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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Isaia 64:1-4,9-10: La preghiera appassionata per un risveglio (3) La preghiera per la presenza di Dio

Isaia 64:1-4,9-10: La preghiera appassionata per un risveglio (3) 
La preghiera per la presenza di Dio

Continuiamo le nostre meditazioni sulla preghiera per un risveglio.

Nelle predicazioni precedenti abbiamo visto la passione e la particolarità della preghiera d’Isaia (Isaia 63:15-16).

Poi abbiamo visto le motivazioni per cui Isaia prega, vale a dire, perché il Signore non è presente nella vita del Suo popolo a causa dei peccati che ha commesso.

Isaia prega che il Signore ritorni in mezzo al Suo popolo mettendo in evidenza l’identità di Dio: è Padre e Salvatore, e l’identità del popolo d’Israele: sono i Suoi servi e la Sua eredità (Isaia 63:15,17-19).

Ora in Isaia 64:1-4, vediamo la sostanza della preghiera, lo scopo della preghiera, lo sprone alla preghiera.


Cominciamo con:
I LA SOSTANZA DELLA PREGHIERA (v.1) 
A)La preghiera è afferrare il Signore
Nel v.1 è scritto:”Oh, squarciassi tu i cieli, e scendessi!”

Noi vediamo ancora una volta la passione di un uomo che prega Dio non dandogli tregua affinché si manifesti nella vita del Suo popolo.

Noi vediamo ancora in questi versetti, il desiderio di rivedere il volto del Signore  favorevole e di sentire che sia interessato amorevolmente a Israele.

Vediamo la richiesta, insieme alla confessione dei peccati (vv.5-7), di sperimentare la potenza di Dio in modo speciale in una circostanza desolante (vv.10-12).

Gli esperti di grammatica ebraica dicono che “oh” (lûʾ) accompagnata dal verbo “squarciassi” (qāraʿătā - tempo perfetto) si riferisce al passato (cfr. per esempio Numeri 14:2; Giosuè 7:7).

Isaia desidera che il Signore avesse lasciato la Sua dimora celeste molto tempo fa, e che fosse sceso sulla terra in tutta la Sua gloria, come vediamo dal verbo “scendessi” ha lo stesso tempo (āyradtā – tempo perfetto) di “squarciassi”.

Il senso, con un riferimento ai vv.17-19, allora è: “Se tu squarciavi i cieli e scendevi, le cose sarebbero state diverse, i nemici non avrebbero vinto!”

Alec Motyer scrive: “Isaia ha rivelato un passato tragico (17-19). Non sarebbe dovuto andare così; la semplice presenza del Signore avrebbe cambiato ogni cosa!”

Il Signore avrebbe dovuto rivelare tutto il Suo potere proprio come aveva fatto in tante altre occasioni precedenti nel passato e le cose sarebbero andate diversamente.

La preghiera desidera una manifestazione della gloria di Dio simile agli esempi delle sue apparizioni divine in passato (cfr. Deuteronomio 5:22-29; 32:22; Salmo 18:8-16; Michea 1:3-4 ; Naum 1:3-6; Abacuc 3:3-15). 

In queste situazioni Dio rivelò la Sua gloria, affrontò il male, manifestò il Suo potere, salvò e parlò anche al popolo d’Israele!

Il desiderio del profeta, nella sua preghiera, allora è che la luce gloriosa dell'aiuto di Dio sia manifestata al Suo popolo e l'ira della Sua vendetta sui Suoi nemici com’è avvenuto nel passato (cfr. Isaia 63:1-6).

Isaia conosce Dio, ed è difficile per lui capire perché Dio abbia lasciato che la situazione diventasse così disperata senza aver fatto qualcosa al riguardo.

La semplice presenza del Signore sarebbe bastata a cambiare tutto ed è  anche la speranza per il futuro!

La parola scendere è usato in Isaia 31:4, per indicare il Signore che combatte contro l’esercito nemico Assiro.

Dunque: “Oh” (lûʾ) è un’esclamazione che esprime un desiderio appassionato.

Il desiderio di Dio, il desiderio che si manifesti con potenza e maestà per soccorrere il Suo popolo e punire i nemici.

“Oh squarciassi tu i cieli, e scendessi” è il desiderio intimo, la sete di Dio, è il grido dell’anima di un uomo che sa di dipendere da Dio ed è per questo che lo cerca e si aggrappa a Lui, e non voleva lasciarlo!

