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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Dai frutti si riconosce l’albero (Matteo 7:16-20).

Dai frutti si riconosce l’albero (Matteo 7:16-20).
Dai frutti si riconoscono i falsi profeti.
Come fai a sapere se qualcuno è un falso profeta? C'è un modo per identificarlo? La risposta è "sì". 
Il modo con il quale possiamo discernere un falso profeta, e quindi anche un falso credente è dai suoi frutti. 
Infatti, anche se questo paragrafo è dedicato principalmente agli avvertimenti circa i falsi profeti, è anche una prova per tutti i veri credenti!
Gesù al v. 15 esorta il suo uditorio, e quindi anche noi a guardarsi dai falsi profeti i quali vengono in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci.
Ora ci dice che i falsi profeti si riconosceranno dai loro frutti.

Noi vediamo tre aspetti riguardo i frutti: i frutti sono secondo la specie di albero, dimostrano la qualità dell’albero, segnano il destino dell’albero.

I I FRUTTI SONO SECONDO LA SPECIE DELL’ALBERO (vv.16,20).
Gesù molte volte ha fatto esempi tratti dalla vegetazione (semi, piante, erbe,eccetera) per descrivere e illustrare grandi verità. 
Il v.16 dice: “Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi?”
Nel v. 20 Gesù afferma di nuovo per enfatizzare lo stesso concetto: “Li riconoscerete dunque dai loro frutti”.
La domanda del v.16 implica ovviamente la risposta: “No!”
Ci sono molti tipi di piante spinose e pungenti nella zona, dove ha vissuto Gesù, ma queste erbacce spinose non danno uva, o fichi! 
Gesù mette in evidenza la follia e l’impossibilità di tentare di raccogliere l'uva dalle spine e i fichi dai rovi (cfr. Giudici 9:7-15; Giacomo 3:12).
Prima di tutto vediamo:
A) La possibilità. 
C’è la possibilità di riconoscere i falsi profeti dai loro frutti.
“Riconoscerete” (epignōsesthe-futuro indicativo medio) significa avere piena consapevolezza, una conoscenza esatta, o completa. 
Gesù ha cambiato la sua metafora da pecore e lupi per gli alberi e i loro frutti, dai vestiti di “pecora” che un “lupo” può portare al “frutto” che un “albero” deve fare, così facendo non ci sarà il rischio che non sia riconosciuto.
Anche se si può davvero confondere a volte un lupo da una pecora, non si può fare lo stesso errore con un albero. 
Nessun albero può nascondere la sua identità a lungo, prima, o poi si vedrà il suo frutto. Un lupo può mascherarsi; un albero no!
Quindi il metodo infallibile per riconoscere un falso profeta è: esaminare i suoi frutti!
In secondo luogo vediamo:
B) La parola:frutti.
L’immagine dell’albero fruttifero lo troviamo anche nell’Antico Testamento (Salmo 1:3; Isaia 61:3; Geremia 10:3; Ezechiele 47:12).
A cosa si riferisce la parola “frutti”?   (karpōn).
“Frutti” secondo alcuni studiosi si riferisce al loro credo, o al loro comportamento, o al loro carattere, o tutte e tre gli aspetti.
“Frutti” è usato nella Bibbia in senso positivo, per esempio il frutto dello Spirito Santo, quindi al carattere cristiano (Galati 5:22), o in riferimento al comportamento dei figli di luce (Efesini 5:9), o si riferisce a essere ricolmi di frutti di giustizia che si hanno per mezzo di Gesù (Filippesi 1:11; Giacomo 3:17-18), o si riferisce a qualcosa di negativo (Matteo 7:18; 12:33).
“Frutti” è il risultato naturale, il prodotto, o l’opera, l’azione (cfr. Matteo 3:8;21:43; Giovanni 15:2-8; Romani 1:13; 6:21-28; 15:28; Filippesi 1:22; Ebrei 12:11) in questo caso della persona.
Si riferisce a quello che una persona dice e fa, al comportamento e in ultima analisi rivelano ciò che si è, è un’espressione della vera natura di una persona, del suo carattere (cfr. Giacomo 3:12).
