Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Giovanni 13:34-35: Il nuovo comandamento.
"Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri. Da questo conosceranno tutti che siete miei discepoli, se avete amore gli uni per gli altri".
Questa è la prima delle due occasioni (Giovanni 13:34; 15:12) dove vediamo che Gesù comandò ai Suoi discepoli di amarsi gli uni gli altri, ma è la prima volta che Egli si riferisce a un nuovo comandamento.
Perché il comandamento è nuovo?
(1) Il comandamento è nuovo perché è in riferimento al modo, o alla qualità e al modello di amarsi.
Non c’era nulla di nuovo nel comando di amare, infatti in Levitico 19:18, Dio aveva ordinato di amare il prossimo come se stessi.
Il punto cruciale di questo nuovo comandamento si trova nel modo di amare e cioè di amare come Gesù ci ha amati!
Un amore che l’ha spinto a dare la propria vita per i credenti, per i discepoli, era nuovo perché richiedeva un diverso modo di amare, un amore come il Suo disposto al sacrificio, a donare se stessi in modo generosamente altruistico, pratico e attivo (Giovanni 15:12-13; 1 Giovanni 3:16).
(2) Il comandamento è nuovo perché è in riferimento alla salvezza che abbiamo in Cristo.
Se vi è tra di loro discepoli (come anche oggi nella chiesa) questo tipo di amore, vorrà dire che daranno testimonianza al mondo che sono discepoli di Gesù, discepoli da Lui salvati.
La gente li avrebbe riconosciuti come discepoli di Gesù dal tipo di amore che era presente tra di loro e cioè dall’amore divino presente in loro!
La testimonianza non è la ragione per la quale si devono amare, piuttosto è il segno che sono discepoli di Gesù perché l’amore di Gesù è in loro.
(3) Il comandamento è nuovo perché è in riferimento al nuovo ordine: il Nuovo Patto.
Questo Nuovo Patto è stato stabilito per la redenzione da Dio in Cristo e per mezzo di Cristo (cfr. Marco 14:24-25; Luca 22:20; 1 Corinzi 11:25).
Il nuovo comando di amarsi reciprocamente è una regola di vita del Nuovo Patto e coloro che ne fanno parte per grazia di Dio si amano reciprocamente.
Il Nuovo Patto prometteva la trasformazione del cuore e della mente per la potenza dello Spirito Santo (Geremia 31:29-34; Ezechiele 36:24-27; cfr. 2 Corinzi 3:3; Galati 5:16-22).
Questo nuovo comandamento è presentato come l’ordine di marcia, o lo standard per la nuova comunità messianica salvata da Dio in Cristo Gesù.
Gesù non vuole dire che chi non è discepolo non deve essere amato, non si limita esclusivamente ai cristiani (Marco 12:28-31; Luca 10:27), ma sottolinea l’amore tra credenti (Galati 6:10), questo per indicare che è una caratteristica di chi fa parte del Nuovo Patto, di chi appartiene a Gesù Cristo, di chi è un suo discepolo.
Se siamo discepoli di Gesù, se facciamo parte del Nuovo Patto, ci ameremo gli uni con gli altri come Lui ha amato noi! Un amore che si sacrifica per gli altri!