Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
3 Giovanni 11: Non imitare il male, ma il bene!
“Carissimo, non imitare il male, ma il bene. Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha visto Dio”.
L’apostolo Giovanni esorta Gaio, il destinatario della sua lettera a non imitare il male, ma il bene. Nessuno dei figli di Dio dovrebbe imitare il male! “Imitare” (mimou –presente imperativo) è seguire un modello, comportarsi allo stesso modo (in senso positivo 2 Tessalonicesi 3:7,9; Ebrei 13:7), in questo caso è usare come modello il male.
Il “male” (kakon) è essere socialmente, o moralmente riprovevoli; nel contesto vediamo che un certo Diotrefe aspirava ad avere il primato nella chiesa e non era ospitale verso i fratelli missionari di passaggio, anzi sparlava di loro con parole maligne, e non soltanto faceva questo, ma quelli della chiesa che volevano ospitarli, gli impediva di farlo e li cacciava fuori dalla chiesa (vv.9-10).
Il “bene” (agathon) indica qualcosa che è di elevata qualità quindi che porta beneficio, che è utile. Indica che le azioni della persona sono benefiche per gli altri e di valore sociale.
In questa lettera Giovanni elogia due fratelli Gaio come esempio di ospitalità e lo incoraggia a continuare a farlo (vv.4-8), poi elogia Demetrio (vv.12). Quindi Giovanni ha in vista come male, le azioni di Diotrefe, a non imitare il suo modello. Ogni persona segue un modello, ma dobbiamo scegliere con cura quale modello seguire. Noi dobbiamo seguire i modelli di coloro che fanno il bene! Giovanni dà una spiegazione con una forte enfasi, perché è importante imitare le persone che fanno il bene.
“Chi fa il bene è da Dio; chi fa il male non ha visto Dio” è un principio che vale per tutti, non solo per Gaio. L’origine di ogni comportamento buono viene da Dio. Quando noi facciamo del bene, dimostriamo il nostro rapporto con Dio e l'impegno a respingere modelli di vita malvagi e a ricercare il bene.
Chi imita il bene è nato da Dio (è da Dio - cfr. 1 Giovanni 4:4,6), mentre chi fa il male non ha visto Dio (cfr.1 Giovanni 3:6).
“Non ha visto” (ouch heōraken- perfetto attivo indicativo) indica che il vedere è accaduto in passato, ma i suoi effetti rimangono nel presente. Vedere Dio non significa vederlo in modo letterario (Giovanni 4:12), significa fare esperienza di Lui, appartenere a Dio, e avere una relazione per fede che coinvolge la comunione con Lui. Mentre chi fa il male è un figlio del diavolo (cfr. 1 Giovanni 3:6-10).
Il male è sempre un prodotto delle tenebre del cuore e della cecità spirituale di coloro che non hanno conosciuto Dio!
Il male prova che non si ha mai avuto un incontro spirituale vero con il Dio vivente e di conseguenza non ha mai sperimentato la Sua trasformazione.
Un incontro spirituale e reale con Dio produce un effettivo cambiamento di carattere che si manifesta con un nuovo modo di vivere.
Il comportamento è un'indicazione della condizione spirituale. La persona che fa il male non ha il giusto rapporto con Dio!