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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

Giacomo 5:4-6. I motivi del giudizio di Dio.

Giacomo 5:4-6. I motivi del giudizio di Dio.
La vita è come un supermercato: all’inizio prendiamo tutto quello che ci pare, ma alla fine, in cassa dobbiamo pagare tutto quello che abbiamo nel carrello.
Un giorno tutti passeremo davanti “la cassa” del giudizio di Dio e tutti saremo giudicati in base alle nostre azioni (Romani 2:5-11; Ebrei 9:27).
Dopo aver parlato del dolore dei ricchi, del decadimento della loro ricchezza e della disapprovazione di Dio su certi ricchi, Giacomo ora dice tre motivi del giudizio di Dio su questi ricchi, ma questo è anche un monito per chi non è ricco.
La prima accusa o motivazione del giudizio di Dio è per:
I LA SOTTRAZIONE EGOISTICA.
v.4: “Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi,  grida; e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti".
“Ecco” (idou) è in tono esclamativo segna il suo zelo intenso nel procedere contro i ricchi. Le accuse meritano la loro attenzione seria.
Questo versetto descrive l’ingiustizia dei ricchi che non hanno pagato coloro che  lavoravano nei loro campi. I salari sono stati sottratti agli operai che hanno lavorato onestamente, questi ricchi avevano rubato ai lavoratori cristiani la loro giusta paga.

Calvino riguardo questo peccato diceva: “Che cosa può esservi di più ignobile che il tormentare per mezzo del bisogno coloro che ti forniscono il pane col loro lavoro? Eppure la cosa è comune, perché vi è molta gente il cui carattere è talmente tirannico da credere che tutto il resto del mondo viva solamente con lo scopo di procurargli un beneficio”. Questo è puro egoismo!
Secondo la legge mosaica non si doveva opprimere il prossimo e derubarlo di ciò che gli apparteneva, del suo salario. All’operaio doveva essere dato lo stesso giorno prima del tramonto il salario per il suo lavoro (Levitico 19:13; Deuteronomio 24:14-15). Gesù stesso raccontò di questo nella parabola dei lavoratori delle diverse ore che furono pagati la sera stessa (Matteo 20:8).
Non pagare un dipendente è una chiara violazione della Scrittura, come affermato dalle parole di Paolo a Timoteo: “Non mettere la museruola al bue che trebbia e l’operaio è degno del suo salario” (1 Timoteo 5:18; Deuteronomio 25:4; Luca 10:7; cfr. Matteo 10:10).
Il Signore in Geremia 22:13 minaccia coloro, che approfittano dei lavoratori non pagando a loro il loro salario. Così anche Malachia 3:5 annuncia il giudizio verso coloro che derubano l’operaio del suo salario.
Il ricco aveva cibo più che sufficiente, ma il bracciante povero, era sull’orlo della fame, e aveva bisogno del salario quotidiano per soddisfare i bisogni per quel giorno.
Il suo salario era basso e non avevano la sicurezza di una fonte di reddito stabile, quindi faceva fatica a vivere di quello che guadagnava e le cose peggioravano se il loro salario era trattenuto anche per un giorno!!
Dunque i braccianti poveri dipendevano del salario di ogni giorno per nutrire e vestire le loro famiglie, il mancato pagamento dei lavoratori poteva mettere a rischio la loro vita stessa!!