Questa è la vera preghiera è essere assetati di Dio (per esempio Salmo 42:1-3), elevare la nostra anima a Lui (Salmo 25:1; 86:4; 143:8), afferrarlo e non lasciarlo.

Martyn Lloyd Jones riguardo questa preghiera diceva:”Questa è vera preghiera, non una mera espressione casuale del nostro desiderio, non qualcosa di superficiale e senza cuore. La vera preghiera significa afferrare Dio e non lasciarsi andare. Troverai tutto nel famoso esempio di Giacobbe, alle prese con “l’uomo" che gli apparve in quella notte critica prima che dovesse incontrare suo fratello Esaù. Giacobbe lottò con lui e quando stava per spuntare l’alba e l'uomo disse di lasciarlo andare, Giacobbe disse: ‘Non ti lascerò andare, prima che tu mi abbia benedetto (Genesi 32:26)”.

Quindi cominciamo a pregare veramente quando afferriamo Dio, e ci aggrappiamo a Lui, implorandolo, supplicandolo, ragionando con Lui elevando la nostra anima ben determinati, senza mollare!!

B)La preghiera è per l’azione speciale del Signore
Nel v.1 leggiamo: “Oh Squarciassi tu i cieli e scendessi!”. 

“Squarciare (qāraʾ) i cieli” è un immagine di strappare una tenda (cfr. Salmo 104:2; Isaia 40:22), in modo che nulla si sovrapponga tra il Signore e il mondo sottostante, quindi di strappare la  cupola, l’atmosfera del mondo, dove il Signore è seduto (Isaia 40:22), e quindi separato dal mondo. 

Isaia fa appello a Dio per strappare, o lacerare la cupola come una tenda.

“Scendessi” (āyradtā – tempo perfetto) indica che il Signore è nella Sua abitazione santa e gloriosa (v.15), implica che è distante a causa dei peccati del popolo!

“Scendessi" si riferisce all'intervento divino per esaminare, giudicare e liberare (cfr. Genesi 11:5; Esodo 3:8, Isaia 31:4; 34:5; Michea 1:3-16).

Questa preghiera può essere benissimo una preghiera per un risveglio, come confermato dal contesto, infatti il popolo era come una sorta di coma spirituale e morale (vv.5-7), in una situazione desolante (vv.9-12).

Isaia prega il Signore per un evento insolito, e così c’insegna anche a noi a pregare per qualcosa di speciale!

Certamente preghiamo per tante cose, ma abbiamo bisogno di una benedizione che probabilmente non abbiamo visto prima come chiesa: il risveglio spirituale!

Abbiamo bisogno dell'inconfondibile intervento di Dio, che si manifesti in modo insolito con una Sua presenza potente e tangibile!

Noi dobbiamo continuare a pregare il Signore per i nostri bisogni materiali, per le nostre preoccupazioni,  ma dobbiamo anche pregare per un risveglio!

Quando preghiamo per un risveglio stiamo dicendo a Dio di fare qualcosa d’inusuale, di speciale, che lo Spirito di Dio possa scendere a risvegliare la chiesa dal letargo spirituale (Apocalisse 3:1-3); che possa ritornare al primo amore (Apocalisse 2:3-5); alla purezza e alla fedeltà, alla sana dottrina, senza compromessi (Apocalisse 2:14-16); ritornare a essere zelante nel servizio al Signore Gesù (Apocalisse 3:15-19).

Il risveglio inizia con la chiesa e si estende fuori, pertanto, quando preghiamo per il risveglio stiamo chiedendo a Dio di salvare tantissime persone, com’è accaduto per esempio quando discese nel giorno della Pentecoste che si convertirono tremila persone (Atti 2).
O com’è avvenuto diverse altre volte nella storia della chiesa, per esempio nel Grande Risveglio del 1740-1742, si calcola che 50.000 persone furono aggiunte alle chiese di New England, e circa 300.000 in tutte le tredici colonie.

In quello che oggi viene chiamato il “risveglio dimenticato” tra gli anni 1790 e 1840, 1.500.000 persone sono state raccolte nelle chiese in Inghilterra e nel Galles, una su dieci era convertita. 

Nel risveglio del 1859, circa 100.000 sono state aggiunte alle chiese in Ulster e 50.000 alle chiese nel Galles.

