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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Romani 8:34: Quattro ragioni per la certezza della salvezza degli eletti di Dio.

Romani 8:34: Quattro ragioni per la certezza della salvezza degli eletti di Dio.
Il conte Nicolaus Ludwing Zinzedorf statista e missionario tedesco vissuto nel 1700 scrisse queste parole nell’inno “Gesù, il tuo sangue e la tua giustizia” per indicare la certezza della salvezza:
“Con coraggio starò in piedi in quel gran giorno
Perché chi mi potrebbe accusare?
Da Te, sono pienamente assolto
Dal peccato e dalla paura,
dalla colpa e dalla vergogna”. 

Questo versetto si riferisce agli eletti (eklektōn- v.33) di Dio.
Gli eletti di Dio sono i cristiani, quelli che Dio ha scelto fin dal principio (2 Tessalonicesi 2:13-14); prima della fondazione del mondo (Efesini 1:4; 1 Pietro 2:9), sono quelli che amano Dio (Romani 8:28); quelli che Dio ha preconosciuti (Romani 8:29).

Noi troviamo, in questo versetto, quattro ragioni per cui un credente non potrà mai essere condannato da Dio e quindi perdere la sua salvezza: Gesù Cristo è morto, è risorto, è alla destra di Dio, intercede per noi.


Dio ci vuole ricordare queste quattro ragioni per due motivi: 1) perché tendiamo a essere increduli, a dubitare; 2) perché abbiamo enormi attacchi da parte del mondo e del diavolo.
John MacArthur scrive a riguardo: “Non è che le accuse mosse contro i credenti di Satana e il mondo incredulo sono sempre false. Il fatto che non siamo ancora senza peccato è evidente. Ma anche quando un’accusa contro di noi è vera, non è mai un motivo sufficiente per la nostra dannazione, perché tutti i nostri peccati, passati, presenti e futuri, sono stati coperti dal sangue di Cristo e ora siamo rivestiti dalla Sua giustizia”.

Nessuna accusa, quindi sarà efficace contro gli eletti di Dio!!!

Le domande chi li accuserà del v.33 e chi li condannerà del v.34 equivalgono a negare enfaticamente la possibilità che qualcuno possa accusare e condannare gli eletti di Dio.
I credenti sono stati dichiarati eternamente giusti e non sono più sotto condanna di Dio grazie a Gesù Cristo.

Quindi alla domanda: “Chi li condannerà?”, la risposta è: Nessuno!
Perché Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e anche intercede per noi.

Paolo ha in mente una scena di tribunale. 
Il verbo “condannerà” che Paolo usa qui, significa pronunciare una frase su una persona dopo la determinazione di colpa. 

Il riferimento è al giudizio definitivo, al giorno del giudizio di Dio (Ebrei 9:27; 2 Pietro 2:9).
Ora sapendo che, non c'è più alto tribunale, o giudice di Dio, anche se ci sono molti che ci condannano, l’unico, vero e giusto Giudice (Salmo 9:4; Romani 2:5-11; 2 Timoteo 4:8), non ci condannerà!!

Dal momento che Dio è il solo giudice che può condannarci, gli eletti di Dio non saranno condannati perché, come dice il v.33, Dio è Colui che ci giustifica, cioè ci ha dichiarati giusti, non colpevoli, grazie a Gesù Cristo che ha rimosso i nostri peccati (Romani 5:1,9-11; 8:32-33; Atti 13:38-39; Romani 4:6-7; 2 Corinzi 5:19).

La dottrina della giustificazione significa che Dio ha pronunciato il verdetto di assoluzione del credente già nel presente, nel momento in cui abbiamo creduto in Gesù Cristo (Romani 3:28; 5:1; Galati 2:16; Filippesi 3:9), prima del giudizio finale, così il vero credente può essere sicuro che sarà salvato dal giudizio finale di Dio! (Romani 5:9-11; 8:1-3,28-34).

Passiamo ora alle ragioni per cui gli eletti di Dio non saranno condannati.

