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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

LE RISPOSTE ALLE PREGHIERE (3). Le risposte che non sono come vogliamo.

LE RISPOSTE ALLE PREGHIERE (3).
Le risposte che non sono come vogliamo.
Ruth Bell Graham, la moglie dell’evangelista Bill Graham disse: “Dio non ha sempre risposto alle mie preghiere. Se lo avesse fatto, avrei sposato l'uomo sbagliato, diverse volte!”

Possiamo essere scoraggiati, frustrati, tristi quando Dio non risponde alle nostre preghiere come vogliamo, ma non deve essere così! Dio sa il fatto suo!

William Culbertson diceva: “Continua a pregare, ma sii grato che le risposte di Dio sono più sagge delle tue preghiere!”.

Abbiamo visto fino ad ora le risposte dirette alle preghiere, le risposte ritardate, ora vediamo le risposte che non arrivano, le risposte differenti,  le risposte negative.



I LE RISPOSTE CHE NON ARRIVANO.

Prima di tutto vediamo:
(A) Dio è sovrano.
Oggi molti pensano a Dio, come una sorta di lampada di Aladino per compiere grandi imprese, o piccoli miracoli a nome di chiunque lo invochi per soddisfare i loro bisogni.

Il Signore è per loro il Dio utilitario, il Dio che soddisfa tutte le preghiere, tutti i nostri desideri!

A riguardo Tom Wells scrive: “È l’epoca del ‘dio’ utilitario, il dio che si vuole usare per i nostri fini. Se volete ottenere felicità e successo è sufficiente avvicinarsi con la giusta formula questo dio, che aspetta dietro le quinte, pronto a darvi quanto il vostro cuore desidera”.

Quindi, allora è importante iniziare riconoscendo che finché Dio è Dio e noi siamo le sue creature, ci devono essere alcune preghiere senza risposta.

Dio fa quello che gli piace (Salmo 115:3; 135:6), e non deve dare conto a nessuno (Daniele 4:34-35).

I Giudei pregarono per secoli per il Messia che doveva venire, ma arrivò nel tempo prestabilito da Dio.

In Galati 4:4-5 leggiamo: “Ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge,  per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l'adozione”.

“Pienezza del tempo” indica che Dio ha lavorato ai suoi propositi attraverso la storia, ed è stato solo quando è arrivato il momento giusto che ha mandato suo Figlio.

Gesù Cristo è arrivato nel tempo determinato precedentemente dal Padre!

B) Dio ha i suoi tempi.
Non sempre Dio esaudisce le nostre preghiere, o risponde come noi vogliamo, ma dobbiamo fidarci della Sua saggezza!

A volte una risposta, arriva molto tempo dopo che abbiamo pregato!

Arriva dopo una lunga attesa, come fu per Zaccaria ed Elisabetta di avere un figlio, Dio li ha esauditi quando erano vecchi! (Luca 1:13-18).

È chiaro che possono esserci lunghi periodi di ritardo durante i quali la preghiera, rimane senza risposta, fino a quando Dio non la esaudirà secondo come l’ha prestabilito saggiamente conformemente ai Suoi piani.

C) Dio ha le Sue condizioni.
Nella Bibbia leggiamo che Dio, a volte non esaudisce le preghiere perché per esempio non preghiamo secondo la volontà di Dio (1 Giovanni 5:14-15), o con motivazioni sbagliate (Salmo 66:18; Giacomo 4:3), o non sempre chiediamo con fede (Ebrei 11:6; Giacomo 1:6-8), o non siamo umili (Luca 18:11-13, Giacomo 4:6); o vi è del peccato nella nostra vita (Isaia 59:1-2), eccetera.

II LE RISPOSTE DIFFERENTI.
Oswald Chambers disse: “Non fare mai l'errore di provare a prevedere il modo in cui Dio risponderà alla tua preghiera”.

Dio risponde diversamente alle nostre preghiere avendo come fine un bene maggiore di quello che abbiamo richiesto.

A volte pensiamo che ciò che desideriamo, o una soluzione sia la migliore, ma Dio ha un piano migliore, persino per realizzare il Suo scopo attraverso la sofferenza e le difficoltà.