Si stima che nel 1859 il risveglio negli Stati Uniti più di 2.000.000 di persone sono state aggiunte alle chiese dallo Spirito di Dio. 

Nel 1904 nel Galles in cinque settimane 20.000 persone si unirono alle chiese.
Il risveglio è l’opera sovrannaturale dello Spirito di Dio che salva i peccatori in maniera fuori del normale!

Così la preghiera: “Oh Squarciassi tu i cieli e scendessi!”, è la preghiera per un risveglio, per una visita speciale dello Spirito di Dio che risveglia una chiesa in letargo e salva tantissime persone.

Perciò, è la preghiera per qualcosa d’insolito, di assolutamente eccezionale: Dio che scende a salvare e la Sua presenza è forte come se fosse palpabile!

Nel 1735 Dio visitò il New England, il famoso predicatore Jonathan Edwards scrisse ciò che vide nella sua città: “La città sembrava essere piena della presenza di Dio. Non è mai stato così piena di amore, né di gioia, eppure così piena di angoscia, come lo era allora. C'erano notevoli segni della presenza di Dio in quasi tutte le case. Era un momento di gioia nelle famiglie a causa della salvezza che veniva loro offerta; i genitori si rallegrano dei loro figli come nati di nuovo, e i mariti delle loro mogli, e le mogli dei loro mariti ... Le nostre assemblee in generale erano, di volta in volta, in lacrime mentre la Parola era predicata, alcuni piangevano con dolore e angoscia, altri con gioia e amore, altri con pietà e preoccupazione per le anime dei loro vicini”.

Il risveglio, allora è Dio che squarcia i cieli e scende sul Suo popolo (Isaia 64:1), è la presenza di Dio in mezzo al Suo popolo e questa è percepibile (Genesi 28:16-17; 2 Cronache 7:2).

In una dichiarazione trovata nelle riviste di George Whitefield, vissuto nel 1700, predicatore che Dio usò per il risveglio  in America e in Gran Bretagna, su un'occasione in cui predicava a Cheltenham in Gran Bretagna, dice che, improvvisamente, durante il suo sermone: “Dio, il Signore, scese in mezzo a noi”. 

A proposito Martyn Lloyd Jones dice: “Questo è ciò di cui sto parlando. George Whitefield era un uomo che predicava raramente senza rendersi conto dell'unzione e del potere dello Spirito Santo, ma c'erano anche variazioni nel suo ministero, e lì, a Cheltenham, accadde qualcosa di assolutamente eccezionale, così eccezionale che lo annotò. Dio è sceso. Oh sì, si erano già goduti la presenza e la benedizione di Dio prima, ma non così, era successo qualcosa di meraviglioso, Dio era in mezzo a loro, Dio è disceso. Questo è esattamente ciò che accade durante un risveglio”. 

Il risveglio è una coscienza della presenza dello Spirito di Dio letteralmente in mezzo al popolo.

Non so quanti di noi, nelle nostre chiese, abbiamo veramente sperimentato questa presenza di Dio così forte!

Il risveglio è al di sopra e al di là delle esperienze più elevate nella vita normale e nel servizio della chiesa.

All'improvviso i presenti  si rendono conto che il Signore è sceso e sono consapevoli di una presenza gloriosa che non sanno descrivere a parole, che prima non avevano mai sperimentato. 

A volte questa presenza è descritta come “giorni di paradiso in terra”. 

Noi allora, dobbiamo avere lo stesso desiderio di Isaia di vedere che Dio si manifesti potentemente nella nostra vita, nel posto dove viviamo, nella regione, e in tutta la nazione!

II LO SCOPO DELLA PREGHIERA (vv.2-3,9-10) 
Noi dobbiamo avere delle motivazioni per pregare, per andare oltre per esempio la nostra pigrizia, il nostro egoismo, altrimenti non pregheremo mai!

Vediamo il primo scopo:
A)La preghiera è per l’onore del Signore (vv.1-2) 
I vv.1-2 dicono: ”Davanti a te sarebbero scossi i monti. Come il fuoco accende i rami secchi, come il fuoco fa bollire l'acqua, tu faresti conoscere il tuo nome ai tuoi avversari e le nazioni tremerebbero davanti a te”.

Prima di tutto vediamo:
(1)La raffigurazione
Isaia usa due immagini: il terremoto e il fuoco.

