Fai una donazione per il sito

Cerca nel blog

Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

2 Cronache 7:14: L’atteggiamento per un risveglio.

2 Cronache 7:14: L’atteggiamento per un risveglio.
Dopo il discorso e la preghiera di Salomone, la gloria del Signore riempì il tempio, poi il re e tutto il popolo offrirono dei sacrifici al Signore. 

Le parole del v.14, sono una parte della risposta del Signore alla preghiera di Salomone; il Signore ha esaudito la sua preghiera e gli comunica che il tempio, da lui costruito, è stato scelto come casa di sacrifici, e Dio sarà attento alle preghiere del popolo offerte nel tempio (2 Cronache 7:12-16).

Ora questo versetto, è stato usato riguardo il risveglio; il risveglio nasce nella chiesa e si diffonde nel resto della società.
Oggi ci rendiamo conto, vista la situazione della chiesa e della società, che è necessario un risveglio, infatti molte chiese locali sono in letargo, e l’immoralità, l’idolatria, è dilagante nella società.

Il risveglio è l’opera di Dio che visita il suo popolo ripristinandolo, rianimandolo, versando su di esso la Sua benedizione, e da qui si allarga al resto della società.

Non importa quanto sia buia e deprimente la situazione morale e spirituale, se il popolo di Dio, si umilia, prega, cerca la faccia di Dio, e si converte dalle sue vie malvagie, Dio esaudirà la sua preghiera, perdonerà i peccati e guarirà il paese!


Prima di tutto vediamo:
I LE CONDIZIONI DI UN RISVEGLIO.
Dio non parla di ogni persona sulla terra, il riferimento è al Suo popolo.

Queste condizioni, sono meglio intese come quattro facce di un unico atteggiamento, piuttosto che come quattro fasi separate.

La prima condizione per un risveglio è:
A) Umiliarsi.
Roy Hession scrisse: “Certamente coloro che si umiliano sotto la mano di Dio realizzano il risveglio della loro vita cristiana nel senso più vero e semplice della parola”.

Muhammad Ali fornisce un buon esempio di ciò che è l’orgoglio. Era in un aereo, a un certo punto del viaggio, si alzò dal suo posto e si mise in corridoio a parlare, a ridere e a intrattenere alcuni passeggeri.   Alla fine, la hostess andò da lui e disse: " Signor Ali, dovrà sedersi e allacciarsi le cinture perché l’aereo sta per atterrare. Il pugile le disse: “Amore, superman non ha bisogno di sedili e di cintura". La hostess lo guardò e gli disse:" Sì, se fosse superman non avrebbe bisogno di un aereo, ora si sieda e si allacci le cinture". 

L'umiltà, è una disposizione interiore, che è il punto di partenza essenziale per ogni vero pentimento. 

“Si umilia” (kānaʿ) indica piegare le ginocchia, sottomettersi davanti a Dio, quindi non essere orgoglioso, o pretenzioso (1 Re 21:29; 2 Re 22:19; 2 Cronache 12:6,7,12; 30:11; 32:26; 33:12,19,23; 34:27; 36:12-13). 

Umiliarsi, significa riconoscere il peccato e riconoscere la totale dipendenza da Dio; significa piegare le ginocchia del nostro cuore all’autorità di Dio.

1)Diverse volte, il cronista racconta l’umiliazione dopo la ribellione.
(a) Roboamo e i capi di Giuda abbandonarono la legge di Dio, e richiamati dal profeta Semaia si umiliarono (2 Cronache 12:1, 6, 7).

(b) Le tribù di Manasse e Zabulon non avevano celebrato la Pasqua in Gerusalemme secondo la legge di Dio, ma poi alcuni si umiliarono richiamati dai messaggeri di Ezechia (2 Cronache 30:11).

(c) Ezechia si umiliò per essersi inorgoglito, non fu riconoscente a Dio per la guarigione da una malattia (2 Cronache 32:25-26.

(d) Il re Manasse si umiliò profondamente davanti a Dio perché aveva adorato altri dèi e non ascoltò i profeti che lo richiamavano da parte di Dio (2 Cronache 33:1-19).

(e) Anche Giosia si umiliò perché si rese conto che Giuda aveva abbandonato Dio per gli idoli (2 Cronache 34:27).

Oggi la chiesa, confrontandosi con la santità, la giustizia di Dio, e la volontà di Dio deve riconoscere quali sono i suoi peccati.