È scritto in Romani 8:28 che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio!

Noi vediamo che Dio può trarre dal male il bene!

I fratelli di Giuseppe gli fecero molto male, lo gettarono per gelosia in una cisterna vuota, lo vendettero a dei trafficanti Ismaeliti che poi lo vendettero come schiavo al capitano delle guardie del faraone(Genesi 37:12-39; 39:1).

Giuseppe fu accusato ingiustamente e imprigionato (Genesi 39), poi fu fatto viceré d’Egitto perché spiegò dei sogni al Faraone (Genesi 40-41).

Salvò la sua famiglia ebrea, quella che poi divenne un popolo, da dove nacque Gesù, dalla carestia da cui poi (Genesi 42-49).

I suoi fratelli, una volta morto il padre, avevano paura che Giuseppe si vendicasse del male che gli hanno fatto, ma in Genesi 50:19-20 leggiamo:”Giuseppe disse loro: ‘Non temete. Sono io forse al posto di Dio?  Voi avevate pensato del male contro di me, ma Dio ha pensato di convertirlo in bene per compiere quello che oggi avviene: per conservare in vita un popolo numeroso’”.

Non c'è affermazione più forte riguardo al vero significato della sovranità di Dio nella Bibbia rispetto a queste parole di Giuseppe!

In Genesi 45:7-8 Giuseppe aveva detto ai suoi fratelli che era stato Dio a mandarlo in Egitto prima di loro per preservare un residuo tra i discendenti di Giacobbe.

Dio ha convertito in bene, in qualcosa di benefico,  il male, le cattive macchinazioni dei suoi fratelli!

Vediamo:
A) L’esempio di Elia.
Elia, in un momento di depressione spirituale, dopo aver sperimentato la potenza vittoriosa di Dio sul monte Carmelo, lui solo contro i quattrocentocinquanta profeti di Baal (1 Re 18:19-40),  fuggendo nel deserto, dalla potente e malvagia, idolatra regina Izebel che lo voleva morto, pregò il Signore di farlo morire, invece fu rafforzato  e ristorato dall’Angelo del Signore (1 Re 19:4-8).

La fiamma della fede che ardeva così intensamente all'inizio, che combattette coraggiosamente contro i   i quattrocentocinquanta profeti di Baal, era diventata fioca!

Il Signore avrebbe potuto rimproverare severamente il Suo profeta, ma lo trattò molto teneramente, e si prese cura di lui.

Dio non esaudì la preghiera di Elia, aveva altri piani per lui!

Anzi Elia non morirà affatto perché sarà rapito più tardi in cielo! (2 Re 2:1-11).

Dio diede a Elia qualcosa di meglio di ciò che chiedeva!

B) L’esempio di Gesù.
Poco prima di morire, Gesù prega nel Getsemani.
In Matteo 26:39 è scritto: “E, andato un po'più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: ‘Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi’”.

Gesù era triste e angosciato per la sua morte in croce che doveva patire (vv.36-38), e per questo prega con la faccia a terra, per portare la sua angoscia e la sua preoccupazione al Padre. 

Il soggetto di preghiera di Gesù era se era possibile che Dio allontanasse da Lui questo calice.

“Calice” non si riferisce solo alla sofferenza e alla morte (Matteo 20:22-23; Giovanni 18:11), ma come spesso è scritto nell’Antico Testamento si riferisce anche all’ira di Dio (Salmo 11: 6; 75:7-8; Isaia 51:19, 22; Geremia 25:15-16,27-29; 49:12; 51:57; Lamentazioni 4:21; Ezechiele 23:31-34; Abacuc 2:16; Zaccaria 12:2), ira perché Gesù si caricava dei peccati dell’umanità (cfr. Isaia 53:3-10; Matteo 27:46; Galati 3:13; 1 Pietro 3:18).

Gesù dice: “Se è possibile”.
Ora in un certo senso tutte le cose sono possibili con Dio (Matteo 19:26), perché allora Gesù prega così?
Perché Gesù come uomo sa di dover affrontare sulla croce una sofferenza vicaria atroce sia in termini fisici, sia in termini morali e soprattutto spirituali: stava per diventare oggetto dell'ira di suo Padre in sostituzione dei peccatori!