La prima ragione per cui il cristiano non potrà mai essere condannato è perché:
I GESÙ CRISTO È MORTO.
“Cristo Gesù è colui che è morto”.
Gesù è l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo (Giovanni 1:29).
Gesù Cristo è sia il Sacerdote che offre l'agnello e l'agnello in sé che viene offerto in sacrificio (Ebrei 9:14,25). 

Gesù è il sacrificio propiziatorio, cioè la morte di Gesù, a nome dei credenti ha placato l'ira di Dio contro di loro! (Romani 1:18; 3:21-26; Giovanni 3:36).

Gesù ci ha sostituiti, ha preso il giudizio di Dio per noi, Lui giusto muore per gli ingiusti (Romani 5:8; Ebrei 9:28; 1 Pietro 3:18).

Con la Sua morte Gesù prese su di sé i nostri peccati, benché Lui non avesse peccato (2 Corinzi 5:21; 1 Pietro 2:24), e la nostra condanna a causa dei nostri peccati. 

Gesù ha preso la nostra maledizione (Galati 3:13) e noi la giustificazione, cioè Dio ha imputato a noi la sua giustizia di Gesù (Romani 4:6; 1 Corinzi 1:30; Filippesi 3:9).

Mediante il sangue di Gesù possiamo avere la certezza che siamo perdonati dai nostri peccati (Romani 3:25; 5:9; Efesini 1:7; 2:13; Colossesi 1:20; Ebrei 9:22).

Nessuno condannerà i credenti nel giorno del giudizio definitivo perché Gesù Cristo è morto per loro. 

In Romani 8:1 è scritto: “Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”.

Quando penso al mio peccato, sembra impossibile che qualsiasi espiazione potrebbe mai essere sufficiente. Ma quando penso alla morte di Cristo, sembra impossibile che nessun peccato, quanto grande possa essere, non sia impossibile da espiare. La morte di Cristo è sufficiente, più che sufficiente! (Spurgeon)

Quindi la morte di Gesù Cristo per i nostri peccati elimina la possibilità di condanna per coloro che sono in lui, perché la Sua morte è più che sufficiente!

La seconda ragione per cui il cristiano non potrà mai essere condannato è perché:
II GESÙ CRISTO È RISORTO. 
“E, ancor più, è risuscitato”.
In genere riceviamo un maggiore conforto dalla croce rispetto al sepolcro vuoto, ma la resurrezione per il nostro perdono è importante quanto la morte di Gesù!

Infatti, Paolo dice:“E, ancor più”.

La morte è importante, e anzi centrale, ma è importante per la nostra salvezza, anche la resurrezione di Gesù.
Con la Sua resurrezione Gesù Cristo ha dimostrato la vittoria sul peccato e la morte.
Ora come la risurrezione di Cristo dai morti è in relazione con la giustificazione di un credente?
A) La resurrezione di Gesù Assicura l’approvazione dell’opera di Cristo.
In Romani 4:24-25 leggiamo: “Ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”. 

Paolo qui dice che Gesù è stato risuscitato per la nostra giustificazione, ma altrove egli sottolinea morte di Gesù come base della giustificazione (Romani 3:24-26; 5:9; 6:3-9; 1 Corinzi 11:27; Efesini 1:7; 2:13; Colossesi 1:14, 20). 
Quindi i due aspetti, la sua morte e risurrezione, sono ugualmente la base per la salvezza. 

La sua morte, come si vede nelle epistole, è il fondamento teologico della giustificazione, e la sua risurrezione, come si vede in Atti (2: 31-36; 13:32-39), dimostra la realtà della salvezza prodotta in Cristo, e quindi possiamo anche dire assicura l’approvazione di Dio dell’opera di Gesù Cristo.

La morte di Cristo era necessaria per soddisfare la giustizia divina e la sua risurrezione era necessaria per dimostrare che Dio era soddisfatto del sacrificio di Cristo.
La morte di Cristo è il pagamento del mio debito, e la sua risurrezione è la prova che la giustificazione è accaduta.

