Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
1 Giovanni 1:9: Il perdono dei peccati.
"Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità".
Tutte le persone, ricche e povere, giovani e anziani hanno una cosa in comune: il peccato, eppure ci sono molte persone che dicono di non essere dei peccatori. Se diciamo di essere senza peccato inganniamo noi stessi, siamo bugiardi, e facciamo Dio bugiardo (1 Giovanni 1:8,10) perché Dio dice che tutti siamo peccatori (Romani 3:23).
Quando qualcuno fa una valutazione onesta di se stesso, con l’aiuto dello Spirito Santo davanti la purezza morale di Dio, riconoscerà i propri peccati e li confesserà a Dio!
“Confessare” (homologéō) significa ammettere i propri peccati a Dio con vera contrizione e ricercare il Suo perdono. Significa essere d'accordo con Dio, riconoscendo davanti a Lui che un atto, o un pensiero era sbagliato, e implica impegnarsi a non lasciare che accada di nuovo.
Giovanni osserva che dobbiamo confessare, letteralmente, “i peccati” (plurale). Questa non è una confessione in cui diciamo: "Io sono un peccatore", ma è la confessione che coinvolge e chiama per nome i peccati specificatamente.
Dio è fedele, giusto, perciò ci perdonerà perché questo è ciò che il giusto Giudice ha promesso di fare in Cristo Gesù (Geremia 31:34; Michea 7:18-20; 1 Giovanni 2:1-2; Romani 3:23-26).
Quando sinceramente confessiamo i nostri peccati a Dio, Dio che è sempre fedele e giusto, risponderà con il perdono, perché non è un Dio imprevedibile, mutabile, incoerente, ma è fedele e giusto!
Ora la conseguenza del peccato è la morte fisica (Romani 6:23; Ezechiele 18:4), e quindi la condanna eterna per il giudizio di Dio (Giovanni 3:16,36, Romani 5:8-11).
Chi confessa i peccati sinceramente nel nome di Gesù può avere la certezza del perdono dei suoi peccati e quindi essere salvati dall’ira di Dio (Romani 5:8-11; Efesini 1:7; 1 Giovanni 2:1-2).
La confessione dei peccati è anche necessaria per avere e mantenere costante la comunione con Dio (Isaia 59:1-2).
Inoltre, ci toglie un grande peso portando un benessere psico-fisico a noi stessi, infatti, il peccato e le sue conseguenze sono deleterie sul peccatore come ci dice il Salmo 32:1-5. In questo Salmo vediamo la felicità di chi ha sperimentato il perdono dei propri peccati da parte di Dio, questa è una realtà nei veri credenti! La confessione dei peccati libera dalla colpa dall’angoscia, dai lamenti, dal dolore emotivo, dal tormento da un peso che priva di vitalità.
Dunque coprire i peccati, non confessarli a Dio non ci giova a niente, ci allontana da Dio e ci toglie le forze.
Negare, reprimere o ignorare il peccato è dannoso per la nostra vita (Proverbi 28:13).