Quindi osserviamo:
A) Le Grida.
In primo luogo:
(1) Il grido del salario frodato.
v.4: “Ecco, il salario da voi frodato ai lavoratori che hanno mietuto i vostri campi, grida”.      
Il salario frodato dai ricchi ai lavoratori che hanno mietuto i loro campi, grida! “Grida” (krazei- presente attivo indicativo) è proprio un gridare ad alta voce! Noi troviamo le grida per la conquista di Gerico; alle grida degli Israeliti le mura di Gerico caddero (nella Settanta- Giosuè 6:1-16). Ancora vediamo per esempio il popolo d’Israele che gridava a Dio per la liberazione dall'oppressione o per altre catastrofi nazionali (Settanta- Giudici 10:12; Salmo 50:15; 107:6,13).
La parola “grida” è utilizzata anche da individui che esprimono preghiere ferventi a Dio (Settanta-Giobbe 35:12) e a volte esprimono richieste o gioiosa lode (Salmo 21:2). I serafini gridavano di lode così forte tanto che scossero le fondamenta delle porte del tempio (Isaia 6:4).
Nel Nuovo Testamento i discepoli gridarono dalla paura scambiando Gesù per un fantasma quando camminò sul lago verso la loro barca (Matteo 14:26,30), e Bartimeo che gridava sempre più forte per chiedere pietà a Gesù affinché lo guarisse. (Marco 10:47-48).
Ma noi vediamo che ciò che grida, è il salario che i ricchi ingiustamente hanno trattenuto per sé! Il salario frodato che grida, indica una testimonianza contro i ricchi che Dio ha ascoltato, come la voce del sangue di Abele, ucciso dal fratello Caino, che gridava a Dio molto probabilmente per chiedere giustizia o vendetta (Genesi 4:10; cfr. Genesi 9:5; Numeri 35:19-21), ma è implicito che a Dio era noto il peccato di Caino, quindi anche quello dei ricchi che hanno derubato i loro lavoratori. Noi dobbiamo sempre pensare che Dio conosce ogni cosa! Non possiamo nasconderci da Dio! Dio è presente sempre con noi! Noi siamo sempre alla presenza di Dio! Egli vede tutto, sa tutto e non possiamo sfuggire al Suo sguardo!
In Ebrei 4:13 leggiamo: “E non v'è nessuna creatura che possa nascondersi davanti a lui; ma tutte le cose sono nude e scoperte davanti agli occhi di colui al quale dobbiamo render conto. (Genesi 16:13; Salmo 139:7-9; Luca 16:15). Dio vede ogni cosa, conosce ogni cosa, anche quello che pensiamo! Noi in altre parole siamo sempre alla presenza di Dio, nel senso che Dio è presente in ogni posto, Martyn Lloyd Jones diceva:
“La mattina, quando ci svegliamo, dovremmo ricordarci che siamo alla presenza di Dio. Non sarebbe sbagliato, prima di affrontare la giornata dirsi: ‘Durante tutto questo giorno, qualsiasi cosa io faccia, dica, provi, pensi o immagini, sarà vista da Dio. Egli è con me, vede e sa ogni cosa ’. Non c’è nulla che Dio non conosca perfettamente. ‘Tu oh Dio mi vedi’. Se pensassimo e agissimo sempre così, la nostra vita sarebbe letteralmente rivoluzionata”.  Rivoluzionata nel senso di un risveglio spirituale.

In secondo luogo Giacomo parla di un altro grido:
(2) Le grida dei lavoratori frodati.
 v.4: “e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti.
Le “grida” (boai) dei mietitori riflette le sofferenze inflitte loro dal datore di lavoro disumano. Questo grido può essere la combinazione di dolore legato alla fame e il desiderio che Dio potesse agire per vendicare i suoi figli (Genesi 4:10; 18:20; 19:13; Esodo 2:23; 1 Samuele 9:16; Salmo 12:5; Luca 18:17; Apocalisse 6:9-10).
Ma anche la supplica a Dio per la liberazione dal pericolo e per la giustizia come di solito viene usata la parola nell’Antico Testamento (ad esempio, Esodo 2:23; 1 Samuele 9:16; 2 Cronache 33:13). 
Certamente ricorda quel passo in Esodo 2:23 (che riguarda il popolo d’Israele) dove è scritto che le grida della schiavitù salivano a Dio e Dio udì i loro gemiti (Esodo3:7).
I ricchi pensano di fare in segreto e senza pensare di incorrere in qualche sanzione penale, ma Dio vede e sente!! Dio è interessato a ciò che avviene ai Suoi figli! Nel Salmo 34:15 è scritto: “Gli occhi del SIGNORE sono sui giusti e i suoi orecchi sono attenti al loro grido”. Non è meravigliosa questa verità?

