Luca 4:28-30: La conclusione drammatica Abbiamo visto in Luca 4:23-27 come Gesù abbia portato alla luce i veri pensieri che avevano nel cuore le persone che erano presenti nella sinagoga di Nazaret dove Lui aveva appena parlato. Il Suo intervento è stato provocatorio, sfidando profondamente le convinzioni nazionalistiche ed esclusiviste dei Suoi ascoltatori. Ora in Luca 4:28-30, vediamo la conclusione drammatica di questa storia. Fu come un terremoto che scosse le fondamenta delle certezze religiose: dal celebrare Gesù (Luca 4:22), si passa al tentativo di ucciderlo! La verità di Dio sfidò i loro confini mentali, culturali e teologici, ora vediamo come reagirono a questa verità che non corrispondeva alle loro aspettative. Questo momento finale del testo è come un dramma in tre atti che si consuma con la velocità di un fulmine. Prima di tutto troviamo:
Matteo 2:19-23: Il ritorno a Nazaret. Charles Colson afferma: “Non è quello che facciamo che conta, ma quello che un Dio sovrano sceglie di fare attraverso di noi. Dio non vuole il nostro successo; Egli ci vuole. Egli non richiede i nostri risultati; esige la nostra obbedienza”. Ancora una volta in questi versetti vediamo l’obbedienza di Giuseppe, un esempio per tutti noi. Dio richiede da tutti noi l’obbedienza (Levitico 25:18; Deuteronomio 13:4; 26:16; 32:46; 1 Samuele 15:22; Romani 6:16-18; 1 Pietro 1:14-16).