In Esodo 19:18-20 il Sinai era tutto tremante e fumava per la presenza del Signore.

Questo era qualcosa che è accaduto all'inizio della storia dei figli d’Israele, qualcosa che non avrebbero mai dimenticato. 

Dio diede loro quella manifestazione della Sua gloria e potenza, affinché non temessero i nemici ostili e più potenti di loro,  nel loro viaggio verso la terra promessa. 

Il Dio che scuote le montagne sarebbe stato con loro, che grande incoraggiamento; ora Isaia sta pregando tenendo presente proprio questo!

Il profeta è consapevole e crede che sta pregando un Dio che è ancora lo stesso e che può ancora fare ciò che ha fatto nei tempi antichi.

La terra, o i monti che tremano, insieme al fuoco, indicano la manifestazione sensibile, o visibile del Signore (teofania), che interviene per soccorrere con la Sua presenza e con terrificanti manifestazioni di autorità e potenza (per esempio Giudici 5:4-5; Salmo 18:7-8; 97:1-4), anche per giudicare (Isaia 29:6; Michea 1:3-4; Abacuc 3:5-6).

Consideriamo:
(a)La raffigurazione del terremoto
“Davanti a te sarebbero scossi i monti”.

Davanti la presenza del Signore le montagne sarebbero state scosse.

“Scuotere” (zālal) si riferisce a tremare, ed è la reazione delle montagne alla discesa e presenza di Dio.

I monti rappresentano ciò che è più solido e forte sulla faccia della terra, grande e imponente, e se questi tremano alla presenza di Dio, quale reazione dovrebbero avere quando si manifesta agli uomini? 
Chi può evitarlo? Chi può fermarlo?

Come le montagne tremerebbero alla manifestazione del Signore, così anche le nazioni idolatriche che si sono rifiutate di conoscerlo tremerebbero davanti la grandezza, la potenza e la Sua presenza.

Sebbene il Creatore sia trascendente, si manifesta nella vita degli uomini, ed è quello che desidera Isaia, grida al Signore che intervenga direttamente, consapevole dell’apatia spirituale del popolo (vv.5-9).

Vediamo ora:
(b)La raffigurazione del fuoco
Nel v.2 leggiamo:”Come il fuoco accende i rami secchi, come il fuoco fa bollire l'acqua, tu faresti conoscere il tuo nome ai tuoi avversari e le nazioni tremerebbero davanti a te”.

Come è potente il terremoto, che niente e nessuno può fermare, così lo è anche il fuoco, come abbiamo visto di recente nell’incendio divampato in Australia che ha bruciato circa 10 milioni di ettari di territorio, distrutto almeno 1400 abitazioni e ucciso quasi un miliardo di animali selvatici, tra cui 8 mila koala; e una trentina di persone morte.

Il fuoco, nella Bibbia, a volte è intimamente associato alla presenza del Dio santo (per esempio Genesi 3:24; Esodo 3:1; Isaia 4:5; 6:6; Atti 2:3; Apocalisse 20:9). 

È simbolo anche della gloria del Signore, della Sua auto rivelazione (cfr. Esodo 24:17).

Il fuoco è anche simbolo del giudizio di Dio (cfr. Numeri 11:1; 16:35; Isaia 1:31; 9:18; 10:16-17; 29:6; 30:27, 30; 33:12-14; 65: 5; 66:15).

Altrove Isaia descrive l’avvento del Signore come un fuoco distruttivo che giudica le nazioni (Isaia 30:27–33; 66:15–16).

Così il fuoco che ha la potenza di accendere  i rami secchi, sia in un bosco, o come quando qualcuno accende il fuoco che ha la forza di far bollire l’acqua, così il Signore ha la potenza e giudica i nemici, illustrati dai rami secchi (cfr. Isaia 10:16–17; 33:11–14 anche se non si parla di rami secchi, ma di rovi, pruni, pula e stoppia).

Consideriamo ora:
(2)La rivelazione
Nel v.2 leggiamo: “Tu faresti conoscere il tuo nome ai tuoi avversari”.

Il primo scopo della preghiera è che Dio potesse rivelarsi ai Suoi nemici affinché possano conoscere ciò che Egli è! 