In un modo specifico indica essere fedeli a Dio, avere un comportamento appropriato secondo il ravvedimento, quindi il mostrare opere buone (Matteo 3:8; 13:8,23; 21:33-43; Giovanni 15:2-8; Galati 5:22; Efesini 2:8-10; Colossesi 1:10), uno stile di vita retto, compatibile con il discepolato, il distinguersi come discepoli di Gesù.
In terzo luogo vediamo:
C) Il punto.
Il punto è: le piante producono solo il tipo di frutta secondo la loro specie! 
Non si raccoglie uva dalle spine, o i fichi dai rovi!
Il frutto di un albero è in accordo con l'identità dell’albero stesso!
Ogni tipo di albero produce un tipo di frutto!
È l'albero che determina il frutto.
Nel punto vediamo due aspetti.
Il primo aspetto è:
(1) I frutti rivelano l'essenza di una persona.
Come l’essenza dell’albero si rivela nel suo frutto, così il comportamento rivela la vera natura interiore di una persona. 
L’albero è il cuore, il frutto è il comportamento!
La condotta esteriore riproduce la disposizione interiore.
Essere un vero cristiano è qualcosa che fa parte della sua natura stessa, non è una questione di esteriorità, o di apparenza, ma lo è dentro e si manifesta all’esterno.
Gesù mette l’enfasi sulla natura dell’albero (cfr. Matteo 12:33), quindi sulla natura del nostro cuore.
Il nostro comportamento dipende da ciò che abbiamo nel cuore (Proverbi 4:23; Matteo 15:18).
Un vero credente è tale se lo è nel profondo del suo essere!
L’identità spirituale è determinata da come si comporta, da ciò che fa, il comportamento rivela ciò che abbiamo nel cuore!
La professione di fede deve essere dimostrata nella pratica.
A riguardo R.T. France afferma: “ Il professarsi cristiano è facile, e persino il comportamento cristiano può essere contraffatto, ma quello che un individuo è realmente sarà dimostrato dal modo in cui vive”.
I falsi profeti non sono da subito evidenti, non è del tutto semplice, o lineare, come per i frutti, occorre tempo per nascere, crescere e maturare. 
Ma ciò che hanno dentro di loro, ciò che sono interiormente, prima, o poi uscirà, sarà evidente.
Il tempo rivelerà la vera natura del frutto. 
Prima, o poi sapremo dove un uomo, o una donna si trova, se è, o non è un vero cristiano, o cristiana.
Ci sono persone che sembrano credenti, ma poi con il tempo scopriamo che non lo sono! 
A proposito delle persone che sembrano credenti, ma non lo sono, e quindi poi si manifesteranno M. L. Jones scriveva: “ L’apparenza può ingannare, ma solo per un tempo. I puritani del XVII secolo parlavano dei cosiddetti ‘credenti temporanei’, cioè di quelle persone che danno l’impressione di essere state davvero rigenerate e convertite al Signore; dicono le cose giuste, mostrano dei cambiamenti nel loro modo di vivere, e apparentemente sembrano cristiane. I puritani però li definivano ‘credenti temporanei’, perché nonostante potessero sembrare dei cristiani, manifestavano segni che tradivano la loro vera condizione”. 
A volte bisognerà aspettare del tempo prima di poter vedere se una persona è davvero un cristiano, un credente, il frutto non si vede subito!
Questo si vedrà nel suo comportamento; Gesù ci esorta a considerare con attenzione il comportamento di una persona che si dichiara credente.
Il secondo aspetto è:
(2) I frutti dimostra se una persona è un vero credente, della specie dei figli di Dio, dei nati di nuovo.
L’autenticità del cristiano, quindi di un vero figlio di Dio, si rivela dal frutto che porta!
Essere veri cristiani non significa diventarlo iniziando a comportarsi, o a osservare certi comportamenti, o determinate pratiche. 
Si diventa cristiani per opera di Dio per la nuova nascita (Giovanni 1:12-13), quando riceviamo una nuova natura per l’opera dello Spirito Santo dentro di noi (Tito 3:6-7; Efesini 4:20-24; Colossesi 3:9-10).  
Quindi il cristiano non si comporta da cristiano semplicemente per imitazione, ma perché dentro di lui è presente la vita di Dio, lo Spirito Santo lo ha rigenerato! 
