Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Deuteronomio 1:29-33: Non abbiate paura, Dio combatte per voi!
Io vi dissi: «Non vi spaventate e non abbiate paura di loro. Il SIGNORE, il vostro Dio, che vi precede, combatterà egli stesso per voi, come ha fatto tante volte sotto gli occhi vostri in Egitto e nel deserto, dove hai visto che il SIGNORE, il tuo Dio, ti ha portato come un uomo porta suo figlio, per tutto il cammino che avete fatto, finché siete arrivati in questo luogo». Nonostante questo, non aveste fiducia nel SIGNORE vostro Dio, che vi precedeva nel vostro cammino per cercarvi un luogo dove piantare le tende: di notte nel fuoco per mostrarvi la via per la quale dovevate andare, e di giorno nella nuvola.
Il popolo di Israele aveva paura di prendere in possesso la terra che Dio aveva loro promesso, perché la popolazione locale era più forte (Deuteronomio 1:19-28). Mosè li aveva incoraggiati a guardare a Dio dicendo:” combatterà egli stesso per voi” e così li riporta a considerare le vittorie che Dio aveva dato loro in passato e la sua cura amorevole come un padre fa con il proprio figlio.
Dio aveva liberato Israele dall’Egitto in modo potente, se n’è preso cura come un padre fa con il proprio, figlio nel grande e spaventevole deserto (Deuteronomio 1:19), eppure il popolo non si fidava di Dio che li precedeva e li guidava in modo tangibile con il fuoco di notte e con la nuvola di giorno!
A dispetto di questa cura protettiva e provvidenziale di un Dio paterno, il popolo incredulo si era ribellato all’ordine di Dio di prendere possesso della terra che gli aveva promesso, Israele aveva paura di essere distrutto dagli Amorei e degli Anachiti (Deuteronomio 1:26-27).
La radice dell’incredulità è: guardare alle circostanze, che sono più grandi di noi, avendo paura di affrontarle, quindi concentrarsi sulle nostre forze e non su chi è Dio, su ciò e come ha operato nella storia, affidandosi a Lui con la certezza che darà la vittoria!
Affidarsi a Dio e quindi di conseguenza l’obbedienza, perché abbiamo sperimentato la sua vittoria e cura, non è automatico, eppure è più che ragionevole farlo. La fede in Dio, va esercitata ogni giorno! Abbiamo buone motivazioni per crederle (per esempio in questo caso: forza, vittoria, cura paterna di Dio), quindi queste motivazioni, come fa Mosè con il popolo, vanno sempre ricordate e fatte proprie.
Ricordiamo, dunque e crediamo fermamente come Dio ha operato nella storia per superare le nostre ansie e paure.
Davanti circostanze più grandi di noi, davanti ai vari “Amorei” e “Anachiti”, ricordiamoci che Dio, nostro Padre ci ama e combatte per noi.
I nemici possono essere più forti di noi, ma Dio è più grande di loro! Noi possiamo affrontare qualsiasi situazione perché Dio ci fortifica (Filippesi 4:13). Non scappiamo, dunque davanti ai problemi, ansie e paure, affrontiamoli affidandoci al Dio della provvidenza che si prende cura di noi ogni giorno!