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Visualizzazione dei post da agosto, 2017

Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

Ebrei 11:2 La celebrazione della fede.

Ebrei 11:2 La celebrazione della fede. Un predicatore pensava che fosse da solo a scalare una montagna in una giornata nuvolosa e di pioggia. Pur sapendo che fosse stato difficile arrampicarsi sulle rocce bagnate e ghiacciate, proseguì. Mentre il cielo si schiariva, arrivato su un piccolo altopiano, si accorse che vi era un bel po' di gente che erano andata almeno un paio di ore prima di lui. Così il credente in questo cammino verso il cielo, non è da solo, ci sono tante altre persone, tanti altri cristiani pellegrini su questa terra!  La fede è un potere convincente che supera le ragioni, i pregiudizi e le scuse peccaminose.  La fede illumina la nostra mente, riscalda il nostro cuore e muove la nostra volontà verso Dio e verso la Sua volontà! La fede ci porta al di là delle cose terrene e delle vanità del mondo, e si occupa di realtà spirituali e divine. La fede incoraggia quando siamo scoraggiati, supera le difficoltà, resiste al diavolo e trionfa sull...

Ebrei 11:1: La natura della fede.

Ebrei 11:1: La natura della fede. L'undicesimo capitolo degli Ebrei è la continuazione dell'ultima parte del decimo capitolo. Lo scrittore degli Ebrei termina il decimo capitolo osservando che i giusti vivranno per fede e fa appello ai cristiani di origine ebraica a rimanere fermi nella fede per ottenere la vita (Ebrei 10:37-39). I primi tre versetti di questo capitolo costituiscono una sezione introduttiva dell'intero capitolo di esempi di uomini di fede dell’Antico Testamento scritti per incoraggiare i cristiani che erano perseguitati a perseverare nella fede con santità (Ebrei 12:1-2). In questi tre versetti si parla della natura della fede, ma non vuole essere una definizione teologica formale definitiva; lo scrittore sta richiamando l'attenzione su alcuni aspetti significativi della fede. Ogni parola è stata accuratamente scelta e pesata per richiamare l'attenzione sulle caratteristiche della fede che hanno avuto particolare importanza per la...

Salmo 30:6-7: Sotto la disciplina di Dio.

Salmo 30:6-7: Sotto la disciplina di Dio. Questo salmo è un inno di ringraziamento cantato nella festa della dedicazione del tempio.   Dalla sua esperienza di guarigione e di liberazione dalla punizione per il suo peccato di orgoglio, il salmista e la comunità lodano il Signore perché il suo dolore è stato trasformato in gioia, perché, come è stato affermato, l’ira di Dio è solo per un momento, il suo favore dura per tutta la vita. Dai vv.1-5 Davide esprime la gioia dopo la disciplina di Dio, il fatto che Dio lo ha portato in alto e non ha permesso che i suoi nemici si rallegrassero su di lui.  Davide ha gridato e Dio lo ha guarito da una malattia, lo ha strappato dalla morte, e per questo motivo lo esalta. Così Davide, invita la comunità dei fedeli a salmeggiare al Signore, a celebrare la Sua santità perché l’ira Sua è per un momento, ma la Sua benevolenza è per tutta una vita.  Dai vv.8-12 vediamo la dichiarazione di Davide che Dio ha rimosso la...

Il servo senza misericordia (Matteo 18:21-35).

Il servo senza misericordia (Matteo 18:21-35). Questo passo è ovviamente collegato al passo precedente della disciplina.  Quando una persona dice che ha sperimentato il perdono di Dio (Matteo 18:24-27), spetta a loro poi perdonare gli altri (Matteo 18:28-29).  Se non perdonano dimostrano che non hanno mai sperimentato il perdono di Dio e pertanto saranno giudicati da Lui (Matteo 18:31-34; 6:14-15).  Così quando la persona disciplinata si pente (Matteo 18:15-20), la chiesa deve perdonare (Matteo 18:21-35).  Pietro parlando di eventuali offese che una persona può ricevere chiede a Gesù, quante volte perdonerà la persona che ha peccato contro di lui?  Fino a sette volte? Pietro pensava forse di essere più generoso delle tre volte che diceva la tradizione giudaica.   Infatti secondo l'insegnamento all'interno del Giudaismo (basato su Amos 1:3; Amos 2:6; Giobbe 33:29, 30) si poteva perdonare tre volte; tre volte erano abbastanza per mostrare un ...

Salmo 30:7: La necessità della disciplina di Dio.

