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Bibbia

"La Bibbia, l'intera Bibbia e nient'altro che la Bibbia è la religione della chiesa di Cristo".
C. H. Spurgeon

La preghiera esaudita


Giovanni 14:13-14: La preghiera esaudita. 
Il capitolo è iniziato con riferimento Gesù per la sua imminente partenza nella casa del Padre per andare a preparare un "luogo" per i suoi discepoli. Tommaso e Filippo non avevano capito la relazione intima e profonda di Gesù e il Padre, come il Padre è presente nelle parole e opere di Gesù. Dai versetti 12-14 la discussione si sposta di nuovo sulla partenza di Gesù che va al Padre, quindi la sua esaltazione e la sua missione successiva come intermediario tra il Padre e i discepoli, quindi che avrebbero fatto opere maggiori di lui e da delle istruzioni importanti sulla promessa della preghiera esaudita per incoraggiarli. Noi vediamo in questi versetti la promessa della preghiera esaudita.
Nei versetti 13-14 vediamo la promessa dell’esaudimento, i presupposti dell’esaudimento, il proposito dell’esaudimento.
I LA PROMESSA DELL’ESAUDIMENTO 
v.13: "e quello che chiederete nel mio nome, lo farò". Poi ancora al v.14: "Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò".

A) La Sfera della promessa.
Quello che chiederete …e qualche cosa….. Si riferisce alla portata, all’ampiezza, quindi alla qualsiasi cosa, copre tutta la nostra esistenza.

Perciò vediamo:
(1) L’Estensione della sfera della promessa.
Si riferisce che copre tutto, non c’è niente che per Dio sia difficile, impossibile. Quando il Signore apparve ad Abramo con la promessa che avrebbero avuto un figlio nella vecchiaia, Sara si mise a ridere perché era vecchia è scritto in Genesi 18:13-14:  "Il SIGNORE disse ad Abraamo: 'Perché mai ha riso Sara, dicendo: -Partorirei io per davvero, vecchia come sono?-  Vi è forse qualcosa che sia troppo difficile per il SIGNORE? Al tempo fissato, l'anno prossimo, tornerò e Sara avrà un figlio'". 
Quando Gesù incontrò il giovane ricco e gli disse di vendere ciò che aveva per darlo ai poveri e poi di seguirlo, ma il giovane se ne andò rattristato per questo  motivo, Gesù disse ai suoi discepoli che difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli, è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio. I suoi discepoli rimasero scioccati dicevano: "chi dunque può essere salvato?" In Matteo 19:26 leggiamo: "Gesù fissò lo sguardo su di loro e disse: 'Agli uomini questo è impossibile; ma a Dio ogni cosa è possibile'". Le promesse di Dio sono grandi e generose al di là di quello che possiamo immaginare. Efesini 3:20-21: "Or a colui che può, mediante la potenza che opera in noi, fare infinitamente di più di quel che domandiamo o pensiamo, a lui sia la gloria nella chiesa, e in Cristo Gesù, per tutte le età, nei secoli dei secoli. Amen".    

Quindi troviamo:
(2) La Stimolazione che viene dalla sfera della promessa.
Il fatto che per Dio non ci sono ostacoli, che per lui non c’è niente di difficile, questo ci incoraggia a pregare per tutto, per ogni aspetto della nostra vita, per ogni circostanza, per ogni soggetto anche per quelle cose che umanamente parlando sembrano impossibili!  

