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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La natura dell’amore (Galati 5:22).

La natura dell’amore (Galati 5:22).
Un uomo ha scelto un modo insolito per chiedere alla sua amata di sposarlo: ha passato 6 mesi in viaggio per il Giappone, e al termine del suo viaggio, il tracciato GPS del suo percorso scandiva la frase “Marry Me”, cioè “Sposami”, con tanto di cuore trafitto da una freccia.
Il tutto è iniziato nel 2008, quando l’uomo ha lasciato il lavoro e ha iniziato il suo viaggio per il Giappone sia per conoscere meglio il suo paese, e sia per mandare un messaggio personale alla sua fidanzata. 
L’uomo ha percorso oltre 7.000 km, in gran parte a piedi, e talvolta in auto, bicicletta, o traghetto. Tutto il percorso è stato accuratamente studiato per tracciare la scritta.
Cosa non si fa per amore!

Una delle caratteristiche della presenza dello Spirito Santo in una persona è l’amore.

L'amore. (Galati 5:22).

Amore (Galati 5:22)
Un barbiere, aveva notato negli ultimi giorni, che i suoi affari avevano avuto un buon incremento. Quando ha cercato di scoprire il perché, scoprì che il suo concorrente, un altro barbiere in paese, era malato, e in quei giorni non aveva lavorato. Quando la settimana si concluse, prese tutto quello che aveva fatto in precedenza al suo reddito medio e lo portò al suo concorrente, mostrando il suo amore cristiano ed empatia.

Tu lo avresti fatto?

L’amore è il frutto dello Spirito Santo!

Ciò che è significativo in questo elenco di Galati 5:22 del frutto dello Spirito Santo è che l’amore è menzionato prima di tutto.
Qualcuno pensa perché è il frutto primario, fondamentale, il più importante (cfr. Galati 5:13-14; 1 Corinzi 13:13), perché è la fonte da cui tutte le altre virtù, o grazie provengono.

L'amore è una delle parole più frequentemente utilizzate nel vocabolario di Paolo.
L'amore è il cuore e l'anima dell’etica di Paolo e del Nuovo Testamento, perché è l’adempimento della legge, è la parte centrale nell’etica del Nuovo Patto (Romani 13:8-10; Galati 5:14).
L’amore deve caratterizzare il comportamento dei veri cristiani (1 Corinzi 16:14; Efesini 5:2).
 
In una chiesa possono essere presenti tutti i doni spirituali, ma senza l’amore la chiesa fallisce (1 Corinzi 13).
 
Il problema principale delle dispute sugli alimenti dei primi cristiani era la mancanza di amore (Romani 14:1-15:6; 1 Corinzi 8:1-11:1). 

Levitico

Levitico
Questo libro ci parla delle istruzioni divine riguardo il culto a Dio e il comportamento per il popolo che il Signore ha liberato dall’Egitto.
Per gli ebrei doveva essere chiaro come doveva essere il culto a Dio, il Levitico parla di questo. Grazie alle istruzioni contenute nel Levitico, i sacerdoti potevano guidare il popolo nel culto secondo la volontà di Dio.
Levitico ci parla del sistema sacrificale e delle varie leggi di purezza destinati a stabilire uno standard di santità per Israele in modo adeguato al loro rapporto con Dio. 
Il libro è una serie di leggi che costituiscono la base legale per l’organizzazione religiosa e civile nella vita del popolo che Dio ha eletto. 
Inoltre il Levitico ci parla della presenza di Dio in mezzo al suo popolo.
Allo stesso tempo, si deve notare che questo libro all’interno del Pentateuco, mostra la chiara intenzione dell’autore, di continuare la narrazione delle esperienze sul Sinai.

La provvidenza di Dio e il male

La provvidenza di Dio e il male
Il problema del male è probabilmente il problema più difficile in tutta la teologia.
Molte volte i cristiani non sanno che dire davanti le tragedie, gli atti terroristici, le malattie, le epidemie, le pandemie, i terremoti, e così via.

Quando si parla del male si intende due cose: il male nel senso morale, riguardo il peccato (atti terroristici, omicidi, stupri, ecc.) e il male nel senso fisico o naturale (sofferenze dovute alle tragedie come: terremoti, alluvioni, malattie, epidemie, pandemie, ecc.).

Alcuni pensando alla presenza del male negli uomini e nella loro storia si sono chiesti: “Se niente sfugge al controllo di Dio, come si spiega il fatto che il male esiste? E come addirittura, il male, contribuisce al raggiungimento degli obiettivi di Dio? Perché ci sono bambini che nascono con delle malformazioni? Perché esiste un’ingiustizia sociale? Perché ci sono le guerre?”

Ma la perplessità non è solo per il male in sé, ma per l’intensità, l’atrocità e il livello alto del male.