Salmo 30:7: La necessità della disciplina di Dio. “O SIGNORE, per la tua benevolenza avevi reso forte il mio monte; tu nascondesti il tuo volto, e io rimasi smarrito”. Davide, a causa di una malattia che lo ha portato all’orlo della morte (vv.2-5), ha cominciato a riflettere sulla sua condizione davanti a Dio e quindi anche sulla vita. L’improvviso sconvolgimento di una vita tranquilla, il fatto che Dio nascose la Sua faccia, porta Davide a riconoscere che stava costruendo la sicurezza della propria vita su un fondamento sbagliato, cioè se stesso (v.6). Il peccato di Davide era l’orgoglio: l’auto-sufficienza e l’auto-indipendenza. Ora Davide riconosce che è la benevolenza di Dio che ha reso forte il suo monte, e non se stesso! Questa immagine indica una solida, sicura e prosperosa condizione (Salmo 18:34; 27:5). Dio ha messo Davide in altezze inattaccabili, lo ha stabilito in sicurezza come una forte montagna! La conseguenza, o la natura di nascondere la faccia è in riferimento al...

Salmo 30:6: La ragione della disciplina di Dio

Salmo 30:6: La ragione della disciplina di Dio. “Quanto a me, nella mia prosperità, dicevo: ‘Non sarò mai smosso’”.   La ragione della disciplina in questo caso è l’orgoglio. Dio disciplina Davide per i suoi peccati di auto-sufficienza e di auto-indipendenza. La frase: “Non sarò mai smosso” non significa in sé peccato se è un’espressione di fiducia nella potenza, nella salvezza e dipendenza nel Signore (cfr. Salmo 16:8; 21:7; 55:22; 62:2; 96:10; 121:3). È peccato come espressione di orgoglio, la fiducia nelle proprie risorse umane, nel proprio io (cfr. Salmo 10:6). Tre errori sono presenti che possiamo fare e sono da evitare: 1) Pensare e credere che tutto ciò che abbiamo è merito nostro e non di Dio. Il salmista aveva concepito erroneamente la sua prosperità come risultato del proprio merito, piuttosto che come conseguenza del favore immeritato di Dio. Nella sua salute e prosperità, Davide ha confidato in se stesso, pensando che ciò che aveva avuto fosse una conseguen...

Matteo 10:16. Come serpenti e colombe.

Come serpenti e colombe (Matteo 10:16). Adoniram Judson, voleva diventare il primo missionario dell'America all’estero, si innamorò di una bella ragazza Ann Hasseltine, figlia di un diacono di Bradford, Massachusetts.  Judson scrisse una lettera al padre di questa ragazza per chiedere la sua mano e diceva così:  “Ora chiedo se puoi accettare di separarti da tua figlia, se tu puoi accettare la sua partenza verso una terra pagana e la sua sottomissione alle difficoltà e alla sofferenza di una vita missionaria? Se puoi accettare la sua esposizione ai pericoli dell'oceano, all'influenza mortale del clima meridionale dell'India, a ogni tipo di voglia e di disagio, di degrado, insulto, persecuzione e forse una morte violenta”. John Hasseltine acconsentì e la coppia si sposò nella casa di Hasseltine il 5 febbraio 1812. Il giorno dopo furono commissionati come missionari e presto lasciarono le sponde americane. La loro nuova casa, Rangoon, Birmania, era una città sporc...

Come serpenti e colombe (Matteo 10:16).

Come serpenti e colombe (Matteo 10:16). Adoniram Judson, voleva diventare il primo missionario dell'America all’estero, si innamorò di una bella ragazza Ann Hasseltine, figlia di un diacono di Bradford, Massachusetts.  Judson scrisse una lettera al padre di questa ragazza per chiedere la sua mano e diceva così:  “Ora chiedo se puoi accettare di separarti da tua figlia, se tu puoi accettare la sua partenza verso una terra pagana e la sua sottomissione alle difficoltà e alla sofferenza di una vita missionaria? Se puoi accettare la sua esposizione ai pericoli dell'oceano, all'influenza mortale del clima meridionale dell'India, a ogni tipo di voglia e di disagio, di degrado, insulto, persecuzione e forse una morte violenta”. John Hasseltine acconsentì e la coppia si sposò nella casa di Hasseltine il 5 febbraio 1812. Il giorno dopo furono commissionati come missionari e presto lasciarono le sponde americane. La loro nuova casa, Rangoon, Birmania, era una città sporc...