Umiliarsi, significa riconoscere quali sono i peccati e chiamarli per nome!

La chiesa non deve fare l’errore della chiesa compiaciuta e tiepida di Laodicea che pensava di essere a posto con Dio (Apocalisse 3:15-19).

O come la parabola raccontata da Gesù del fariseo che si confrontava con il pubblicano e si sentiva a posto con Dio, mentre il pubblicano che faceva cordoglio per i suoi peccati, è stato giustificato (Luca 18:9-14). 

Quando la chiesa si confronta con il mondo si sente appagata, a posto, ma se si confronta con la santità e la giustizia di Dio, ha poco di cui vantarsi!

I cristiani, alla luce di Dio, devono riconoscere i peccati e confessarli a Dio!

In Matteo 23:12 Gesù dice: “Chiunque s’innalzerà sarà abbassato e chiunque si abbasserà sarà innalzato “(cfr. Luca 14:11).

Giacomo e Pietro ci esortano a umiliarci davanti a Dio ed Egli c’innalzerà (Giacomo 4:6-7,10; 1 Pietro 5:5). 

Dobbiamo fare cordoglio per i nostri peccati dobbiamo avere un cuore rotto (Salmo 51:17). 

Roy Hession scriveva: “Avere il cuore rotto e la volontà spezzata è il principio del risveglio. Anche se dolorosa e umiliante, è questa l’unica via. È così che insiste Paolo in una sua epistola: ‘Non più io…ma Cristo’ (Galati 2:20). Finché il nostro io orgoglioso non si piega, il Signor Gesù non può vivere pienamente in noi e rivelarsi ad altri per mezzo di noi. È necessario che quell’io, duro, inflessibile, che sempre tende a giustificarsi, che vuol fare a modo suo, che reclama i suoi diritti e cerca la propria gloria, alla fine capitoli e s’arrenda alla volontà di Dio. Il credente allora riconosce i propri errori e abbandona la propria strada per prendere quella di Gesù. Egli rinunzia ai suoi diritti e a perseguire la propria gloria personale, perché il Signore Gesù lo possegga interamente. In altre parole il risveglio è un morire a se stessi e alle proprie inclinazioni”.

Esamina la tua condotta e confessa i tuoi peccati a Dio, se hai sbagliato verso qualcuno vai a chiedere scusa alla persona oltre che a Dio!

Per un risveglio dobbiamo:
B) Pregare.
Il risveglio non è opera dell’uomo, ma di Dio, ed è per questo che noi dobbiamo pregare Dio.
Nella preghiera per un risveglio riconosciamo che Dio è sovrano, riconosciamo che solo Lui può cambiare i cuori e dare potenza ai suoi servi nella predicazione del Vangelo!

“La preghiera è un esercizio di fede in cui siamo impregnati nella suprema grandezza e capacità di Dio e abbiamo fissato gli occhi sulla maestà del suo proposito e la qualità superlativa delle sue risorse. Nulla è impossibile per il nostro Dio. Il nostro Dio è in grado di muovere le montagne. Egli è in grado di trasformare i cuori, di rompere le resistenze, raggiungere anche sotto la vita cosciente delle persone per trasformarle. Quindi non dovremmo mai dire: ‘Qui c'è qualcuno al di là della portata di Dio. La durezza del cuore è così grande, la malvagità della vita è così manifesta, che questo non può essere un candidato per l'accettazione nel regno di Dio. Potremmo anche rinunciare a questa persona ‘” (Roger R. Nicole).

No! Non possiamo dire così!

“Prega” (pālal) è la parola più comune ebraica utilizzata per descrivere l'atto generale di preghiera.

Il dono della preghiera rende unico Israele, infatti in Deuteronomio 4:7 leggiamo: “ Qual è infatti la grande nazione alla quale la divinità sia così vicina come è vicino a noi il SIGNORE, il nostro Dio, ogni volta che lo invochiamo?” (Salmo 145:18).

La preghiera è un tema chiave in 1 e 2 Cronache.

Nel contesto immediato, in 2 Cronache riguardo l’inaugurazione del tempio, troviamo la preghiera di Salomone (2 Cronache 6:3-42 - 1 Re 8:22-53) e la risposta di Dio (2 Cronache 7:13-15 – Re 9:3-9). 

Nella sua grande preghiera del tempio, Salomone chiese a Dio di ascoltare le preghiere di fronte a una serie di circostanze.
In risposta, Dio avrebbe esaudito le preghiere nel caso in cui il popolo si sarebbe umiliato, cercato la Sua faccia, e si sarebbe convertito dalle sue vie malvagie, come ci dice il v.14.

