Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Giovanni 11:25-26: Gesù è la resurrezione e la vita.
"Gesù le disse: 'Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?'".
Queste parole sono dette da Gesù a Marta in occasione della morte di Lazzaro. Questa dichiarazione contiene la quinta dei sette diversi detti “Io sono” con un predicato in questo Vangelo (Giovanni 6:35;48,51; 8:12; 10:7,9,11,14; 14:6; 15:1,5). Questa dichiarazione esprime la stessa verità in un modo paradossale, il primo dal punto di vista che il credente che muore in realtà vivrà, avrà la vita eterna e il secondo punto di vista chi vive nella fede non morirà mai. Dunque ogni credente in Gesù nella vita come nella morte, partecipa alla risurrezione e alla vita che è di Gesù e che Gesù gli comunica.
Perciò questo versetto implica tre verità:
a) Gesù è la resurrezione e la vita, il Padre gli ha dato di avere vita in se stesso e di far risorgere alla vita chiunque Egli voglia (Giovanni 5:21,26).
Gesù è il Signore della vita! (Giovanni 1:4).
b) Coloro i quali credono in Gesù, anche se muoiono (come Lazzaro vv.17-21) vivranno.
Gesù li risusciterà all’ultimo giorno e la resurrezione di Lazzaro sarebbe stata un preannuncio, o un simbolo concreto della resurrezione finale a vita eterna che dimostra il potere vivificante di Gesù (1 Corinzi 15:51-56; 1 Tessalonicesi 4:13-17; Giovanni 5:28-29; Daniele 12:1-2).
c) Coloro i quali vivono e credono in Gesù non moriranno mai.
Questo significa che i credenti anche se muoiono andranno con il Signore per vivere sempre con Lui (Giovanni 14:1-2; Apocalisse 21:3-4) e non morranno mai in eterno. Ma letteralmente alcuni non vedranno la morte al ritorno di Gesù (1 Tessalonicesi 4:17). Con queste affermazioni Gesù dichiara di essere al centro della resurrezione e della vita eterna.
La morte fisica non deve fare paura ai credenti, i credenti passano attraverso la porta che noi chiamiamo “morte fisica”, ma non moriranno nel senso più pieno. La morte per loro non è che la porta verso la vita eterna e la comunione con Dio (cfr. Luca 24:39-43; 2 Corinzi 5:6,8; Filippesi 1:23).
In realtà, la vita di un credente è di qualità tale che non potrà mai morire spiritualmente; ha la vita eterna (Giovanni 3:16; 5:24; 10:28), e la fine della vita fisica è solo un dormire per il suo corpo fino alla resurrezione (1 Tessalonicesi 4:13-17). Dunque Gesù è il Signore della vita che trionfa sulla morte (1 Corinzi 15:55) e il credente con Lui. Gesù chiede a Marta se crede in questa dichiarazione, cioè a ciò che Egli dice di se stesso e quindi credere “in lui”.
Una cosa è sentire, ragionare e discutere su questa dichiarazione e quindi su Gesù, un'altra cosa è credere, abbracciare e avere fiducia in questa dichiarazione e in Gesù. Credere è ricevere, avere, godere la realtà e la potenza di questa dichiarazione e in Gesù con tutto quello che comporta, che trova in essa la gioia, il conforto, la pace e la speranza.
E tu credi in questa dichiarazione e in Gesù?