La risurrezione, quindi è il sigillo e la conferma dell'azione salvifica di Cristo sulla croce. 

Quando Cristo fu risuscitato dai morti, è stata la dichiarazione di Dio che ha approvato il lavoro di redenzione di Cristo. 

Nella risurrezione, Dio stava dicendo a Cristo: "Io approvo quello che hai fatto”. 

Possiamo avere fiducia che Dio ha accettato il sacrificio di Cristo perché Dio lo ha risuscitato dai morti a conferma che ha approvato il Suo sacrificio. 

M.L. Jones: “La risurrezione è la proclamazione del fatto che Dio è pienamente e totalmente soddisfatto dell’opera di suo Figlio sulla croce”.

Così anche John MacArthur a proposito della morte di Gesù Cristo scrive: “La Sua morte ha pagato il prezzo del nostro peccato e la Sua resurrezione ha dato una dimostrazione completa del pagamento avvenuto. Quando Dio risuscitò Gesù dai morti, dimostrò che il suo Figliolo aveva soddisfatto in pieno i requisiti della legge”.

In secondo luogo:
B) La resurrezione di Gesù Assicura la nostra salvezza.
La resurrezione di Gesù ha un ruolo importante nell'applicazione della salvezza. 
Il valore redentivo della sua morte per i peccatori è stato reso effettivo dalla sua risurrezione. 

Leggiamo ancora Romani 4:24-25: “Ma anche per noi, ai quali sarà pure messo in conto; per noi che crediamo in colui che ha risuscitato dai morti Gesù, nostro Signore, il quale è stato dato a causa delle nostre offese ed è stato risuscitato per la nostra giustificazione”. 

La risurrezione completa l’opera di redenzione della Sua morte. 
La morte e la risurrezione sono indissolubilmente unite, se non ci fosse stata la risurrezione, viene a mancare anche il significato della Sua morte, noi saremmo ancora nei peccati dice 1 Corinzi 15:17.  

Charles Hodge teologo 1800 scrisse: “Con un Salvatore morto, un Salvatore sul quale la morte avesse trionfato e che avesse tenuto prigioniero, la nostra giustificazione sarebbe stata per sempre impossibile. Come, nell’Antico Patto, il sommo sacerdote doveva non solo uccidere la vittima sull’altare, ma anche portarne il sangue nel luogo santissimo e spruzzarlo sul propiziatorio dell’arca, così era necessario non solo che il nostro grande Sommo Sacerdote soffrisse nel cortile esterno, ma anche che entrasse nel cielo per presentare la Sua giustizia davanti a Dio per la nostra giustificazione. Perciò, sia come prova del fatto che Dio ha accettato l’espiazione che Cristo ha compiuto per noi, sia come passo necessario per garantire l’applicazione dei meriti del Suo sacrificio, la risurrezione di Cristo fu assolutamente essenziale anche per la nostra giustificazione”. 

Quindi la risurrezione è stata necessaria affinché Gesù potesse fare da mediatore, intercessore e avvocato nostro davanti a Dio, garantendo così la nostra salvezza (1 Timoteo 2:4-5; Romani 8:34; Ebrei 7:25; 1 Giovanni 2:1).

La terza ragione per cui il cristiano non potrà mai essere condannato è perché:
III GESÙ CRISTO È ALLA DESTRA DI DIO. 
“ È alla destra di Dio”.

Davide predisse che questo glorioso evento quando scrisse: “Il SIGNORE ha detto al mio Signore: ‘Siedi alla mia destra finché io abbia fatto dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi’.  Il SIGNORE stenderà da Sion lo scettro del tuo potere. Domina in mezzo ai tuoi nemici!” (Salmo 110:1-2).

L'apostolo dimostra che se la morte di Cristo è un argomento per la nostra salvezza, la sua vita lo è ancora di più!

Alla destra di Dio molto probabilmente indica seduto alla destra di Dio (per esempio Efesini 1:20; Colossesi 3:1; Ebrei 1:3).