In 1 Cronache nelle genealogie e nelle liste di apertura, il cronista ha menzionato la preghiera di Iabes (1 Cronache 4:10) e delle tribù di Ruben, Gad e Manasse che vinsero i nemici perché gridarono a Dio, perché confidarono in Dio (1 Cronache 5:20).

Il re Davide era un uomo di preghiera (1 Cronache 16:7-36; 17:16-27; 29:10-20).

Probabilmente Roboamo pregò quando si umiliò davanti a Dio (2 Cronache 12:6).

Gli uomini di Giuda con il re Abiia (2 Cronache 13:14), Asa (2 Cronache 14:10); e Giosafat (2 Cronache 18:31; 20:6-12) hanno gridato a Dio in tempi di crisi militare, e Dio li ha aiutati. 

Ezechia pregò affinché Dio perdonasse molti di Efraim, di Manasse, d’Issacar e di Zabulon perché non si erano purificati, mangiarono la Pasqua senza conformarsi con quanto prescritto e Dio esaudì la preghiera del re perdonandoli (2 Cronache 30:18-20).

Dio sconfisse gli Assiri esaudendo la preghiera del re Ezechia e del profeta Isaia (2 Cronache 32:20-21) e guarì Ezechia dalla sua malattia (2 Cronache 32:24).

Inoltre, è scritto che Dio si arrese alle preghiere del re Manasse, lo esaudì e lo riportò a Gerusalemme dall’esilio Babilonese (2 Cronache 33:12-13, 18). 

Tutti questi esempi di preghiera mostrano che Dio ascolta ed esaudisce le preghiere nella Sua misericordia come aveva chiesto Salomone (2 Cronache 6:36-39), dimostrano l'importanza della preghiera.

L’importanza della preghiera si vede in tutta la Bibbia. 
Per esempio la vita di preghiera è stata una caratteristica di Gesù (per esempio Marco 6:46, Luca 6:12), che ha anche esortato gli apostoli a praticarla (Matteo 5:44; Marco 14:38; Luca 6:28; 22:40), è stata una caratteristica della chiesa primitiva (Atti 1:14; 2:42; 11:5; 12:5,12). 

Noi dobbiamo avere sempre un atteggiamento di preghiera (1 Tessalonicesi 5:17). 

La preghiera del giusto ha una grande efficacia (Giacomo 5:16).
Dio esaudisce le preghiere fatte con fede (Luca 7:1-10; Ebrei 11:6) e secondo la sua volontà (1 Giovanni 5:14-15).

I risvegli nascono dalla preghiera (cfr. Atti 1:14-2:41).
Il dottor Louis L. King disse: "La Bibbia e la storia rivelano che non esiste mai una cosa come un risveglio senza preghiera". 

Duncan Campbell, che fu uno degli strumenti di Dio nel risveglio delle Ebridi in Scozia, racconta come l’opera di Dio sia iniziata a Barvas, prima con due donne che pregarono per vent’anni e poi con dei conduttori cristiani che pregarono quotidianamente fino a quando il risveglio arrivò nell’isola. Colpì Barvas e poi, come un fuoco che consuma ogni cosa nel suo percorso, si diffuse in tutte le chiese vicine”.

La terza condizione per un risveglio è:
C) Cercare la faccia di Dio. 
Cosa significa cercare la faccia di Dio?
Secondo alcuni: cercare la faccia di Dio è un modo di dire religioso per il culto nel tempio, quindi la lode e l’adorazione (cfr. Salmo 24:6; 27:8).

Per altri è la Sua presenza (cfr. 1 Re 10:24; Osea 5:15); o il perseguimento del Suo favore, o della Sua forza (1 Cronache 16:11; Salmo 105:4).

Comunque, “cercare la faccia di Dio” implica intensità e impegno, va fatto con l’anima e il cuore (1 Cronache 22:19; 2 Cronache 11:16; 12:14; 19:3; 30:19). 

Il risveglio viene quando le persone cercano Dio e non tanto il risveglio!   
Non dobbiamo cercare la presenza e la comunione con Dio da cui tutto dipende. 

“Cercare” ha il senso di fedeltà e devozione (cfr. 1 Cronache 16:10-11; 2 Cronache 11:16; 15:4,15; 20:4), quindi l’opposto di abbandonare Dio (2 Cronache 15:2).