Infatti:
B) Le Grida sono ascoltate dal Signore degli eserciti.  
v.4: “e le grida di quelli che hanno mietuto sono giunte agli orecchi del Signore degli eserciti.
Il tempo greco “sono giunte” (eiseleluthasin- perfetto) è significativo indica che le grida hanno raggiunto Dio e continueranno a essere ascoltate da Lui!! Dio ascolta le preghiere dei Suoi figli, di coloro che gli appartengono! (Matteo 6:6; 7:7-11). Giacomo usa l’espressione il “Signore degli eserciti” (Kuriou Sabaoth).

Che cosa significa?
“Signore degli eserciti” esprime che:
(1) Dio è trascendente, immensamente maestoso e potente, creatore e dominatore supremo del mondo.
Indica Colui che è Re supremo su tutto e tutti, il Sovrano Onnipotente e superiorità ultraterrena! ( Isaia 6:3;37:16; 54:5; Geremia 48:15; Romani 9:29).
Egli è il Dio senza pari (Salmo 89:7-9).
“Signore degli eserciti” esprime anche che:
(2) Dio è come comandante a capo di un esercito.
Il significato è che Dio è il comandante, il potente leader di un grande esercito. A volte questo esercito è designato come un esercito terreno, quindi del popolo d’Israele (1 Samuele 17:45), altre volte si riferisce all’esercito degli angeli (1 Re 22:19; 2 Cronache 18:18; Salmo 103:19-22) altre volte dell’esercito delle stelle (Deuteronomio 4:19;17:3). Quindi Signore di tutte le potenze del mondo.
Dio ha i Suoi eserciti che comanda e gli eserciti lo servono! Dio usa il Suo esercito per realizzare i Suoi piani, per giudicare o per soccorrere. Dio combatte per il Suo popolo! (1 Samuele 17:45-47; cfr. 1 Samuele 4:4; Salmo 24:8-10). Il Signore degli eserciti è associato anche al fatto che Dio è presente in mezzo al suo popolo (Salmo 46:7, 11; 2 Samuele 5:10;1 Cronache 11:9).
Dio è il Signore degli eserciti che viene incontro al Suo popolo e gli dà la vittoria quando probabilmente umanamente parlando è impossibile (cfr. Giudici 5:20; 2 Re 6:17). Il Signore degli eserciti ha reso grande Davide (2 Samuele 5:10; 1 Cronache 11:9). Dunque questo nome unisce la potenza maestosa e la trascendenza, e descrive l’Onnipotente, la Sua Onnipotenza Sovrana, come colui che ascolta le suppliche e viene in loro soccorso (Salmo 17:1-6; 18:6; 31:2; Luca 18:17; Apocalisse 6:10).
I ricchi avevano pensato di poter imbrogliare questi lavoratori e di farla franca perché quei credenti, braccianti poveri non hanno nessuno che li difenda. Al contrario, il protettore dei Suoi figli è il Signore degli eserciti che ascolta il loro grido (Malachia 3:2-6).
Quando sembra che i poveri e gli oppressi non hanno nessuno che prenda le loro difese sulla terra, hanno invece il Signore, che è a capo di un esercito numeroso che verrà loro in aiuto!
Ma il Signore degli eserciti è legato anche al giudizio serio e severo di questo Dio santo e potente contro chi è orgoglioso e altero, e contro chiunque s’innalza per abbassarlo dice Isaia 2:12. Dunque un giudizio spaventoso attende coloro, che ingiustamente accumulano le ricchezze e rubano ai poveri. Le loro vittime reclamano giustizia al Giudice Giusto ed Egli non li deluderà.
Le due "grida" inequivocabilmente condannano i ricchi, perché Dio ascolta le grida del Suo popolo, questo implica che Dio risponderà. Dio è un Dio che risponde alla preghiera!! Il Signore degli eserciti al tempo giusto risponderà, a volte il tempo di attesa può essere lungo, ma Lui non potrà mai mandarci a mani vuote!! Ciò che farà è sempre la cosa migliore!
Robert Murray McCheyne disse: “ O Dio darà ciò che chiedi, o darà qualcosa di molto meglio”.