Perciò noi vediamo ancora:
(3) L’Esortazione che viene dalla sfera della promessa.
Noi siamo esortati a pregare, sia individualmente e sia a livello comunitario, questo è quello che vediamo nella Bibbia e nella vita di Gesù, dei discepoli e della chiesa primitiva.   Noi vediamo che nella Bibbia viene data molta enfasi alla preghiera e vediamo anche il ruolo importante della preghiera, infatti, le circostanze sono cambiate in risposta alla preghiera.
Per la preghiera di Abramo furono guariti Abimelec e la sua famiglia (Genesi 20:17); le preghiere fervide di Anna ottennero come risposta la nascita di un figlio che chiesto insistentemente (1 Samuele 1:10-20). In risposta alle preghiere di Elia, Dio diede al profeta, una clamorosa vittoria sui profeti di Baal (1 Re 18:36-39) e così anche le preghiere del profeta, influirono in modo decisivo sulla pioggia e sulla siccità (Giacomo 5:17-18. Vedi anche 2 Re 4:33; 2 Re 10:25-27;  19:15-24; 2 Cronache 33:12-13; Daniele 2:17-19; Neemia 1:4-11; 2:4; Atti 12:1-6).
Così anche la storia della chiesa è ricca di fatti che confermano l’efficacia della preghiera: guarigioni da gravi malattie o sorprendenti liberazioni da pericoli. Lutero era un uomo di preghiera, un giorno fece visita all’amico Melantone che era in uno stato di agonia, la sua morte sembrava ormai inevitabile, mentre piangeva, Lutero pregava per la guarigione del suo amico e collaboratore. Alla fine della preghiera Melantone con un tono veemente disse: "Martino, perché non mi lasci andare via in pace?" “Non possiamo fare a meno di te” fu la risposta di Lutero. Lutero in ginocchio vicino al letto del moribondo continuò a pregare per un’ora, poi persuase l’amico a mangiare una minestrina. Melantone cominciò a migliorare e in breve si ristabilì totalmente, Lutero lo spiegava con queste parole:” Dio mi ha restituito il mio fratello in risposta diretta alle mie preghiere.”
Dalla vita di un altro uomo di Dio, vediamo l’efficacia della preghiera, questo uomo non era uno studioso come Lutero, ma un impegnato nel sociale, con gli orfanotrofi, George Muller vissuto a Bristol in Inghilterra nel diciannovesimo secolo. Nell’iniziare la sua opera, quell’uomo di grande fede si propose fermamente di non chiedere nulla a nessuno se non a Dio. Malgrado, i momenti di prova estrema che dovette affrontare, rimase fermo nel suo proposito e nel momento opportuno arrivò sempre provvidenzialmente l’intervento chiesto al Signore.    
Noi dobbiamo prendere atto dell’importanza della preghiera e quindi non dobbiamo trascurarla! Dio si serve della preghiera per governare il mondo e realizzare i suoi piani!  
Nella sua sovranità, ha voluto che alcuni avvenimenti si verificassero per il Suo intervento in risposta alla preghiera dei suoi figli.

B) La Sicurezza della promessa.
v.13: "e quello che chiederete nel mio nome, lo farò". 
Così anche il v.14: 14 Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Perciò questa doppia ripetizione è per dare risalto e garanzia alla promessa, rafforza la certezza della promessa, sottolinea la sicurezza e la certezza della promessa. Infatti, le ripetizioni nella Bibbia rafforzano sia le promesse come gli avvertimenti.
Quando, Giuseppe interpretò il sogno del faraone gli disse, Genesi 41:32: "Il fatto che il sogno si sia ripetuto due volte al faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio e che Dio l'eseguirà presto".
Se si tratta di avvertimento dobbiamo prenderlo seriamente e porre un’attenzione seria, se si tratta di una promessa posiamo esserne incoraggiati grandemente!

C) La Sorgente della promessa.
La sorgente della promessa è Gesù, infatti, per due volte dice nei vv.13 e 14: “lo farò”.

Noi vediamo che questa è una:
(1) Sorgente Assoluta.
Le promesse di Dio sono uniche! Assolute! Sono assolute in quanto hanno un’origine divina, perciò la promessa non viene dagli uomini, ma da Gesù è questa da una validità alla promessa. Se venisse dagli uomini potremmo essere scettici!
Noi uomini molte volte promettiamo, ma non manteniamo! Le promesse di Dio hanno il loro si in lui! (2 Corinzi 1:20).  
Gli uomini non avrebbero mai potuto dire e compiere questa promessa, perciò non dobbiamo pregare nessun altro che Dio! Quindi se vuoi essere sicuro e fiducioso, prega solo Dio perché lui mantiene gli impegni presi!  Nessuna delle promesse di Dio resta incompiuta.
Giosuè 23:14: "Ora, ecco, io me ne vado oggi per la via di tutti gli abitanti della terra; riconoscete dunque con tutto il vostro cuore e con tutta l'anima vostra che neppure una di tutte le buone parole che il SIGNORE, il vostro Dio, ha pronunciate su di voi è caduta a terra; tutte si sono compiute per voi: neppure una è caduta a terra". 

