Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
2 Re 23:25: La vera conversione.
Prima di Giosia non c'è stato re che come lui si sia convertito al SIGNORE con tutto il suo cuore, con tutta l'anima sua e con tutta la sua forza, seguendo in tutto la legge di Mosè; e, dopo di lui, non ne è sorto uno simile.
Giosia è stato un re unico sia riguardo ai suoi predecessori (compreso Davide) e sia riguardo a coloro che vennero dopo di lui. Giosia è ricordato positivamente: si è convertito al Signore con tutto se stesso seguendo in tutto la legge di Mosè.
“ Si sia convertito” (Šāb) indica tornare indietro a Dio, girare le spalle al peccato e al diavolo e quindi essere devoti a Dio (1 Re 8:33, 48; Geremia 3:7; Isaia 55:7; Atti 26:18; 1 Tessalonicesi 9).
La conversione non è semplicemente solo qualcosa che si sente, ma è un'azione verso Dio, qualcosa che si fa che coinvolge tutto il nostro essere.
Giosia si è convertito con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutta la sua forza. Questa triplice espressione indica l'intera natura emotiva, volitiva e mentale dell'uomo, la sua natura morale e la sua vitalità fisica (Deuteronomio 6:5).
Una vera conversione a Dio in qualsiasi circostanza comporterà umiliazione, un vero e proprio cambiamento del cuore, una ricerca sincera del Signore e l’obbedienza (Deuteronomio 4:30; 30:2, 10; Geremia 24:7).
Ora la domanda è: quanti di coloro, che hanno fatto una professione di fede di essere cristiani, sono veramente convertiti con tutto se stessi come Giosia? Se non ci siamo convertiti con tutto il cuore, l’anima e la forza non è una vera conversione! Se c’è stata una conversione solo intellettuale, non è una vera conversione, deve essere coinvolto tutto il nostro essere. Se c’è stata solo una conversione emotiva e intellettuale, non è una vera conversione! La vera conversione a Dio coinvolge tutto il nostro essere. La conseguenza sarà il perdono dei peccati, l’entrata nel regno dei cieli (Matteo 18:3; Atti 3:19; 26:18), questo è in Gesù Cristo (1 Pietro 2:23-25).