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Visualizzazione dei post da luglio, 2015

Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù

 Luca 4:18: L’unzione dello Spirito Santo su Gesù Nel silenzio di un momento di riflessione, immaginiamo di essere ai margini di un villaggio polveroso della Galilea. Un uomo si alza per leggere le Sacre Scritture in una sinagoga.  Le sue parole risuonano con una potenza che travalica i confini del tempo. Non è una semplice lettura: sono parole di speranza, di liberazione, di salvezza. Gesù sta dichiarando la Sua missione divina, per questo motivo lo Spirito, cioè lo Spirito Santo (cfr. per esempio Luca 3:22; 4:1; Atti 10:38) era su di Lui. L’unzione dello Spirito Santo, non era un dettaglio marginale, ma il cuore pulsante della Sua vita. Non era un accessorio, ma l’essenza stessa della Sua identità e del Suo ministerio. Ogni guarigione, ogni insegnamento, ogni momento profetico scaturiva dalla Sua immediata e continua unzione. Lo Spirito Santo non era una presenza passiva, ma una potenza dinamica ed efficace. 
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Salvatore

Il cantico di Maria. La motivazione dell’esultazione (Luca 1:46-56).

 Il cantico di Maria La motivazione dell’esultazione (Luca 1:46-56). La benedizione di Elisabetta produce una reazione in Maria: scoppia nella lode, offrendo un inno di ringraziamento. L’inno di Maria si aggiunge alla nota di gioia e di gratitudine presente in 1:39-45. Noi in questi versetti vediamo l’esultazione e la motivazione dell’esultazione di Maria.

La visita di Maria a Elisabetta (Luca 1:39-45).

La visita di Maria a Elisabetta (Luca 1:39-45).  Le donne nel piano di Dio hanno avuto sempre un ruolo di rilievo, lo avrà in modo ancora più importante Maria, e cioè il ruolo di portare in grembo il Figlio dell’Altissimo, Gesù. Dopo l’annuncio dell’angelo Gabriele a Maria riguardo il fatto che avrebbe avuto un figlio per opera miracolosa dello Spirito Santo, cioè Gesù Cristo, la giovane ragazza va a trovare la cugina Elisabetta. In questi versetti vediamo il movimento di Maria, il momento in cui arriva a casa di Elisabetta, e il messaggio di Elisabetta.

Il grande dimenticato (Matteo 1:24-25).

Il grande dimenticato (Matteo 1:24-25). Una volta qualcuno chiese al famoso direttore d'orchestra della Filarmonica di New York, Leonard Bernstein, quale fosse lo strumento più difficile da suonare. La sua risposta fu: “il secondo violino”.  Giuseppe come secondo violino, ha svolto un ruolo essenziale nella nascita di Gesù e “ha suonato molto bene”.  Giuseppe è spesso descritto come l'uomo dimenticato del Natale, eppure è una figura importante perché ha sostenuto e protetto, Maria e Gesù, in tempi difficili (cfr. Matteo 2:13-23).  Oggi vogliamo mettere i riflettori su Giuseppe e imparare dal suo comportamento. Rispetto al Vangelo di Luca, nel racconto dell'infanzia di Gesù, che evidenzia il ruolo di Maria (cfr. Luca 1:26-56; 2:19; 2:34-35), Matteo dedica particolare attenzione a Giuseppe.  Che cosa impariamo dal comportamento di Giuseppe?  Giuseppe era un uomo giusto, quindi obbediente al Signore. 

La rivelazione dell’angelo a Giuseppe (Matteo 1:20-23).

La rivelazione dell’angelo a Giuseppe (Matteo 1:20-23). L’ultima volta ci siamo lasciati parlando del fatto che Giuseppe, prima che fosse venuto a stare insieme a Maria, si accorse della gravidanza di lei, e di conseguenza la voleva lasciare segretamente. Oggi vediamo che mentre ha questo nell’animo, un angelo del Signore gli apparve e gli rivela cosa deve fare.  Noi in questi versetti vediamo la rivelazione dell’angelo a Giuseppe, in questa rivelazione vediamo la circostanza, il conforto, il contenuto della rivelazione.