Perciò è una:
(2) Sorgente Affidabile.
Degna di fiducia! Un credente anziano stava morendo sul suo letto con lui c’era il suo pastore al quale disse:” Oh pastore per anni ho invocato le promesse di Dio, ma adesso nell’ora della morte io non riesco a ricordarne una sola per confortarmi”. Sapendo che il diavolo può scoraggiarci, il pastore disse:”Caro fratello credi che Dio dimentica le sue promesse?” Con un sorriso il morente credente, esclamò con gioia: "No, no! Non vuole! Lodate il Signore, ora posso addormentarmi in Gesù e credere in Lui che ricorda tutte le promesse e  mi portano in modo sicuro in paradiso". Così l’anziano credente morì in pace. Nessuno è più affidabile di Dio!
Ebrei 10:23: "Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse". 
Dio è fedele non vacillare! Abbi fede in Lui, è affidabile! Molte volte noi persone promettiamo una cosa, ma poi non la facciamo perché abbiamo cambiato opinione. Per Dio non è così! Dio è Immutabile (Malachia 3:6). In altri casi ci sono le promesse bugiarde che non si dicono, ma senza averne l’intenzione di compiere!
Numeri 23:19: "Dio non è un uomo, da dover mentire, né un figlio d'uomo, da doversi pentire. Quando ha detto una cosa non la farà? O quando ha parlato non manterrà la parola?" (Tito 1:2).

(3) Sorgente Attiva.
vv.13,14: “Io lo farò”.
Molte volte noi facciamo delle promesse, siamo determinati a compierle, ma ci sono delle circostanze più grandi di noi, che a causa della nostra natura limitata non siamo in grado di compierle. Ma Dio è Onnipotente (Genesi 17:1).
Ciò che promette è in grado di realizzarlo! Parlando della fede di Abramo Paolo dice in Romani 4:19-21: "Senza venir meno nella fede, egli vide che il suo corpo era svigorito (aveva quasi cent'anni) e che Sara non era più in grado di essere madre; davanti alla promessa di Dio non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio, pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo". 
Perciò non vacillare per incredulità prega il Signore!

II I PRESUPPOSTI DELL’ESAUDIMENTO.
v.13: "e quello che chiederete nel mio nome, lo farò". Ancora v.14: "Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò".
Nel suo discorso di addio, Gesù parla diverse volte ai suoi discepoli che riceveranno nel suo nome lo Spirito Santo (Giovanni 14:26) o di chiedere nel suo nome (Giovanni 15:16;16:24).
Quindi noi vediamo come è importante il presupposto di pregare “nel nome di Gesù” per l’esaudimento alla preghiera.  
Ma chiedere nel nome di Gesù non è una formula magica da allegare automaticamente alle nostre preghiere, garantendo che Dio risponderà.
Molte preghiere nel Nuovo Testamento non finiscono “nel nome di Gesù”. (cfr. Matteo 6:9-13; Atti 1:24-25; 4:24-30; 27:59; 9:13-14; 10:14; Apocalisse 6:10; 22:20).  Ma con questo non voglio dire che sia eretico finire le preghiere nel nome di Gesù, ma voglio sottolineare che non ha un potere magico, o che sia necessario finire la preghiera con “il nome di Gesù”, ma che significa più di una formula!
Il primo punto è incentrato sulle promesse di Dio per la preghiera, in questo secondo punto vediamo la nostra responsabilità. Troppo spesso si guardano solo le promesse di Dio nella preghiera, e poi se le preghiere non sono esaudite, critichiamo Dio e rinneghiamo le sue promesse. Ma Dio non è mai in difetto, perché è perfetto, se mai è l’uomo in difetto, se Dio non esaudisce le preghiere c’è sempre un motivo valido.

