Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Salmo 73:17: Come avere una chiara e oggettiva interpretazione della realtà.
“Finché non sono entrato nel santuario di Dio, e non ho considerato la fine di costoro”.
Nella prima parte (vv.1-14), il salmista ammette che è quasi caduto nel dubitare nella bontà del Signore nel vedere i malvagi prosperare, non avere problemi come gli altri (vv.4-5); che sono superbi, violenti e malvagi (vv. 6-7), dai discorsi sprezzanti, maligni e arroganti, come se fossero padroni della terra (vv. 8-9), hanno le persone dalla loro parte (v.10), e dubitano che Dio conosca il loro peccato (v. 11); questi empi sono sempre tranquilli e accrescono le loro ricchezze (v.12). Il salmista è amareggiato e confuso (vv. 13-14), più tardi dirà che è anche ferito, insensato, di fronte a Dio come una bestia (vv.21-22).
Il salmista con un conflitto interiore doloroso, cerca una soluzione umana, ma riflettendoci bene, la cosa gli è sembrata ardua. Qual è stata la svolta? La svolta è stata l’entrare nel santuario di Dio e considerare la fine degli empi! (vv.16-20). Così, il salmista, ora è convinto della sua posizione fedele, della certezza della presenza, della guida di Dio nella sua vita e di un destino glorioso con Dio, e nonostante lui possa venire meno, Dio rimane un rifugio e la sua parte di eredità. (vv.23-26). Anche se ci sono quelli che si allontanano da Dio e periranno, lui rimane unito a Dio, il suo rifugio, per raccontare tutte le Sue opere (vv.27-28).
Dopo aver visto il contesto, dal v.17 impariamo come possiamo avere una chiara e oggettiva interpretazione della realtà: entrare nel santuario di Dio! Dal momento che il salmista entrò nel santuario di Dio, il suo ragionamento comincia a cambiare. Il santuario è il tempio (1 Cronache 22:19; 2 Cronache 29:20-21; Ezechiele 45:3; Daniele 11:31), la dimora della presenza di Dio (Geremia 51:51; Matteo 23:21; Giovanni 2:16; Cfr. Esodo 29:42-46), dove possiamo andare a pregare e a incontrarlo per contemplarlo (cfr. Salmo 63:2), dove in comunione con Lui, apprendiamo la verità. Il salmista è giunto alla conoscenza non attraverso i propri pensieri, o una riflessione umana, ma grazie alla rivelazione di Dio, allora vede sotto un’altra luce gli empi: la loro rovina, la loro morte e quindi l’eterna separazione da Dio (cfr. Apocalisse 20:11-15).
Soddisfatto dalla grandezza, gloria e maestà di Dio, il salmista ha una corretta prospettiva della sua situazione. Alla luce della verità della rivelazione del Dio eterno e sovrano la lucidità prende posto della confusione, la gioia dell’amarezza, la pace interiore del conflitto, la certezza prende il posto della perplessità, l’oggettività quella della soggettività.
La vita presente e futura va vista alla luce della prospettiva e della verità di Dio attraverso la Sua Parola rivelata accompagnata dalla preghiera.
Hai le idee confuse? Hai amarezza nel tuo cuore? Sei perplesso? Non hai la pace interiore? Vuoi conoscere la verità? Allora entra in contatto con Dio, attraverso la meditazione della Bibbia e in preghiera nel nome di Gesù!