In tempo di peccato e infedeltà del popolo d’Israele Osea 10:12 dice: “Seminate secondo giustizia e farete una raccolta di misericordia; dissodatevi un campo nuovo, poiché è tempo di cercare il SIGNORE, finché egli non venga, e non spanda su di voi la pioggia della giustizia”.


“È tempo di cercare il Signore, finché egli non venga” indica cercarlo in obbedienza e preghiera.

L’esortazione è di comportarsi secondo le norme di Dio.

Così “cercare la faccia di Dio” significa cercare la Sua presenza e metterlo al primo posto, significa essere devoti solo a Lui e adorare solo Lui.

Significa non avere idoli e altri signori!
Dio non vuole che noi abbiamo idoli, e altri padroni! Dio ci vuole tutto per sé! (Esodo 20:2-6; Matteo 6:24).

William Booth disse: “Se c’è qualche forza nel mio ministero oggi, è perché Dio ha tutta l’adorazione del mio cuore, tutta la mia forza di volontà e tutta l’influenza della mia vita”.

La quarta condizione è:
D) Convertirsi dalle vie malvagie. conversione
“E si converte dalle sue vie malvagie”. 

La conversione (šûḇ) è tornare indietro, girare, lasciare la via del peccato per quella di Dio (2 Cronache 6:24,26; 15:4; 36:13).
Indica il ravvedimento (2 Cronache 6:37).

Il ravvedimento era un tema centrale della predicazione di Gesù (per esempio Matteo 4:17; Luca 13:1-5; 15); così anche nella predicazione apostolica (per esempio Atti 2:38; 3:19; 17:30).

Il risveglio principalmente è per il cristiano in coma spiritualmente parlando!
Ken Terhoven parlando del risveglio scrive: “ Una nuova afflusso di vita divina in un corpo spirituale che rischia di diventare cadavere”.

L'attenzione di:“E si converte dalle sue vie malvagie” 
è sul pentimento attivo, cioè a un cambiamento pratico del comportamento.

Ci deve essere una svolta: dal peccato all’obbedienza a Dio, alla santificazione.

La devozione a Dio è dimostrata da un comportamento conforme al Suo carattere e ai Suoi standard.

Quindi il richiamo di Dio riguardo il ravvedimento è duplice.
Da un lato chi si ravvede si:
(1) Allontana dai peccati. 
Come leggiamo nel v. 14 come anche per esempio in 2 Cronache 6:26: “Quando il cielo sarà chiuso e non vi sarà più pioggia a causa dei loro peccati contro di te, se essi pregano rivolti a questo luogo, se danno gloria al tuo nome e si convertono dai loro peccati perché li avrai afflitti…”

In Atti 3:19 e 26 leggiamo: “Ravvedetevi dunque e convertitevi, perché i vostri peccati siano cancellati… A voi per primi Dio, avendo suscitato il suo Servo, lo ha mandato per benedirvi, convertendo ciascuno di voi dalle sue malvagità”.

Dall’altro lato nel ravvedimento:
(2) Si torna a Dio.
In 2 Cronache 15:3-4 è scritto: “Per lungo tempo Israele è stato senza vero Dio, senza sacerdote che lo istruisse, e senza legge; ma nella sua angoscia egli si è convertito al SIGNORE, Dio d'Israele, l'ha cercato, ed egli si è lasciato trovare da lui”. (cfr. 2 Cronache 24:19; 30:6,9).

In Atti 26:19-20 leggiamo: “Perciò, o re Agrippa, io non sono stato disubbidiente alla visione celeste; ma, prima a quelli di Damasco, poi a Gerusalemme e per tutto il paese della Giudea e fra le nazioni, ho predicato che si ravvedano e si convertano a Dio, facendo opere degne del ravvedimento”.

Il ravvedimento è illustrato molto bene nella parabola del figliol prodigo che abbandona la vita di peccato per ritornare al Padre! (Luca 15:11-24).

Quindi l’umiliazione, la preghiera e il cercare la faccia di Dio devono essere accompagnati dal ravvedimento se vogliamo che Dio susciti un vero risveglio nella nostra chiesa locale!

Ci sono preghiere e incontri di preghiere per il risveglio, ma sembra che Dio non ci ascolti, questo può essere perché non c’è ravvedimento! Perché viviamo nel peccato!