Passiamo ora alla seconda accusa o motivazione per il giudizio di Dio su quei ricchi:
II LA STRAVAGANZA EGOISTICA.
Quei ricchi godevano, di una vita lussuosa egoistica a spese dei poveri, sfruttando i loro lavoratori senza prendersi cura di loro nella più totale indifferenza. Questo è proprio lo stile di vita del ricco come vediamo anche nella parabola del ricco e del povero Lazzaro (Luca 16:19-31), uno stile di vita anche condannato da alcuni profeti come rivelato nell’Antico Testamento (Amos 2:6-8; 8:4-6; Isaia 1:11-17).

Nella stravaganza egoistica vediamo:
A) L’Indulgenza.
v.5: “Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate; avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage”.
“Sfarzosamente” (etruphesate) in questo contesto ha una connotazione negativa. Viene da una parola (truphḗ Luca 7:25; 2 Pietro 2:13) che significa lussuria, quindi vivere nel lusso e nei piaceri.
“Sfarzosamente” indica indulgenza verso se stessi, cioè abbandonarsi, cedere a qualcosa, lasciarsi prendere da un desiderio, essere senza moderazione. Può portare con sé la connotazione di essere offensivi (insolenti) o di avere un’ aria di superiorità. Nel greco classico la parola (truphaō) veniva impiegata comunemente quando si parlava di ben nutriti e di animali soddisfatti.

Nella stravaganza egoistica vediamo:
B) L’Indecenza.
v.5:“Sulla terra siete vissuti sfarzosamente e nelle baldorie sfrenate”.
“Baldorie sfrenate” (espatalesate) è vivere lussuosamente, nell’indulgenza e nel piacere, vivere senza freni, andare oltre il limite della decenza, vivere voluttuosamente (piaceri), vivere nell’indecenza e nel libertinaggio, vuol dire vivere una vita senza vergogna, dissoluta e lussuriosa.  Ha il senso di dissipazione (una vita sregolata) e sperpero come ha fatto il figliol prodigo (Luca 15:13).
Non solo questi ricchi hanno accumulato ricchezze e frodato i loro lavoratori, ma hanno anche scialacquato per il proprio piacere sulla terra e non hanno aiutato il povero (Ezechiele 16:49; 1 Timoteo 5:6).
Giacomo dice: “sulla terra”, questo implica che le loro preoccupazioni erano concentrate su questo mondo. Implica un contrasto tra la loro vita lussuosa in questa vita con il loro destino futuro, un contrasto con il nuovo giorno della macellazione. Ciò implica che il loro stile di vita giungerà al termine.