La rigenerazione è una causa di forza maggiore segreta di Dio (Giovanni 3:8) mediante la quale impartisce una nuova vita spirituale a una persona in modo istantaneo una volta e per sempre, quindi non è un processo, ma un evento di Dio nella vita di una persona. Quindi la rigenerazione non è solo un mistero che nessun uomo può capire, ma è anche un miracolo che nessun uomo può intraprendere, perché è l’opera dello Spirito di Dio!!
La rigenerazione non è la vecchia natura alterata, riformata, o rinvigorita. 
La rigenerazione è una nuova creazione (Matteo 19:28) di Dio in una persona alla quale dona una nuova vitalità spirituale e una nuova direzione di vita grazie a Gesù Cristo (Tito 3:5-6). 
In altre parole possiamo dire che tramite la rigenerazione, Dio comunica, o impianta una vita nuova e divina (1 Giovanni 3:9-10; 2 Pietro 1:3-4; 2 Corinzi 5:17; Galati 6:15), crea una nuova realtà con un nuovo orientamento, inclinazione, o disposizione, dove Dio è la base, il centro e l’obbiettivo della vita.
Con la rigenerazione lo Spirito Santo, produce nuove inclinazioni, nuovi pensieri, nuovi desideri e nuove abitudini, secondo la giustizia e la santità che procedono dalla verità  di Dio. (2 Corinzi 5:17; Ezechiele 36:26-27; 1 Giovanni 3:9-10; 2 Pietro 1:3-4; Efesini 4:23-24; Colossesi 3:9-10).
Per lo Spirito Santo una persona avrà un carattere e un comportamento come Cristo (Galati 5:22).
Quindi se un insegnante, o qualsiasi persona che dice di essere credente non ama, o non è mansueto, o non ha autocontrollo, abbiamo ragione a credere che non lo sia!
Se vediamo in lui fornicazione, impurità, idolatria, dissolutezza, eccetera possiamo sospettare che quella persona sia un impostore!
I veri credenti hanno un comportamento cristiano e questo scaturisce dalla rigenerazione spirituale per lo Spirito Santo.
II I FRUTTI DIMOSTRANO LA QUALITÀ DELL’ALBERO (vv.17-18).
Gesù nei vv.17-18 dice: “ Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l'albero cattivo fa frutti cattivi. Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni”.
Nel versetto precedente l'enfasi era sul tipo di frutta, ora si sposta sulla qualità dell’albero.
In questo secondo punto vediamo:
A) Una realtà.
La realtà che l’albero sano fa frutti buoni e l’albero malato fa frutti cattivi.
Il frutto dimostra la qualità dell’albero, quindi se l’albero è buono, o cattivo.
I frutti buoni, o cattivi manifestano se la pianta è in salute, quindi se è di buona qualità.
Albero “buono” (agathon) denota l'albero che è come dovrebbe essere, un albero sano, indica in salute, un elevato standard qualitativo, utile, benefico.
In senso morale, indica una qualità positiva, virtuosa, indica retto (Matteo 5:45; 12:35; 25:21,23; Luca 6:45; 19:17; 23:50; Giovanni 7:12; Atti 11:24. 
Quando l'albero è sano, il frutto è buono.
Frutti “buoni” (kalous) ha lo stesso significato di albero buono, eccellente, funzionale, gradevole,  quindi si può mangiare.
Albero “cattivo” (sapron) indica malato, marcio, inutile.
Quindi di conseguenza i frutti sono cattivi.
La natura cattiva dell'albero rende impossibile qualsiasi altro risultato.
Frutti “cattivi” (ponērous) è il contrario di buono, indica scadente, quindi il frutto non si può mangiare, è inutile! (Geremia 24:8).
Riguardo il senso etico è moralmente, o socialmente inutile, vizioso, degenerato, depravato, corrotto (Matteo 5:39,45; 12:34-36;1 Corinzi 5:13; Efesini 4:29).
Così un falso profeta, essendo marcio non farà frutti buoni!
È incapace di produrre buoni frutti, perché egli stesso non appartiene a Dio. 
In questo secondo punto vediamo:
B) L’impossibilità.
È impossibile che un albero sano faccia frutti cattivi e viceversa.