E allora alcuni hanno affermato: “ Se Dio è onnipotente è in grado di distruggere il male. Se Dio è buono evita il male. Ma il male esiste. Conclusione: o Dio non è onnipotente o Dio non è buono!”
Questo è un giudizio frettoloso.

La provvidenza di Dio racchiude anche il controllo del male. 

La gloria di Dio rivelata ai pastori (Luca 2:8-20).

LA GLORIA DÌ DIO RIVELATA AI PASTORI (LUCA 2:8-20).
Nel mondo antico, se qualcuno avesse chiesto se ci fosse una persona più importante di Cesare, l'imperatore e sovrano del vasto impero romano, la risposta sarebbe stata sicuramente: “No!”. 
Eppure, benché Gesù nacque  in un villaggio rurale della Giudea, in un posto così umile, quel Gesù che ha diviso la storia, certamente era più importante di Cesare!

Le circostanze della nascita di Gesù sono così umili che sono difficili d’apprezzare, infatti, le figure regali nascono con una grande cerimonia e celebrazione, nei grandi palazzi, ma non quella di Gesù. 

Luca 2:21-24: La devozione di Giuseppe e Maria.

Luca 2:21-24: La devozione di Giuseppe e Maria.  
Bruno Ferrero nel suo libro “C’è qualcuno lassù” racconta questa storia. “Un potente sovrano viaggiava nel deserto seguito da una lunga carovana che trasportava il suo favoloso tesoro d’oro e di pietre preziose. A metà del cammino, sfinito dall’infuocato riverbero della sabbia, un cammello della carovana crollò boccheggiante e non si rialzò più. Il forziere che trasportava rotolò per i fianchi della duna, si sfasciò e sparse tutto il suo contenuto, perle e pietre preziose, nella sabbia. Il principe non voleva rallentare la marcia, anche perché non aveva altri forzieri e i cammelli erano già sovraccarichi. Con un gesto tra il dispiaciuto e il generoso, invitò i suoi paggi e i suoi scudieri a tenersi le pietre preziose che riuscivano a raccogliere e portare con sé. Mentre i giovani si buttavano avidamente sul ricco bottino e frugavano affannosamente nella sabbia, il principe continuò il suo viaggio nel deserto. Si accorse però che qualcuno continuava a camminare dietro di lui. Si voltò e vide che era uno dei suoi paggi, che lo seguiva ansimante e sudato. ‘E tu’ gli chiese il principe, ‘non ti sei fermato a raccogliere niente?’ Il giovane diede una risposta piena di dignità e di fierezza: ‘Io seguo il mio re’”.

Giuseppe e Maria seguivano il loro Re, Dio, erano obbedienti alle leggi del loro Re!
In questi versetti, infatti, vediamo che Luca mette in evidenza che Giuseppe e Maria erano obbedienti alla legge di Mosè, cioè quella che Dio diede a Mosè (vv.22,23,24).

Quindi Giuseppe e Maria erano devoti a Dio!

La devozione di Giuseppe e Maria (Luca 2:21-24).

La devozione di Giuseppe e Maria (Luca 2:21-24). 
Bruno Ferrero nel suo libro “C’è qualcuno lassù” racconta questa storia. “Un potente sovrano viaggiava nel deserto seguito da una lunga carovana che trasportava il suo favoloso tesoro d’oro e di pietre preziose. A metà del cammino, sfinito dall’infuocato riverbero della sabbia, un cammello della carovana crollò boccheggiante e non si rialzò più. Il forziere che trasportava rotolò per i fianchi della duna, si sfasciò e sparse tutto il suo contenuto, perle e pietre preziose, nella sabbia. Il principe non voleva rallentare la marcia, anche perché non aveva altri forzieri e i cammelli erano già sovraccarichi. Con un gesto tra il dispiaciuto e il generoso, invitò i suoi paggi e i suoi scudieri a tenersi le pietre preziose che riuscivano a raccogliere e portare con sé. Mentre i giovani si buttavano avidamente sul ricco bottino e frugavano affannosamente nella sabbia, il principe continuò il suo viaggio nel deserto. Si accorse però che qualcuno continuava a camminare dietro di lui. Si voltò e vide che era uno dei suoi paggi, che lo seguiva ansimante e sudato. ‘E tu’ gli chiese il principe, ‘non ti sei fermato a raccogliere niente?’ Il giovane diede una risposta piena di dignità e di fierezza: ‘Io seguo il mio re’”.

Giuseppe e Maria seguivano il loro Re, Dio, erano obbedienti alle leggi del loro Re!
In questi versetti, infatti, vediamo che Luca mette in evidenza che Giuseppe e Maria erano obbedienti alla legge di Mosè, cioè quella che Dio diede a Mosè (vv.22,23,24).

Quindi Giuseppe e Maria erano devoti a Dio!

Deuteronomio 2:7: Dio è fedele al Patto (2)

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