Gesù nella Sua umanità chiede se c’è un altro modo per adempiere la Sua missione, che non sia il calice della sofferenza in croce.

Dunque, la questione non era se Gesù volesse, o non volesse fare la volontà del Padre - Gesù non si è ribellato! -, ma se ciò includesse necessariamente la via della croce, o se ci fosse un altro modo.

Ma non c'era altro modo per adempiere il piano eterno salvifico di Dio!! (Giovanni 4:34; 6:38; 1 Pietro 1:18-20).

Comunque nella preghiera di Gesù vediamo la Sua sottomissione al Padre quando dice: “Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi”.

In questa crisi, peggiore della tentazione nel deserto (Matteo 4:1-11), Gesù chiede se ci fosse un'alternativa alla sofferenza atroce della croce per la realizzazione degli scopi salvifici del Padre.

Ma è chiaro che Gesù intende rispettare pienamente la volontà del Padre.

La risposta differente del Padre ebbe come effetto la salvezza di milioni di persone attraverso il sacrificio del Figlio.

Quindi dobbiamo sempre fidarci di Dio per ciò che ci accade, anche se risponde diversamente alle nostre preghiere!
C’è sempre uno scopo valido e benefico!

Vediamo ora:
C) L’esempio di Paolo.
In 2 Corinzi 12:7-9 leggiamo: “E perché io non avessi a insuperbire per l'eccellenza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un angelo di Satana, per schiaffeggiarmi affinché io non insuperbisca. Tre volte ho pregato il Signore perché l'allontanasse da me;  ed egli mi ha detto: ‘La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza’. Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me”.

Noi in questi versetti vediamo:
(1) La situazione.
Il motivo per cui Paolo pregava  è perché aveva una spina nella carne, un problema di sofferenza fisica, o problemi vari come debolezze, ingiurie, necessità, persecuzioni, angustie (2 Corinzi 12:10).

“La spina nella carne” descrive metaforicamente la presenza e il lavoro di un vero angelo di Satana, uno che porta opposizione e persecuzione.

L'assalto di Satana a Paolo non ha avuto luogo al di fuori della volontà di Dio.

Dio è sovrano di tutta la Sua creazione e userà persino le forze del regno di Satana per realizzare i Suoi giusti propositi (cfr. Numeri 22:2-24:25; 1 Re 22:19-23; Luca 22:31- 32).

Dio bilancia le nostre benedizioni con i pesi affinché non diventiamo orgogliosi a causa della benedizione ricevuta da Dio!

Consideriamo:
(2) La supplicazione.
Paolo ha pregato tre volte che il Signore allontanasse questa spina, ma Dio aveva qualcosa di meglio per Paolo, perciò non lo guarì!

Nel v.9 è scritto: “Ed egli mi ha detto: ‘La mia grazia ti basta, perché la mia potenza si dimostra perfetta nella debolezza’.

La grazia (charis) descrive l'immeritato favore di Dio per l'umanità.

È una forza attiva, che trasforma la vita dei credenti, iniziando dalla salvezza (Atti 15:11; 18:27; Romani 3:24; Efesini 1:7; 2:5,8, 2 Timoteo 1:9; Tito 2:11; 3:7) e continua attraverso la santificazione (2 Pietro 3:18) fino alla glorificazione (Efesini 2:7).

Dal contesto “grazia” si riferisce principalmente al potere di Cristo, o è strettamente associato a esso.

La grazia è la forza abilitante di Cristo.
La Sua grazia è rivelata nel Suo potere che ci dà la forza per sopportare sofferenza e difficoltà.

La grazia di Dio è il Suo amore che consente la fede e la resistenza.

Quando il Signore disse a Paolo in risposta alla sua preghiera: "La mia grazia ti basta", affermò la totale sufficienza della Sua grazia per ogni bisogno nella vita!

Infine vediamo:
(3) La soddisfazione.
Nei vv.9-10: Perciò molto volentieri mi vanterò piuttosto delle mie debolezze, affinché la potenza di Cristo riposi su di me”.
“Molto volentieri” (hēdista) indica soddisfatto, deliziato, grande piacere.