Nei presupposti per l’esaudimento della preghiera è importante:
A) L'Azione di chi prega. 
Immaginatevi se nelle scuole si pregasse tra gli insegnanti, studenti, oppure se tutti i politici pregassero insieme, o negli ospedali pregassero medici e infermieri insieme ai pazienti e così via come andrebbero meglio le cose.
Sia al v.13 come il v. 14 leggiamo che Gesù dice "chiederete". Il primo presupposto, la prima condizione è perciò chiedere (aiteō), pregare. Sembra un semplice, banale presupposto, ma sorprendentemente, più persone non riescono a ricevere perché non pregano.
Giacomo dice non avete perché non domandate! (Giacomo 4:2). Molte persone possono parlare di preghiera, e possono chiedere alla gente di pregare per loro, possono con disinvoltura dire che stanno pregando per gli altri, ma la verità della questione è in realtà poche persone sono perseveranti nella preghiera.
A volte preghiamo poco per un soggetto, non vediamo l’esaudimento, ci scoraggiamo e non preghiamo più! (Salmi 22:2; Abacuc 1:2). Gesù ci incoraggia ad essere perseveranti nella preghiera. Luca 18:1: "Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi". 
Se non preghi, non puoi avere l’esaudimento!

Ma se vogliamo che le preghiere siano esaudite è importante: 
B) L’Atteggiamento di chi prega riguardo a Cristo.

In questo presupposto vediamo l’atteggiamento o gli atteggiamenti che bisogna avere nella preghiera:
(1) L’Accettazione di Cristo. 
Pregare nel nome di Gesù, significa rispondere positivamente alla rivelazione salvifica di Dio.
Pietro (Atti 2:21) riporta, la profezia di Gioele 2:32: "chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato", ma prima parla di una rivelazione miracolosa, senza una rivelazione non c’è preghiera per essere salvati così ci fa capire anche Romani 10:13.
Il nome è associato alla rivelazione salvifica di Dio, alla fedeltà del suo patto nell’Antico Testamento (Esodo 6:3-4). L'onore del nome di Dio è stabilito nel patto e nella sua misericordia per salvare o redimere un popolo per se stesso (Esodo 3:15; 6:3;9:16).
Quando Dio salva il popolo dalla schiavitù in Egitto, Mosè collega gli atti salvifici di Dio con il suo nome (Esodo 15:3; 23:20-21; Numeri 6:27). Così Gesù applica ciò che era per Dio nell’Antico Testamento lo applica a Lui stesso: la rivelazione salvifica nella sua persona attraverso un nuovo patto.          
Pregare nel suo nome indica pregare secondo la rivelazione e il processo salvifico del Nuovo Patto in Cristo! Significa rispondere e identificarci con la rivelazione e la salvezza che abbiamo in Cristo, alla luce del Vangelo e dello scopo del Vangelo!
Dio ci accoglie, in virtù del Figlio suo Gesù Cristo! (Giovanni 1:12-13). Nel nome di Gesù è la sua persona come è confermato anche nell’Antico Testamento per Dio di come si è rivelato al suo popolo, manifestando il suo carattere.
Il nome aveva un valore insuperabile per gli ebrei, noi vediamo che nell’Antico Testamento il nome era più che un mezzo per distinguere e riconoscere un uomo o una donna; in molti casi esprimeva l’essenza della personalità o alcuni dei suoi tratti più marcati sia per gli uomini (1 Samuele 25:15); come per Dio, infatti, Dio si è rivelato con diversi nomi che parlano del Suo carattere. Pregare nel “nome di Gesù” è dunque la preghiera fatta per la sua autorità secondo la sua rivelazione.    

a) Accettare l’autorità di Gesù come il Salvatore.
Nel caso di Gesù, il suo nome significa che YAHWÈ SALVA o YAHWÈ è la SALVEZZA, per questo l’angelo disse a Giuseppe riguardo il  parto di Gesù in Matteo 1:21: "Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati". Parlando di Gesù Pietro dice in Atti 4:12: "In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati".

Ma noi dobbiamo anche:
b) Accettare l’autorità di Gesù come il Signore.
Filippesi 2:9: "Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni nome,  affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra,  e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre". Dio ha sovranamente innalzato Gesù uomo e gli ha dato un nome (probabilmente Signore cfr.v.11) al di sopra di ogni nome, questo indica autorità rango e dignità.    
Nell’esperienza della chiesa primitiva, Gesù Cristo non solo era il centro della fede, ma anche il segreto del potere, infatti, nel nome di Gesù Cristo i discepoli guarirono uno zoppo (Atti 3:6,16); quando i capi del popolo e gli anziani chiesero a Giovanni e a Pietro con quale autorità avevano fatto quella guarigione (Atti 4:7).
Pietro pieno di Spirito Santo risponde in Atti 4:10: "sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d'Israele che questo è stato fatto nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, che voi avete crocifisso, e che Dio ha risuscitato dai morti; è per la sua virtù che quest'uomo compare guarito, in presenza vostra". 
Paolo rimprovera uno spirito immondo, Atti 16:18: "Così fece per molti giorni; ma Paolo, infastidito, si voltò e disse allo spirito: 'Io ti ordino, nel nome di Gesù Cristo, che tu esca da costei'. Ed egli uscì in quell'istante". (cfr. Giovanni 10:25; 17:11-12; 1 Corinzi 5:4).

