Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
1 Tessalonicesi 4:1: Un appassionato incitamento.
“Vi preghiamo e vi esortiamo nel Signore Gesù a progredire sempre di più”.
Paolo esorta i suoi fratelli e sorelle a continuare a vivere secondo gli schemi comportamentali che hanno ricevuto da lui e dai suoi compagni di servizio (cfr. Atti 17:2-4; 1 Tessalonicesi 1:5-6; 2:7-8, 14).
Paolo con molta passione, incoraggia i cristiani di Tessalonica, a crescere spiritualmente e moralmente sempre di più. “Vi preghiamo” e “vi esortiamo” secondo alcuni studiosi sono sinonimi, secondo altri, hanno due significati diversi, “vi preghiamo” ha l’idea di richiesta, mentre “vi esortiamo” di incitamento. La prima parola è una richiesta gentile e amichevole, la seconda è un'esortazione urgente, e include una nota autorevole, apostolica, è più enfatica e formale della prima parola. Paolo non incita secondo i suoi pensieri, secondo la sua personalità, o altro, ma nel Signore Gesù, e questo significa sotto l’autorità di Gesù Cristo che ne è il rappresentate autorevole.
C’è, quindi, una connessione inviolabile tra le istruzioni di Paolo e la volontà del Signore. L’esortazione di Paolo è che i cristiani si comportassero in modo appropriato come servi di Gesù Cristo e a progredire sempre di più. “Progredire sempre di più” significa abbondare, traboccare in misura maggiore (1 Tessalonicesi 3:12; 4:10), indica che crescere spiritualmente e moralmente sempre di più, a comportarsi secondo come è stato loro insegnato secondo la volontà di Dio e piacere quindi a Lui e non per obbedire alle tradizioni. Anche se i Tessalonicesi mettevano già in pratica gli insegnamenti cristiani, non dovevano, però, cullarsi in questo, ora sono esortati a progredire sempre di più in questo. Paolo è chiaramente contento dello sviluppo spirituale generale dei cristiani di Tessalonica, ma vuole che continuino in questo processo con rinnovato impegno. Quindi, l’incitamento di Paolo a continuare nella crescita cristiana non sminuisce i progressi che i cristiani di Tessalonica avevano già fatto! Paolo non li sta rimproverando perché erano disobbedienti, ma piuttosto riconosce la loro spiritualità e li incoraggia a continuare su questa strada. È interessante notare che in nessuna parte dell'epistola, Paolo parla del numero delle persone nella chiesa (quantità), ma Paolo continua a incoraggiare il loro progresso nella qualità. Anche noi oggi, siamo chiamati a progredire sempre di più nella crescita spirituale e morale, dobbiamo ogni giorno comportarci come Dio vuole e continuare a crescere. Non dobbiamo accontentarci dei risultati che abbiamo raggiunto con l’aiuto di Dio, e nemmeno auto-compiacerci pensando di essere a posto (Apocalisse 3:17-18) confrontandoci con quelli che stanno peggio di noi come ha fatto il fariseo con il pubblicano (Luca 18:9-14), ma dobbiamo confrontarci con le richieste e il carattere perfetto di Dio, così saremo sempre mancanti! “Un cristiano non è mai in uno stato di completamento, ma sempre in un processo di divenire” (Martin Lutero). Il modo migliore per capire se stiamo crescendo spiritualmente e moralmente è misurare la nostra crescita con la sensibilità verso il peccato e il nostro atteggiamento verso Dio. Per quanto un cristiano possa essere maturo, egli è consapevole che c’è tanto da migliorare in lui! Inoltre dobbiamo prendere esempio da Paolo nell’incoraggiarci gli uni gli altri a crescere spiritualmente e moralmente.