Paolo è soddisfatto della risposta che non si aspettava, cioè che la potenza di Dio si dimostra perfetta nella debolezza!

John MacArthur riguardo Paolo scrive: “Era elettrizzato dalle debolezze, dagli insulti, dalle angosce, dalle persecuzioni e dalle difficoltà che ha sopportato per amore di Cristo, non perché fosse un masochista, ma perché quando era debole, poi era forte”.

Poiché la potenza di Cristo è resa perfetta dalla debolezza, Paolo si vanta con piacere della debolezza!

A causa della rassicurazione di Cristo sull'abbondanza della grazia di Dio, Paolo accoglie le debolezze con gioia.

A causa del modo in cui il potere di Cristo opera nelle debolezze, si vanta di queste.

Paolo trae una conclusione sulla sua situazione basata sull'assicurazione del Signore che la sua debolezza non ostacolerà il suo ministero.

Paolo, allora, molto volentieri si vanterà nelle sue debolezze, perché così la potenza di Gesù starà su di lui!

Noi dobbiamo accogliere le prove con gioia, perché permettono di mostrare la grazia di Dio, il Suo potere nelle nostre vite.

Noi dobbiamo essere contenti che Dio, anche nella prova, non esaudisce le nostre preghiere, perché in questo modo sperimenteremo la Sua potenza!

Infine vediamo:
III LE RISPOSTE NEGATIVE.
Dio non esaudisce tutte le preghiere che gli facciamo!

Possiamo fare tre esempi, il primo esempio è:
A) Mosè l’amico di Dio.
Il SIGNORE parlava con Mosè faccia a faccia, come un uomo parla col proprio amico è scritto in Esodo 33:11, a tu per tu (Numeri 12:8), nessuno aveva questo tipo di comunione con Dio (Deuteronomio 34:10).

Dio ha esaudito le preghiere di Mosè, per esempio per la sua intercessione, Dio non giudicò il popolo d’Israele  a morte (Deuteronomio 9:13-14,18-19).

Eppure ci fu una preghiera di Mosè che Dio non esaudì, quella di entrare nella terra promessa! 

Dopo la vittoria su Sicon e Og, Mosè pregò appassionatamente di poter entrare nella terra promessa, ma il Signore non gli concesse questa benedizione!
Gli permise di vederla dal monte Pisga è scritto in Deuteronomio 3:23-26!

Il secondo esempio:
B) Davide l’uomo secondo il cuore di Dio.
In 1 Samuele 13:14, il profeta comunica a Saul che Dio gli avrebbe tolto il regno perché è stato disobbediente, così è scritto: “Ora invece il tuo regno non durerà. Il SIGNORE si è cercato un uomo secondo il suo cuore, e il SIGNORE l'ha destinato a essere principe del suo popolo, poiché tu non hai osservato quello che il SIGNORE t'aveva ordinato”.

Al posto di Saul Dio avrebbe scelto Davide, un uomo secondo il Suo cuore, cioè un uomo desideroso di obbedirgli, che avrebbe eseguito i Suoi ordini (Atti 13:22), che aveva il desiderio di servirlo, una persona dal profondo impegno verso il Signore!

Anche un intercessione di Davide per la nazione fu esaudita da Dio come leggiamo in 2 Samuele 24:25: “Costruì là un altare al SIGNORE e offrì olocausti e sacrifici di riconoscenza. Così il SIGNORE fu placato verso il paese, e il flagello cessò d'infierire sul popolo”.

La Nuova Diodati traduce: “Poi Davide costruì in quel luogo un altare all'Eterno e offrì olocausti e sacrifici di ringraziamento. Così l'Eterno diede ascolto alla preghiera fatta per il paese e la calamità fu allontanata dal popolo d'Israele”.
Davide aveva peccato facendo fare un censimento d’Israele e Giuda per scopi militari.

A proposito John MacArthur scrive: “Probabilmente Davide desiderava gloriarsi del volume delle proprie forze belliche, oppure conquistare altri territori oltre a quelli già concessigli dal Signore. Egli aveva dunque riposto la propria fiducia nella potenza militare piuttosto che nel Signore ….(Salmo 20:7; 25:2; 44:6)”.