c) Accettare l’autorità di Gesù come Sommo Sacerdote.
Nell’Antico Testamento il sacerdote era una persona consacrata, chiamata da Dio ad un servizio spirituale per rappresentare l’uomo davanti a Dio, quindi nell’essere solidale e condividere la vulnerabilità di fronte al peccato (Ebrei 5:1-4).
Il sacerdote indicava quali erano i requisiti rituali ed etici per il retto culto a Yahwè e quali erano i mezzi per ottenere la riconciliazione e la benevolenza di Dio, quindi si dedicava al culto sacrificale, all’insegnamento della legge e alla preghiera.
Il sacerdote offriva doni e sacrifici per il peccato proprio e del popolo, questo sistema non era perfetto, ma quello di Cristo è perfetto (Ebrei 5:1; 8:3; 9:9; 7:18-19; 8:7. Nel Nuovo Testamento soprattutto in Ebrei, vediamo che la forma sacerdotale dell’Antico Patto in Cristo è abolita, non c’è bisogno più continuamente di sacerdoti peccatori come noi, perché Cristo è il Sommo sacerdote in eterno, santo e non come gli altri sacerdoti (Ebrei 5:3;7:27).
In questo modo l’autore dell’epistola agli ebrei dimostra la superiorità del sacerdozio di Gesù su quello dell’Antico Patto. Gesù solo era ed è in grado di purificarci e non gli altri culti (Ebrei 7:18-27). Il sacerdozio dell’Antico Patto era inadeguato e provvisorio perché era costretto a ricorrere continuamente al sangue di animali e purificava solo in modo esteriore, quello di Cristo, invece purifica le nostre coscienze aprendoci la strada definitivamente a Dio! (Ebrei 9:11-14; 10:19-22). Gesù opera come Mediatore e Garante del Nuovo Patto come leggiamo in Ebrei 8:6 e in Ebrei 7:22. “Mediatore” (mesítēs )è uno che interviene tra due, o per fare o ripristinare la pace e l'amicizia, è colui che fa da ponte, da intermediario da paciere tra due parti, in questo caso si riferisce che Gesù ci riconcilia con il Padre. Gesù fa da ponte, Gesù è il ponte che attraversa quel baratro lungo, profondo e largo del peccato, quel peccato che ci separava da Dio e ci riconcilia con Dio! Il peccato ci rendeva nemici di Dio, Gesù ci ha riconciliati con Dio! Unico è Dio, è unico è, il mediatore: Gesù 1Timoteo 2:5.
Josè M. Martinez: "Senza la mediazione di Gesù cristo, la santità di Dio ci vieterebbe di avvicinarci a lui. I nostri peccati costituirebbero una barriera insuperabile per arrivare davanti al suo trono. La nostra coscienza di indegnità paralizzerebbe ogni tentativo di avvicinamento a colui davanti al quale i serafini si coprono il volto e dicono a gran voce:'Santo, Santo, Santo è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria (Is.6:3)'".
“Garante”(egguos) era colui che garantiva il pagamento del debito di un altro o che una promessa veniva adempiuta, ma può riferirsi anche ad un individuo che offriva la propria vita come garante di un'altra persona. Gesù garantisce per noi nel senso che noi non siamo in grado di salvarci allora Lui si è preso l’impegno per noi, e lo fa in modo perfetto (Ebrei 7:25).            
Il mediatore è in mezzo tra due parti, mentre il garante è disposto a dare la sua vita per l’altro, questo ha fatto Gesù! Gesù garantisce a Dio che quelli che sono in Lui sono accettabili perché ha dato la Sua vita per loro, ha preso su di sé il nostro debito, il nostro obbligo. Gesù garantisce agli uomini che tutte le promesse di Dio saranno adempiute. Possiamo essere certi della salvezza perché Gesù è il garante e mediatore!          
Gesù sacerdote autore di una salvezza eterna (Ebrei 2:16-17; 5:9). Per la sua opera propiziatoria sulla croce siamo in grado siamo perfettamente giustificati e santificati (Romani 3:24-26; 1 Corinzi 6:11) e non solo ma agisce anche come nostro unico intercessore (entygchanō Romani 8:34; Ebrei 7:25; 9:24) e unico avvocato (1 Giovanni 2:1).
Gesù parla a favore nostro in virtù della sua giustizia e sacrificio, infatti, noi leggiamo che Gesù è alla presenza del Padre (Giovanni 14:12).
La parola “avvocato” (paraklētos) significa chiamato al fianco. Questa parola descriveva chiunque era invocato per l’assistenza di un altro, era usato in modo particolare nelle corti di assise per indicare un avvocato, la cui responsabilità, era quella di difendere la causa di una persona sotto processo. Gesù ci difende davanti al Padre essendo il sacrificio propiziatorio, tramite la sua morte per i nostri peccati, Gesù acqueta l’ira di Dio.
Il Signore non vuole che pecchiamo, ma siccome siamo fragili e deboli, allora pecchiamo, ma c’è una consolazione abbiamo un avvocato presso il Padre Gesù Cristo il giusto è il sacrificio propiziatorio. Possiamo essere certi che Dio ci perdona, perché Gesù il giusto è il sacrificio propiziatorio, cioè che tramite il Suo sacrificio, Dio ci accetta, non è adirato con noi, significa che Gesù ci rende propizi, favorevoli a Dio! Gesù non solo ci rappresenta continuamente davanti al Padre, il giudice difendendoci e assistendoci come fa un avvocato difensore per un accusato, ma senza sottovalutare il nostro peccato.
Smith:” Il nostro Avvocato non sostiene la nostra innocenza, o non adduce circostanze attenuanti. Egli riconosce la nostra colpa e presenta la Sua opera vicaria come base per la nostra liberazione.”
Gesù come Sacerdote ci da il diritto e la libertà di accesso alla presenza di Dio (Ebrei 10:19-23; Giovanni14:6).              
Con questa libertà e certezza il credente innalza a Dio o a Cristo stesso le sue preghiere nel nome di Gesù il Salvatore, Signore e Sommo Sacerdote, sapendo che Dio ci ascolta per i meriti di Gesù!  Tutto ciò implica nel nome di Gesù la pienezza di autorità che il Padre ha assegnato a suo Figlio e l’efficacia totale della sua opera come mediatore tra Dio e gli uomini.
Emil Brunner parlando di Gesù disse: “è il fondamento, la giustificazione e la legittimazione delle nostre preghiere.” Perciò pregare nel nome di Gesù indica riconoscere che non ci sono altri modi per arrivare a Dio!
Se noi possiamo pregare Dio o Gesù solo per i meriti di Gesù! Significa riconoscersi nella persona di Gesù!
In questo modo le nostre preghiere hanno un’influenza notevole davanti a Dio!