Secondo la preghiera di Isaia, il risultato della manifestazione di Dio è che gli avversari, coloro che avrebbero calpestato il Suo tempio (Isaia 63:18), conoscano il Suo nome (šēm), cioè la Sua persona.

Edward J. Young scriveva: “Nella discesa, Dio manifesterà se stesso e i suoi attributi ai suoi nemici e loro sapranno che è il Dio del potere sovrano. Il Nome di Dio, il Santo di Israele, porterà salvezza al suo popolo ma giudizio ai suoi nemici. Questi nemici non sono semplicemente i babilonesi, ma tutti coloro che si oppongono a Lui”.

“Conoscere il tuo nome” è riconoscere, infatti la parola “conoscere” (yādaʿ) può avere anche il significato di riconoscere.

In questo senso,  “conoscere il tuo nome” è riconoscere che il Signore è il Dio sovrano, prendere coscienza della Sua superlativa maestà, come vediamo in altre parti del libro d’Isaia (per esempio Isaia 43:10; 45:3,4,5,6; 49:23,26; 60:16). 

Lo scopo è:
(3)La riverenza
Sempre nel v.2 è scritto: “E le nazioni tremerebbero davanti a te”.

Come Dio fa tremare i monti e la terra (rāg̱az - Salmo 77:18), come la creazione non può nulla contro Dio, così nemmeno le nazioni!

Lo scopo della manifestazione di Dio, secondo la preghiera di Isaia, è fare tremare le nazioni.

“Tremare” (rāgaz) esprime una forma di agitazione materiale.

L’ira di Dio provoca il violento scuotimento del terreno (1 Samuele 14:15; 2 Samuele 22: 8; Salmo 18:7; Amos 8:8); e uno scuotimento  emotivo (Esodo 15:14; Deuteronomio 2:25; 2 Samuele 7:10, 18:33; 1 Cronache 17:9; Salmo 99:1; Isaia 14:9; 28:21; 32:10,11; Gioele 2:1; Amos 8:8; Michea 7:17; Abacuc 3:16). 
La presenza di Dio farà tremare le nazioni!

Così il far conoscere il nome, non si riferisce alla conoscenza e all’amicizia, o alla comunione personale con il Signore, ma indica il riconoscimento e quindi la sottomissione al Signore, che venga riaffermata la sola sovranità di Dio (v.4), con l’implicazione che il popolo di Dio di conseguenza ne trarrà beneficio (cfr. Isaia 60).

Anche oggi c’è questo bisogno, infatti la maggior parte delle persone è indifferente, o ribelle a Dio, non ha alcuna conoscenza di Dio, e questo è davvero drammatico!

Il problema del mondo è che non conosce Dio e di conseguenza non lo temono e vivono nel peccato!

La nostra preghiera allora deve essere che Dio si possa manifestare potentemente affinché le persone lo possano conoscere in modo da dare gloria a Lui con la loro vita!

Il secondo scopo della preghiera è: 
B)La preghiera è per la condizione desolante della nazione (vv.9-10)
Nei vv.9-10 leggiamo: “Non adirarti fino all'estremo, o SIGNORE! Non ricordarti dell'iniquità per sempre; ecco, guarda, ti supplichiamo; noi siamo tutti tuo popolo. Le tue città sante sono un deserto; Sion è un deserto, Gerusalemme è una desolazione. La nostra santa e magnifica casa, dove i nostri padri ti celebrarono, è diventata preda delle fiamme, quanto avevamo di più caro è stato devastato.  Davanti a queste cose te ne rimarrai impassibile, o SIGNORE? Tacerai e ci affliggerai fino all'estremo?”.
Isaia è interessato e si preoccupa per il regno di Dio.

Molti, quando pregano, sono interessati solo a loro stessi, cominciano con se stessi e finiscono con loro stessi, pregando solo per i loro bisogni personali, e non sono preoccupati per la condizione della chiesa!

Ma non Isaia, egli prega il Signore per la condizione della sua nazione e del suo popolo!

Isaia è addolorato per la distruzione e la desolazione della sua terra, delle città e del tempio santo e glorioso in rovina (v.10; cfr. 63:18–19). 

Isaia supplica il Signore a non essere sempre adirato contro il Suo popolo, a non ricordare i peccati del popolo, e ricorda al Signore la desolazione in cui si trova Israele e il tempio devastato (vv.9-10). 