In una lettera del 1963 Duncan Campbell scrisse: “Credo che l’opera di grazia dello Spirito Santo nell’isola di Lewis sia iniziata con un peso per la preghiera. Di questo non c’è certamente nessun dubbio. Iniziò con un piccolo gruppo di persone che sentivano davvero questo peso. Essi fecero un patto con Dio che non gli avrebbero dato riposo fino a quando non avrebbe reso Gerusalemme un luogo di lode sulla terra. Essi aspettarono, i mesi passarono e niente accadde; fino a quando un giovane prese la Bibbia e lesse dal Salmo 24: ‘Chi potrà stare nel suo luogo santo? L’uomo innocente di mani e puro di cuore…Egli riceverà benedizione dal Signore’. Il giovane chiuse la Bibbia e guardando i suoi compagni disse: ‘Fratelli, è un tale inganno aspettare così sera dopo sera, mese dopo mese, se noi stessi non siamo a posto con Dio. Devo chiedere a me stesso…il mio cuore è giusto? Le mie mani sono pulite?’ Lui e i suoi colleghi si buttarono giù davanti a Dio e nel piangere e confessare ebbero un incontro con Dio. Il giorno dopo venne il risveglio”.

Il peccato chiude le orecchie del Signore alle nostre preghiere (Salmo 66:18; Proverbi 15:8,29;28:9). 

Il peccato crea un muro contro Dio. 

In Isaia 59:1-2 il Signore ci dice: “Ecco, la mano del SIGNORE non è troppo corta per salvare, né il suo orecchio troppo duro per udire; ma le vostre iniquità vi hanno separato dal vostro Dio; i vostri peccati gli hanno fatto nascondere la faccia da voi, per non darvi più ascolto”.

Oswald J. Smith nel suo libro sul risveglio scriveva: “Fintanto che l’iniquità esiste tra la gente che adora Dio, e questa non viene alla luce e non viene confessata, lo Spirito Santo non potrà condurre a un risveglio”.

La preghiera è importante, ma non la possiamo sostituire all’obbedienza a Dio! Questo a volte è il problema!

Dobbiamo pregare, ma anche obbedire a Dio! Dobbiamo santificarci! E allora vedremo il Signore della salvezza in azione!

La preghiera non è mai un sostituto accettabile per l'obbedienza. 
Il Signore non accetta alcuna offerta dalle sue creature che non sia accompagnata dall'obbedienza. 
L’obbedire è meglio del sacrificio è scritto in 1 Samuele 15:22!

Il Signore ci chiama a essere santi come lo è Lui! (Levitico 19:2; 1 Pietro 1:15-16).
Senza santificazione nessuno vedrà il Signore (Ebrei 12:14).

Se vogliamo allora un risveglio dobbiamo essere santi!

Alla fine di questo primo punto possiamo affermare con Ken Terhoven: “Il risveglio non ha luogo a meno che non riconosciamo il nostro peccato e il disperato bisogno che abbiamo come cristiani di essere a posto con Dio, di avere piena coscienza della condizione della nostra comunità e nazione e d’impegnarci in una preghiera desiderosa e ansiosa di risveglio”.

II LE CARATTERISTICHE DI UN RISVEGLIO.
“Io lo esaudirò dal cielo, gli perdonerò i suoi peccati, e guarirò il suo paese”.

Questo linguaggio richiama simili frasi ripetute nella preghiera di Salomone (2 Cronache 6:14-42).

Al v.13 vediamo una sintesi dei disastri menzionati nella preghiera di Salomone.

Nella sua preghiera, Salomone aveva parlato di siccità per il giudizio di Dio a causa dei peccati del popolo (2 Cronache 6:26-27); di locuste (2 Cronache 6:28-31) e di peste (2 Cronache 6:28-31), insieme ad altre difficoltà che sarebbero venute contro Israele.

Ma se il popolo di Dio si umilia davanti a Lui, prega, cerca la Sua faccia e si converte dalle sue vie malvagie, Dio esaudirà le loro preghiere, li perdonerà e guarirà il paese. 

Noi vediamo qui il mondo come affrontare il giudizio di Dio manifestato con la sofferenza nella nostra vita, o nella nostra comunità, l'unico modo efficace è quello di rivolgersi allo stesso Dio, allineando la nostra vita alla Sua volontà affinché ci perdoni e ci benedica.

In circostanze difficili il popolo di Dio ha bisogno della Sua grazia e della Sua compassione. 

Vediamo tre aspetti della risposta di Dio che sono delle promesse, e quindi delle caratteristiche di un risveglio.