Cosa indica che Gesù è seduto alla destra di Dio?
Indica che:
A) L’espiazione è compiuta.
Il fatto che Gesù è seduto, indica quando era sulla terra aveva completato l’opera sua, l'intera espiazione dei peccati del suo popolo (Ebrei 2:17) è finita, il lavoro è completato (cfr. Giovanni 20:30; Ebrei 9:26), nessun credente, quindi può mai perire, perdere la salvezza! 

Se ci fosse una possibilità di rischio, Cristo non sarebbe seduto! 
Se il lavoro non fosse stato compiuto, Gesù oggi non sarebbe seduto!!

Nel tempio non c’erano posti a sedere, perché i sacrifici dei sacerdoti non finivano mai!
Al contrario quello di Gesù è stato compiuto una volta è per sempre!
Ebrei 10:11-12 dice: “ Mentre ogni sacerdote sta in piedi ogni giorno a svolgere il suo servizio e offrire ripetutamente gli stessi sacrifici che non possono mai togliere i peccati,  Gesù, dopo aver offerto un unico sacrificio per i peccati, e per sempre, si è seduto alla destra di Dio”.

Seduto alla destra di Dio indica anche la:
B) Posizione di onore.
Significa, anzitutto, che Cristo è ora nella posizione più alta di onore, di esaltazione e di gloria (1 Re 2:19; Salmo 45:9; Atti 2:33; 5:31; 7:55-56).

Gesù è esaltato alla destra di Dio è scritto in Atti 2:29-36 nella predica dell’apostolo Pietro: “Fratelli, si può ben dire liberamente riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto; e la sua tomba è ancora al giorno d'oggi tra di noi. Egli dunque, essendo profeta e sapendo che Dio gli aveva promesso con giuramento che sul suo trono avrebbe fatto sedere uno dei suoi discendenti, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò dicendo che non sarebbe stato lasciato nel soggiorno dei morti, e che la sua carne non avrebbe subito la decomposizione. Questo Gesù, Dio lo ha risuscitato; di ciò, noi tutti siamo testimoni.  Egli dunque, essendo stato esaltato dalla destra di Dio e avendo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, ha sparso quello che ora vedete e udite. Davide infatti non è salito in cielo; eppure egli stesso dice: ‘Il Signore ha detto al mio Signore: -Siedi alla mia destra, finché io abbia posto i tuoi nemici per sgabello dei tuoi piedi’-. Sappia dunque con certezza tutta la casa d'Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso”.

Seduto alla destra di Dio indica anche la:
C) Posizione di governo.
Alla destra di Dio indica che il governo universale, il dominio del mondo e il controllo di tutti gli eventi sono nelle Sue mani. 
Ciò significa che Egli è investito di sovranità, autorità e dominio.

Giovanni Calvino scriveva a riguardo: “La similitudine è presa dalla vita dei sovrani, i cui luogotenenti sono come assessori con l’incarico di governare. Similmente Cristo, in cui il Padre vuole manifestare la sua potenza e mediante cui vuole esercitare la sua sovranità, è detto seduto alla destra del Padre. Con questa espressione si deve intendere che è stato stabilito sovrano del cielo e della terra e che ne ha preso solennemente possesso: e non solo per una volta, ma ne mantiene il possesso fino a quando tornerà nel giorno del giudizio”.

L’apostolo Paolo dichiara ancora in Efesini 1:20-22: “Questa potente efficacia della sua forza egli l'ha mostrata in Cristo, quando lo risuscitò dai morti e lo fece sedere alla propria destra nel cielo,  al di sopra di ogni principato, autorità, potenza, signoria e di ogni altro nome che si nomina non solo in questo mondo, ma anche in quello futuro.  Ogni cosa egli ha posta sotto i suoi piedi e lo ha dato per capo supremo alla chiesa”.