Entrambi gli alberi buoni e cattivi producono i frutti corrispondenti frutta; è impossibile che facciano altrimenti!
Il v.18 dice: “Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni”.
È la natura malata dell'albero che fa frutti cattivi, non può essere diversamente!
Un albero buono, o cattivo si vede dal frutto: ogni albero buono fa frutti buoni, un albero cattivo fa frutti cattivi, non può essere differentemente (Matteo 7:18; Giacomo 3:12).
È contro natura che un buon albero produca frutti cattivi e un albero cattivo produca frutti buoni!
Questa immagine evidenzia che chi è nato di nuovo e segue Gesù avrà un comportamento giusto, giusto intendo non in senso umano, ma come vuole Dio, mentre è impossibile per coloro che non lo sono e seguono Gesù.
Gli alberi sani portano buoni frutti, e gli alberi cattivi frutti cattivi, non può essere altrimenti.
In Matteo 12:34-35 Gesù dice ai farisei: “Razza di vipere, come potete dir cose buone, essendo malvagi? Poiché dall'abbondanza del cuore la bocca parla.  L'uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; e l'uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie”.
Una persona che appartiene a Gesù Cristo darà prova di buoni frutti, sia con i suoi atteggiamenti e con le sue azioni. 
Una persona che non appartiene a Dio, in particolare un falso profeta che afferma di essere il messaggero di Dio, prima, o poi manifesterà il frutto cattivo perché è un albero cattivo!
I falsi profeti possono mascherare e nascondere il loro frutto cattivo con vestiti ecclesiastici, con la conoscenza biblica, con un vocabolario evangelico, essere bravi insegnanti.
Possono anche coprire ruoli importanti in organizzazioni cristiane, essere impegnati in associazioni umanitarie con i leader cristiani, ma, prima o poi dal loro cuore emergerà il frutto cattivo! (cfr.2 Pietro 2:18-22).
Infine vediamo:
III I FRUTTI SEGNANO IL DESTINO DELL’ALBERO (v.19).
Il v.19 dice: “Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco”.
Il destino dei falsi profeti, così anche per i cristiani non autentici è il giusto e severo giudizio di Dio!
Senza buoni frutti non c'è speranza, perché sono la prova necessaria che uno ha veramente creduto in Gesù (Galati 2:8-10; Giacomo 2:14-26). 
L’albero tagliato e gettato nel fuoco è un’immagine di giudizio di Dio (Matteo 3:10; 13:40, 42, 50; 18: 8-9; 25:41; Luca 13: 6-9; Giovanni 15:6).
È interessante notare che Gesù non parla di ciò che l'albero fa, ma di ciò che non fa!
Non produce buoni frutti perché è un albero cattivo. 
Gli alberi cattivi, malati non hanno ragione di esistere perché occupano spazio inutile e possono trasmettere la loro malattia ali altri alberi, pertanto e meglio abbatterli e bruciarli. 
Di recente il Comitato Ue per la salute delle piante ha adottato in Puglia, a nord di Lecce le misure anti-Xylella, un batterio pericoloso. La misura prevede l’eradicazione e la distruzione degli alberi malati e di tutti gli alberi anche sani per precauzione situate in un raggio di 100 metri.
In questo modo si tenta di fermare questo batterio pericoloso per la salute degli ulivi.
C’è un:
A) Giudizio presente.
Nella Bibbia vediamo che Dio giudica i peccatori in questa vita (cfr. Efesini 2:3; Giovanni 3:36; Atti 5:1-6; Romani 9:22; 1 Corinzi 11:30-34; Osea 5:10).
Il giudizio di Dio incorre contro coloro che non rispettano le prescrizioni sul modo di rapportarsi con Lui e oltrepassano le barriere che lo delimitano. 
Possiamo fare alcuni esempi del giudizio di Dio: il diluvio ai tempi di Noè per la malvagità degli uomini (Genesi 6:5 ); di Sodoma e Gomorra perché il loro peccato era molto grave (Genesi 18:20; 19:23-25); il giudizio sulle nazioni che abitavano nella terra promessa e che Dio scacciò, era per la loro malvagità e non per la giustizia del Suo popolo!!! (Deuteronomio 7:1-5; 9:4-6 ), del re Erode (Atti 12:20-23), eccetera.