Così anche noi oggi, nel constatare la situazione della chiesa desolante, non possiamo rimanere indifferenti, dobbiamo pregare il Signore dicendogli
di avere pietà di noi e che perdoni i nostri peccati (vv.5-9), che non rimanga impassibile davanti questa desolazione, ma che possa rendere gloriosa la Sua chiesa!

Dio può interrompere il ciclo negativo, fermare la Sua punizione e riportare il Suo popolo a se stesso!

Infine troviamo:
III LO SPRONE ALLA PREGHIERA (vv.3-4) 

Quindi nello sprone vediamo la:
A)Storicità (v.3)
Nel v.3 leggiamo: “Quando facesti le cose tremende che noi non ci aspettavamo, tu discendesti e i monti furono scossi davanti a te”. 

La base delle preghiere degli uomini di Dio è sempre stata la Sua attività storica.

Gary V. Smith commentando questo versetto scrive: “Questo invito all'azione si basava sull'affermazione che da innumerevoli giorni in passato nessuno in nessuna nazione aveva mai sentito parlare di un Dio come il Dio di Israele, e nessun occhio ha mai visto nulla di paragonabile al Dio di Israele. Questo non è un argomento teorico, o un'indagine su ciò che le persone credono nella loro educazione religiosa. Sta discutendo sulla base delle esperienze della vita reale in cui Dio ha detto o fatto qualcosa di innegabilmente miracoloso. Sta cercando di definire ciò che è reale e vero in base all'osservazione umana delle cose che sono successe a loro”. 

Come Isaia noi dobbiamo ricordare la grandezza e la potenza di Dio manifestata in passato (v.3), e pregare che il Signore la manifesti nella nostra vita.

Guardare come Dio ha operato nel passato è un grande incoraggiamento per la nostra vita cristiana come anche nella preghiera!

La nostra fede deve nutrirsi della conoscenza di Dio e delle Sue azioni storiche potenti, se vogliamo essere motivati alla preghiera matura, appassionata, di fede e senza riserve!

Martyn Lloyd Jones scrive: “In effetti, metà dei nostri problemi nelle nostre preghiere sono dovuti al fatto che non riusciamo a realizzare la grandezza e la potenza di Dio”. 

Così, sulla base di questa rivelazione della grandezza e potenza di Dio, noi possiamo pregare il Signore dicendogli: “Non sto chiedendo l'impossibile, ti sto semplicemente chiedendo di fare ciò che hai già fatto nel passato!E credo che Tu sei immutabile”.

Il più grande ricostituente per una chiesa debilitata è guardare alla storia di come il Dio potente ha operato nella vita degli uomini, del Suo popolo, della Sua chiesa!

Siamo preoccupati per i nemici della chiesa, vediamo l'arroganza e il potere del mondo, ma dobbiamo ricordare la potenza vittoriosa di Dio! 

Al posto di essere concentrati sul potere del nemico lo dobbiamo essere su Dio!

Ci siamo concentrati e preoccupati sulle filosofie, ideologie e politiche, e tutto ciò che si oppone a Dio, e abbiamo dimenticato, invece, di guardare a Dio, il Signore della storia!

Il nostro Dio è un Dio che può squarciare i cieli, far tremare le montagne, e consumare come un fuoco potente i Suoi nemici, compreso il diavolo e il suo esercito!

Noi dobbiamo guardare alla potenza di Dio e pregare che si manifesti in noi e attorno a noi, e in tutto il mondo affinché il Suo nome sia glorificato, innalzato e la chiesa risvegliata!

Noi vediamo due aspetti importanti nel v.3.
Il primo aspetto è:
(1) Dio fa cose tremende 
In passato, Dio, nella Sua rivelazione, ha sorpreso il Suo popolo facendo cose tremende che manifestavano un potere maggiore di quello che potevano fare gli uomini e che era al di fuori del controllo umano.

“Cose tremende” (nôrāʾôt da yārēʾ) è legata all'idea di “paura”, o timore reverenziale. 

Le cose tremende sono atti potenti compiuti da Dio che producono paura, o timore reverenziale in coloro che l’osservano.

“Le cose tremende” erano tali, nel senso che rivelavano un potere sovrannaturale e non si potevano controllare, o sopprimere. 

Questo è sempre spaventoso per noi esseri umani, perché soprattutto non vogliamo perdere il controllo delle nostre vite e delle nostre circostanze.