La prima promessa è:
A) L’esaudimento della preghiera.
“Io lo esaudirò dal cielo”.
In un modo enfatico troviamo scritto: “Io”!

Niente può essere più minaccioso di un cielo chiuso e questo anche per la chiesa (1 Pietro 4:17).

John Blanchard dice: “Nessuna risposta alla preghiera è un'indicazione del nostro merito; ogni risposta alla preghiera è un'indicazione della misericordia di Dio”.

Non c'è niente di meritorio nell’esaudimento della preghiera, noi non meritiamo nulla visto che siamo dei peccatori, ma Dio esaudisce per la sua libera bontà.

Nel Salmo 65:2, troviamo la stessa parola per esaudimento (shāmaʿ), noi leggiamo così: “A te, che esaudisci la preghiera, verrà ogni creatura”. (Salmo 4:1,3; 6:9; 34:6,17; eccetera).

Dio esaudirà la preghiera di coloro che si umiliano, che pregano, che cercano la Sua faccia, che si convertono dalle loro vie malvagie!

Quindi quando preghiamo per un risveglio, in queste condizioni ci possiamo aspettare un risveglio da parte di Dio!

La seconda promessa è:
B) Il perdono dei peccati. 
“Gli perdonerò i suoi peccati”.

Il perdono (sālaḥ) dei peccati è un atto che appartiene a Dio solo (cfr. Salmo 103:3; 130:4; Isaia 43:25; Marco 2:7-9).

Il perdono dei peccati è fondamentale per la fede biblica.
Nulla riguardo il nostro rapporto con Dio è altrettanto importante quanto il perdono dei peccati!

Nel perdono vi è la rimozione del peccato e della colpa, tramite esso Dio non compie il Suo giudizio, ma copre e toglie via il peccato (Isaia 6:7) per ristabilire la comunione con l’uomo; il perdono è il restauro della comunione del peccatore con Dio.
Con il perdono, Dio riporta al suo precedente stato, la relazione personale interrotta. 
Con il perdono Dio ci riconcilia con sé!  (Luca 15:18-20; Romani 5:9-11; 2 Corinzi 5:19).

Il perdono dipende esclusivamente dall'amore, dalla misericordia e dalla compassione di Dio verso il peccatore (Esodo 34:6-9; Salmo 86:5; Daniele 9:9).

Quando confessiamo i nostri peccati al Signore, Lui ci perdona grazie a Gesù Cristo (Efesini 1:7; 1 Giovanni 1:8-10).
Non c’è limite; Dio perdona da tutti i peccati (Salmo 103:3)

Senza perdono non c’è salvezza! (Salmo 78:38; Isaia 22:14; 27:9-11 (Luca 7:47-50; 15:24; 19:9-10; Romani 4:5-8; Colossesi 1:14). 

Senza perdono non c’è comunione con Dio, e senza comunione non c’è risveglio! (Isaia 59:1-2).

La terza promessa è:
C) La guarigione. 
“E guarirò il suo paese”.
C’è la promessa di una benedizione nazionale!

Dio rimuoverà la calamità descritta al v.13 dov’è scritto: “  Quando chiuderò il cielo in modo che non ci sarà più pioggia, quando ordinerò alle locuste di divorare il paese, quando manderò la peste in mezzo al mio popolo”.(cfr. 2 Cronache 6:25-31).

La terra funzionava come un termometro spirituale, registrando il grado di conformità del popolo alla volontà di Dio, secondo il patto: benedizioni in caso di obbedienza del popolo, maledizioni in caso di disobbedienza (Deuteronomio 28-30).
Questo versetto, secondo il patto, allora ci comunica che sia l'obbedienza che la trasgressione hanno conseguenze di benedizioni e punizioni.

In situazioni in cui i peccati della popolazione porteranno disastri a Israele – siccità, carestie e pestilenze- il pentimento sincero porterà la guarigione, una benedizione nazionale.

La “guarigione” (rāphāʾ) in tutto l'Antico Testamento ha una miscela di applicazioni spirituali e fisiche. 
A volte la guarigione è specificatamente collegata con il perdono (per esempio Salmo 41:5; Isaia 53:5; 57: 18-19; Osea 14:4); altre volte si riferisce alla guarigione fisica (per esempio Genesi 20:17; Numeri 12:13; 2 Re 20:5,8), o interiore (Salmo 147:3). 
Dio guarisce ripristinando il rapporto del suo popolo con Lui (Isaia 6:10), guarisce l’infedeltà del popolo (Osea 14:4); 

Quando si applica alla terra, come qui, può riferirsi a riportare gli esuli alla terra promessa (Geremia 30:17; 33:6-7), o ripristinare la terra e la sua gente alla pace e alla sicurezza, (Geremia 33:6; Isaia 57:18-19; Osea 5:13). 