Ma nel nome di Gesù indica anche:
(2) L’Allineamento alla Sua persona.       
Preghiere in suo nome sono preghiere che vengono offerti in accordo completo con la sua persona. Significa pregare in modo coerente, in conformità al carattere, la volontà e i desideri di Gesù secondo come è rivelato nella Bibbia! Ricordiamo che il nome indica o rappresenta ciò che è una persona, in questo caso Gesù stesso come si è rivelato!        
Perciò per familiarizzare con il suo carattere, volontà e desideri dobbiamo familiarizzare, studiare la Parola di Dio! (cfr. 1 Giovanni 5:14-15; è lo stesso di Giovanni 15:7) la ragione per cui molte preghiere si fermano sotto il tetto è perché non preghiamo secondo il carattere, la volontà e i desideri di Gesù, non sono secondo il suo nome!
In altre parole questo significa identificarsi con Cristo con il suo carattere, volontà e desideri diventano i nostri, i suoi interessi, quelli del regno sono anche i nostri! Pertanto noi vediamo tutto quello che riguarda la nostra vita, necessità, circostanze nella prospettiva dei piani di Dio secondo la rivelazione della sua parola!
Uscire da questo contorno come dice Martinez significa correre il rischio di profanare il santuario della preghiera. Non possiamo chiudere una preghiera “nel nome di Gesù” se abbiamo un comportamento che non onora Gesù, che non è secondo il suo carattere, desideri e volontà! Finire una preghiera nel nome di Gesù implica riconoscere la Sua autorità e la sua Signoria nella nostra mente, nei sentimenti, nelle decisioni e in tutto ciò che facciamo, in questo modo pregheremo come pregherebbe Gesù. Se non c’è questo allineamento con la persona di Cristo profaniamo la preghiera! Chiedere nel nome di Gesù significa chiedere in modo che si accordi con il suo carattere, con i suoi desideri e volontà!