“Cose tremende” possono riferirsi alle piaghe in Egitto, quindi alla liberazione (Esodo 15:11; Salmo 106:22), ma il riferimento potrebbe coprire anche gli atti associati al viaggio d’Israele a Canaan, quindi (Deuteronomio 10:21) al possesso della terra (Esodo 34:10-11; 2 Samuele 7:23); o potrebbe essere preso in generale (Salmo 66:3; 139: 14; 145: 6).

Noi dobbiamo ricordare “le cose tremende” che Dio fece quando liberò il Suo popolo dall’Egitto, alla divisione del Mar Rosso, e quindi alla provvidenza di Dio durante il viaggio e alla conquista di Canaan.

Ma dobbiamo anche ricordare la storia dei risvegli che ci sono stati durante gli ultimi secoli: dalla riforma, ai risvegli in America e in Inghilterra per esempio!

Avendo tutto questo in mente, preghiamo che Dio mandi il Suo Spirito per risvegliare la Sua chiesa e per salvare le persone perdute nei loro peccati!

Il secondo aspetto è:
(2)Dio va oltre le nostre aspettative
Sempre nel v.3 leggiamo:“Che noi non ci aspettavamo”.

“Aspettare” (qāwâ) che compia cose tremende, è un aspetto del riconoscimento del Signore, e si riferisce a sperare in Lui (cfr. Isaia 40:31; 49:23).

Dio è entrato nella storia del Suo popolo nel passato in modo molto forte per liberarli in modi sorprendenti e terrificanti che nessuno si aspettava, come per esempio le piaghe, come divise il mare, come provvide nel deserto e come vinsero popoli più potenti di loro!

Ma ora Isaia sta aspettando!

Se in passato “le cose tremende” erano inaspettate, allora non era utopia, fantasia per Isaia  sperare in un intervento potente di Dio!

Isaia conosce e crede  abbastanza di Dio, del Suo carattere e del Suo potere, e si aspetta che dovrebbe fare qualcosa per i figli d’Israele (cfr. Isaia 63:7-14). 

Eppure, il Signore, sembra che non faccia nulla!

Ancora una volta il profeta parla dello scuotimento delle montagne quando Dio si manifesta, che tremarono per la Sua presenza!

Ed è quello che Isaia si aspetta di nuovo che avvenga!

La storicità delle azioni potenti del Signore, è uno sprone, ma c’è un altro la Sua:
B)Unicità (v.4)
Nel v.4 è scritto: “Mai si era udito, mai orecchio aveva sentito dire, mai occhio aveva visto che un altro dio, all'infuori di te, agisse in favore di chi spera in lui”. 

L’unicità consiste che: 
(1) Il Signore è l’unico Dio
“All’infuori di te”.

“All’infuori di te” ricorda Isaia 45:5-6 dove troviamo scritto: “Io sono il SIGNORE, e non ce n'è alcun altro; fuori di me non c'è altro Dio! Io ti ho preparato, sebbene non mi conoscevi, perché da oriente a occidente si riconosca che non c'è altro Dio fuori di me. Io sono il SIGNORE, e non ce n'è alcun altro”.
(Altri passi che parlano che il Signore è l’unico Dio: 2 Samuele 7:22; 1 Cronache 17:20; Salmo 18:31; Isaia 26:13; 49:21; Osea 13:4). 

L’unicità consiste che:
(2)Il Signore è unico ad agire in favore di chi spera in lui.
Nel v.4 leggiamo:“Mai si era udito, mai orecchio aveva sentito dire, mai occhio aveva visto che un altro dio, agisse in favore di chi spera in lui.”

Dio può scendere e compiere cose spaventose, perché non esiste un dio come Lui, il Signore, è unico nel Suo genere!
Nessuno ha sentito parlare di un simile Dio, o ne ha visto uno (cfr. Deuteronomio 4:32–33). 

Né la storia (“mai”), né la rivelazione (“udito” e “sentito dire”), né la percezione (“occhio”) hanno sperimentato un altro dio vivo e dinamico che agisse in favore di chi spera in Lui.

Quindi “ascoltare” e “vedere” si riferisce al riconoscimento della Sua esistenza attraverso la percezione delle Sue opere potenti!

Isaia sta parlando che il popolo d’Israele ha fatto l’esperienza degli atti potenti di Dio, delle Sue manifestazioni sovrannaturali nel corso della loro storia! 

