non vendicarsi!

Perdonare è un impegno nel fare tre cose come ci ricorda il dottor Jay Adams riguardo il perdono dice:
(a) In futuro, non ritorcerò l’episodio contro chi mi ha fatto un torto.

(b) Non ne parlerò con altri.

(c) Non mi soffermerò su quanto è avvenuto.


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