La diagnosi del vuoto esistenziale del mondo e la pienezza di Dio in Cristo Viviamo in un’epoca straordinaria: abbiamo progresso, tecnologia, intrattenimento senza fine. Abbiamo più comodità che mai. Eppure, se ragioniamo con onestà, vediamo tanti cuori inquieti intorno a noi; forse lo è anche il nostro. Tutti noi viviamo con una sete profonda che sembra difficile da dissetare, una sete che cerchiamo nel successo, nel piacere, nelle esperienze, nelle relazioni... eppure qualcosa sembra sempre mancare. Hai mai provato a riempire un contenitore bucato? Per quanto versi acqua, non si riempie mai. Non è colpa dell’acqua - è la natura del contenitore. Viviamo nell’epoca più prospera della storia, eppure i tassi di depressione, ansia e suicidio sono ai massimi storici. Com’è possibile? Se il benessere materiale fosse la risposta, dovremmo essere la generazione più felice di sempre. Invece siamo quella più vuota. Il punto è: Non è il mondo che ci manca. È Dio che ci manca! Il mondo...
Giobbe 19:25: La certezza che il Salvatore difende. “Ma io so che il mio Redentore vive e che alla fine si alzerà sulla polvere”. Questa frase è un’espressione legale, giuridica. “Alla fine” (Aharon) indica parlerà per ultimo. Si riferisce ad avere l’ultima parola, sarà l’ultimo a parlare in tribunale. Con il significato che la sua decisione sarà definitiva, autorevole e senza ulteriore ricorso. Infatti “si alzerà” (qûm) stare in piedi, è un’espressione legale utilizzata in un'aula di tribunale, significa "tenere la posizione di un testimone" (Giobbe 31:14; Deuteronomio 19:16; Salmi 12:5; 27:12; 35:11; Isaia 19:21), o di un “giudice” (Salmi 76:9; 94:16; Isaia 2:19). In precedenza, Giobbe aveva parlato del suo bisogno di un arbitro (yā∙ḵǎḥ), cioè uno che decide, che determina ciò che è giusto, al capitolo 9:33-34, di un testimone (ʿēḏ, Esodo 20:16), cioè uno la cui testimonianza è determinante per stabilire il giusto, o sbaglia...