Noi possiamo applicare oggi questa promessa è disponibile per tutte le nazioni con il Vangelo con il perdono dei peccati e le implicazioni etiche nei vari settori della propria vita e società (cfr. Atti 5:31, Efesini 1:7).

Dobbiamo riconoscere che i problemi materiali, matrimoniali, sociali e morali del nostro tempo sono dovuti a cause spirituali: al peccato; ecco perché abbiamo bisogno di un risveglio. 

Nel grande risveglio sotto i Wesley in Gran Bretagna nel 1700, i problemi come la schiavitù, la riforma della prigione, il traffico di liquori, la criminalità, la corruzione, il gioco d’azzardo, la scarsa educazione sono stati sostanzialmente eliminati.  
Il risveglio ha purificato la società in tutti i settori della vita. 

La storia dei risvegli, dunque, ci racconta che laddove ci sono stati, ha portato una benedizione in tutta la società.
Secondo il Dr. Sangster, il risveglio porta stabilità finanziaria (si pagano i debiti, c’è onestà e sincerità); si riduce l’immoralità, i divorzi, il crimine giovanile, il numero delle persone nelle prigioni.

Il risveglio porta giustizia, unità, lealtà alla nazione; migliora la qualità e la produzione del lavoro, felicità e pace.

Il risveglio per la potenza dello Spirito Santo sensibilizza le coscienze! 
Le cose vengono messe a posto: debiti sono pagati, i peccati confessati e abbandonati, famiglie riunite, e così via, ben presto un’intera comunità migliora a causa di una trasformazione spirituale e morale.

Il Dr. F.B. Meyer (8 Aprile 1847 – 28 Marzo 1929), uno dei più grandi predicatori della Gran Bretagna disse: “Il supremo test del risveglio è il risultato etico”.

Ken Terhoven scrive: “Dopo il risveglio gallese del 1904, la stampa secolare della Gran Bretagna elencò tutte le cose sbagliate che erano state risolte come risultato del risveglio. Un editore diede voce all’opinione delle masse quando disse: ‘ Deve arrivare un altro grande risveglio spirituale o la civilizzazione è condannata’. Il London Daily News affermò nella sua edizione di Natale del 1904: ‘Silenziosamente, ma in modo fermo e sicuro, i risultati morali del risveglio si fanno vedere e sentire ovunque nel territorio, e il focolare è più brillante e caldo in questo Natale più di quanto lo sia stato per molto tempo in migliaia di case’. 
Un ispettore dell’associazione a favore dell’infanzia ‘Child Welfare’ lavorando nei ghetti del Galles disse: ‘Le case che ho visitato, che nei tempi passati sarebbero state controllate così come ero regolarmente obbligato a fare, ora sono state trasformate dalla potenza del Vangelo. C’è stato un tale miglioramento nella cura dei bambini, le case sono tenute in migliori condizioni igieniche, i bambini sono più puliti e sono curati meglio e un grande numero di padri e di madri sono stati trasformati dal risveglio ’. Si raccontano di molte storie di vecchi debiti che sono stati pagati come risultato del risveglio”.

III LE CAUSE DEL RISVEGLIO.
Perché Dio promette il risveglio a Salomone?
Noi vediamo tre cause:
A) La prima causa è la proprietà.
“Sul quale è invocato il mio nome” è un modo di dire che si riferisce alla proprietà, si riferisce a chi appartiene a Dio, al popolo di Dio e non a tutte le nazioni della terra. 

“Il mio popolo” richiama l’uso ripetuto di Salomone nella sua preghiera nell’inaugurazione del tempio (2 Cronache 6:14-42) e richiama il legame speciale che c’è tra Dio e Israele (Esodo 3:7,10; 1 Cronache 17: 6, 7, 9, 10; Geremia 31:33; Osea 1:9; 2:23), richiama il linguaggio del patto.

In Esodo 6:7 leggiamo: “Vi prenderò come mio popolo, sarò vostro Dio e voi conoscerete che io sono il SIGNORE, il vostro Dio, che vi sottrae ai duri lavori impostivi dagli Egiziani”. (Levitico 26:12; Deuteronomio 29:13; Geremia 31:33). 