Ma nel nome di Gesù indica anche:
(3) L’Amore per la sua persona.
Perché se amiamo veramente Gesù agiremo e pregheremo desiderando che il nome  di Dio sia glorificato, perché questo è il desiderio di Gesù come dice al v.13. Se ami Gesù sei più interessato a lui che a te stesso, perciò le tue preghiere saranno fatte per gli interessi di Gesù e non i tuoi! (Giovanni 14:15).

III IL PROPOSITO DELL’ESAUDIMENTO.
 v.13: "affinché il Padre sia glorificato nel Figlio". 

Glorificare Dio: 
A) È il proposito di Dio per la Creazione.
Salmi 19:1: "I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annunzia l'opera delle sue mani". 
Tutto l'universo è stato creato principalmente per mostrare la gloria di Dio, il suo carattere, la sua bellezza. Dio ha creato ogni cosa per la sua gloria.
Romani 11:36: "Perché da lui, per mezzo di lui e per lui sono tutte le cose. A lui sia la gloria in eterno. Amen".

Glorificare Dio: 
B) È il proposito di Dio per la nostra Condotta.
1 Corinzi 10:31: "Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate qualche altra cosa, fate tutto alla gloria di Dio". Tutto ciò che facciamo deve essere fatto in primo luogo per la gloria di Dio. non per esaltare noi stessi, il nostro io, il nostro orgoglio!

Glorificare Dio: 
C) È il proposito del Compito che Dio ci ha affidato.
1 Pietro 4:11: "Se uno parla, lo faccia come si annunziano gli oracoli di Dio; se uno compie un servizio, lo faccia come si compie un servizio mediante la forza che Dio fornisce, affinché in ogni cosa sia glorificato Dio per mezzo di Gesù Cristo, al quale appartengono la gloria e la potenza nei secoli dei secoli. Amen". 

Glorificare Dio:       
D) È il proposito della Concessione alla preghiera.
La scopo della preghiera esaudita è glorificare Dio!
(1) Questo proposito perfezionerà le nostre preghiere.
Se cominciamo a pregare con il pensiero di dare lode e onore alla divinità, la nostra vita di preghiera subirà un grande processo di perfezionamento e porterà nobiltà alla nostra preghiera. Si eliminerà l’orgoglio, l’egoismo, le lamentazioni, lo scoraggiamento e così via.  
Quando la nostra preghiera ha lo scopo di glorificare Dio, elimineremo alcune richieste di preghiera e aggiungere altre richieste che non abbiamo pregato. Ma anche a vivere serenamente sia che la risposta arrivi subito o tardi, o se sarà diversa da quello che noi ci aspettiamo!

