Luca 4:22: La reazione scioccante Luca 4:22: “Tutti gli rendevano testimonianza, e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca, e dicevano: ‘Non è costui il figlio di Giuseppe?’” Avete mai sperimentato quel momento in cui le parole di qualcuno vi hanno lasciato senza fiato, quando qualcosa di familiare si rivela improvvisamente straordinario? Oggi esploreremo insieme un episodio cruciale nella vita di Gesù, quando tornò nella sua città natale di Nazaret e parlò nella sinagoga. Un momento di rivelazione che ci mostra come la grazia divina possa manifestarsi nell’ordinario, sfidando le nostre aspettative e categorie. Le reazioni dell’uditorio nella sinagoga di Nazaret rispecchiano spesso il nostro stesso cammino spirituale: dall’iniziale meraviglia al possibile rifiuto. Ci troviamo anche noi, a volte, a limitare Dio con le nostre aspettative? A ridurre la potenza della Sua Parola perché proviene da fonti che riteniamo troppo familiar...
Osea 2:14: Il deserto, luogo di rinnovato incontro con Dio.
“Perciò, ecco, io l'attrarrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”.
Il rapporto tra Dio e il Suo popolo d’Israele, è paragonato al rapporto di amore tra un marito e una moglie. Quando il popolo d’Israele segue altre divinità, questo tradimento viene chiamato adulterio (Geremia 3:7-10; 13:27). Osea, precedentemente aveva parlato dell’infedeltà di Israele al Signore con altre divinità. A causa di questa infedeltà Dio li giudicherà (Osea 2:13).
Ma Dio è in grado di richiamare il suo popolo, nonostante la sua infedeltà. Il Dio misericordioso, prenderà l'iniziativa (Io l’attrarrò, la condurrò, parlerò). Dio non rinuncia al suo popolo. Ristabilirà di nuovo una relazione con il suo popolo in fedeltà, giustizia, equità, benevolenza e compassioni e il popolo si sarebbe arreso (Osea 2:15-23).
“Parlerò al suo cuore” è un’espressione di corteggiamento, sentimentale, Dio avrà parole di tenerezza e d’incoraggiamento (Genesi 34:4; 50:21; Giudici 19:3; Rut 2:13; Isaia 40:1).
Dio dunque corteggerà di nuovo Israele per riconquistare il suo amore. Dove? Nel deserto. “Deserto” (midhbār) indica un’area deserta, un luogo caldo, arido, ostile.
"Deserto" qui è metaforico, indica il luogo d’incontro con Dio (Genesi 32:24-31; Esodo 3; 19-20; 1 Re 10:10-18; Matteo 3:1-3). Sempre in senso metaforico possiamo dire che a volte Dio ci fa passare per il “deserto”. Ma ricordiamo: Dio è fedele e si prende cura di noi, attraverso il deserto ci vuole insegnare delle verità spirituali importanti (cfr. Deuteronomio 8:2-4).
“Deserto” richiama, anche alla mente il tempo delle peregrinazioni nel deserto d’Israele dopo che è stato salvato dall'Egitto (Cfr. Osea 2:15).
Proprio come coloro che si amano piace tornare al luogo in cui si sono conosciuti, così Dio dice al suo popolo che sta per condurli attraverso quello stesso deserto dove egli li liberò, quando il popolo amava Dio (Geremia 2:2), quindi ci ritorneranno simbolicamente.
In un certo senso, spiritualmente parlando, ritornare indietro e ricordare il momento e il luogo quando abbiamo conosciuto Dio, ai giorni del primo amore (Apocalisse 2:4) può essere di grande incoraggiamento e di rinnovamento spirituale in periodi tristi per circostanze avverse, o se non stiamo vivendo fedelmente con il Signore.
Il deserto, possiamo infine dire, è il luogo di rinnovata speranza (Geremia 31:2), come il rapporto d’Israele con Dio poteva essere realizzato di nuovo, così se non stai vivendo una relazione fedele con Dio, per te c’è speranza, la speranza di andare tra le braccia di Dio per essere di nuovo accolto come lo fu il figliol prodigo (Luca 15:11-24).