Ci sono altri giudizi descritti dalla Bibbia anche nei riguardi del popolo di Israele, ma questi bastano per farci capire che Dio prende seriamente il peccato e giudica nel presente.
Ma c’è anche un:
B) Giudizio futuro: il giudizio finale.
“Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco” è un’immagine soprattutto del giudizio finale (Ebrei 9:27; 1 Timoteo 5:24; 2 Timoteo 4:1; Ebrei 10:30; 13:4).
È scritto che gli empi periranno (Salmo 1; 37:20; 73:18-20; Proverbi 29: 1; Isaia 66:24).
(1) Il giudizio è finale perché Dio conclude i Suoi numerosi giudizi descritti nella Bibbia!                             
Nella storia biblica vediamo che Dio giudicava coloro che persistevano nella disubbidienza e incredulità.  
(2) Il giudizio finale sarà la finale auto-rivendicazione di Dio contro il sospetto che Lui abbia cessato di amare la rettitudine (Salmo 50:16-21; Apocalisse 6:10; 16:5-7; 19:1-5).
Quante volte si accusa Dio, o si è perplessi per la malvagità che c’è nel mondo! Ebbene un giorno Dio giudicherà ogni azione degli uomini chiarendo che Dio è veramente giusto!  
(3) Il giudizio finale sarà la completa esecuzione e descrizione della Sua giustizia retributiva e trionfante!
Leon Morris a riguardo diceva: “ La dottrina del giudizio finale…mette in risalto la responsabilità umana e la certezza che infine la giustizia trionferà su tutti i torti che sono parte integrante della vita, qui e ora……. Questa dottrina da senso alla vita…La visione cristiana del giudizio indica che la storia si muove verso un traguardo…Il giudizio salvaguarda l’idea del trionfo di Dio e del bene. È impensabile che il presente conflitto tra il bene e il male debba durare in eterno. Il giudizio implica che il male sarà allontanato in modo autorevole, decisivo, finale. Il giudizio sta a significare che,alla fine, la volontà di Dio sarà attuata in modo perfetto”.             
Gesù usa altrove "geenna" come la sua metafora per il giudizio di fuoco a venire.
Essere gettati nel fuoco significa essere gettato nello stagno di fuoco: l’inferno, quindi la perdita eterna e il giudizio finale di separazione da Dio! (Matteo 5:22, 29, 30; 10:28, 18: 9, 23:15, 33).
Il giudizio divino sarà determinato dalle parole, dagli atti, e dallo stile di vita di una persona, che indicano le condizioni del cuore!
La giustizia non esiste se non c’è un Dio, ma la giustizia richiede il rendere un giudizio e quindi a sua volta il giudizio richiede un giudice che ricompensa la giustizia e punisce la malvagità.
Un giorno Dio farà giustizia!     
Dio non si sbaglierà nel giudizio, darà agli uomini quello che hanno meritato!
I morti saranno giudicati secondo le loro opere, secondo quello che è scritto nei libri. In Matteo 16:27 leggiamo: “Perché il Figlio dell'uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e allora renderà a ciascuno secondo l'opera sua”.  (cfr. Matteo 16:27; Salmo 62:12; Proverbi 24:12; Geremia 17:10; 32:19; Romani 14:10-12; 1 Corinzi 3:8; 4:5; 2 Corinzi 5:10; Apocalisse 2:23; 20:11-15; 22:12).
Il giudizio di Dio sarà senza parzialità perché è un Dio giusto (Deuetronomio 32:4; Salmo 7:11; 9:8; 11:4-7; Giovanni 17:25; 1 Pietro 1:17; 2:23), in Lui non c’è ingiustizia (Salmo 92:15), e perché conosce ogni cosa!
I giudizi umani a volte sono sbagliati perché non si conoscono i fatti come sono andati veramente. 
Ma Dio che conosce tutto, ha le idee chiare, i fatti per Lui sono chiari e inequivocabili!
Dio conosce i segreti del cuore (Proverbi 24:12; Romani 2:16; Apocalisse 2:23). 
