Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Isaia 57:15: Dio è immanente.
“Ma sto vicino a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili, per ravvivare il cuore degli oppressi”.
Nonostante Dio sia, l'Alto, l'eccelso, che abita l'eternità, e si chiama il Santo (v.15), quindi trascendente, nello stesso tempo è immanente: è vicino agli oppressi e agli umili. Dio non lascia coloro che sono oppressi e umili abbandonati a loro stessi, ma interviene nella loro vita. Al di là di quale possa essere il significato specifico di questo versetto, noi vediamo che Dio si prende cura degli oppressi e degli umili, rivitalizzerà il loro spirito e il loro cuore. Dio è immanente, vale a dire, è presente, opera in questo mondo, è attivo in mezzo a noi. Colui che è al di là del finito e dell’umano, il trascendente, si manifesta nella vita degli uomini. Dio è più vicino di quanto si possa immaginare e opera in modi che noi a volte noi non vediamo e possiamo comprendere, ma è sempre all’opera (Salmo 77:19; Giovanni 5:17; Efesini 1:11, ecc.).
Il Creatore del mondo, non è un “padrone di casa assente”, ma è ovunque presente (Salmo 139:7-10; Geremia 23:24), e attivo e si prende cura della sua creazione provvedendo ai nostri bisogni materiali (Neemia 9:6; Salmo 104:29-30; Matteo 5:45; 6:25-30, 10:29-30; Atti 17:27-28), e preservandola dalla distruzione (Colossesi 1:17; Ebrei 1:3). Ma Dio non si occupa solo di aspetti materiali, Dio si preoccupa degli aspetti spirituali delle persone. Dio ha visto il nostro bisogno spirituale e ha provveduto il Salvatore; ha mandato, il Figlio, Gesù Cristo, a morire per i nostri peccati, per darci la vita eterna (Giovanni 3:16). Gesù è “l’Emmanuele” (Emmanouēl – Isaia 7:14; Matteo 1:23); questo nome si riferisce al ruolo di Gesù che consisteva nel portare all’uomo la presenza di Dio, infatti, questo nome significa “Dio con noi” (cfr. Isaia 8:8-10). Quindi si riferisce anche alla natura divina di Gesù, la seconda persona della Trinità, il Figlio, che si è fatto uomo (Colossesi 1:15; Colossesi 2:9; Ebrei 1:1-3; Giovanni 1:1-18). Possiamo, allora affermare che il nome “Emmanuele” indica la missione e la natura di Gesù come Dio che viene fra gli uomini, facendosi uomo (Giovanni 1:14; Galati 4:4; 1 Timoteo 2:5), per salvare il suo popolo dai loro peccati e dall’ira di Dio (Matteo 1:21; Romani 5:6-11). Come poteva Dio abbandonare il suo popolo nei loro peccati!? Nella sua immanenza Dio opera mediante il suo Spirito attivamente all’interno della creazione per salvare i peccatori e nel trasmettere loro l’insegnamento di Cristo (Tito 3:1-7; Giovanni 16:8-15). Ci sono varie implicazioni riguardo l’immanenza di Dio. Una prima implicazione è che possiamo conoscerlo, possiamo avere una relazione con lui, e questo è possibile solo attraverso Gesù Cristo, questo significa avere la vita eterna (Giovanni 14:6; 17:3; 1 Timoteo 2:5). Possiamo aver fiducia di conoscere Dio perché lui stesso si vuole manifestare a noi (Galati 4:9; 1 Giovanni 4:10! Una seconda implicazione è: Dio ascolta le nostre preghiere e ci viene in aiuto (per esempio Salmo 34:4-6; 46:1). Una terza implicazione è: non possiamo fuggire dalla sua presenza (Salmo 139:6-12). Tutto questo ci spinge a cercare sempre Dio, a essere sereni, ma anche a stare attenti a come ci comportiamo: Dio è inevitabile, non possiamo sfuggire al suo controllo!