Certo Davide si pentì di questo peccato (2 Samuele 24:10), ma il Signore mandò la peste come giudizio a causa di questo peccato (2 Samuele 24:11-17).

Per fare cessare il flagello che si era abbattuto su Gerusalemme, esortato dal profeta Gad, Davide costruì e offrì nell’area di Arauna, olocausti e sacrifici di riconoscenza, supplicò il Signore, e il flagello cessò! ( 2 Samuele  24:18-25).

Tuttavia, quando qualche tempo prima, Davide pregò, implorò Dio  disperatamente di salvare la vita del suo bambino, frutto dell’adulterio con Bat-Sceba, la sua preghiera non fu esaudita!

In 2 Samuele 12:15-18 è scritto: “’Tuttavia, siccome facendo così tu hai dato ai nemici del SIGNORE ampia occasione di bestemmiare, il figlio che ti è nato dovrà morire’. Natan tornò a casa sua.  Il SIGNORE colpì il bambino che la moglie di Uria aveva partorito a Davide, ed esso cadde gravemente ammalato. Davide quindi rivolse suppliche a Dio per il bambino e digiunò; poi venne e passò la notte disteso per terra.  Gli anziani della sua casa insistettero presso di lui perché egli si alzasse da terra; ma egli non volle e rifiutò di prendere cibo con loro.  Il settimo giorno il bambino morì; i servitori di Davide non osavano fargli sapere che il bambino era morto; perché dicevano: ‘Quando il bambino era ancora vivo, gli abbiamo parlato ed egli non ha dato ascolto alle nostre parole; come faremo ora a dirgli che il bambino è morto? Potrebbe commettere un gesto disperato’”.

Davide supplicò Dio e digiunò per il bambino; passò tutta la notte prostrato a terra, ma il settimo giorno il bambino morì!

Come per Mosè (Numeri 20:1-12), Davide aveva peccato, ma, nonostante il loro pentimento e il perdono,  Dio si rifiutò di dare loro ciò che chiedevano.

Il terzo e ultimo esempio:
C) I discepoli più intimi con Gesù.
Tra i dodici apostoli, Pietro, Giacomo e Giovanni avevano un rapporto unicamente stretto con Gesù, infatti si faceva accompagnare solo da loro in alcuni casi (Marco 5:37; 9:2; 13:3; 14:33, Galati 2:9).

Giovanni, aveva ancora di più un rapporto particolare con Gesù (Giovanni 13:23; 19:26; 20:2; 21:7,20).

Una volta, Giovanni e Giacomo si avvicinarono a Gesù per invocare il fuoco giù dal cielo per distruggere un villaggio samaritano che lo respingeva perché era diretto a Gerusalemme. Invece di rispondere positivamente, Gesù li rimproverò.

In Luca 9:54-55 è scritto: “Veduto ciò, i suoi discepoli Giacomo e Giovanni dissero: ‘Signore, vuoi che diciamo che un fuoco scenda dal cielo e li consumi?’  Ma egli si voltò verso di loro e li sgridò. E disse: ‘Voi non sapete di quale spirito siete animati’”.

Certamente la domanda dei due fratelli rivela una grande fede, zelo e devozione per Gesù; di fronte quell’insulto fatto al loro Maestro.

I due fratelli, credevano che bastava invocare il fuoco dal cielo nel nome di Gesù e sarebbe disceso, ma non comprendevano, però, la natura della venuta di Gesù e del servizio cristiano: Gesù è venuto per salvare le anime!

La loro richiesta, così non è stata accolta: non era nella volontà di Dio!

Anche un’altra richiesta di Giovanni e suo fratello Giacomo, non è stata esaudita, quando chiesero a Gesù   a suo fianco nella Sua gloria (Marco 10:35-40).
C'è, dunque, un limite alla dottrina della preghiera della fede.

Noi dobbiamo avere fede, ma dobbiamo essere consapevoli che Dio non ci darà tutto ciò che gli chiediamo!

CONCLUSIONE
1) Nella preghiera dobbiamo avere sempre fiducia.

Nella preghiera non è sbagliato portare in preghiera i nostri desideri, preoccupazioni, bisogni (Filippesi 4:4-7), ma dobbiamo mettere Dio prima dei nostri interessi come c’insegna il “Padre nostro” (cfr. Matteo 6:9-13).