Così anche in Filippesi 2:9-11, Paolo dopo aver parlato dell’incarnazione di Gesù e della Sua obbedienza fino a morire in croce afferma: “Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre”.  (cfr. Ebrei 1:8).

Quindi il fatto che Gesù sia alla destra di Dio, seduto alla destra di Dio, significa che sia gli angeli come anche gli uomini onorano la Sua maestà, sono governati da Gesù Cristo, obbediscono alla Sua volontà e sono soggetti alla Sua potenza.

La quarta ragione per cui il cristiano non potrà mai essere condannato è perché:
IV GESÙ CRISTO INTERCEDE.
“E anche intercede per noi”.

Alla destra di Dio, Cristo è il rappresentante del suo popolo, attraverso Gesù il popolo è accettato da Dio.

Isaia aveva predetto l’intercessione di Gesù: “  Perciò io gli darò la sua parte fra i grandi, egli dividerà il bottino con i potenti, perché ha dato sé stesso alla morte ed è stato contato fra i malfattori; perché egli ha portato i peccati di molti e ha interceduto per i colpevoli” (Isaia 53:12).

L’intercessione è il culmine della garanzia di Gesù Cisto per la nostra salvezza se apparteniamo veramente a Lui! 

In  Ebrei 7:25 leggiamo: “Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro”.
Anche se la Sua opera di espiazione è terminata, Gesù intercede continuamente per coloro che ha salvato, pertanto possiamo essere sicuri di questa salvezza (Giovanni 10:28-30).

“Intercede” (entunchanei- presente attivo indicativo) indica che Gesù fa una richiesta a Dio per noi, prega per noi, parla per noi, parla per conto degli eletti ogni giorno! 

Gesù garantisce per il suo popolo davanti a Dio. Egli, non solo è la vittima sacrificale, è anche Sommo Sacerdote (per esempio Ebrei 2:17; 4:14) parla a Dio in favore degli eletti.

Come potrebbe Dio negare l’intercessione di Gesù Cristo?
La Sua vita e obbedienza è stata perfetta e quindi anche il suo sacrificio è stato perfetto! (Giovanni 11:42; 17:4; 2 Corinzi 5:21).
L’intercessione di Cristo è la continua applicazione della Sua morte per la nostra salvezza (Giovanni Calvino). 
Pertanto l’intercessione da Lui compiuta continuamente al Padre continuamente è efficace.

La sua stessa presenza alla destra del Padre è la prova della sua opera completa di espiazione, e la sua intercessione significa che lui continua a garantire per il suo popolo i benefici della la sua morte.
Per questo motivo i veri cristiani possono avere la certezza che nessuno li condannerà, perché Cristo è l’intercessore, quindi anche il garante (Ebrei 7:22-25).

Gesù è il nostro unico avvocato! 
1 Giovanni 2:1-2 dice: "Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; e se qualcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo".

Il Signore non vuole che pecchiamo, ma siccome siamo fragili e deboli, pecchiamo, ma c’è una consolazione abbiamo un avvocato (paraklēton): Gesù!
Gesù il giusto, ci rappresenta continuamente davanti al Padre - il giudice-  difendendoci e assistendoci come fa un avvocato difensore per un accusato, senza però attenuare le nostre colpe, infatti non cerca di difendere la nostra innocenza, o di riportare circostanze attenuanti; Gesù riconosce la nostra colpa, ma presenta la Sua opera vicaria come base per il nostro perdono!!

Possiamo essere certi che Dio ci perdona (1 Giovanni 1:8-10), perché Gesù il giusto è il sacrificio propiziatorio (hilasmos), cioè che tramite il Suo sacrificio, Dio ci accetta e soddisfatto, non è adirato con noi, perché Gesù ci rende propizi, favorevoli a Dio!




CONCLUSIONE.
È accaduto di recente che un’ambulanza che trasportava un paziente, per portarlo al pronto soccorso, ha avuto un incidente, e a sua volta è stata soccorsa con un’altra autoambulanza.