Così “il mio nome” è intimamente associato con l'essenza stessa di colui che lo porta; così “sul quale è invocato il mio nome” è associato al Signore, quindi essere il popolo di Yahweh in relazione al patto. 

Come il popolo d’Israele che era stato liberato dalla schiavitù d’Egitto e che era legato a Dio attraverso un patto (Esodo 19:5-6; 20:2), così oggi la chiesa è legata, e quindi tutti  i veri cristiani, a Dio con un patto quello di Gesù, il quale ci ha salvati dai peccati per appartenere a Lui (Matteo 26:26-28; 1 Corinzi 6:19-20; 1 Pietro 1:18-19; 2:9-10).
B) La seconda causa è la comunità.
“Se il mio popolo, sul quale è invocato il mio nome”.

“Popolo” parla di tutta la comunità!

Nei vv.15-16 il Signore parlando del tempio dice: “I miei occhi saranno ormai aperti e le mie orecchie attente alla preghiera fatta in questo luogo; infatti ora ho scelto e santificato questa casa, perché il mio nome vi rimanga per sempre, e i miei occhi e il mio cuore saranno qui per sempre”.

L'attenzione di Dio al suo popolo è legata alla sua elezione e alla passione per il tempio. 
Il tempio, dunque, era indispensabile per il rapporto tra Dio e Israele. 

Così nel Nuovo Testamento, non è importante il luogo (Giovanni 4:23-24), ma i credenti, la chiesa, infatti Dio è presente in loro, sono il tempio di Dio (Matteo 18:19-20; 1 Corinzi 3:16; 6:19; Efesini 3:21-22).

Quindi, l’umiliazione, la preghiera, la devozione e il ravvedimento non sono solo una questione privata, ma anche comunitaria.

La chiesa intera, di pari consentimento, deve umiliarsi, pregare, cercare la faccia di Dio e santificarsi per un risveglio!

C) La terza causa è la sincerità.
C’è un rischio nel rapporto con Dio: la religiosità intesa come ritualismo, esteriorità e ipocrisia.

“Si umilia, prega, cerca la mia faccia e si converte dalle sue vie malvagie” rendono chiaro che il popolo di Dio deve andare ben oltre il ritualismo esteriore ipocrità.

L'affidamento alle manifestazioni esterne dei rituali del tempio porteranno la nazione di Israele ad avere una falsa fiducia, per esempio in Amos 5:18-24 leggiamo: “Guai a voi che desiderate il giorno del SIGNORE! Che vi aspettate dal giorno del SIGNORE? Sarà un giorno di tenebre, non di luce. Voi sarete come uno che fugge davanti a un leone e s'imbatte in un orso; come uno che entra in casa, appoggia la mano alla parete, e lo morde un serpente.  Il giorno del SIGNORE non è forse tenebre e non luce? oscurissimo e senza splendore? ‘Io odio, disprezzo le vostre feste, non prendo piacere nelle vostre assemblee solenni.  Se mi offrite i vostri olocausti e le vostre offerte, io non le gradisco; e non tengo conto delle bestie grasse che mi offrite in sacrifici di riconoscenza. Allontana da me il rumore dei tuoi canti! Non voglio più sentire il suono delle tue cetre! Scorra piuttosto il diritto come acqua e la giustizia come un torrente perenne!’” 
(Isaia 1:10-15; Geremia 7:1-15). 

Dio ci chiama ad azioni concrete che manifestano la sincerità verso di Lui!

CONCLUSIONE.
Quando ci umiliamo davanti a Lui, stiamo ammettendo che non abbiamo fede nella nostra incapacità. 
Quando lo invochiamo in preghiera, stiamo proclamando la nostra fede nella Sua capacità.
Quando cerchiamo la Sua faccia stiamo dimostrando che Dio è la nostra priorità.
Quando ci convertiamo dalle vie malvagie riconosciamo la Sua signoria.

Il risveglio arriva quando smettiamo di innalzare noi stessi, quando cominciamo a cercare veramente Dio mettendolo al primo posto, quando abbiamo un’esperienza personale con Lui, e non una semplice conoscenza intellettuale, quando rifiutiamo il peccato per vivere come Dio vuole!



Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

 Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2) Stiamo meditando su Deuteronomio 2:7. In questo passo troviamo scritto per due volte “tuo Dio”,...

Post più popolari dell'ultima settimana