Dio conosce tutte le nostre azioni (Salmo 33:13-15; 139:1-3; Proverbi 15:3; Geremia 16:17; Apocalisse 20:12).
Dio conosce le nostre parole (Matteo 12:36-37).
Dio conosce come lo abbiamo servito (1 Corinzi 3:9-15)!
Ecco perché Dio non sbaglia e non sbaglierà nel giudizio finale!
La nostra vita per Lui è come vedere un film di tutte le nostre azioni, pensieri, parole, desideri, motivazioni! Niente di noi sfuggirà a Dio!
CONCLUSIONE. 
La conclusione di questi versetti è: non dobbiamo lasciarci ingannare dai falsi profeti!
L’identità spirituale è determinata non da ciò che si dice, ma da ciò che si fa, perché quello che si fa rivela inesorabilmente il cuore.
Dunque:
1) Dobbiamo esaminarci per vedere se siamo ipocriti.
Anche se Gesù si riferisce ai falsi profeti, noi siamo chiamati a esaminarci per vedere se siamo ipocriti.
Questi versetti sono anche un severo avvertimento contro i cristiani ipocriti!
Gli ipocriti sono coloro che fingono di essere, e sembrano essere qualcosa che in realtà non sono.
Ci sono molti nelle chiese che sostengono di essere cristiani, ma non hanno i frutti per sostenere questa’affermazione!
Se una persona è veramente salvata, ci saranno alcuni importanti cambiamenti nella sua vita. 
Ciò che conta è che il nostro cuore sia puro di cuore davanti a Dio (Matteo 5:8), questo si vede dal nostro comportamento se è in linea con la volontà di Dio!
Nel giorno del giudizio Gesù chiederà conto se abbiamo fatto la volontà di Dio e non se abbiamo fatto opere potenti, esorcismi, profetizzato nel Suo nome (Matteo 7:21-23).
La fede con le opere va di pari passo!
Giacomo dice che la fede senza le opere è morta, non ha valore (Giacomo 2:14-26). 
Ma questo è possibile se siamo stati trasformati dalla grazia di Dio con la nuova nascita!
La vera trasformazione che si manifesta con i buoni frutti, è la prova della realtà dell'impatto del regno dei cieli nella vita di una persona. 
La vita virtuosa del regno dei cieli che Gesù ha insegnato nel sermone sul monte non può essere prodotto da una persona che non ha sperimentato la forza trasformatrice della potenza di Dio.
Esamina te stesso per capire se sei un impostore, un falso credente! Un ipocrita!
(2) Dobbiamo stare attenti ai falsi profeti.
È importante distinguere l’albero cattivo, e quindi il frutto cattivo dall’albero buono, quindi il frutto buono, perché i falsi credenti, profeti sono un pericolo per la chiesa.
M. L. Jones scriveva: “ Il tipo di vita più nocivo è quello che assomiglia al vero cristianesimo. I più grandi nemici della fede cristiana non sono gli estremisti, che ignorano il Vangelo e perseguitano i cristiani; sono piuttosto coloro che professano di essere cristiani, ma non lo sono in verità, è su queste persone che, un giorno, si abbatterà la condanna che il Signore qui pronuncia contro i falsi profeti”.
I falsi profeti sono pericolosi perché con la loro falsa dottrina sovvertono la fede dei credenti (2 Timoteo 2:18), promuovono discussioni, divisioni, amarezza (per esempio 1 Timoteo 6:4-5; 2 Timoteo 2:23), e vari tipi di empietà (2 Timoteo 2:16). 
Gesù avverte i suoi seguaci di non essere superficiali nella valutazione profeti e predicatori.
Dobbiamo avere discernimento per discernere la verità dall'errore, la saggezza dal falso, il bene dal male.
Il discernimento è basato sulla verità della Parola di Dio!
Più la conosciamo più saremo in grado di individuare i falsi cristiani e i falsi profeti!
Quindi dobbiamo chiederci se la persona predica, crede e vive secondo la Parola di Dio, se vi è il seme della nuova nascita in lui che si vede dal frutto del comportamento influenzato dallo Spirito Santo, e quindi se sono presenti in lui le beatitudini (Matteo 5:1-12), e appunto il frutto dello Spirito Santo come descritto in Galati 5:22.

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