Questo mi ha fatto pensare al nostro Salvatore Gesù Cristo, al fatto che la Sua salvezza non può essere impedita, o che ci fosse bisogno di qualcun altro oltre a Lui, se lo fosse non sarebbe sicura, Lui non sarebbe un Salvatore sicuro! 
Lui non sarebbe degno di essere chiamato il Salvatore del mondo (Giovanni 4:42).

Una vecchia signora scozzese aveva ragione. È stata visitata da un giovane pastore che non aveva esperienza, lei affermava con certezza la sua salvezza in Cristo. "Ma supponiamo che Dio la manderebbe all'inferno?",disse il pastore. "Lui perderebbe più di quello che sarebbe," fu la risposta ferma della signora. "Tutto quello che io perderei è la mia anima, ma Gesù perderebbe il suo buon nome!"

Noi dobbiamo sempre ricordare, secondo le promesse scritte nella Bibbia che: quando Gesù salva, salva veramente per sempre! Quella signora aveva ragione (Giovanni 6:35-40; 10:28-30; Ebrei 7:25).

Quali sono le applicazioni di queste quattro ragioni?
1) A differenza degli increduli, il credente ha la certezza del perdono dei peccati e quindi della sua salvezza, non sarà condannato da Dio, il giusto giudice.
La morte, la resurrezione, l’ascensione in cielo di Gesù, dove è seduto alla destra di Dio e dove intercede per noi, indicano che Dio ha approvato il sacrificio di Gesù pertanto Lui non ci condannerà. 
La salvezza non è per i nostri meriti, per le nostre opere (Romani 3:19-20; Galati 2:16; Efesini 2:8-9), ma per i meriti di Gesù Cristo, Dio ci salva per la sola grazia per il sacrificio perfetto di Gesù Cristo.

Chi è in Cristo, chi è veramente stato salvato da Gesù Cristo, non è più sotto l’ira di Dio!! 
Siamo davvero salvati per sempre, non perdiamo la salvezza!
È responsabilità di Gesù la nostra salvezza! (Vedi per esempio Giovanni 6:37-39).

John MacArthur scrive: “ Se Cristo togliesse la nostra salvezza, opererebbe contro se stesso e annullerebbe la sua stessa promessa. Cristo non offre una vita spirituale temporanea, ma eterna. Egli non potrebbe darci la vita eterna e poi togliercela, perché ciò dimostrerebbe che la vita che aveva concesso non era eterna…Se comprendiamo quello che Cristo ha fatto sulla croce per salvarci dal peccato, comprendiamo che cosa significhi essere al sicuro nella sua salvezza. Se crediamo che Dio ci ha tanto amati, anche quando eravamo peccatori, che ha mandato il suo figliolo a morire sulla croce, come possiamo pensare che il suo amore non sia sufficiente ad assicurarci questa salvezza? Se Cristo aveva la potenza di liberarci dalla schiavitù del peccato, come potrebbe non avere la potenza di preservare la nostra redenzione? Cristo, il perfetto Sacerdote, ha offerto un sacrificio perfetto per renderci perfetti. Negare la sicurezza del credente significa non comprendere il cuore di Dio, il dono di Cristo, il significato della croce e il significato biblico della salvezza”. 

Sapendo tutto questo: loda Dio per Gesù!

2) Se non fai parte del popolo di Dio, farai bene a pentirti dei tuoi peccati e affidarti a Gesù Cristo per la tua salvezza, credendo che è morto e risorto per i tuoi peccati.
Dio grazie a Gesù Cristo non ti condannerà se lo ricevi con fede pentendoti con tutto il cuore dei tuoi peccati (Atti 20:21).

Allora anche tu potrai cantare: 
“Con coraggio starò in piedi in quel gran giorno
Perché chi mi potrebbe accusare?
Da Te, sono pienamente assolto
Dal peccato e dalla paura,
dalla colpa e dalla vergogna”. 

Altrimenti sarai condannato per andare all’inferno ( Giovanni 3:36; 1 Tessalonicesi 1:5-10)





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