Nella stravaganza egoistica vediamo:
C)L’Ingrassamento.
v.5: “avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage”.
“Avete impinguato” (ethrepsate) la parola (trephō) veniva usata per indicare il nutrimento, l’alimentazione degli animali, ingrassarli e saziarli con il cibo per il macello   (Geremia 46:21).
Essa implica ironicamente che la loro vita di stravaganza egoistica, di auto-indulgenza
e indecenza può essere paragonata all’ingrasso dei buoi per la macellazione. Giacomo parla che hanno ingrassato i loro cuori.
v.5: “avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage”.
Usando l'immagine d’ingrasso di un animale da macello, Giacomo spiega vividamente ciò che i ricchi facevano in modo indulgente e indecente: ingrassare i loro cuori in tempo di strage. Il “cuore” (Kardia) è la sede del proprio sé, della vita interiore con i suoi desideri e gli affetti, è la sede delle emozioni di una persona (Isaia 6:10; Salmo 104:15; Marco 7:21; Luca 21:34). Giacomo suggerisce che la loro preoccupazione centrale nella vita è quello del loro piacere sulla terra.
Giacomo dice v.5: “avete impinguato i vostri cuori in tempo di strage”.
“Strage” (sphages) indica macello come indicato dalla stessa parola greca usata in Zaccaria 11:4,7 nella traduzione della Settanta e in Romani 8:36. Dunque i ricchi s’ingrassano come le pecore nel giorno del macello. Metaforicamente è visto da alcuni studiosi come il giorno del giudizio. Nell’Antico Testamento il giorno del giudizio severo di Dio è visto come la strage dei suoi nemici, come le pecore destinate al macello (Isaia 22:12-13; 30:25; 34:2,5-8; Geremia 46:10; 50:26-27; Ezechiele 7:14-23; 21:15; 39:17; Salmo 37:20; 49:14; Lamentazioni 2:21-22; Apocalisse 19:17-21; cfr. Isaia 63:1-6; Geremia 12:3;25:34; Ezechiele 21:15).
Ora secondo alcuni studiosi il tempo di giudizio per loro è già arrivato, gli ultimi tempi sono cominciati con la venuta di Gesù. I giorni degli ultimi tempi che è arrivato in Gesù si sta muovendo verso la sua conclusione in modo certo che è già qui, è imminente e loro continuano a comportarsi allo stesso modo senza timore!!
Gli ultimi giorni sono già iniziati, il giudizio potrebbe essere in qualsiasi momento, ma iricchi, invece di agire al fine di evitare tale giudizio, per la loro indulgenza egoista, stanno accumulando una maggiore colpevolezza. Quindi in tempo di strage per alcuni è un parallelo di ultimi giorni del v.3, il periodo tra la prima e la seconda venuta di Cristo (Osea 3:5; Isaia 2:2; Geremia 23:20; Ezechiele 38:16; Daniele 2:28; Atti 2:16-17; 2Timoteo 3:1; Ebrei 1:1-2;9:26; 2 Pietro 3:3; Giuda 18), quando poi Gesù giudicherà. In questo senso, ironicamente, i ricchi si sono ingrassati, hanno peccato, ma li attende il giudizio!  

Infine vediamo la terza motivazione per il giudizio:
III LA SOPRAFFAZIONE EGOISTICA.
v.6: “Avete condannato, avete ucciso il giusto. Egli non vi oppone resistenza”.
L’ultima malvagità dei ricchi a cui si riferisce Giacomo è la loro sopraffazione egoistica sopra il giusto fino a farli morire. Giacomo sta pensando a concrete esperienze vissute dalla comunità cristiana in rapporto ai suoi potenti e influenti avversari.
Il “giusto” (dikaion) è una descrizione in generale dei santi, dei cristiani (1 Pietro 4:18). L'uomo giusto indica una persona moralmente retta (Genesi 6:9; 2 Samuele 4:11; Matteo 1:19; 10:41; Atti 10:22).
In questa sopraffazione vediamo:
A) L’Abuso di potere dei ricchi.
v.6: “Avete condannato…”
Giacomo ritorna a quanto detto al capitolo 2:6 dove dice che i ricchi opprimono e trascinano i credenti ai tribunali.
“Avete condannato” (katedikasate) è un termine forense, giuridico. I ricchi controllavano i tribunali, abusavano del sistema giuridico a proprio vantaggio influenzando i giudici e a volte gli stessi giudici erano i grandi proprietari terrieri che avevano una reputazione di sentenze oppressive e venali, quindi avidi di denaro. I ricchi, non solo accumulavano ricchezza per se stessi sfruttando i braccianti poveri cristiani, ma li facevano anche condannare pervertendo i processi legali, privando i cristiani poveri giusti dei loro diritti.
I ricchi hanno pervertito la giustizia, ma la legge che Dio ha dato a Mosè dice in Esodo 23:6:  “Non violare il diritto del povero nel suo processo”. Israele non praticava questa legge infatti in Amos 5:12 è scritto: “Poiché io so quanto sono numerose le vostre trasgressioni, come sono gravi i vostri peccati; voi opprimete il giusto, accettate regali e danneggiate i poveri in tribunale”.(Cfr. Salmo 82:3). I poveri non avevano difensori ed erano alla mercé degli oppressori crudeli!! (Salmo 34:15-22;37:14,32,35; Lamentazioni 4:13; Amos 2:6; cfr. Proverbi 1:11; Salmo 10:8-10).
Anche tra il periodo dell’Antico e del Nuovo Testamento i ricchi usavano la loro ricchezza e influenza per privare i poveri dei loro bisogni. (Sapienza 2:17-20; Siracide 34:22)
  