Ecco perché si aspetta grandi cose dal Signore!
Nessuno può affermare di aver ascoltato, o di aver visto che un altro dio agisse potentemente in favore di chi spera in lui.

Sia “aspettare” (qāwâ) del v.3 che “sperare” (ḥākâ – altri passi in Isaia 8:17; 30:18) del v.4,  sono sinonimi e indicano “esercitare una fede paziente, fiduciosa e in attesa”. 

Ma mentre al v.3 Isaia dice che il popolo non si aspettava le cose tremende di Dio, ora al v.4 dice che Dio agisce in favore di chi spera in Lui, quindi si aspetta le azioni potenti da Lui, perché li hanno già sperimentati.

“Spera in lui” (mḥakkēh –piel participio) descrive la fiducia ininterrotta in Dio, che genera speranza e quindi può mantenere un'aspettativa fiduciosa anche in circostanze difficili, aspettando il tempo che Dio agirà potentemente secondo la Sua saggezza.

Quindi il Signore agisce potentemente in favore di chi ha fede in Lui!

Con perfetta fiducia, contemplando una situazione difficile, Isaia afferma che l'evidenza dimostra che il Dio di Israele è l'unico di cui ci si può fidare. 

È l'unico che agirà per conto di coloro che sperano in Lui, di coloro che lo aspettano con fede. 

John N. Oswalt a riguardo scrive: “Biblicamente parlando, ‘aspettare’ è manifestare il tipo di fiducia che è disposta a impegnarsi a Dio nel lungo periodo. È continuare a credere e aspettarsi quando tutti gli altri hanno rinunciato. È credere che è meglio che accada qualcosa ai tempi di Dio che accada su mia iniziativa ai miei tempi. Com’è stato appena detto, aspettare Dio è, in molti modi, ciò di cui parla Isaia. Il libro parla di aspettare un Dio il cui volto è nascosto per rivelarsi al suo popolo (8:17); aspettando il restauro di un popolo molto prima ancora che venisse esiliato; aspettando che un Servo assegni un colpo mortale al peccato; aspettando che un Messia stabilisse il suo regno per sempre. Ma mentre Isaia e il suo popolo aspettano, sanno una cosa: a differenza di tutti gli dei, Dio agirà per conto di coloro che lo aspettano (cfr. Isaia 25:9; 30:18; 33:2; 40:31; 49:23).”

Il vero e unico Dio si distingue così dagli idoli (per esempio Isaia 41:23, 24; 44:9), infatti nessuno degli idoli può eseguire né hanno mai compiuto azioni tremende per conto dei loro devoti! Gli idoli sono senza vita (Deuteronomio 4:28; Salmo 115:4-7).
Mentre il Signore, Yahweh, il Dio di Israele e il Dio vivente e vero, può fare ciò che gli piace, controllare tutto il creato e attuare i Suoi giudizi e salvezza senza che nessuno possa fermare la Sua mano! (cfr. Salmo 115:3; Daniele 4:35).

CONCLUSIONE
Dio non è come noi che quando i nostri figli, o qualcuno ci chiede qualcosa di grande, o impegnativa, rispondiamo: “Vedrò che posso fare”!

Per Dio non ci sono problemi! 

Come Isaia, dobbiamo pregare e aspettarci grandi cose da Dio!

Noi dobbiamo pregare e sperare un risveglio!

Non dobbiamo avere paura di chiedere cose straordinarie a Dio perché è l’Iddio dell’impossibile (cfr. Geremia 32:17; Matteo 19:26).

Paolo in Efesini 3:20-21 dice: “Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo,  a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen.”

Noi troviamo qui l’incoraggiamento che davanti un Dio unico così, non dobbiamo avere nessun limite nella preghiera! 

È l’Iddio Onnipotente che fa cose tremende e può ammorbidire anche i cuori più duri!

Le nazioni in Suo confronto sono come una goccia di acqua che cade da un secchio, o come la polvere minuta delle bilance.
Tutte le nazioni sono come un nulla davanti a Dio (Isaia 40:12-17). 

Allora nessuno potrà mai chiedere troppo a Dio, al Suo potere infinito e illimitato!

Possiamo e dobbiamo pregare che Dio riempia e faccia nascere altre chiese piene di devoti sinceri a Lui!

Non è impossibile per Dio un grande risveglio!


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