La preghiera non è altro che un riconoscere la grandezza e la gloria di Dio, quindi regola il nostro cuore, cioè ci fa vedere chi siamo veramente davanti a Dio e così ci aiuta a diventare alla Sua presenza ciò che vuole Lui.
Nella preghiera dobbiamo fidarci di Dio!

La fiducia in Dio implica la fiducia che Dio farà la cosa giusta e la cosa più saggia!

Quando le risposte alla preghiera non arrivano, quando sono differenti,  o negative, dobbiamo continuare a fidarci di Dio perché sta facendo la cosa giusta, saggia secondo i Suoi piani e per il nostro bene (Romani 8:28-30).

Dio si prende cura di noi (1 Pietro 5:7), sarà con noi (Romani 8:35-39; Ebrei 13:5), e ci darà la forza di cui abbiamo di bisogno per affrontare tutto ciò che Lui permette (Deuteronomio 33:25; Salmo 28:8; 29:10-11; 1 Corinzi 10:13; Filippesi 4:13).

Anzi la preghiera è l’assimilazione della forza di Dio!
La preghiera è come il cibo porta forza e salute alla nostra anima!

2) Nella preghiera dobbiamo avere un atteggiamento di sottomissione.

Se Dio non vuole “aprire una porta”, non insistiamo che la apra!

Non dobbiamo fare l’errore del popolo d’Israele ai tempi di Samuele che voleva caparbiamente e a tutti i costi un re come tutte le altre nazioni, di fatto significava un rifiuto della sovranità di Dio! (1 Samuele 8:5-18).

Dio esaudì le loro preghiere, ma gli effetti furono nocivi!

Così anche il desiderio di Ezechia di posporre la sua morte (2 Re 20:1-6), ebbe come risultato un periodo tragico per Israele (2 Re 20:12-19).

Portiamo perciò i nostri desideri a Dio, ricercando e accettando la Sua volontà, perché è meglio pregare secondo la volontà di Dio (Salmo 106:15; 1 Giovanni 5:14-15).

3) Nella preghiera dobbiamo ringraziare Dio per tutte quelle preghiere  che abbiamo fatto e che non ci ha esaudito!

Ricordati: “Se non ottieni tutto ciò che chiedi, è perché il Salvatore intende darti qualcosa di meglio” (Aanonimo).

Dio è buono quando esaudisce le preghiere e sia quando non le esaudisce!

Dio darà solo cose che ci procurano beneficio (Matteo 7:7-11).

William Bridge (1600-1670) diceva: “L’uomo che prega non sarà mai un miserabile, in qualsiasi condizione si trovi, perché ha l’orecchio di Dio che lo ascolta, lo Spirito dentro di sé che lo ispira, un amico in Cielo che lo presenta, e Dio stesso che accoglie i suoi desideri come un Padre. Pregare è una grazia, anche se non ricevessimo mai le grazie per cui preghiamo”.

4) Nella preghiera dobbiamo essere perseveranti e non stancarci (Luca 11:5-13; 18:1-8).

Dio può rispondere alle nostre preghiere, anche quando saremo morti.

È vero che a volte le preghiere rimarranno senza risposta in questa vita, ma a volte Dio risponderà a quelle preghiere dopo che l’orante muore.

George Müller ha fondato molti orfanotrofi nel 1800. All'inizio della sua vita ha fatto la conoscenza di tre uomini, e cominciò a pregare per la loro salvezza. Müller ha vissuto a lungo, ma quando morì, nessuno di quegli uomini si era ancora affidato a Cristo. Nel suo diario aveva registrato che ha pregato per questi uomini ogni giorno durante la sua vita.
Il fatto meraviglioso è che questi uomini hanno incontrato Cristo, due di loro quando avevano uno settant’anni e l’altro aveva ottantant'anni! !

Pertanto non ci scoraggiamo preghiamo anche se non vediamo risposte!

Noi non dobbiamo vedere le nostre situazioni e le nostre preghiere non esaudite nel momento, ma dobbiamo vedere e credere che Dio opera secondo i Suoi piani che non conosciamo.

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