Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Marco 12:30-31: Amare il prossimo.
"'Ama dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta l'anima tua, con tutta la mente tua, e con tutta la forza tua'". Il secondo è questo: 'Ama il tuo prossimo come te stesso'. Non c'è nessun altro comandamento maggiore di questi”.
I dieci comandamenti si possono racchiudere in questi due comandamenti.
Questi due comandamenti sono collegati, l’amore per Dio trova la sua espressione nell’amare gli altri, o è convalidato dal nostro amore per gli altri (1 Giovanni 4:20-21).
Il secondo comandamento assomiglia al primo perché entrambi richiedono amore.
Chi ama il prossimo adempie la legge ci ricorda Romani 13:8-10: "Non abbiate altro debito con nessuno, se non di amarvi gli uni gli altri; perché chi ama il prossimo ha adempiuto la legge. Infatti il 'non commettere adulterio', 'non uccidere', 'non rubare', 'non concupire' e qualsiasi altro comandamento si riassumono in questa parola: 'Ama il tuo prossimo come te stesso'. L'amore non fa nessun male al prossimo; l'amore quindi è l'adempimento della legge". (cfr. 1 Giovanni 3:23).
L’unico obbligo che dobbiamo avere è l’amore gli uni per gli altri! L’amore non fa danni al prossimo! Hai visto mai morire qualcuno di troppo amore? Il credente ama il suo prossimo.
Chi è il mio prossimo?
Il secondo comandamento al quale si riferiva Gesù è preso da Levitico 19:18.
Il “prossimo” (plesion) è il vicino, colui che è accanto.
Nell’Antico Testamento designa l’altro che ci è accanto nei confronti del quale occorre tenere un comportamento corretto come vuole Dio.
Il prossimo di ognuno è colui che è sulla nostra via: famiglia, colleghi, fratelli di chiesa, vicini di casa e padroni di casa, conoscenti, anche nemici, ecc.
Il prossimo può essere di qualsiasi religione, ceto sociale e sesso.
Nell’Antico Testamento l’amore per il prossimo veniva concepito come convivenza sociale che si concretizzava nell’accoglienza e nel riconoscimento del diritto dell’altro, quindi accogliere l’altro e rispettare il bene dell’altro.
Noi tendiamo invece ad amare chi ci tratta bene, chi ha gli stessi nostri interessi, chi non ci mostra i nostri difetti, chi ci apprezza, la persona con cui possiamo esser noi stessi, invece siamo chiamati ad avere un comportamento di amore verso tutti coloro che sono vicino a noi: credenti e non credenti, amici e nemici.
Come dobbiamo amare il prossimo?
Come noi amiamo noi stessi, tanto da prenderci cura di noi stessi così dobbiamo fare con gli altri, dobbiamo amare il prossimo al pari di noi stessi, come amiamo noi stessi, come se si trattasse di noi, di se stessi.
Noi desideriamo il nostro bene, perciò ci curiamo e desideriamo che gli altri ci facciano del bene, così dobbiamo fare con gli altri.
Gesù dice in Matteo 7:12: "Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro, perché questa è la legge e i profeti".
Se l'amore è la somma del cristianesimo, e una persona che si dice cristiana non ama, è una grande assurdità e una grande contraddizione!