Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga. Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace.
L’insegnamento della parabola delle nozze (Matteo 22:14) C'è una buona dose di mistero collegato all'evangelizzazione: predichiamo il Vangelo, invitiamo le persone ad accettare la salvezza pentendosi, confessando i loro peccati e credendo a Gesù Cristo, ma solo pochissime persone diventano veri cristiani. Diverse volte ci siamo chiesti se stavamo evangelizzando nel modo giusto, abbiamo pensato che forse c’era stato qualcosa di sbagliato nelle nostre parole. In questa terza parabola, Gesù sottolinea perché non tutti coloro che sono chiamati a far parte del regno dei cieli rispondono positivamente. Nel v.14 leggiamo: “Poiché molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti”. “Molti” (polloi) e “pochi” (oligoi) sono in enfasi. Gli eletti sono in numero inferiore ai chiamati, troviamo un contrasto. Grant Osborne scrive che “molti" e "pochi": “Dovrebbero essere interpretati in modo semitico come equivalenti a ‘tutti / non tutti’, il che significa che tutto Israele è stato c...