Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
1 Timoteo 4:7: Un ordine al negativo.
“Ma rifiuta le favole profane e da vecchie”.
Il “ma” indica un contrasto con la buona dottrina che Timoteo ha imparato. Paolo dà a Timoteo alcune indicazioni circa le sue responsabilità pastorali nei rapporti con l'eresia: deve informare e spiegarle alla chiesa, in questo modo sarà un buon servitore di Cristo Gesù. Timoteo, si deve nutrire con le parole della fede e della buona dottrina che ha imparato (1 Timoteo 4:1-6).
“Le parole della fede” si riferisce alla verità cristiana contenuta nella Scrittura (1 Timoteo 5:8; 6:21; Giuda 3) e richiede la nostra fede.
Timoteo deve contrastare con la verità cristiana rivelata le favole profane, le deve rifiutare!
Potrebbe significare che Timoteo debba evitare d’insegnare tali cose, o che non deve entrare nel dibattito con gli avversari che insegnano tali cose, o che egli deve rifiutare tale insegnamento quando è dato da altri e impedire il loro insegnamento, o una combinazione di tutti questi.
La parola “rifiutare” comunque, indica un forte rifiuto!Non si tratta di un consiglio, il verbo indica un ordine chiaro da fare ogni giorno: “continua a rifiutare”. Timoteo deve, quindi, fare attenzione su questo punto, non deve avere niente a che fare con le favole profane e da vecchie.
“Favole” è miti, storie leggendarie, falsità, finzione (1 Timoteo 1:4).
“Profane” indica ciò che è separato da Dio, o senza Dio, al di fuori di ciò che è santo, quindi di Dio (cfr.1 Timoteo 1:9; 6:20;2 Timoteo 2:16).
Non c'è niente di sacro nelle favole, nei miti, sono indegni di attenzione di una persona devota a Dio.
“Da vecchie” descrive qualcosa che è frivolo e non degno di seria attenzione, qualcosa che è insignificante nel suo contributo. L'espressione era usata spesso in modo sarcastico negli scritti filosofici greci per indicare il credere facilmente a cose inutili, o inattendibili. Era un termine di disprezzo per un punto di vista privo di credibilità e attrattiva, si riferisce alle chiacchiere insignificanti, sciocche, frivole, inutili, quindi solo per ignoranti. Nessun uomo intelligente avrebbe sentito queste favole.
Probabilmente “le favole profane e da vecchie” si riferisce a qualche eresia che riguardava i miti e le genealogie senza fine (1 Timoteo 1:4), oppure alle storielle, o alle leggende ebraiche. Timoteo non doveva sprecare il tempo con i miti e con coloro che l’insegnavano, non doveva perdere tempo a discutere di queste cose! Non doveva nemmeno far posto nella sua mente a tali cose. Il buon servitore di Gesù Cristo mantiene la sua convinzione e la sua chiarezza nella Parola di Dio (Filippesi 4:8; 2 Timoteo 2:16). Sotto l'apparenza di un’istruzione teologica ed erudizione accademica, l’amore di un uomo per la verità può essere distrutta, e la sua mente essere confusa. È facile perdersi in questioni secondarie e rimanere impigliato in queste, cosa che avviene ancora oggi e fanno perdere tanto tempo.
È sulle grandi verità centrali rivelate nella Scrittura che noi dobbiamo costantemente nutrire le nostre menti e la nostra fede, su queste dobbiamo soffermarci, queste dobbiamo predicare.