In questa sopraffazione vediamo:
B) L’Aggravamento.
v.6: “avete ucciso il giusto”.
“Ucciso” (ephoneusate) secondo alcuni è simbolico, nel senso che i ricchi siano riusciti a confiscare le terre dei loro braccianti e quindi viene a mancare il loro sostentamento, oppure non pagandoli li hanno fatti morire di fame, li hanno uccisi privandoli di ciò che li faceva vivere, o privare l’operaio della sua paga è ucciderlo (Ecclesiastico 34:22), infatti la privazione della paga ha come conseguenza un aggravamento della povertà del lavoratore, lo distrugge per gradi, perché si priva di uno dei mezzi di sussistenza ed equivale a un omicidio.
Altri pensano che si tratti di omicidio vero e proprio. (Matteo 5:21; 19,18; 23:31, 35; Marco 10:19, Luca 18:20; Romani 13:9; Giacomo 2:11).

In questa sopraffazione vediamo:
C) L’Arrendevolezza dei giusti.
v.6: “Egli non vi oppone resistenza”.
Certo quei giusti, quei cristiani poveri, non potevano opporsi perché non avevano modo e i mezzi da utilizzare per affrontare questi ricchi, o non avevano il sistema per vincere le loro battaglie legali, erano impotenti. Secondo alcuni studiosi quei giusti hanno rifiutato di combattere perché seguivano l’esempio di Gesù. In Isaia53:7 è scritto:  “Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l'agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca. (Atti 8:32-35).
Così anche 1 Pietro 2:22-23 leggiamo:  “’Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno’.  Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente”. Seguivano anche l’insegnamento di Gesù!
In Matt.5:39-42 è scritto: “Ma io vi dico: non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra; e a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello.  Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due.  Dà a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle”.
Forse anche a te ti stanno facendo del male o ti faranno del male, come stai reagendo, come reagisci? Dovremmo reagire seguendo l’esempio e l’insegnamento di Gesù, mettendo in pratica le parole di Paolo ai Romani. “Non rendete a nessuno male per male. Impegnatevi a fare il bene davanti a tutti gli uomini.  Se è possibile, per quanto dipende da voi, vivete in pace con tutti gli uomini.  Non fate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all'ira di Dio; poiché sta scritto: ‘A me la vendetta; io darò la retribuzione’, dice il Signore.  Anzi, ‘se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere; poiché, facendo così, tu radunerai dei carboni accesi sul suo capo’. Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene ( Romani 12:17-21).