Perciò:
(2) Questo proposito: Glorificare Dio deve la nostra priorità esclusiva.
Durante il suo ministero sulla terra, l'obiettivo costante del Figlio, e il risultato raggiunto, era quello di portare gloria al Padre (Giovanni 5:41; 7:18; 8:50, 54).  Questo è stato, non meno, lo scopo del Figlio per portare a termine la sua missione andando alla croce (Giovanni 12:28; Giovanni 17:5), che era contemporaneamente il mezzo con cui il Figlio sarebbe sommamente glorificato (Giovanni 12:23). Ora, nello splendore della sua esaltazione, lo scopo del Figlio non cambia tramite il ministero dei discepoli e l’esaudimento delle preghiere. Ogni preghiera deve mirare alla gloria di Dio.    
Il Padre nostro comincia con “sia santificato il tuo nome”! (Matteo 6:9).
1 Re 18:36-37: "All'ora in cui si offriva l'offerta, il profeta Elia si avvicinò e disse: 'SIGNORE, Dio d'Abraamo, d'Isacco e d'Israele, fa'che oggi si conosca che tu sei Dio in Israele, che io sono tuo servo, e che ho fatto tutte queste cose per ordine tuo. Rispondimi, SIGNORE, rispondimi, affinché questo popolo riconosca che tu, o SIGNORE, sei Dio, e che tu sei colui che converte il loro cuore!'" Ancora Salmi 79:9: "Soccorrici, o Dio della nostra salvezza, per la gloria del tuo nome; liberaci, e perdona i nostri peccati, per amor del tuo nome". 
La preghiera è stata istituita per glorificare il nome di Dio e quando sono motivate secondo la sua gloria possiamo aspettarci grandi cose. Hallesbay: "Se noi useremo la preghiera, non per strappare a Dio dei vantaggi per noi stessi o per i nostri cari, o per sfuggire alle sofferenze e alle difficoltà, ma per chiedere per noi e per gli altri quelle cose che glorificheranno il nome di Dio, noi vedremo che le più forti e audaci promesse della Bibbia riguardo alla preghiera si compiranno anche per mezzo delle nostre piccole e deboli preghiere".
Dio esaudisce quelle preghiere secondo la sua sovranità per la sua gloria! Perciò sia che tu preghi per cose grandi o per cose piccole  non dimenticare di dire:”se questo glorifica il tuo nome, esaudisci la mia preghiera, ma se non è alla gloria del tuo nome, lascia che le cose rimangano così o fai in modo che comunque il tuo sia glorificato, io non voglio essere interessato ai miei interessi, ma alla tua gloria!” Ma sappiamo che Dio non esaudisce tutte le preghiere.
Se Dio esaudisse tutto quello che gli uomini gli chiedono, il risultato sarebbe il caos totale. Il poeta americano H.W.Longfellow disse: “ Che confusione introdurremmo nell’universo se tutte le nostre preghiere avessero risposta.” Tra gli antichi rabbini era nota la storia di una madre che aveva due figli: uno era giardiniere e l’altro era un vasaio. Il primo chiedeva alla madre:”prega Dio perché piova, così le mie piante siano irrigate”. Il secondo le diceva:”Madre, chiedi a Dio che splenda il sole perché i miei vasi si secchino”. Come era possibile accontentare entrambi? La sottomissione alla sovranità di Dio e alla sua gloria ci libera dalla frustrazione e risolve il problema della preghiera senza risposta.
Possiamo fare ancora ricordare che:
a) Pregare con la priorità esclusiva per la gloria di Dio a volte è difficile da fare sinceramente. 
Pregare con questo motivo può essere difficile per cominciare, perché siamo abituati a pensare a noi stessi e pregare per qualcosa che sono i nostri interessi o sentimenti personali.

b) Pregare con la priorità esclusiva per la gloria di Dio come nostro scopo si vede se siamo disposti a rinunciare alla risposta di Dio , se diversamente gli avrebbe portato più gloria. 
Chiediamoci se saremmo disposti ad una risposta contraria, di ciò che gli abbiamo chiesto, se la risposta contraria  a quella che vogliamo lo glorifica sia per le piccole o le grandi cose.

c) Pregare con la priorità esclusiva per la gloria di Dio ci darà più pace e riposo nella nostra preghiera.

Perché sappiamo che Dio farà ciò che lo glorifica e questa è la cosa migliore.

CONCLUSIONE.
Il filosofo francese Blaise Pascal vissuto nel 1600 pregava: “Tu solo sai che cosa è buono per me. Fa dunque quello che ti sembra meglio. Dammi o toglimi; conforma la mia volontà alla tua; e concedimi che, con umile e perfetta sottomissione e in santa fiducia, riceva gli ordini della tua provvidenza eterna; e che possa adorare ugualmente tutto ciò che mi venga da te. Per Gesù Cristo, nostro Signore. Amen”.
Il significato della preghiera è afferrare Dio cercando la sua gloria e non ciò che pensiamo sia la cosa migliore per noi, Dio conosce la cosa migliore!  Perciò affidati a Lui nella preghiera e accetta serenamente la sua risposta, perché è sempre la migliore secondo la sua gloria! Ma per fare questo noi dobbiamo rinunciare all’immagine sbagliata del “dio utilitario”, il dio che si vuole per i nostri fini, il dio che ci aspetta pronto a dare tutto quello che vogliamo.


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