CONCLUSIONE.
Anni fa la rivista New Yorker pubblicò la storia di un residente di Long Island che aveva comperato da un catalogo un barometro estremamente preciso e, dunque, molto costoso. Quando lo strumento gli arrivò a casa fu deluso nel constatare che la lancetta sembrava immobile sul settore che indicava “Uragano”. Dopo averlo agitato un paio di volte e non riuscendo a far spostare la lancetta, il neo-acquirente decise di scrivere una lettera alla ditta produttrice dichiarando di avere ricevuto un barometro non funzionante. L’indomani, mentre andava in ufficio a New York, imbucò la lettera. Quella sera, tornando a casa sull’isola di Long Island ebbe la triste sorpresa di non trovare né lo strumento né tantomeno la sua casa che con l’uragano fu rasa al suolo. Ahimè, anche in questo caso la lancetta del barometro aveva indicato correttamente l’imminente uragano. Il mese era settembre, l’anno era il 1938. Era proprio il giorno dell’uragano che rase quasi al suolo Long Island. Allo stesso modo la Bibbia ci dice chiaramente che dopo la morte ci sarà il giudizio di Dio (Ebrei 9:27) e molti sono coloro, che non credono, o ignorano questo fatto come quell’uomo di New York riguardo all’uragano.
Noi dobbiamo considerare che dopo la morte ci sarà il giudizio, anche per i credenti come dice 2 Corinzi5:10:  “Noi tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di                                      Cristo, affinché ciascuno riceva la retribuzione di ciò che ha fatto quando era nel corpo, sia in bene sia in male”.
Noi siamo chiamati a considerare il giudizio di Dio e quindi a badare al nostro comportamento sapendo che Dio conosce ogni cosa e niente possiamo nascondere a Lui!

Noi secondo questo passo biblico siamo chiamati a:
1) Non essere egoisti, a rubare o a non sfruttare gli altri!
Paolo dice che negli ultimi giorni verranno tempi difficili e fa un elenco, in questo elenco è scritto che  gli uomini saranno egoisti (2 Timoteo 3:2). Jacques e Claire Poujol riguardo all’egoismo dicono: “L’egoismo è un attaccamento eccessivo a sé, che porta a ricercare in modo voluto e calcolato, il proprio piacere e interesse personale”.
Ecco se cerchi solo il tuo interesse sei un egoista!! Non bisogna essere ricchi per essere egoisti! Ma la Bibbia c’insegna ad amare gli altri a ricercare gli interessi degli altri, ne parla molto l’apostolo Paolo. (1 Corinzi 10:24; 13:5-6; Filippesi 2:4).
In Proverbi 3:27-28 è scritto: “Non rifiutare un beneficio a chi vi ha diritto, quando è in tuo potere di farlo. Se hai di che dare, non dire al tuo prossimo: ‘Va'e torna, te lo darò domani’”.

Noi siamo chiamati a considerare il giudizio di Dio e quindi a badare al nostro comportamento a:
2) Non essere indulgenti e indecenti.
Dobbiamo prendere le distanze dalla sregolatezza, dalle passioni mondane, dall’indecenza. La grazia di Dio c’insegna a rinunziare all’empietà e alle passioni mondane per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo dice Paolo a Tito 2:13.
Pietro dice: “Poiché dunque Cristo ha sofferto nella carne, anche voi armatevi dello stesso pensiero, che, cioè, colui che ha sofferto nella carne rinuncia al peccato, per consacrare il tempo che gli resta da vivere nella carne, non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio (1 Pietro 4:1-2).
Noi siamo chiamati a consacrare il tempo che ci resta da vivere non più alle passioni degli uomini, ma alla volontà di Dio, non più nel peccato, ma nella santificazione!

Noi siamo chiamati a considerare il giudizio di Dio e quindi a badare al nostro comportamento a:
3) Non sopraffare gli altri!
La Bibbia condanna l’arroganza (1 Samuele 2:3; Proverbi 8:13; Isaia 13:11) ed esalta l’umiltà e la mansuetudine (Proverbi 3:34; Matteo 5:5; 1 Pietro 5:5). Siamo chiamati a essere umili e mansueti come lo era il Signore Gesù! (Matteo 11:29; 2 Corinzi 10:1).

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